6. Fernando e Alice, Sebastian e Clara
Non appena mi rendo conto pienamente di quello che sto facendo, appoggio una mano sul petto di Fernando e lo allontano da me. Incrocio per un attimo il suo sguardo, prima di abbassarlo al pavimento della mia camera.
"Scusa... non era previsto." Dico, ma non mi lascia il tempo di finire la frase che mi interrompe subito.
"No, va bene così." Risponde, disegnando il profilo della mia mandibola con il pollice.
"No, non va bene per niente!" Ribadisco, togliendo la mano dal suo petto e allontanandomi di un passo.
"Perché Alice? Cosa c'è di male?" Chiede, avvicinandosi.
"Tutto questo non sarebbe mai dovuto succedere... a partire dal fatto che tu sai della mia voce. È tutto sbagliato, tutto." Rispondo, passandomi una mano tra i capelli e voltandomi dall'altra parte.
"No, non è sbagliato." Sento il suo fiato sul collo.
"Noi siamo colleghi, il nostro rapporto dovrebbe essere solo di lavoro."
"Nessuno ci vieta di stare insieme." Sento il suo braccio avvolgermi la vita e tirarmi indietro per appoggiarmi a lui, appoggia il mento sulla mia spalla.
"Ma..." non mi lascia finire il discorso.
"Ali... ti amo. Tu mi ami?"
Mi ama. Mi ama! Lo ha detto sul serio! Le mie orecchie hanno sentito bene, non sono diventata sorda, ne sono sicura! Lo ha detto a qualche centimetro dal mio orecchio, giuro che non sto sognando! O forse si? Vi prego datemi un pizzico!
Okay, calma. Si, lo amo anche io, ma non voglio che il nostro rapporto al lavoro sia compromesso dalla vita privata.
"Si Nando, si." Rispondo, dopo un sospiro.
"E allora non c'è niente di male."
"Sarà un disastro d'ora in avanti. Sarà tutto condizionato dai nostri sentimenti, gli altri se ne accorgeranno e noi dovremo pagarne le conseguenze. Ho già avuto un'esperienza di questo genere e mi dispiace, ma io al contrario di te non sopporto di essere assillata dai giornalisti." Rispondo, sciogliendo il suo abbraccio e avvicinandomi alla finestra della camera. Nel cielo il sole ha cominciato la sua lenta discesa verso l'orizzonte da più o meno mezz'ora, oltre il giardino dell'albergo la strada è un continuo via vai di auto, moto e camion.
"Manterremo il segreto."
"Lo verranno a sapere."
"Dovremo fare di tutto per impedirglielo allora."
Ci proveremo, ad ogni costo. Perché entrambi sappiamo che io voglio stare con lui e lui vuole stare con me, ci comporteremo nel modo più naturale possibile, il nostro sarà un rapporto nascosto, nessuno lo dovrà mai venire a sapere, o le nostre vite, ma soprattutto la mia, saranno davvero rovinate.
"E sia."
"Quindi è ufficiale?" Chiede, avvicinandosi. Mi volto verso di lui appena in tempo per trovarlo a qualche centimetro da me.
"Cosa?" Chiedo, guardandolo negli occhi.
"Stiamo insieme?" Chiede, sfiorando le mie labbra con le sue.
"Ma certo." Rispondo, prima di ricevere un bacio pieno di passione.
3 Aprile 2014, 13:50 PM
Tra dieci minuti Fernando parteciperà al gp del Bahrain partendo dalla terza fila, in quinta posizione. In questi giorni la mia capacità di restare fredda e distaccata durante il lavoro mi ha permesso di non intaccare più di tanto i risultati di Nando, gli ho parlato il minimo indispensabile durante le prove e le qualifiche, ma non posso evitare di parlargli durante la gara. Sarà una rimonta difficile, considerando chi ha davanti. Sebastian, in pole. Lewis, Nico, che ancora mi deve quella cena, Felipe e un sorprendente Daniil Kvyat. Sia Fernando che Lewis vogliono vincere, Nando per riprendersi la testa del mondiale, Lewis per tenersela stretta e tentare di vincere il titolo.
