VI

Jungkook, era di ritorno dalla lezione di Taekwondo pomeridiana, mentre a Jimin stava succedendo l'impensabile.
Quando varcò il cancello socchiuso dell'abitazione lo trovò: piegato su sé stesso, in stato di shock mentre, cercava di abbracciare le proprie ginocchia; riuscendoci a fatica.
Era davanti la porta d'ingresso di casa sua che piangeva a dirotto, da chissà quanto tempo.

Il ragazzo, poggiò il borsone da palestra con dentro i vestiti di ricambio e si accovacciò di fronte a lui.

Dalla premessa non pensava che sarebbero state belle notizie.

《Hyungie, perché stai piangendo?》Gli domandó con dolcezza: iniziando subito ad accarezzargli i capelli.

《Non sto morendo, come pensavo: ma la mia vita é rovinata lo stesso.》Rispose, scoppiando a piangere ancora più forte.

《In che senso la tua vita é rovinata?》 Chiese ancora una volta.

《Hey... Hyungie: smettila di piangere. Qualsiasi cosa sia, sei abbastanza forte da poterla gestire, ok?》Aggiunse subito dopo: non immaginando minimamente quanto fosse grave la cosa.

《Kookie... Quella donna lì, che dovrebbe essere mia madre, mi ha tenuto nascosto una cosa per tantissimo tempo. Qualcosa che se avessi saputo prima, mi avrebbe evitato il problema in origine.》 Replicó con voce ancora incrinata dal pianto.

《Posso avere figli come le donne e in questo momento, c'è un coso dentro di me che da tre mesi e mezzo mi fa solo stare male.》Continuó: se non gli avesse creduto, lo poteva capire; in fin dei conti, anche per lui questa cosa sembrava impossibile.

《Hai ragione: scusa se lo dico ma, tua madre é una grandissima stronza egoista. Adesso sarai costretto a tenerlo senza possibilità di scelta.》Disse Jungkook in suo sostegno.

Almeno, aveva qualcuno dalla sua parte che lo capiva decisamente meglio della sua genitrice.

《Ma sai qual'é la cosa più brutta di tutte? Ha pensato veramente che fossi tu l'altro responsabile.》Mormorò decisamente imbarazzato.

《Oh, andiamo!》Esclamò scoppiando a ridere.

《Di certo non posso essere io. Sono più passivo di una foglia morta che cade: ma se vorrai, farò lo zio bravo che gli porta i giochini e i biscottini, mentre tu sarai il padre che lo sgriderá sempre.》Continuò strizzandogli l'occhio.

《Non sono sicuro di volerlo tenere: non stiamo parlando di un cane...》Disse, abbassando lo sguardo.

Aveva diciassette anni.
Era solo: adesso anche senza casa, senza soldi e lavoro.
Come poteva mantenere un altro essere se non riusciva nemmeno a provvedere a stesso?

《Non sei solo Jiminie: sono sicuro che mia mamma ti aiuterà in tutto e poi ci sono io. 》Affermó con certezza: non ci aveva pensato neanche per un attimo al fatto che non volesse tenerlo.

《Poi, di quanti mesi sei?》Gli chiese subito dopo.

《Di Tre e mezzo: te l'ho detto prima Kookie.》Rispose in tono pensieroso.

《Non puoi fare più nulla. Penso che lo abbia fatto apposta: se era già consapevole di questa cosa.》Ribatté Jungkook.

In quel momento Jimin odió ancora di più sua madre: adesso capiva perché continuava a rimandare il giorno della visita.
Se avesse agito in tempo, si sarebbe sbarazzato del coso che sarebbe diventato un bambino.

《Lo posso dare in adozione, dopo che ho partorito.》Disse perplesso.

《E se più avanti potresti pentirtene?》Gli chiese nuovamente.

《Non lo so, Kook.》Rispose il ragazzo dai capelli rosa.
《Non so cosa fare in questo momento: non voglio tornare a casa, non ci voglio tornare mai più. Voglio finire la scuola e vivere per conto mio, senza quella viscida serpe di mia madre che pensa solo al suo ego smisurato. Per colpa sua la mia vita é rovinata.》Continuò, ricominciando a piangere: perché ancora una volta avevano scelto gli altri al posto suo.

《No, dai non piangere. La tua vita non è rovinata: ci sono tante persone che hanno avuto figli da giovanissimi. Alcuni li hanno cresciuti da soli e sono fra le persone più forti che conosco. Puoi fare tutto Minnie.》 Lo consolò mettendogli la mano sulla spalla.
Jimin, non fece altro che annuire: ma non era del tutto convinto.

E se fosse stato un pessimo genitore?
Non voleva diventare come sua madre in futuro.

