18. Stai sbagliando

Montréal, Canada, 08 giugno 2014, 04:30 PM, 22:30 UTC

La scrittura della canzone mi porta via meno tempo del previsto. È incredibilmente divertente scrivere canzoni, inoltre ho già in mente un possibile motivo per il ritornello che sicuramente non si scorderà in fretta. Passo la notte in piedi, e il giorno dopo è subito gara. Non faccio in tempo a vederla iniziare che già finisce, e le parole che scambio con Fernando attraverso la radio sono davvero poche. Finisce sul gradino più basso del podio, dietro Nico e Sebastian. Maurizio attraversa la pit lane vuota, mentre tutti festeggiano sotto il podio, e si ferma di fronte a me, con le braccia incrociate e lo sguardo al podio.

"Non voglio entrare nelle vostre faccende personali, ma credimi, sta male quanto te." Dice, senza guardarmi. Sbuffo.

"Come no, non gli è mai importato un cazzo di me." Rispondo secca, le parole che escono dalla mia gola come cupi ringhi di un lupo.

"Queste sono le tue convinzioni, ma tu non lo senti parlare tutti i giorni con Sebastian nel box."

"Non mi importa, mi ha ferita." Alzo lo sguardo su Seb, che sta facendo la doccia con lo champagne a Nico.

"Dalla prossima sessione di prove libere sei il tecnico di Sebastian, se ancora lo vuoi."

"Ti ringrazio." Si allontana, per tornare nel box, ma viene fermato da un giornalista di Sky. Qualche scatto di macchina fotografica mi giunge all'orecchio, con la coda dell'occhio vedo un paio di obiettivi puntati su di me. Mi allontano a mia volta dal muretto e ringrazio chiunque abbia avuto la grazia di far finire in fretta sto weekend di merda.

Maranello, Italia, 10 giugno 2014, 10:40 AM

I miei capelli sono già stati tagliati. Corti, a filo delle spalle, con un ciuffo sul lato del viso e si apprestano a diventare blu. Oggi pomeriggio invece sarò dal tatuatore, non ci vado da una vita, da quel mio primo tatuaggio di otto anni fa, una stella vuota dietro l'orecchio sinistro, in basso.

"Sicura di volerli tingere?" Alessandro, il mio parrucchiere, mi guarda negli occhi attraverso lo specchio con una ciocca di miei capelli in una mano e il pennello con la tinta nell'altra. Annuisco semplicemente, tornando con gli occhi sul cellulare, la chat con mia sorella Kate aperta e nel pieno della conversazione. La domanda che mi giunge per messaggio è la stessa di Alessandro.

-Assolutamente si, era da un po' che ci pensavo e adesso è ora di farlo.-

Rispondo, secca.

=Il fatto che tu abbia dovuto aspettare che qualcuno ti ferisse per cambiare aspetto è totalmente da idioti Al.=

-Sai che mi frega, almeno ora ho i capelli che volevo.-

=Altri cambiamenti in programma?=

-Due tatuaggi, oggi pomeriggio.-

=Mamma non ne sarebbe contenta, lo sai.=

-Non mi importa, la pelle è mia e decido io cosa farne.-

Chiudo whatsapp e blocco il telefono, Kate è tornata a essere snervante. Ale ha già decolorato i capelli, che ora sono biondi, e tra una buona ora sarò completamente cambiata. Vero, forse sto un po' esagerando, ma ne avevo bisogno. Il pennello passa veloce sui capelli e i ciuffi subito vengono spostati su un pezzo di velina per lasciare il tempo alla tinta di penetrare nei capelli. Passa un'ora, mi scrivono Seb, Clara, Nando. Lui in particolare su instagram e Whatsapp per essere sicuro che io legga i suoi messaggi. Non rispondo, mi dà solo sui nervi. E io che mi fidavo di lui, idiota che sono stata.

Il mondo attraverso un ciuffo di capelli blu sembra molto più tranquillo, per quanto possa essere calma Maranello in un giorno infrasettimanale di inizio giugno quando i bambini ancora devono finire scuola e gli unici turisti che si vedono in giro sono americani e arabi che fanno a gara a chi spende più soldi per passare il tempo a guidare le Ferrari di prova dei negozi della città. Molte persone mi salutano, altri mi fermano, vecchie conoscenze mi obbligano a scambiare due chiacchiere. Cammino un po' per le strade, prima di fermarmi davanti all'ingresso storico della fabbrica. Lo guardo per qualche minuto, ripercorrendo la storia di quel cavallino sul muretto lì accanto e di Enzo, il padre di questa stupenda creatura. Mi concedo un pranzo veloce al ristorante preferito di Enzo, di fronte alla fabbrica, e subito dopo parto per Modena, diretta dal tatuatore. A parecchi sta facendo paura questo mio cambiamento, l'ho notato soprattutto in Kate, dal suo tono di voce. Forse ha ragione lei, sto semplicemente esagerando, ma forse qualcuno ha bisogno di un ripasso su che tipo di persona vogliano provare a ferire. Certo, sono sempre stata molto scettica sulle persone, mi è difficile fidarmi ciecamente della gente e Nando lo sapeva, lo sapeva molto bene, ha tradito la mia fiducia e non avrebbe dovuto. Non sono una persona vendicativa, solitamente, ma quando è troppo è troppo. Come si dice, se stuzzichi la tigre non lamentarti poi se ti sbrana.


