9. Monaco, Clara.
Montecarlo, Monaco, 22 maggio 2014, 09:00 AM
Monaco ha sempre quel fascino eterno che è capace di lasciarti senza parole persino alla decima volta che ci vai. Di giorno la città è tranquilla, vive come qualsiasi altro posto nel mondo, di notte si anima di feste private, eventi, concerti, soprattutto in questo periodo, quando la Formula 1 fa tappa nella città di Montecarlo. In quel weekend lungo di tardo maggio, quando ormai il caldo comincia a farsi sentire e le scuole sono agli sgoccioli, la città si riempie di giornalisti e persone famose più di qualsiasi altra città nel mondo che ospita un gran premio di Formula 1. Ed è qui a Montecarlo che finalmente, dopo mesi di viaggi in giro per il mondo, mi sento finalmente vicina a casa. Sono qui da lunedì, Fernando è rimasto a casa dei suoi fino a ieri sera, quando è arrivato e per salutarmi mi ha regalato una rosa rossa.
Cammino attraverso le vie della città fino a giungere all'ingresso della pit lane, rialzato rispetto alla strada. La struttura è formata da un ponteggio ed una rampa, che dà l'accesso alla pit lane accanto al suo ingresso dal circuito. Nonostante manchi un'ora all'inizio della prima sessione di prove libere, la gente sulle tribune è già tantissima, compresa quella davanti ai box. Mentre arrivo al box Ferrari mi volto indietro, verso il settore Rocher, comunemente chiamato "i prati". Ed eccoli lì, i tifosi più pazzi di questo mondo. La tenda blu fissata ad un angolo del prato, la corda che delimita il loro territorio e le bandiere che sventolano, gli striscioni appesi al muretto sottostante. Eccoli lì, i tifosi pazzi di Fernando. Sono ad ogni Gran Premio, a volte non si vedono, ma loro ci sono sempre. Solo che qui a Montecarlo si notano meglio, è praticamente impossibile ignorarli.
A Monaco è tutto diverso: il muretto si trova dentro al box, al piano superiore, e l'hospitality anche, in pratica non esistono. Devo ancora fare l'abitudine allo spazio ristretto di questo box, ma la vista che si gode dalla vetrata compensa lo stare stretti.
Non appena metto piede nel box, ecco che una voce mi chiama.
"Alice!" Mi volto indietro, a metà circa della pit lane, ecco Sebastian che cerca di schivare quante più persone possibile per arrivare da me. "Alice, Clara è qui." Esclama entusiasta quando mi raggiunge.
"Oh bene, sarai felice! Dai forza, fammela vedere." Lo incito. Mi prende per un braccio e mi porta appena fuori dal box. Ci fermiamo, lui comincia a guardarsi intorno, finché non la trova.
"Eccola, laggiù, insieme a quel signore dalla camicia rossa e la giacca nera." Indica l'uomo e poi la ragazza.
"Seb, devo insegnarti un po' di buona educazione. Non si indicano le persone." Dico, abbassandogli il braccio non appena capisco a chi si riferisce.
"Scusa." Risponde lui. Torno a guardare nella direzione di Clara. È alta, capelli castani e occhiali da sole. Indossa una maglietta bianca ed un paio di jeans, se dovessi stimare la sua età, direi che abbia un anno meno di me. Lei si accorge di Sebastian e sorride, parla per qualche secondo con suo padre e poi si incammina verso di noi. Non appena ci raggiunge, saluta Sebastian con un bacio sulla guancia. Nonostante io non capisca una parola di quel che si sono detti in tedesco, ho già capito da come lo guarda che ricambia i sentimenti di lui.
"Clara, volevo presentarti la mia migliore amica, Alice." Dice Seb, stavolta in inglese.
"Piacere di conoscerti." Risponde lei, con un accento più marcato di quello di Sebastian.
"Anche per me è un piacere, Sebastian non fa che parlarmi di te." A quelle parole le sue guance arrossiscono leggermente, poi si toglie gli occhiali. Anche lei, come me, ha gli occhi verdi. Il mio sguardo viene catturato da una macchia rossa sulla destra di Clara, quando metto a fuoco mi accorgo che è Fernando.
"Ragazzi, vi lascio a chiacchierare. Clara, se vuoi ci possiamo vedere, magari andiamo a fare shopping."
"Perché no, non sarebbe una cattiva idea. Magari domani."
"Per me va bene, ci vediamo fuori dalla pit lane?"
"Si, va benissimo."