《Ho paura Kookie: ho fottutamente paura. É qualcosa di più grande di me.》Mormorò con tono di voce, poco udibile.

《É normale... ma non sei da solo: ci saremo noi con te, lo prometto.》Gli disse accennandogli un sorriso.

《E poi, Bammie ha già capito che avrà un cuginetto.》Aggiunse ridacchiando.

《Entriamo?》Gli chiese, poco dopo.
Poi gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi.

《Va bene, grazie.》Rispose, sollevandosi da terra.

Dopodiché, aprì la porta ed entrarono in casa: Bammie, li salutò molto calorosamente.
Nonostante la sua grande taglia, dimostrò molto tatto quando si avvicinó a Jimin e come di consueto annusò la sua pancia.

《Come fa a capire..?》Gli domandó mentre coccolava il cucciolone.

《I cani, hanno un olfatto molto sviluppato: riescono a fiutare persino delle malattie. Sa che il tuo odore ha qualcosa di diverso e che qualcosa in te sta cambiando.》Gli spiegò, pazientemente.

《Mettiti sul divano, vado a parlare con la mamma.》Aggiunse, sparendo in cucina: in un certo senso si sentiva in qualche modo responsabile.

Avrebbe dovuto proteggerlo meglio quella sera.

Ma ormai, era inutile piangere sul latte versato: piuttosto decise di rendersi utile affinché, Jimin potesse trascorrere questo periodo difficile con più serenità.

Jungkook aprì la porta della cucina, per poi richiuderla altrettanto velocemente.

《Mamma...》La chiamò, attirando la sua attenzione. Era concentrata nella preparazione di un dolce che avrebbero sicuramente gustato per cena.

《Ciao, tesoro!! Com'è andato l'allenamento?》Gli domandó allegramente.

《Veramente molto bene: posso parlarti di una cosa importante?》Le chiese, prendendo posto su una sedia: mentre cercava il suo sguardo.

《Ma certo, cosa succede?》 Domandó a sua volta.

《Di là c'è Jimin: sta attraversando un momento davvero delicato, per colpa di sua madre. Non vuole più tornare a casa e non sa cosa fare...》Inizió a spiegarle: trattenendo a sua volta le lacrime.
Gli dispiaceva immensamente vedere il suo migliore amico ridotto in quel modo.

《In che senso delicato?》Chiese la donna: assumendo un'aria più seria.

《Jimin, sta aspettando un bimbo perché può avere gravidanze: non lo sapeva neanche lui e glielo hanno tenuto nascosto per tutto questo tempo. Nemmeno lui ci crede...》Le rispose, in tono triste: trovava anche lui impensabile il fatto che i suoi genitori, gli nascondessero qualcosa del genere.

Anche lui si sarebbe sentito profondamente ferito e tradito.
Probabilmente, avrebbe reagito anche peggio.

《Ma é anche tuo?》Gli domandó la madre ridacchiando: sperando di smorzare il tono triste che aveva preso la conversazione.

《Ma no, dai: per me é come se fosse incesto.》Le rispose facendo una smorfia schifata: Jimin era indubbiamente un ragazzo molto bello e attraente.
Ma era più che sicuro: non sarebbero mai stati altro che amici o al massimo, quasi fratelli.

Infatti molti anni fa, quando erano poco più che dei marmocchi in fase preadolescenziale erano convinti di piacersi e si diedero un bacino innocente: ma questo gesto, anziché provocar loro le farfalle nello stomaco fugò ogni dubbio decidendo che forse, era meglio non passare allo step successivo.

《Meglio così: non ero pronta a diventare nonna. Comunque, so già cosa vuoi chiedermi.
Si, può restare quanto desidera; tanto abbiamo una camera in più sempre vuota, può sistemarsi lì.》Gli disse, facendogli un sorriso.

《Grazie, mamma!!!》Esclamò felicemente, correndo ad abbracciarla.

《Dai, ora vai di là che devo fare i biscotti.》Replicó ridacchiando.

Il ragazzo, poco dopo uscì felice dalla cucina: aveva risolto la situazione ed anche nel migliore dei modi.

Ora doveva dirlo solo a Jimin.

Angolo angoloso dell'autrice che non si caca mai nessuno:

Vabbè, non tutte le storie possono essere positive e family friendly 🐱🐱🐱
É ovvio che terrá il mini Yoongi: altrimenti la storia non si sarebbe chiamata " la vita di un padre single" 🤣🤣🤣

Kookie é l'amico che tutti vorremmo avere, ho detto tutto.
Spero che vi sia piaciuto il capitolo 💜 buona lettura e alla prossima 💜

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