Capitolo 6 : Cambio di posti.

        Nothing but thieves – Itch

                                  06

                             Michael.

Come as you are risuona nella mia stanza, svegliandomi di soprassalto con quel suono della chitarra di Kurt Cobain. Apro l'occhio destro e concentro la vista nella mia sveglia con una forma del tutto bizzarra.

07:46.

«Merda!»esclamo al contempo che mi tolgo le coperte dalla faccia e mi alzo di colpo. Non posso evitare grugnire; irritato.

Perché la scuola deve cominciare sempre alle otto del mattino?

«Michael, sei pronto per andare a scuola? Ashton ti sta aspettando fuori.»emetto un gridolino non proprio da un macho come me non appena mia madre grida dal piano di sotto.

Apro la porta di camera mia,«Ora scendo, mamma! Dì a riccoli d'oro di darmi cinque minuti!»sorrido quando la sento ridere per l' appellativo che ho dato al mio amico.

Chiudo la porta della mia stanza con estrema delicatezza e comincia il mio delirio in meno di cinque secondi. Mi lavo i denti in tempo record e poi inizio a cambiarmi prendendo a casaccio una maglietta e degli skinny neri.

Sbadiglio chiudendo e aprendo ripetutamente le palpebre dei miei occhi, i quali sono ancora assonnati.

Non curandomi che il mio zaino è mezzo vuoto, lo arraffo ed esco da camera mia per poi scendere le scale, trovando mia madre con in mano un sacchetto del mio pranzo. Soffoco una risata quando scorgo Melanie con un aspetto peggio del mio; ha i capelli che sembrano un nido di uccelli e delle occhiaie enormi.

Beh, tra fratelli ci si capisce. Anche lei odia svegliarsi presto, proprio come al suo fratello.

«Grazie mamma.»la ringrazio e, prima di uscire di casa, mi prende per le guance e me le stringe mormorando "il mio bambino piccolo sta crescendo", cosa a cui rispondo con un semplice sorriso di bocca chiusa.

«Neanche una ragazza ci mette così tanto, Mikey!»esclama il mio amico, roteando gli occhi e aprendomi la porta della sua vettura rossa un po' vecchiotta, ma ancora resistente.

«Stà zitto e parti, che non voglio arrivare in ritardo a scuola.»dico chiudendo la porta dell'auto e accedendo la radio. L'adrenalina prende ad infuocarsi nel mio petto sentendo la musica dei Green Day. American Idiot.

Ashton fa girare le chiavi e finalmente i miei timpani sentono il ruggito del motore.

«Sai Mickey? Se non ti conoscessi bene ci avrei creduto, ma sapendo il fatto che Sara ci sarà, mi sembra l'unico motivo della tua fretta.»proferisce il mio amico con arie di saggezza, alzando le sopracciglia di continuo. Rido per il suo gesto.

Sara.

Se ripenso a ieri, quando ho dato un pugno a Roberto in faccia, mandandolo diritto in infermeria, non mi pento della mia azione a dir la verità. Ma mi pento di non averla rincorsa e chiederle perché se ne stava andando.

Cioè, che ho fatto di male? L'ho soltanto difesa da quel coglione e lei è scappata come se avesse visto un fottuto fantasma.

L'ho spaventata?

Forse sono stato troppo avventato con lei.

Diamine, volevo solo difenderla dall'imbecille di Roberto.

Perché sei scappata via da me, Sara?

Merda, sembro una ragazza con il ciclo che piagnucola per il ragazzo che le piace. Ma in che momento sono diventato un cazzo di sentimentale? Io non sono affatto così.

Decisamente non devo guardare più film sdolcinati con la mia sorella.

«Ci stai pensando?»sussulto di colpo non appena il mio amico parla, portandomi nella realtà e distogliendomi dai miei pensieri.

«A cosa?»domando canticchiando la canzone dei Green Day. Accendo il mio telefono e constato che mancano cinque minuti alle otto.

«A quella ragazza...Clara?»

«Sara.»lo correggo con troppa bruschezza del dovuto, quasi come se mi desse noia che dica male il suo nome. Lui mi sorride beffardo, guidando con una lentezza degna di una lumaca, nonostante il semaforo abbia cambiato in verde.