"Perfetto, più tardi mi farò dare il tuo numero da Sebastian, così ci mettiamo d'accordo sull'orario." Mi avvio verso Fernando. "Ricordati di farti dare la carta di credito." Le dico, mentre le passo accanto, riferendomi a Sebastian. Non appena mi allontano li sento scoppiare a ridere, ma smetto di prestarci attenzione poco dopo, perché il braccio di Fernando mi ha già circondato la vita e le sue labbra hanno già trovato le mie. Mi allontano poco dopo, non appena sento lo scatto di qualche macchina fotografica. Mi volto in quella direzione, mentre Nando rimane con lo sguardo su di me, e la macchina scatta di nuovo. Sento due dita fredde sotto il mento, che mi voltano verso il pilota.
"Buongiorno." Dice, il suo viso a poca distanza dal mio.
"Buongiorno. Hai le dita fredde." Rispondo, prendendogli la mano in modo da staccare le dita dal mio viso.
"Scusa." Sorride. "Mi sono bruciato con la tazzina del caffè al bar e quindi le ho raffreddate sotto l'acqua in bagno."
"Fa vedere." Gli giro la mano in modo da osservare i polpastrelli, e sì, pollice indice e medio sono arrossati. "Brucia?" Intreccio le dita alle sue.
"Non tanto." Il mio sguardo viene catturato dalla sua tuta. Appena sotto allo stemma della UPS c'è una piccola macchietta marrone.
"E questa?" Sorrido, indicandola.
"Eh, sapessi." Rido. "Il caffè." Mi sussurra all'orecchio.
"Credevi che non ci arrivassi?" Continuo a ridere, il suono della mia voce si mischia con il brusio delle persone che ci circondano e gli scatti delle macchine fotografiche accanto a noi. "Andiamo." Lo prendo per mano ed insieme entriamo nel box. Non passa molto tempo che bisogna già prepararsi per la sessione, così salgo al piano superiore mentre Nando entra in macchina. Qualche minuto ancora e comincia la sessione, che va avanti senza problemi per un'ora, finché Lewis e Nico, il primo alle prese con un giro veloce e l'altro con l'out lap, si scontrano poco prima della curva di St. Devote, finendo contro le barriere al lato del tracciato. Per fortuna non è niente di grave, nonostante le loro macchine siano un po' malandate, così torno con lo sguardo sui dati, ed ecco che subito qualcosa di sbagliato attira la mia attenzione. Strano che non me ne sia accorta prima, le temperature dei freni di Nando e Sebastian sono relativamente alte. Nando è in scia a Daniil, quindi posso anche capirlo, ma Sebastian no, c'è qualcosa che non quadra. La situazione peggiora quando, dopo che se ne sono accorti tutti, Nando esce dalla scia di Kvyat ma le temperature non accennano a diminuire. Dopo un rapido consulto con la squadra, decidiamo di farli rientrare entrambi.
"Fernando, le temperature dei freni sono troppo alte. Devi rientrare in questo giro." Non ottengo risposta, semplicemente ubbidisce, e lo stesso fa Sebastian. La sessione finisce cinque minuti dopo.
È pomeriggio inoltrato. I freni sono stati riparati a tempo di record dai meccanici, i nostri piloti sono riusciti a prender parte alla seconda sessione, poi si sono dedicati a foto ed autografi ai pochi che si possono permettere il pass per il paddock. Io, Sebastian, Fernando e qualche altro meccanico e tecnico, camminiamo per le vie di Montecarlo, diretti ai nostri alberghi. Noi tre, davanti, stiamo chiacchierando di Clara e Seb, che non perde occasione di diventare rosso ogni volta che la nomino.
"E allora, vi siete già baciati?" Chiedo, dando una gomitata nel fianco di Seb.
"Non ancora." Risponde lui. Io e Fernando ci guardiamo e ci fermiamo nello stesso momento, mentre Seb fa ancora una decina di passi prima di voltarsi indietro. Ci giriamo a guardarlo, in contemporanea.
"Non ci credo." Diciamo, in coro. Lui alza spalle e braccia.
"E che vi devo dire?" Chiede, mentre lo raggiungiamo.
"Seb, ascoltami." Dico, mettendogli un braccio intorno al collo "Ora tu vai, bussi alla porta della sua camera e la inviti a cena. Non me ne frega nulla se ha già degli impegni, tu glieli fai disdire, okay? La porti al ristorante e poi vi fate un giro per il paddock, o sulla spiaggia. E poi, quando meno se lo aspetta, la baci. Così, senza chiedere il permesso, non ce n'è bisogno. Però deve essere un bacio come si deve, deve lasciarvi senza fiato entrambi, chiaro?"
"Chiaro. Mi sembra di essere a scuola."
