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Alla fine Minseok ci mise esattamente un ora e diversi minuti a far capire Jongdae che no, non lo avrebbe portato con lui alla villa per montare le telecamere, ed ad ogni sua protesta non faceva altro che rispondere che nonostante questa fosse ancora vuota non potevano essere certi che qualcuno non si sarebbe presentato a sorpresa. Quando Jongdae capì che il suo ragazzo era irremovibile al riguardo si lasciò andare su una sedia, braccia incrociate e broncio sul viso, nell'ultima speranza che fu però spezzata quado il biondo, dopo avergli lasciato un veloce bacio sulle labbra afferrò le chiavi di casa e lo scatolo con le varie telecamere e uscì di casa.

Raggiunse la villa insieme a agli altri e dopo aver attivato gli auricolari, tramite i quali erano collegati con Jongdae che di tanto in tanto dava loro delle indicazioni ben precise su come collegare i vari fili o l'angolazione da utilizzare, cominciarono a montare le varie telecamere e i microfoni fino a quando il castano non comunicasse loro che lo schermo davanti a lui fosse ormai pieno di quelle immagini e che i suoni fossero chiari.

***

Jongdae aveva tenuto sotto controllo la villa, lo schermo che ne rispecchiava l'interno perennemente accesso e con il volume al massimo, nella paura che alla minima distrazione del castano ci sarebbero potuto essere dei movimenti e così avvertirlo. Per due giorni fissò quelle immagini vuote, chiedendosi se veramente quello fosse il posto giusto, evitando però di dirlo al suo ragazzo per non rendere la situazione così difficile. Se Minseok era così sicuro che il posto fosse giusto a lui non restava altro che aspettare.

Il terzo giorno, mentre era intento a imprecare contro quei dannati uomini che non si decidevano a farsi vedere un piccolo movimento nell'atrio della villa catturò la sua attenzione. Continuando a mangiare il suo ramen con gusto si chinò leggermente verso lo schermo, sollevando i piccoli occhiali tondi che gli erano ricaduti quasi fino alla punta del naso e assottigliando gli occhi. Scorse quel cambiamento di tonalità che aveva squarciato il buio della villa, visibile grazie al fatto di aver scelto delle telecamere ad infrarossi. In un colpo vide tutte le piccole sezioni dello schermo passare dall'incessante grigio del vuoto agli accessi colori delle pareti e del mobilio. Rimase in silenzio ancora per qualche secondo, giusto per essere sicuro che una finestra non si fosse aperta sola. Sapeva che l'apertura di una sola finestra non sarebbe bastata ad illuminare l'intera villa, ma voleva essere sicuro prima di qualsiasi cosa. Fu quando un leggero vociare e le figure di alcuni uomini si fecero chiari davanti alle telecamere che Jongdae chiamò il suo ragazzo con un urlo così forte che pensò che quegli nelle riprese si fossero voltati per colpa sua. Minseok, che fino a quel momento era comodamente disteso sul divano, assonnato e totalmente rilassato ad un passo dall'addormentarsi, scattò all'attenti lanciandosi dalla comoda superficie correndo verso la postazione del suo ragazzo, imprecando dopo aver sbattuto o inciampato contro la minima cosa.

<<Che c'è?>> urlò una volta davanti a lui, un piccolo accenno di fiatone e gli occhi spalancato per l'improvvisa ritrovata lucidità.

<<Sono arrivati>> rispose il castano, sfoderando un sorriso soddisfatto che celava anche l'ironia per le condizioni del suo ragazzo.

<<Da quanto?>> chiese ancora Minseok, afferrando il ragazzo per i fianchi fino a sollevarlo per prendere posto sulla sedia e farlo risedere sulla sua coscia, prestando attenzione allo schermo.

<<Proprio poco fa>> lo informò il ragazzo, sistemandogli le piccole ciocche bionde che gli si erano schiacciate contro i cuscini del divano, ridando loro forma e morbidezza <<Hanno deciso di muoversi>> disse ancora, osservando come alcuni di questi cominciassero a privare i mobili ancora coperti di teli dalla loro protezione.