"Concentrati Fernando. Fai solo quello di cui ti senti sicuro, niente mosse azzardate." Non mi sono accorta che il nuovo team principal Maurizio Arrivabene mi ha girato il microfono delle cuffie verso l'esterno e sta parlando a Fernando attraverso esso. Non appena finisce di dire la frase, mi rimette il microfono a posto, si gira e se ne torna nel box.
Ma prego, fai pure. Tanto sono qui per questo no? A disposizione di tutti ventiquattr'ore su ventiquattro, quindi prego, fai con comodo!
Roteo gli occhi, poi mi accorgo che Nando sta rispondendo.
"Agli ordini Mauri."
"No, in realtà lui non c'è, mi ha solo fregato il microfono."
"Capito." Risponde, con una mezza risata.
"Ma le sue parole valgono comunque."
"Ma certo." Risponde, serio. I semafori si accendono con quella che mi sembra una lentezza estrema, sento il rumore dei motori che si accendono, allontano le cuffie per sentirlo meglio. Ascolto le macchine che sfrecciano sulla pista dopo la partenza, sento l'odore dell'asfalto scaldato dal sole, i miei occhi scorrono veloci sui numeri sugli schermi, la mia voce è netta e decisa mentre parlo con Fernando, le mie dita sono intrecciate sotto il mento e cominciano a sudarmi le mani. Sono nel mio mondo.
Alla fine della gara ho il mal di testa dalla concentrazione, ma sono fiera del risultato. Un'ottima doppietta con Fernando primo e Sebastan secondo, come in Australia. Non appena la festa del podio finisce e tutti tornano ai propri box, il cellulare mi vibra in tasca. È un messaggio di Nando.
=Mi sa che ci metterò un po', mi hanno rapito per un'intervista.=
Sorrido. Non gli rispondo, so che non potrebbe leggerlo. Mi alzo dallo sgabello al muretto e attraverso la pit lane tra la folla. Le telecamere delle tv sono quasi tutte spente, rimangono solo i giornalisti di Sky che si occupano del dopo gara. Entro nel box, passando dal lato di Sebastian, vado nel retro ed esco nel viale del paddock degli hospitality. Lo percorro tutto fino alla fine, poi passo il pass attraverso un lettore di codice a barre all'uscita, ai cancelli. Entro nel parcheggio e recupero la macchina.
In venti minuti sono in albergo. Salgo in camera, mi chiudo dentro, mi lascio cadere sul letto, non prima di aver preso le cuffie e aver creato una bella playlist con le mie canzoni preferite. Ho bisogno di rifugiarmi un po' nell'altro mio mondo, quello della musica. Eppure, nonostante i miei sforzi, non riesco a concentrarmi sulle canzoni: la mia mente viene distratta continuamente da un unico pensiero, Fernando. Penso a lui sempre, non riesco a togliermelo dalla testa, sta diventando quasi una malattia... all'ennesima distrazione decido di trovare un'altra soluzione. Prendo il telefono e scrivo a Sebastian.
-Ehi Seb, sei in hotel?-
Mi risponde poco dopo.
=No, sto tornando adesso con Nando.=
-Okay, ti va di fare una chiacchierata?-
=Certo, quando arrivo te lo faccio sapere.=
-Va bene, lo dici tu a Nando?-
=Già fatto.=
Dieci minuti dopo sono in una saletta al lato della hall che aspetto Sebastian. La sala ha diversi divanetti in pelle disposti in modo circolare intorno a dei tavolini di legno, le pareti sono scure e l'atmosfera è accogliente. Sulla porta della saletta, sul lato esterno affissa al vetro, una targhetta recita "sala fumatori". Sebastian entra nella sala, e ancora prima di sedersi e salutarmi, mi chiede perché abbia scelto questo posto.
"Fumi per caso?" Chiede, avvicinandosi e sedendosi sul divanetto di fronte a me.
"No, ma il posto mi piace." Nonostante la puzza di fumo che aleggia qui dentro. "Come stai?" Chiedo.
"Bene, ma sono stanco." Non si è ancora tolto la maglia della scuderia con cui è entrato nel paddock stamattina, e ha gli stessi pantaloni. Si stropiccia un occhio con la mano e poi crea con il palmo un incavo in cui appoggiare il mento. "Di che mi volevi parlare?" Dice, guardandomi con i suoi occhi azzurri.
"Volevo chiederti come va con Clara e soprattutto sono curiosa di sapere come l'hai conosciuta." Rispondo, appoggiandomi alla mia mano chiusa a pugno.
