15. Scottature

Avverto: è un capitolo poco leggero. Poi non venite a lamentarvi da me perché non ve l'avevo detto.
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Aeroporto internazionale di Montréal, Canada, 4 Giugno 2014, 13:50 PM, 18:50 UTC

Il volo di Nando è atterrato, la gente defluisce dal gate verso la zona di recupero bagagli e da lì verso le porte d'uscita. Qualcuno viene fermato dagli agenti dell'aeroporto per un controllo ai bagagli, da questa distanza non riconosco i volti, ma vedo chiaramente una persona che superati i controlli e con la valigia al seguito si dirige verso di me sorridendo. Mi alzo dalla sedia nella zona di attesa e gli vado incontro, quasi correndo. Quando manca un metro perché i nostri corpi si tocchino lascio cadere la borsetta per terra e lascio che quelle braccia che mi sono mancate così tanto mi stringano.

"Mi sei mancata Alice." Dice, con un filo di voce.

"Anche tu Nando." Rispondo, allontanandomi per incontrare le sue labbra subito dopo. Respiro, un po' a fatica per via del bacio, e un pungente odore di mare e crema solare si fa strada nelle mie narici.

"Siete stati al mare?" Chiedo, pensando che ovviamente mi dirà di si.

"Si, siamo stati a Luanco un paio di giorni." Risponde, allontanandosi da me per prendere la sua valigia. Ci avviamo verso l'uscita dell'aeroporto, dove ci aspettano Clara e Sebastian in macchina.

"È vicino a Oviedo, vero?"

"Sì, diciamo una quarantina di minuti di macchina. Siamo stati là ieri e lunedì." Sebastian scende dalla macchina e dopo aver salutato Nando con una pacca sulla spalla apre il bagagliaio perché lo spagnolo ci possa caricare la valigia. Saliamo tutti in macchina, ringraziando ancora una volta Clara e Seb per avermi accompagnata a prendere Nando.

"Visto che oggi non abbiamo cose importanti da fare, perché non ce ne andiamo un po' in spiaggia?" Propone Clara, voltandosi verso me e Nando, seduti dietro.

"Ottima idea!" Esclamano Seb e Nando all'unisono.

"Allora andiamo!" Sorrido, poi una lampadina mi si accende. "Cavolo non ho il costume!" Sebastian mi guarda attraverso lo specchietto retrovisore, gli occhi nascosti dagli occhiali da sole.

"Facciamo un salto in centro così lo compri." Dice, mentre gli edifici scorrono fuori dai finestrini.

"Grazie Seb, sei fantastico." Dico. Lui accelera, prendendo la mano di Clara e appoggiandosi sulla sua gamba. Non faccio in tempo ad accorgermene che Nando lo copia, i nostri sguardi si incontrano per un istante, poi il mio si abbassa sulle nostre dita intrecciate. Mi tira a sé, la mia testa si appoggia sulla sua spalla ed entrambi sospiriamo, dieci minuti dopo arriviamo in centro, io e Clara entriamo in un negozio di costumi alla ricerca di uno adatto a me. Alla fine compro un bikini nero e uno verde acqua, dopodiché ci rechiamo in spiaggia. Il sole scotta e fa caldo, per fortuna Sebastian e Clara hanno portato la crema. Mentre quei due rimangono sdraiati sul telo a prendere il sole e farsi le coccole, io e Nando decidiamo di farci una nuotata. Sciolgo i capelli che tenevo legati e lo sfido a chi raggiunge per primo il mare, partendo prima di lui. Non appena tocco l'acqua fredda coi i piedi mi volto indietro per cercarlo.

"Ho vinto!" Esclamo in spagnolo, un attimo prima che lui mi salti praticamente addosso e mi butti in acqua ridendo. Il contatto improvviso con l'acqua fredda mi provoca un brivido che si manifesta solo quando Nando si allontana da me e si inginocchia in quei venti centimetri d'acqua di inizio oceano.

"Freddo?" Chiede lui, con un sorriso.

"No." Rispondo, poi con la mano a forma di coppetta spingo l'acqua nella sua direzione, si solleva formando un'onda sottile prima di prenderlo in piena faccia e bagnarlo così anche in quei pochi centimetri di pelle e capelli che erano rimasti asciutti.

"Lo sai che non devi provocare." Ha ancora gli occhi chiusi, così ne approfitto per alzarmi e scappare in acqua. "Ho sentito che te ne sei andata!" Esclama divertito, mentre si asciuga gli occhi con le dita, li riapre e corre verso di me, che sono già sott'acqua fino alla vita.