Minseok osservò attentamente le immagini, non che fosse la prima volta ma fino a quel momento non aveva visto altro che buio e leggeri movimenti dettati dall'ondeggiare delle riprese. Con le luci accese e le finestre che, una dopo l'altra, venivano aperte le immagini erano sempre più chiare, ancora faticava a credere che erano bastate così poche telecamere posizionate in punti ben preciso per riuscire a vedere ogni angolo dell'abitazione, e gli venne spontaneo afferrare il viso del suo ragazzo e stampagli un forte e intenso bacio sulle labbra.

<<A cosa lo devo questo?>> ridacchiò Jongdae.

<<Tu>> disse, posando un altro bacio <<Sei fantastico>>

<<Lo so>> disse il castano copiando il gesto dell'altro <<Faresti bene a non dimenticarlo>>

***

Minseok sapeva che Jongdae fosse un ottimo osservatore, molto più di quanto lo fosse lui, per quel motivo gli aveva affidato il compito di osservare attentamente quello che quelle immagini riflettevano e di informarlo su ciò che gli sarebbe sembrato opportuno dopo essersi fatto una chiara idea della situazione. E così Jongdae fece. Osservò ed osservò, senza mai perdere un movimento o una parola che a parer lui sarebbero stati importanti per il caso, segnando di tanto in tanto qualcosa su un taccuino, che aveva sistemato sul piccolo piano accanto allo schermo, per paura di dimenticare qualcosa.

Una cosa però, continuava a sembrargli strana. Fra tutti gli uomini che teneva sott'occhio vi era un rapporto informale, alla pari, quasi d'amicizia. Erano passati due giorni da quando gli uomini erano arrivati alla villa, e ancora nessuno aveva trattato qualcun altro come un superiore, ma più di tutto nessuno aveva nominato Jiwoon.

Aveva fatto presente questa cosa a Minseok, ma il biondo aveva ipotizzato che l'uomo aveva optato per far spostare prima di tutto i suoi uomini e che successivamente li avrebbe raggiunti, e Jongdae si fidò di quelle parole.

Quel giorno, finalmente, ci furono delle novità.

Ancora una volta lanciò un urlo richiamando l'attenzione del suo ragazzo, dimenticandosi però che questo fosse in cucina a preparare il pranzo ricordandosene solo quando lo sentì urlare ed imprecare per essersi scottato e alcuni rumori metallici battere contro il pavimento. Minseok spensè la fiamma dei fornelli e corse verso il castano, scivolando su parquet e fermandosi proprio accanto a lui, riservandogli un'occhiataccia mentre ancora teneva il dito scottato fra le labbra in cerca di sollievo.

<<Abbiamo qualcosa>> disse Jongdae, tirando il proprio ragazzo per il polso e prendendo la posizione che erano soliti avere quando avevano un solo posto a sedere a disposizione.

<<Cosa c'è di strano?>> chiese Minseok confuso.

<<Quegli uomini sono soliti passare la giornata davanti alla tv, girovagando per la villa in modo pigro, o facendo qualsiasi altra cosa che non impieghi troppa fatica>> cominciò Jongdae tranquillo, accarezzando i capelli alla base della nuca del biondo <<Di colpo però hanno cominciato a correre come pazzi, sistemando tutto il casino che avevano creato fino ad ora, e questo a parer mio può significare solo una cosa>>

<<Sta arrivando qualcuno di importante>> disse Minseok per lui, e il castano annuì.

Rimasero in silenzio con gli occhi fissi sullo schermo, tranne per il piccolo spostamento che Minseok aveva avuto quando Jongdae aveva preso il suo dito dolorante e lo aveva dolcemente, ed eroticamente, messo fra le sue labbra, baciandolo e leccandolo lentamente nel tentativo di alleviare il fastidio della scottatura regalandogli uno sguardo leggermente malizioso.

<<Concentrati>> gli aveva detto il castano, in una leggera risata.

<<Come se fosse facile>> ringhiò Minseok sentendo qualcosa risvegliarsi nei pantaloni <<Non potresti smetterla per un attimo?>> domandò, senza però voler veramente che smettesse.

