Frammenti di un tempo perduto (1 di 2)
Chi ha letto Maedhros può capire...
Mio fratello Finno se n'è appena tornato di sotto e stavo per farlo anche io, ma mi ritrovo a pensare a quanto la notte sia ancora giovane. Nella solitudine della torre del palazzo di mio padre torno a ripensare a quella Prima Era che vide la mia nascita, nonché la mia morte. Mi sono sacrificata per salvare mio figlio da suo padre e di certo non mi si può dire non sia stata un'azione di grande e disperato amore. Se solo non se ne fosse tutto andato alle ortiche! Mio figlio si è rivelato del tutto simile al padre ed infatti entrambi si trovano ora nelle sale di Mandos assieme a mio zio Feanor. Meno male che ora Finno è tornato e un po' di gioia e di risate hanno finalmente trasfigurato il mio volto! Ripenso ad un tempo in cui ero ancora più spensierata, quando Maedhros e mio fratello maggiore mi permettevano di cavalcare assieme a loro in quelle lunghe scampagnate. Allora non facevo che spasimare per Celegorm, anche lui non rivelatosi altro che una disgrazia, anche lui nelle aule di Mandos. Mi dico che forse non ho mai capito nulla di che cosa sia l'amore, anche se posso dire di averlo sperimentato in parte con Eol. Però anche lui non ha fatto altro che ingannarmi, o meglio, nel momento in cui avrebbe dovuto cedere non ha fatto peggiorare le cose, non ha fatto che uccidermi, permettendo che la solitudine di Maeglin, suo figlio, gli dannasse il fea!
Incontrai Celegorm un'altra volta, quando sfuggì con mio figlio alla stretta di suo padre. Credevo in molte cose che purtroppo si sono infrante mentre ascoltavo le sue parole di scherno... Allora non lo riconobbi, come se effettivamente quel dannato giuramento lo avesse trasformato, non facendo altro che accentuare il suo lato malvagio. Mi schernì con forza, come se quello che mi era accaduto fosse una mia colpa. Usò parole terribili... Non era così un tempo, non era così il Noldor che amavo ed allora lo avevo perduto per sempre. Comunque, pensavamo di aver perduto anche Maedhros e la piega che stanno prendendo gli eventi è eccezionalmente incantevole. Chissà che non possa succedere l'impensabile anche con me, per me. In questo momento non mi rendo neanche conto che il sonno mi ha colta e decido di ricordare un avvenimento ben preciso ed in un attimo la visione comincia...
Sento l'energia della mia cavalla grigia, sento, appoggiata al suo collo, il potente pompare del suo cuore. Ella galoppa veloce tra gli alberi con una prestanza che conosco bene e non faccio altro che affidarmi a lei, sussurrandole all'orecchio parole di ringraziamento per il suo valore. Mi tengo del tutto appoggiata al suo dorso ed al suo collo, sentendo il vento contro di me, per evitare che un ramo possa colpirmi. In lontananza scorgo mio fratello Finno venire superato da Maedhros, perché in fondo non è mai stato adatto a questo genere di cavalcate. Io invece tengo d'occhio il cavallo color ocra di Celegorm, seguito con estremo divertimento del suo cane gigante Huan. Sto elaborando una strategia per superarlo, mentre osservo la sua fantastica treccia dondolargli dietro e il suo corpo ben tornito è un tutt'uno con la sua cavalcatura. Si volta allora un attimo a guardarmi e si mette a ridere lieto ed io non posso che fare altrettanto. Avevano tutti saputo elogiare questo mio lato competitivo e questo mio far vedere che in fondo anche una fanciulla Noldor è in grado di compiere simili azioni. Uno di questi giorni avrei persino trovato il coraggio di chiedere ad Orome di diventare una delle sue cacciatrici, anche se in fondo sarei stata l'unica Noldor, eppure molte Maiar sono al suo seguito, trasformate nell'aspetto animalesco più congeniale alla loro natura nella caccia. Inaspettatamente Celegorm si trova a gestire un cavallo imbizzarrito, tutto perché si è voltato a guardarmi. Ne sono lieta, lo sono davvero, ma non tanto perché ha guardato me, ma perché così facendo ha perso tempo, e concentrazione, ed ho avuto la meglio. Lo supero ridendo con estremo divertimento, mentre Maedhros mi affianca, coi suoi capelli di fuoco che mossi dal vento creano dei riccioli nell'aria. Mi allungo allora nella corsa, oltre il collo della mia ragazza, e con un gesto atletico spicco un salto e raggiungo il traguardo per poi spostarmi per evitare i cavalli. Ho vinto! Finalmente ce l'ho fatta! Ho dimostrato a tutti il mio valore! Non si dica più che una fanciulla Eldar sia troppo fine in queste cose!
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