"Stai lontano sai!" Esclamo, tendendo le braccia in avanti con le mani a formare una protezione inutile. Si avvicina lentamente, entrambi abbiamo gli occhi bassi sul corpo dell'altro. "Provaci e ti affogo." Scherzo, ma ovviamente lui non ci casca e comincia a farmi il solletico. Dopo venti secondi di lotta estenuante riesco non so come ad aggrapparmi a lui e costringerlo a scendere sott'acqua, lasciando me sopra la superficie. "Te l'avevo detto io!" Non posso prevedere lo slancio che si dà con i piedi mentre risale e mi spinge verso l'alto, facendomi volare in aria e sprofondare completamente nell'acqua.

"Ti diverti ancora?" Mi fa la linguaccia una volta che riemergo.

"Altroché!" Mi volto verso la spiaggia e vedo Sebastian e Clara immobili sui teli, probabilmente stanno dormendo. "Che ne dici se gli tirassimo una secchiata d'acqua?" Mi guarda per un istante spaesato, poi fa un sorriso furbetto.

"Sei perfida."

"Lo so, grazie. Potremmo farci imprestare i secchi da quei bambini." Dico, indicando i ragazzini che giocano sul bagnasciuga.

"Andata." Usciamo dall'acqua e Nando va a recuperare un paio di secchielli dai bimbi che giocano con acqua e sabbia, li riempiamo d'acqua dell'oceano e ci avviciniamo a Clara e Sebastian in silenzio, facendo però fatica a trattenerci dal ridere. Mi poso un dito sulle labbra, facendo segno a Nando di non ridere, ma il suo contagio mi costringe a tapparmi la bocca con una mano. Quando siamo di fianco ai due che dormono, Nando alza una mano e conta con le dita fino a tre. Al tre, svuotiamo i secchi suoi malcapitati, svegliandoli di botto mentre noi corriamo via.

"Nando ti uccido!" Esclama Clara, osservando il suo corpo bagnato.

"Alice sei una donna morta! Dai Clara, facciamogliela pagare!" Seb si leva gli occhiali da sole, buttandoli senza prestarci attenzione sul telo, aiuta Clara ad alzarsi, lei fa lo stesso con i suoi occhiali e poi entrambi corrono verso di noi. Noi scappiamo in acqua, ma loro ci raggiungono e ci buttano sott'acqua. La giornata prosegue così, tra giochi e risate, finché tornando alla macchina non ci accorgiamo che da bravi idioti non ci siamo messi abbastanza crema e che siamo mezzi bruciati dal sole.

"Oh santo cielo Seb, guarda le tue spalle!" Esclamo, osservando da vicino le spalle di Sebastian mentre lui sta camminando verso la Jeep nera che ha affittato.

"Che hanno le mie spalle?" Chiede, cercando di darci un'occhiata con la coda dell'occhio.

"Hanno che stasera ti spellerai, caro mio!" Risponde Clara, che si avvicina proprio in quel momento. Lo sguardo mi cade sulle sue spalle.

"Oddio Clara, anche tu! E sul naso poi!" Esclamo, con una mano sulla bocca per contenere le risate.

"Cosa?!" Le sue dita corrono al suo naso. "Cazzo..." borbotta. "Guardati tu piuttosto, anche tu hai il naso che si sta spellando!" Esclama, puntandomi un dito tra le costole del fianco.

"Ahio!" Esclamo ridendo, prima di salire in macchina accanto a Clara.

"Si e comunque di sicuro anche Nando sotto la maglietta ha le spalle malandate." Seb mi guarda attraverso lo specchietto retrovisore.

"Ah di certo non sono uscite incolumi da questo pomeriggio." Ride, guardando noi donne attraverso gli occhiali da sole neri.


Una volta in hotel e sistemati io e Nando nella nostra camera, decidiamo di fare la conta dei danni a scapito della nostra pelle.

"Fa vedere dai." Mi dice, in piedi dietro di me che sto seduta sul bordo della vasca in bagno. Cerco di levarmi la maglietta, ma il bruciore alle spalle rende tutto più difficile. Una volta tolta, mi lego i capelli in uno chignon spettinato. "Cavolo Alice, sei rossa come la maglia della scuderia." Sorrido.

"Immagino. Hai la crema doposole?"

"Si, vado a prenderla." Si allontana e torna qualche secondo dopo con un tubetto azzurro di crema. "Ti dispiace togliere questo?" Chiede, passando un dito sotto la spallina del reggiseno del costume.

"Puoi farlo tu? Con questo bruciore non riesco a fare operazioni così complesse." Rido. Lui disfa il fiocco del mio costume, io allungo una mano verso un asciugamano per coprirmi una volta che mi sono liberata di quella parte di costume. Sento un improvviso punto ghiacciato sulla mia spalla destra e un brivido mi percorre la schiena. "Dio se è fredda!"