<<Ti sto solo allenando ad essere concentrato in ogni situazione>> rispose Jongdae tranquillo, ricevendo uno sguardo incredulo in risposta.

Nonostante il piccolo scambio di battute però entrambi rimasero con lo sguardo sulle immagini che velocemente si susseguivano fino a quando tutti gli uomini non si sistemarono davanti all'ingresso in modo ordinato, inchinandosi quando la porta fu varcata da due ragazzi che potevano avere all'incirca la loro stessa età. I loro modi erano autoritari, ma allo stesso tempo morbidi e rilassati, e da come gli uomini si rivolgevano a loro senza alcun timore, ma con il giusto rispetto, capirono che fossero due figure importanti per gli altri, ma al tempo stesso amichevoli. Li sentirono discutere sul fatto che la villa fosse ormai pronta da utilizzare come loro base e quando i due annuirono quello a loro sembrò il maggiore li informò che il loro capo si sarebbe fatto vedere quella sera e si far si quindi che la sicurezza della villa fosse ben studiata. Gli uomini si sparpagliarono e i due si avviarono verso quello che era uno studio, rintanandosi all'interno cominciando a studiare alcuni documenti.

<<Chiamerò gli altri, dobbiamo colpire stasera>> disse Minseok <<Non sappiamo quando Jiwoon si farà rivedere, e non possiamo aspettare un'altra settimana. È ormai chiaro che non viva lì, ma che i diversi edifici siano utilizzati solo come base per i suoi uomini e per le riunioni di lavoro>>

<<Stamperò delle immagini per facilitarvi>> annuì Jongdae, allontanando la mano dell'altro dalle sue labbra <<Vi sarà più facile ideare un piano senza dover continuare a fissare lo schermo>>

<<Grazie>> gli sorrise Minseok, guardandolo intensamente <<Ma prima di questo, c'è qualcos'altro di cui dobbiamo occuparci>>

Jongdae non ebbe bisogno di altre spiegazioni, gli bastarono la sua voce e quella scintilla negli occhi per rivelargli le sue intenzioni. Afferrò l'altro per la nuca e se lo tirò contro per un bacio profondo e intenso, sollevandolo leggermente, mentre il dito che fino a quel momento l'altro si era premurato di bagnare con propria saliva si fece strada nella sua apertura, facilitato dal fatto che il ragazzo indossasse solo una maglia lunga e i boxer. Il repentino scattò del biondo e la sua apertura violata senza preavviso fecero gemere Jongdae velocemente e senza ritegno sulle labbra dell'altro, che sorrise malizioso a quella reazione. Senza smettere con la sua tortura fece forza sulle gambe e lasciò entrambi cadere sul letto, facendo rilasciare all'altro un verso sorpreso. Gli era sempre piaciuto prenderlo alla sprovvista, volendo godersi dei gemiti e mugolii che il ragazzo non avesse il tempo di controllare. Non che se ne fosse mai preso il disturbo, ma per Minseok quei momenti avevano quel qualcosa in più che riuscivano sempre a fargli perdere il controllo in un lasso di tempo estremamente ridotto, difficile da calcolare. Continuava a modellare le labbra del ragazzo a suo piacimento mentre continuava a invaderlo con le dita aggiungendone un'altra ogni qual volta lo riteneva necessario. Conosceva bene Jongdae, sapeva quale parte del suo corpo toccare, baciare, accarezzare, marchiando quel corpo come proprio, e mordere per renderlo un disastro di ansimi e un bomba passionale pronta ad esplodere. Il castano aveva una personalità decisa, autoritaria, quasi dittatrice alle volte, ma grazie agli anni passati insieme, amandosi nella fusione dei loro corpi Minseok sapeva come farlo sciogliere fra le sue braccia, sulle sue labbra, sotto il suo corpo. Velocemente, incantato dalla voce del minore che continuava ad accarezzare il suo nome fra un ansito e un gemito privò entrambi di ogni indumento che bloccasse le loro pelli dall'incontrarsi e creare quella meravigliosa frizione che lo faceva fremere, desideroso di sentirlo stringersi a lui, di sentirlo suo. Come suo solito riversava all'altro le cure necessarie per prepararlo in modo accurato e perfetto, volendo che provasse solo piacere, mettendosi dei freni nonostante la sua erezione, stuzzicata giocosamente dalle mani dell'altro stesse diventando sempre più dolorosa.

