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Tim tornò rapidamente a voltarsi in direzione della ragazza, che con entrambe le braccia teneva bloccata contro al muro incurante dei suoi lamenti.
Un sospiro si infranse sulla parte incavata della sua maschera, mentre silenzioso la osservava.
Lei aveva smesso quasi del tutto di agitarsi, arrendendosi alla pressione che l'aggressore esercitava sulle sue braccia tremanti; i capelli pendevano mossi sul suo viso. Aveva le palpebre spalancate, e le iridi dilatate.

Un'anima pura.
Che non si è mai macchiata di alcun gesto peccaminoso.
Che non conosce la rabbia, la cattiveria o la volontà di ferire il prossimo.
La più succulenta tra le prede.

Tim fece scorrere lo sguardo sul volto paonazzo della ragazza, le cui guance venivano adesso attraversate dalla riga di alcune lacrime calde.
L'operatore aveva scelto lei, desiderava cibarsi della sua anima priva di macchie, colpe, o peccati.
-Ti prego... Lasciami andare...- farfugliò la ragazza, con un filo di voce.
Proprio in quel momento, un paio di grida straziate si espansero nell'ambiente, seguire dal suono raccapricciante delle accette di Toby che si infrangevano contro qualcosa.
Tim chiuse gli occhi per pochi attimi, senza mai mollare la presa sulla vittima; si sentiva vagamente confuso, come se il controllo dell'operatore sulla sua mente stesse perdendo intensità iniziando a lasciar spazio a qualche timido pensiero. 
Scosse la testa, innervosito dall'opprimente angoscia che si stava facendo strada nelle sue viscere.
-Ti prego...- farfugliò ancora la ragazza, così confusa e spaventata da non aver ancora realizzato cosa fosse appena accaduto ai suoi genitori nella stanza adiacente.
Toby e Hoodie tornarono indietro; sui vestiti del primo erano adesso ben visibili delle ampie macchie di sangue, ed anche sui suoi capelli arruffati erano finiti un paio di schizzi di quella sostanza rossa ed appiccicosa.
I due si fermarono sul ciglio della porta, e parvero stupiti dal notificare che Tim non si era ancora deciso a legare e rapire la ragazza.
-Masky, muoviti- grugnì Hoodie, assumendo un tono autoritario e puntando le mani sui fianchi, palesemente innervosito.
-Non abbiamo tutta la notte-.
Ma non appena ebbe udito quelle parole, nella mente plagiata di Tim si accese un lume di coscienza, che crebbe rapidamente inondandone i pensieri. 
"Ma questo non è il mio nome.."
Il moro, che soltanto adesso aveva realizzato che cosa stesse facendo, lasciò immediatamente la presa sulle braccia di Bianca ed indietreggiò impaurito.
Sollevando entrambe le braccia, si strappò via dalla faccia quella maschera che neanche ricordava di aver indossato, e la gettò a terra con violenza per poi premere con forza le dita sulle tempie.
-Ma che cazzo...Che cazzo succede!- mormorò, con il fiato corto.
Si era come risvegliato all'improvviso da un sogno, ritrovandosi all'interno di un'abitazione che non aveva mai visto, intento ad aggredire una completa sconosciuta. Ma il peggio era che non poteva ricordare quasi niente di ciò che era accaduto prima.
La ragazza restò immobile con la schiena premuta contro al muro; scappare le sarebbe stato impossibile, perché gli altri due individui stavano bloccando la porta d'uscita.
Le sue gambe tremavano, il cuore nel suo petto batteva veloce.
Tim sfregò le mani sulla faccia, annaspando; incrociò poi lo sguardo terrorizzato di Bianca, che scoprì essere confusa almeno quanto lui.
-Ma che fai!- borbottò Hoodie, piegando la testa di lato e stringendo i pugni. -Rimettiti la maschera e prendi la ragazza, subito- ordinò.
Ma lui abbassò lo sguardo a terra, trattenne il fiato e si sforzò di riordinare la tempesta di pensieri che adesso si stava infrangendo sulla sua testa dolente.  
Era spaventato, e confuso; quell'insopportabile angoscia aveva iniziato a premere più forte sul suo petto come fosse diventata un enorme masso.
Sollevò la testa ed incontrò ancora una volta lo sguardo della ragazza; doveva trovare il modo di liberarla da quell'assurda situazione.
Non poteva credere di essersi davvero intrufolato nella sua abitazione ed aver tentato di rapirla usando la forza. Per quale ragione, poi?
Avvicinò di qualche centimetro il suo volto a quello di lei.
-Io li distraggo, scappa- farfugliò, con un filo di voce.
Si voltò poi verso gli altri due ragazzi, e li osservò; i loro sguardi celati dalle maschere sembravano davvero impazienti, e puntavano dritti verso di loro. Mentre il primo sembrava disarmato, il secondo aveva appena posato a terra un paio di grosse accette.
Aggrottò la fronte; quel dettaglio, forse, lo stava ricordando.
Senza pensarci troppo Tim scattò in una folle corsa verso di loro, aggredendo per primo Hoodie e sbattendolo violentemente contro al muro del corridoio.
Tentò di bloccarne i movimenti, ma il ragazzo in passamontagna riuscì a liberarsi assestandogli uno spintone che lo fece barcollare.
-Ma che fazzo fai?- ghignò, afferrandolo per la maglia ed iniziando a strattonarlo.
Tim annaspò alla ricerca d'aria; il dolore lancinante che proveniva dal suo lobo frontale in quel momento rappresentava una complicazione difficile da ignorare. Sferrò un pugno sulla guancia di Hoodie, e riuscì a sua volta a liberarsi; ma il moto a mezz'aria di una delle accette di Toby non lo colpì per pochi millimetri.
Approfittando di quel gran chiasso la ragazza, tappandosi la bocca con le mani, sgattaiolò fuori dalla stanza e si lanciò in una corsa sfrenata giù per le scale, fino a raggiungere l'androne del palazzo.

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