9. Break It to Me

And I can handle the truth
I can cope with whatever you're holding back
No need to sugar coat

***

Due giorni dopo, Rey raggiunse il confine che divideva i paesi dalle "terre ignote" segnate sulle mappe. Capì il nome quando fu lì: sebbene il cielo fosse terso, non si vedeva nulla più in là di un paio di metri, come se ci fosse la nebbia.

Senza pensarci due volte si incamminò verso l'ignoto.

Lì la temperatura si abbassò, rispetto ai 30°C che avevano accompagnato i giorni precedenti. Tutto di guadagnato, per come la vedeva lei, anche se ad abituarsi ci mise qualche minuto.

Il vero problema era che non ci vedeva. Non c'erano posti in cui nascondersi, era una preda facile sia di vampiri che di gremlin, così allo scoperto.

Avanzò lentamente, il bastone tra le sue mani e l'orecchio teso a cogliere qualunque tipo di suono. Sentiva la paura urlarle di tornare indietro, ma non poteva farlo: voleva andarsene, sarebbe quindi arrivata fino in fondo.

La nebbia iniziò a diradarsi dopo forse un chilometro, con grande gioia della ragazza. Quando finalmente fu in grado di vedere ogni cosa davanti a sé fu buttata a terra.

Non seppe dire se la sorprese più quello o il riconoscere il vampiro che l'aveva attaccata.

Poe.

Con una mossa che Rey non avrebbe mai pensato di poter fare riuscì a levarselo di dosso. Non fece in tempo ad alzarsi che un altro vampiro la aggredì, buttandola nuovamente a terra.

Non gli servì vederlo in faccia per riconoscerlo. Sapeva che era Finn.

Si levò di dosso anche lui e corse a prendere il bastone, con cui iniziò a respingerli. Cercò di colpirli il meno possibile, ma fu pressocché impossibile: o li si teneva lontani con le cattive, o si diventava come loro.

Alla fine Poe riuscì a ribaltarla a terra, facendole perdere la presa sul bastone. La bloccò contro il terreno, tenendola ferma con tutto il corpo, mentre Finn recuperava il bastone della ragazza e si avvicinava con lentezza ad entrambi.

"No... No, Finn, non ci provare!", urlò Rey mentre cercava di levarsi di dosso Poe. Il diretto interessato si fermò un momento e la ragazza vide i suoi occhi rossi lampeggiare come fossero lampadine rotte.

Un'idea balenò nella sua testa.

Poe la strattonò e Rey urlò: "Poe, piantala!".

Anche lui vacillò un momento e la ragazza capì.

I loro nomi. Le loro identità erano ancora lì, da qualche parte.

"Poe, Poe, lasciami andare!", disse speranzosa.

"Falla tacere!", urlò lui con la voce deformata in modo grottesco.

"Nonf arlo, Finn! Non tornerai mai più normale, Finn, e noi resteremo imprigionati qui!", urlò di rimando Rey. Non sarebbe morta lì, non per mano loro.

Finn mollò a terra il bastone e si chinò accanto a lei, poi la prese per la gola e iniziò a stringere. Rey cercò di divincolarsi, di liberarsi da quella morsa, ma fu tutto inutile. Poe la stava tenendo bloccata con tutta la sua forza vampiresca, liberarsi era impossibile, di uno e dell'altro.

"F-Finn, ti prego... amico mio", soffiò Rey con l'ultima aria che aveva nei polmoni.

Fu quando si rassegnò alla morte che la presa sul suo collo scomparve. Rey spalancò gli occhi e prese una gran boccata d'aria, poi iniziò a tossire.

"Rey...", sussurrò una voce. Si girò verso Finn e sorrise.

I suoi occhi erano marroni.

Poe assottigliò lo sguardo e sibilò mentre i canini gli si allungavano. "È il mio turno, allora".

"Poe, no!", urlò Finn mollandogli un pugno tale da farlo cadere di lato, liberando Rey, "Poe, Rey è nostra amica!".

Furono le parole magiche. Il ragazzo rimase fermo a terra, gli occhi chiusi, finché non li riaprì e chiese: "Dove siamo?".

"Vicino alla fine del gioco".

"Allora muoviamoci... Se faccio ancora del male a qualcuno di voi... Non voglio che accada".

Rey lo tirò su e gli diede una pacca sulla spalla.

"Allora andiamo".

***

Canzone originale:

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