Non appena abbasso il finestrino della macchina posso sentire le imprecazioni e bestemmie della gente dietro. In particolare un tizio tarchiato attira la mia attenzione, il quale esce dalla sua macchina e cazzo, il tipo ha un'espressione che indica di voler uccidere qualcuno.

Forse è giunta la mia ora.

«Uh! Vedo che Gordon ha una cottarella per qualcuno!»esclama divertito, cosa a cui rispondo facendogli il dito medio. Una piccola dose di nervi m'investe il corpo, adocchiando che il tizio di prima cammina verso la nostra direzione.

Sto per dire al mio amico di affrettarsi perché rischiamo che il sosia di Hulk ci faccia letteralmente a pezzettini, ma lui mi precede.

«La tua finezza a volte mi sconcerta, amico.»ironizza accelerando di colpo, provocando la mia risata. Sospiro dal sollievo.

«Che ti posso dire? Sono unico.»affermo con narcisismo nella mia voce.

I seguenti tre minuti li passiamo criticando e apprezzando la musica che c'è alla radio. Dai Nirvana ai Sex Pistols, così come dai Green Day ai All Time Low, la mia band preferita.

Finalmente intravedo l'enorme edificio dai cancelli di ferro arrugginito con sopra la merda di piccioni che in questo momento passano di là e le decine di vetture care che non mi potrò mai permettere di avere. Solo un sogno, ma uno materiale.

Appena Ashton cerca un posto nel parcheggio della scuola, salto fuori con agilità e comincio a correre verso l'entrata, non curante dei richiami del mio amico che non vuole che lo lasci da solo con la prof di storia che sta parcheggiando la sua Panda vicino alla sua macchina.

«Maledetto unicorno colorato! Vieni qua!»

«Scusa amico, devo andare in classe!»grido alle mie spalle, sorprendedomi di quel che ho detto. Sembra così inverosimile da parte mia.

Quando sono nei corridoi vedo alcuni che stanno ancora per entrare nelle rispettive classi. Alcune ragazze mi salutano e altri invece mi dedicano uno sguardo di superiorità, a cui rispondo con indifferenza.

Non ho mai capito perché ad alcuni dei miei compagni non vado a genio. Ma la verità è che non mi importa più di tanto. Ho loro: Luke, Ashton e Calum.

Quindi, si fottano gli altri perché non avranno mai degli amici come i miei, ma solo un'illusione che potrà soddisfare solo in parte la loro miseria rispetto ad una vera amicizia.

Adocchio il corpo allampanato della giraffa girovagare insieme a Calum, il quale ride molto scandalosamente attirando l'attenzione verso di loro.

«Perché sta ridendo così?»domando al biondo, il quale ha le guance accese di un colore cremisi guardando in basso. È insolito.

Il ragazzo dai tratti asiatici la smette di ridere per un attimo e poi ricomincia. Okay, la situazione sta diventando bizzarra e ridicola sotto i miei innocenti occhi.

«Ti odio. Mi hai lasciato da solo nel parcheggio! Quella vipera di Golum mi ha quasi mandato in presidenza soltanto perché voleva il mio posto al parcheggio!»non posso evitare ridere osservando come i suoi capelli riccioli si muovano al contempo che gesticola con le mani la sua irritazione.

«Perché sta ridendo così?»il mio amico riccioluto segnala Cal, il quale sembra perso nel mondo dell'euforia.

Il ragazzo dai tratti asiatici guarda con un sorrisetto sghembo alla giraffa.

«Unaragazzamiharifiutato.»

«Cosa?»

«Una ragazza l'ha rifiutato e poi gli ha dato uno schiaffo in faccia!»grida Calum ad alta voce, finalmente smettendola di ridere.

Alterno la vista dal biondo a Calum, il quale mi sorride, aspettando la mia reazione.

«Ah okay. Andiamo in classe.»informo con semplicità nella mia voce. Roteo gli occhi quando Cal grugnisce, non contento della mia reazione alla situazione.