<<Cazzo Minseok muoviti>> gemette Jongdae, e bastarono quelle parole a mandarlo in tilt. Sfilò le sue dita dall'entrata del minore facendolo mugugnare, e le sostituì con il suo membro senza indugiare oltre. Si prese qualche momento, per farlo abituare alla sua grandezza, digrignando i denti per evitare di cominciare a spingere in lui desiderando di sentirlo urlare il suo nome con quella voce tanto sensuale e incantatrice. Fu proprio il minore a prendere l'iniziativa, stringendo il suo fascio di nervi intorno alla sua erezione, facendogli capire fosse pronto. Minseok lasciò scivolare la sua mano in quella dell'altro intrecciandole e cominciò a spingersi in lui, perso in quel corpo che tanto amava, con gli occhi puntati sul quel ragazzo che possedeva tutto di lui, cuore e anima. Il loro non era solo l'incontro di due corpi, bensì la fusione di due essenze che separate erano vuote, incomplete. I cuori battevano all'unisono, i respiri profondi e i gemiti si coordinavano fra loro riecheggiando fra le pareti, avvolgendoli e aumentando il loro desiderio. Minseok uscì lentamente da lui, facendolo voltare, afferrò nuovamente le sue mani e le bloccò sopra i capelli castani ormai scompigliati sul cuscino e ancora affondò il lui fino in fondo, con ritmi regolari e precisi, continuando a colpire ripetutamente quel punto capace di farlo urlare e tendere contro il suo corpo, stimolando anche lui. Era un piacere reciproco, il piacere che provava Jongdae si riversava sul corpo di Minseok, e quello che provava il maggiore faceva urlare il castano che stringeva le mani quelle del ragazzo. Bastarono poche spinte, ed entrambi raggiunsero l'apice del piacere urlando il nome dell'altro.

***

Ogni loro mossa era stata pianificata, e Minseok aveva informato gli altri sul piano nel pomeriggio dopo averli richiamati a casa sua. Ognuno di loro sapeva come muoversi e cosa fare. I ragazzi avevano deciso di sistemarsi a casa di Minseok che era intenzionato a tenere tutto sotto controllo.

<<Chanyeol?>> chiese a Baekhyun, mentre era occupato a sistemare le armi ormai ordinatamente posate sul tavolo.

<<Dove andare dai suoi>> disse <<Quindi siamo tranquilli>> ridacchiò, in un muto riferimento a quella notte in cui erano stati quasi scoperti, e il maggiore annuì sollevato.

Minseok afferrò le due 9 millimetri che aveva preparato per Jongdae e Kyungsoo, e dopo aver controllato che la sicura fosse inserita gliele passò, ordinando loro di utilizzarle solo in caso di vero pericolo quando vide i loro occhi brillare davanti alle armi. Passò a rassegna i volti di tutti i presenti, e su ognuno di loro vide un velo di tensione. Non poteva biasimarli, lui stesso era teso. Introdursi in cinque in una casa piena di uomini armati non era certamente semplice, in più la presenza di Jongdae, nonostante questo sarebbe stato in un furgoncino distante dal raggio di azione, non faceva altro che preoccuparlo di più. Guardando attentamente i ragazzi però non riuscì a non notare una cosa che lo fece ridacchiare. Su quei pochi sprazzi di pelle visibili in ognuno di loro erano presenti marchi ben precisi. Proprio come lui e Jongdae anche gli altri sembravano aver passato un bel momento quel giorno. Vedere quei marchi su Jongdae lo rese orgoglioso di sé, vederli su Kyungsoo e Jongin lo fece sorridere, vederli su Baekhyun lo fece quasi ridere a crepapelle all'idea di come il ragazzo, quando ancora credeva di poter tenere la loro relazione nascosta, cercava di nasconderli mentre ora li mostrava tranquillo, quasi vittorioso. Il suo umore però passò attraverso la sorpresa quando notò gli stessi segni su Sehun e Luhan. Si bloccò, immobile, fissando i due, e solo in quel momento notò che i due fossero tranquillamente vicini e che il minore fosse ancora in piedi sulle sue gambe e non disteso sul pavimento mentre il viso di Luhan fosse leggermente arrossato e imbarazzato. Doveva star sognando.