"Dio mio Seb, devo proprio insegnarti tutto sulle donne eh?" Concludo, staccandomi da lui e prendendo la mano di Fernando. Nel frattempo siamo arrivati davanti al nostro hotel, il resto del gruppo dietro di noi deve fare ancora un po' di strada prima di arrivare al loro. Ci fermiamo e loro ci raggiungono, poi ci salutiamo. Entriamo in albergo e saliamo al piano delle nostre camere con l'ascensore. Non appena si aprono le porte, Seb si dirige a destra ed io e Nando a sinistra, ma prima che sia troppo tardi, mi ricordo che devo chiedere il numero di Clara a Seb.
"Seb!" Esclamo, voltandomi in contemporanea a lui. "Devi darmi il numero di Clara."
"Ah, giusto." Risponde, mentre tira fuori il cellulare dalla tasca, lo stesso faccio io. Salvo il numero di Clara, poi ognuno entra nella propria stanza. Non appena chiudo la porta, mi avvicino all'armadio e dalla valigia prendo della biancheria e dei vestiti puliti, Nando invece si è sdraiato sul divanetto vicino alla finestra, che sta trafficando con il suo pc.
"Vado a farmi la doccia, a che ora scendiamo a cena?"
"Alle otto e mezza, va bene?"
"Va benissimo." Rispondo, poi entro in bagno e chiudo la porta alle mie spalle. Mi spoglio ed entro nella doccia, apro l'acqua e lascio che il calore mi distenda i nervi.
Non appena sono pronta, vestita e leggermente truccata, chiamo Clara, mentre Nando è sotto la doccia. Il suo telefono squilla un paio di volte, poi risponde.
"Pronto?"
"Clara, sono Alice. Ti disturbo?"
"Ciao Alice, no, non mi disturbi."
"Perfetto, domani a che ora ci vediamo?"
"Per le dieci all'ingresso della pit lane?"
"Va benissimo, così poi ci prendiamo un caffè e facciamo due chiacchiere prima di fare shopping."
"D'accordo, allora a domani."
"A domani. Ah! Clara!" Esclamo prima che lei chiuda la telefonata. "Buona serata."
"Grazie, anche a te!"
Chiudo la chiamata, e nello stesso momento Nando esce dal bagno con addosso solo i pantaloni.
"Chi era?" Chiede, cercando una maglia nella sua valigia.
"Era Clara, domani usciamo insieme." Rispondo, alzandomi e raggiungendolo vicino all'armadio. Lo abbraccio, da dietro, appoggiando la testa sulla sua schiena. La sua pelle è morbida e ancora umida dopo la doccia. Le mie mani accarezzano il suo petto nudo, chiudo gli occhi. Scioglie il mio abbraccio, il tempo di mettersi la maglia e di girarsi verso di me, e mi stringe di nuovo.
"Tutto bene?" Chiede.
"Sì, avevo solo bisogno di un abbraccio." Rispondo. "Dai, andiamo." Mi allontano da lui ed insieme usciamo dalla camera.
"Mi hai detto che il tuo gruppo preferito sono i..."
"Coldplay, insieme ai Maroon 5. Perché me lo chiedi proprio ora?"
"Lo sai vero che il 19 è uscito il nuovo album dei Coldplay?"
"Certo che lo so, Ma non ho avuto occasione di andarlo a comprare." Usciamo dall'hotel e camminiamo in direzione dello Sporting Club, poco oltre il Casinò in direzione dell'Italia. Nando rimane in silenzio. Raggiungiamo lo Sporting, di fronte al quale la via è costellata di ristoranti di lusso. Entriamo in uno di essi.
"E a fine agosto esce l'album dei Maroon 5." Dice, mentre ci accomodiamo al tavolo.
"Già, non vedo l'ora di avere quei CD..." rispondo.
Come fa a saperlo?
Lo guardo storto, lui sorride semplicemente.
Mi sta nascondendo qualcosa.
23 maggio 2014, 10:00 AM
Eccola lì Clara, davanti all'ingresso della struttura che porta alla pit lane, che mi aspetta. La raggiungo.
"Buongiorno Clara."
"Ciao Alice."
"Hai preso la carta di credito?"
"Ma certo."
Ricordo ancora la faccia che Fernando ha fatto stamattina mentre sfilavo con nonchalance la carta di credito dal suo portafoglio.
"Alice, cosa fai?"
"Offri tu lo shopping, vero?" Rotea gli occhi, poi ride.
"D'accordo, ma non esagerare."
"Promesso." Ed esco dalla camera.
"Andiamo a prenderci qualcosa prima di cominciare?" Chiedo, con un sorriso.