"Scusa, non posso ovviare a certi problemi." La sua mano scorre sulle mie spalle, portando con sé sollievo e rinfresco dal bruciore. Quando ha finito con la mia schiena passa un dito lungo la mia colonna vertebrale, sfiorando la pelle, e ciò mi provoca un brivido. Mi alzo, voltandomi verso di lui. "Sei rossa anche in viso e qui." Indica il mio décolleté, abbasso lo sguardo e poi lo alzo sullo specchio, constatando che ha ragione. "Probabilemte lo sei anche sulla pancia."

"Non preoccuparti, ci penso io; prima però devo occuparmi delle tue spalle." Gli prendo il tubetto dalle mani e lo faccio sedere sul bordo della vasca, sistemandomi dietro di lui. Avvolgo l'asciugamano intorno al mio busto, in modo da restare coperta e avere entrambe le mani libere. Stendo la crema sulle sue spalle delicatamente, per paura di fargli male procurandogli per sbaglio un graffio con le unghie. Quando finisco, le mie mani vanno a cingere la sua vita, cercando le sue. Lui si volta per guardarmi negli occhi, ruota tutto il corpo nella mia direzione, le sue dita mi sfiorano il collo, scendono fino al bordo dell'asciugamano. "Clara e Sebastian ci aspettano tra due ore per andare a cena."

"Ottimo, abbiamo un'ora esatta per perdere tempo..." mi bacia, io sorrido, poi il sorriso si trasforma in una risatina, voglio che giochi con me. Lo allontano e cerco di scappare in camera, ma a mezzo metro dal letto mentre mi volto per vedere dov'è, inciampo nel tappeto e cado sul materasso. Mi volto verso il soffitto, punto i talloni e i gomiti nel materasso ed indietreggio sul letto, mentre Nando ci sta già salendo sopra. Si ferma a pochi centimetri da me, poi mi accorgo che l'asciugamano che mi copriva è ormai ai piedi del letto, mi lascio cadere di schiena, cercando riparo dietro le mie braccia incrociate sul petto. Fernando fa un mezzo sorriso, guardando il mio corpo, intrappolato sotto il suo bacino. "Non coprirti, sei bellissima." Si abbassa a sfiorare il mio ventre con le labbra, risale il mio braccio sinistro con dei piccoli baci e sorrido, alza lo sguardo su di me e ricambia, un attimo prima che le nostre labbra si incontrino di nuovo. Le mie dita corrono tra i suoi capelli e le sue mani mi hanno già liberata degli slip del costume. Decide di non lasciarmi la libertà di spogliarlo del costume, perché il suo viso si allontana dal mio. "Mi sono mancati questi momenti." Le sue dita sfiorano la mia pelle scendendo fino all'inguine e ancora giù, fino alla mia intimità. "Quelli in cui tu sei lì, sdraiata su un letto sotto di me, e gemi." Le sue dita si muovono, e gemo. "E allora dimmi, devo essere rude o delicato?" Chiudo gli occhi e respiro, ma è un respiro accelerato e irregolare che non riesco a controllare, soprattutto quando le sue labbra trovano la loro strada verso il mio punto più sensibile, facendo si che una scarica di adrenalina percorra la mia spina dorsale.

"La scelta è tua, ma voglio quelle labbra sulle mie e non lì sotto." Sussurro, riapro gli occhi e il suo viso è lì, a poca distanza dal mio. Le sue labbra trovano le mie e i nostri corpi si uniscono, lasciandoci in breve tempo senza fiato e accaldati.


"Che diavolo hai fatto ai capelli?" Chiede Sebastian, una volta che raggiungiamo lui e Clara nella hall.

"Ehm... niente." Risponde Nando, passandoci ripetutamente le mani per cercare di pettinarseli.

"Te l'avevo detto di andarti a sistemare prima di scendere." Dico, tra i denti, sperando che Seb e Clara non sentano.

"Ragazzi? Che avete combinato in quella stanza?" Clara squadra prima me e poi lui con un mezzo sorriso e un sopracciglio alzato.

"Te lo dirò quando sarai più grande." Dico, prendendola per le spalle e voltandola verso l'uscita, spingendo perché si muova.

"Hei! Ma se ho quasi la tua età!" Protesta lei, liberandosi dalle mie mani e camminando di fronte a noi verso l'uscita dell'hotel. Mi vibra il cellulare nella borsa e in automatico, mentre saliamo in macchina, lo tiro fuori e scopro che ad attendermi c'è un messaggio di Nico. È un link ad una pagina instagram, con la raccomandazione di non aprirlo finché non fossi stata da sola e che poi ne avremo parlato. Inutile dire che passo il resto della serata con l'ansia che mi rode lo stomaco, dopo quello che mi ha detto a Maranello i miei sospetti si stanno fondando sempre di più.

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