La strada corre via veloce sotto le ruote della macchina, percorro la via che mi porta dritta al centro città in pochi minuti. Posteggio l'auto all'ombra, e scendo. Metto gli occhiali da sole e chiudo la portiera della macchina con troppa violenza, mormoro quello che dovrebbe suonare come uno scusa all'auto e mi allontano. Il cammino per arrivare dal tatuatore è breve, il tempo che ci mette lui a tatuarmi, al contrario, è lunghissimo. E così ho un polso e un avambraccio fasciati nella pellicola, e comincio già a sudare. Il resto del pomeriggio lo passo a Modena, senza che nessuno mi cerchi.

Spielberg, Austria, 21 giugno 2014, 09:30 AM

Quanta notizia può fare un taglio di capelli e un colore completamente diverso? Tanta. Troppa, forse. Sono bloccata all'ingresso del paddock da ben dieci minuti da una ressa di giornalisti che sembra che abbiano visto la regina d'Inghilterra che all'improvviso ha deciso di andare di persona a vedere un Gran Premio. A parte che uno non sono la regina, e due fossi in lei se proprio dovessi andare sceglierei il prossimo GP, dato che è quello di casa per lei e le Mercedes. Mi faccio strada a fatica tra la ressa di persone e cercando di non andare a sbattere contro nessuno mi allontano verso l'hospitality della mia scuderia. Mi reco al primo piano, al bar, dove mi fermo per un caffè, prima di passare al box e andare al muretto. Incrocio Clara, lo sguardo che mi rivolge è complesso da decifrare, unisce dolore e pena, non ha la forza per salutarmi. I suoi occhi diventano lucidi e si allontana, uscendo nel paddock. Un istante dopo una presa ferrea mi blocca il polso, mi volto e Sebastian è di fronte a me.

"Dobbiamo parlare." Il suo tono di voce è fermo, così come la sua stretta. Poco lontano dietro di lui, in piedi tra i tecnici, Nando mi guarda. "È importante, per favore." Mi trascina al piano di sopra nella sua stanza, mi siedo sul suo lettino, lui rimane in piedi.

"Che succede Seb? Perché Clara piange?" chiedo, cercando di non sembrare troppo dura.

"Non ti sei chiesta perché non ti abbiamo più cercata nell'ultima settimana?" Non mi guarda, ha gli occhi che vagano sulle sue tute, appese accanto alla finestra. Abbasso la testa, perché non ho il coraggio di rispondergli. "Da quando non state più insieme la situazione sta diventando insostenibile. Fernando viene ogni giorno a casa nostra e ogni giorno sta peggio, ma a te non frega niente. Clara lo vede così e si chiede perché lo tratti in questo modo."

"Mi ha tradita."

"Ha cancellato quella foto il giorno stesso in cui l'ha messa."

"Ma l'ha messa e questo mi è bastato per capire che io non sono abbastanza."

"Pensi davvero che se non fosse pentito di quello che ha fatto ti avrei parlato di lui?" La sua voce aumenta di volume, e non riesco più a parlare. "Pensi che gli sia comodo venire da me e piangere solo per fare un po' di scena? Non sai quanto mi parla di te. Non sai quante volte mi ha raccontato il momento in cui si è accorto di provare qualcosa per te e non è quando ti ha sentita cantare, in Australia, è molto prima. Ma a te non frega niente, pensi solo a te stessa."

"E allora perché l'ha fatto?" Un nodo alla gola quasi mi blocca le parole, che escono a fatica.

"Non era in sé."

"Certo, non era in sé..."

"Sì, non lo era!" la voce di Sebastian è ormai troppo dura perché io regga il colpo, ma lui la calma poco dopo. "Non lo so come stanno i fatti realmente. Nessuno lo sa eccetto lui ma tu non vuoi parlargli e così non può spiegartelo." Gli occhi mi diventano lucidi e lui non ci mette molto a notarlo. "Stai bene?"

"No. No Sebastian, sono molto lontana dallo stare bene." Ripenso alle sue parole e a Fernando, e mi accorgo che i miei sentimenti nei suoi confronti in fondo non sono cambiati, io ancora lo amo. "Secondo te non è normale provare rabbia se la persona di cui ti fidi di più al mondo ti tradisce senza motivo?"

"Si che è normale, ma la tua reazione è esagerata." Si avvicina a me e rimane in piedi a pochi passi da dove sono seduta. Rimaniamo in silenzio per un po', che tanto dirci qualcosa è inutile.

"Vorrei non sentire niente Seb. Vorrei non provare nulla."

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So che è corto, scusatemi.
Now lasciatemi fare l'orale e poi torno a scrivere come una volta <3
Also idk why col nuovo telefono wattpad mi metta le voragini quando salto una riga tra una frase e l'altra quindi non chiedetemi come mai bc non lo so.

~Jess

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