"Ma certo." Cerchiamo un bar non troppo distante dai negozi, ordiniamo due caffè e lei comincia a parlarmi di sé. Clara e Sebastian si conoscono da quando erano bambini. Si vedevano quasi tutti i giorni dopo la scuola per giocare nel parchetto lì vicino, poi Sebastian cominciò a dedicarsi anche ai kart e la perse quasi di vista quando iniziò la sua carriera da pilota.
"E come hai capito che ti piaceva?" Le chiedo, d'impulso. Lei arrossisce e abbassa lo sguardo sulla sua tazzina ormai vuota. "Scusa, non volevo metterti in imbarazzo."
"No, figurati. Sei una persona molto impulsiva, vero?" Chiede.
"Un po'." Rispondo quasi timidamente.
"Beh, me ne sono accorta con il tempo, dopo un po' di tempo che ti vedi con una persona cominci a sentire che qualcosa sta cambiando... e questo è quel che è successo a me." Dice.
Devo ricordarmi di chiedere a Sebastian com'è andata ieri sera con Clara... potrei chiederlo direttamente a lei, ma lei non mi conosce così bene come Sebastian, Sembrerai troppo sfacciata.
"E tu e Fernando invece?" Chiede, facendo sparire il rossore dalle sue guance.
"Il nostro è stato un amore quasi all'improvviso... un giorno stavamo litigando in camera mia, e poi è successo tutto in un istante, ci siamo baciati e da allora stiamo insieme."
"Seb mi ha baciata ieri sera." Lo dice tutto d'un fiato, tenendo lo sguardo basso. Rimango un secondo nei miei pensieri, il tempo di elaborare le parole di Clara.
"Davvero?" Chiedo, stupita. Lei annuisce. "Wow! Sarai felice allora!"
"Altroché!" Sul suo viso si stampa un sorriso bellissimo e sincero.
Lo shopping va alla grande, stiamo fuori fino a pomeriggio inoltrato. Io e Clara abbiamo instaurato una bella amicizia, che sono certa durerà a lungo. Ero tentata di tenere il conto di quanti soldi ho speso, ma... alla fine ho rinunciato. Tanto i soldi per una volta non sono i miei. Saluto Clara con un bacio sulla guancia prima di entrare in camera mia, in hotel. Non appena chiudo la porta alle mie spalle ed appoggio i sacchetti per terra, il mio sguardo viene catturato da un piccolo pacchetto sul letto. È incartato semplicemente con della carta viola, senza fiocchi o nastri. Mi avvicino al letto e lo apro con un colpo secco, la curiosità mi tenta. In mano ho quello che aspetto da giorni: l'album dei Coldplay. Rimango di stucco, ma non è finita. Sposto l'album dei Coldplay e vedo quello dei Maroon 5, con sopra un biglietto.
"Appena ti riprendi dalla sorpresa chiamami. F."
Cerco di non fare la figura della fangirl in piena crisi, e devo dire che mi riesce abbastanza bene. Chiamo Fernando, che mi dice di scendere ed uscire all'albergo tra cinque minuti. Resisto a malapena il tempo in cui mi rocca aspettare, dopo i CD ora da lui posso davvero aspettarmi di tutto. Non appena finiscono i cinque minuti, esco dalla camera e scendo nella hall dell'hotel.
È praticamente impossibile non notare la macchina blu sportiva che c'è fuori all'albergo, primo perché Nando ci si è comodamente appoggiato, e secondo perché non si può non notare la Maserati Granturismo Sport. Mi avvicino alle porte dell'hotel, che si aprono scorrendo. Faccio qualche passo verso la macchina, rimanendo a bocca aperta.
"E questa?" Chiedo.
"Questa è in noleggio fino a lunedì." Nando sorride, appoggiando le mani alla macchina.
"Hai fatto un'ottima scelta."
"Grazie, ma non è per me." Lo guardo con aria interrogativa. "Beh, l'ho presa in noleggio sì, ma per te."
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*Esce dalla valanga di compiti che la scuola le ha già assegnato*
SONO VIVA PEOPLE! Non siete ancora autorizzati a darmi per morta. Ci speravate, vero? Mi dispiace di avervi deluso allora. Btw, ho un piccolo avviso. Essendo in quarta liceo e avendo capito che quest'anno sarà uno dei più lunghi e pallosi tra tutti e cinque, mi dispiace dirvi ma avrò difficoltà ad aggiornare. -Ma va? Non si era capito guarda.-
Vi ringrazio della pazienza, ora mi permetto di spammare, ma per una buona causa. Ditemi che non siamo solo in cinque sfigate che si guardano Top Gear UK e che lo conoscete. Se è così, mi fa piacere, e spero che apprezzerete, se vi va di leggerla, la mia OS su Richard Hammond, "No Hero".
¡Hasta pronto!
~Jess :3
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