"Beh, direi che con lei va alla grande, nonostante ci vediamo poco continuiamo a sentirci quasi tutti i giorni, quindi siamo in contatto... è davvero un'ottima amica, ma come hai già capito io sono attratto da lei."
"Certo che l'avevo capito, Seb."
"Dunque, vuoi sapere come l'ho conosciuta eh?" Dice, sistrmandosi meglio sul divanetto. "Beh, lei è la figlia di uno degli uomini che è sempre stato un punto di riferimento per me, quasi come un padre... e beh, quando l'ha portata a Melbourne ed entrambi sono venuti a trovarmi giovedì nel box, beh... lì sono rimasto un po' sconvolto. Non pensavo di potermi innamorare di lei, ma è così bella e... timida. La sua timidezza mi fa impazzire, mi fa venire voglia di baciarla subito, ma mi mette anche in soggezione. Ho paura di non essere il suo tipo, non so se mi spiego..."
"Seb, fidati. Secondo me basta solo parlarle e vedrai che la sua timidezza sparirà, la maggior parte delle volte succede così. E non aver paura di non essere il tipo adatto a lei, lo sei di certo."
"Dici? Nemmeno la conosci."
"L'ho intravista dal muretto quel giovedì, comunque me la farai conoscere, vero?"
"Ma certo." Risponde, sporgendosi verso di me oltre il bordo del divanetto su cui è seduto. "Sei un'ottima amica Alice."
"Sono qui per questo Seb, è a questo che servono gli amici no? Si confidano le insicurezze e fanno gli scemi insieme, se capita." Ridiamo entrambi.
"E tu invece, ti piace qualcuno?" Chiede, mettendomi subito in imbarazzo.
"No." Rispondo, cercando di guardarlo negli occhi e cercando di apparire il più sincera possibile. Un leggero rossore alle guance però, decide di tradirmi.
"Dai Ali, dì la verità." Dice, guardandomi con la testa bassa. "Chi ti piace?"
"Nessuno Seb, davvero." Rispondo, con un sorriso imbarazzato.
Bene, mi sono tradita da sola.
"Alice, non prendermi in giro. Ho visto come guardavi Fernando in questo weekend. Eravate entrambi diversi, si vede lontano un miglio che lui ti piace." Il rossore alle guance si intensifica.
"Si vedeva tanto?" Chiedo, con lo sguardo al pavimento per l'imbarazzo.
"Se guardi attentamente si nota, ma se hai altro da fare no." Mi sono tradita da sola. Di nuovo. "E allora?"
"Ti prego non dirlo a nessuno!" Esclamo, a bassa voce, stendendo un braccio verso di lui.
"Dire cosa?" Chiede lui, con aria innocente.
"Dai Seb! Non fare il finto tonto. Lo sai benissimo cosa non devi dire."
"Che voi due state insieme?" Annuisco. Sentir pronunciare quelle parole a una persona che non sia io o Fernando mi fa uno strano effetto, mi fa sentire come... esposta, allo scoperto.
"Posso contare su di te? Manterrai il segreto?" Chiedo, alzandomi. Lui si alza a sua volta, alza una mano col palmo rivolto verso di me e l'altra è appoggiata sul suo petto sopra il cuore.
"Che io e Clara non ci dovessimo mai più incontrare se mai lo dicessi a qualcuno." Dice, poi esce dalla saletta.
Lo ha giurato su ciò a cui tiene di più, posso fidarmi di lui. E se Clara non è ciò a cui tiene di più... beh, sento che lo diventerà molto presto.
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Ciao a tutti!! ^·^
Volevo solo darvi un avviso... volevo dire che "Singing for the paddock" si prenderà una pausa. So che per voi sarà triste come notizia, ma ho una spiegazione: in questo periodo sono molto stressata, e mi sto accorgendo che le idee per questa storia cominciano a venir meno. Qualcuna c'è ancora grazie al cielo, ma vi assicuro che farò il possibile per scrivere un capitolo decente. Non so quanto sarà lunga questa pausa, magari è solo questione di una settimana e potreste non accorgervene, quindi il mio avviso sarà inutile, oppure potrebbe andare per le lunghe, non so.
Intanto vi ringrazio per le letture e i voti, ci risentiamo presto.
~Jess
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