«Andiamo ragazzi, faceva ridere! Hanno rifiutato Luke e poi gli hanno dato uno schiaffo in faccia!»esclama con un ché di speranza, ma io mi limito solo ad annuire con indifferenza mentre camminiamo verso la nostra classe.

«Ashton! Oh amico, tu mi darai ragione che fà ridere, non è vero?»riccioli d'oro gli dà una pacca sulla spalla con comprensione.

Lancio un'occhiata a Luke, il quale sorride beffardo a Cal. Il biondo è sempre stato molto suscettibile rispetto alle ragazze, e sopratutto se lo rifiutano, cosa mai successa, certo, fino ad oggi.

Quando finalmente varchiamo la tanto agognata porta della classe, il caos sembra aver costruito un impero su tutto il mondo.

«Cambio di posti?»chiedo interdetto osservando la lavagna, ormai con grossse ammaccature, dove c'è scritto quel che ho detto con il gesso bianco.

Una ragazza, di cui non ricordo bene il nome, si avvicina con fare conturbante e tentando di essere sensuale, a me e a Luke.

«Mike!»la sua voce squillante mi ha quasi rotto un timpano. Io e il mio amico ci scambiamo un'occhiata e deduco che per la sua smorfia in volto, anche lui la pensa come me.«Quest'anno io mi occupo del ballo della scuola e anche dei posti in classe, e sarei molto contenta se tu condividessi il banco con me. Che ne dici, ti va?»

Decisamente non ho ascoltato metà del suo discorso, al quanto interessante, dato che la mia vista ora è più concentrata nelle sue enormi tette che, ipotizzo, non siano vere.

«Cosa?»riprendo coscienza non appena il biondo annaspa il suo braccio di fronte a me. Sorrido alla ragazza.

«Mi spiace...tesoro, ma mi siederò con i quattro idioti che vedi accanto a me.»giusta scusa per non subire un supplizio come starla a sentire per cinque ore si seguito. Non ce la farei mai.

La ragazza in questione ci resta un po' male, cosa che afferro subito dal momento che le sue labbra pitturate di un rosa shocking formano una smorfia, che in altre occasioni avrei trovato adorabile. Se ne và da altri studenti sculettando in un modo che provoca una mia risata.

Decisamente ho fatto bene a non accettare.

«Mickey, ma sei impazzito o cosa? Quella lì era...»con un leggero movimento delle mani lo faccio tacere.

Ashton è sempre stato quello più ormonale tra tutti noi, non che io non lo sia, ma lui mi supera in quell'aspetto.

«Ha una voce troppo acuta per i miei gusti e non oso immaginare come sarà quando gridi...»dico alzando le sopracciglia con un ghigno malizioso.

I miei amici ridono e poi andiamo in fondo all'aula per cercare un posto disponibile e isolato da tutti.

«No, voglio io il posto vicino alla finestra!»esclama con falsa rabbia verso Ashton, il quale muove i suoi riccioli come una vera diva, ignorando Calum. Quest'ultimo sospira e si siede accanto a lui, dandogli una spinta di proposito, cosa che da inizio ad una piccola guerra tra di loro.

Sospiro, lascio cadere lo zaino in terra vicino al mio banco e non posso evitare roteare gli occhi infastidito, non appena Luke m'informa che ci sarà il Macfannigan, al che stà al prof di matematica.

«Povero unicorno...»ride il biondo accanto a me. Gli rivolgo un'occhiata disperata, perché sì, non ho fatto nessun cazzo di esercizio dalla pagina assegnata da Macfannigan.

«Okay...»prima che possa prendere il suo quaderno, ormai ce l'ho tra le mani copiando in fretta quel che posso sul mio.

Ad un certo punto, nel mio mondo di pura pazzia e rock'n'roll, alzo il viso di colpo e incontro due occhi azzurri impauriti e timidi che entrano nella classe con passo titubante.

È Sara.














































Hello!

Allur, avviso che il settimo capitolo sara pronto tra due o tre giorni. Uh, uh. Sarà molto interessante il prossimo capitolo.

Ma ditemi, che ve ne pare del capitolo con la narrazione di Michael Gordon Clifford?

Ha fatto schifini o era accettabil?

Bye.









































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