Quasi per riflesso afferrò Jongin e Baekhyun al suo fianco per il colletto e li tirò verso di sé facendoli chinare.

<<Vedete quello che vedo io?>> sussurrò indicando i due con un cenno del capo, portandoli sotto l'attenzione degli altri.

Entrambi li guardarono attentamente, fino a quando quei segni rossi non saltarono ai loro occhi, poi si scambiarono uno sguardo incredulo.

<<Jongdae che cazzo hai messo nel caffè>> urlò Baekhyun verso il castano, che a quel richiamo si voltò sorpreso e confuso.

<<Sicuro fosse caffè? Lo zucchero? Sicuro fosse zucchero?>> domandò Jongin.

<<Ma precisamente voi che fottuti problemi avete nel cervello?>> domandò il castano guardando i tre quasi stralunati.

<<Vi siete punti con i sedativi?>> domandò Kyungsoo <<Una piccola dose può creare strani comportamenti>> disse.

<<Voi due>> urlò Minseok, puntando Sehun e Luhan, facendo scattare l'ultimo, sotto lo sguardo attento di tutti i presenti <<Che avete combinato voi due?>> chiese, anche se più che una domanda sembrò un ordine a parlare.

Sehun sorrise ampiamente mettendo il braccio intorno a Luhan tirandoselo contro, nonostante questo cercasse di resistere troppo imbarazzato.

<<Stiamo insieme>> disse tranquillo, facendo sgranare gli occhi ai presenti mentre le loro mascelle toccarono il pavimento e Luhan avvampò di colpo.

<<Cosa?>> domandò Kyungsoo.

<<Quando?>>chiese Jongdae.

<<Come?>> aggiunse Baekhyun.

<<Ti ha costretto Luhan?>> seguì Jongin <<Ti sta ricattando?>>

<<Ok no seriamente ragazzi chi ha messo la droga nel caffè?>> disse Minseok.

Sehun si imbronciò a quelle reazioni mentre Luhan scosse leggermente il capo in risposta a Jongin. Cominciò a raccontare di come il minore si fosse presentato a casa sua quel pomeriggio e di come, finalmente, si fosse dichiarato in modo normale rivelandogli che non volesse andare in missione quella sera senza avergli detto cosa sentisse nei suoi confronti in modo chiaro e diretto, senza battutine o fraintendimenti. Gli aveva parlato con il cuore in mano e sguardo serio e deciso. Raccontò ancora di come Luhan avesse risposto, ricambiando ognuna di quelle parole e sentimenti. Quando Jongdae, giustamente, domandò come fosse possibile che lui ricambiasse dati tutti i suoi comportamenti il maggiore confessò che in realtà li ricambiasse fin dall'inizio, ma semplicemente non avesse voglia di farlo capire all'altro fino a quando non avrebbe deciso di dichiararsi in modo decente, in fondo lui era un romanticone. Assicurando comunque che non avrebbe esitato a reagire se l'altro avesse esagerato.

***

Jongdae e Kyungsoo si trovavano nel piccolo furgoncino privato, poco lontano dalla villa, con gli occhi fissi sui vari schermi che riflettevano le immagini delle telecamere, mentre tramite gli auricolari comunicavano con i ragazzi ogni movimento. Ognuno di loro era in posizione, pronti ad irrompere nella villa non appena Jongdae avesse intravisto Jiwoon. Gli avrebbero dato il tempo di raggiungere l'ufficio, poi avrebbero cominciato a muoversi.

Tutti loro erano sistemati sul tetto, stressi nelle imbracature che li avrebbero aiutati a calarsi e irrompere dalle finestre del secondo piano che, dopo aver lanciato dei fumogeni sedativi al piano inferiore mettendo fuori combattimenti chiunque vi ci trovasse, li avrebbe portati più velocemente faccia a faccia con Jiwoon.

<<Sta arrivando>> li informò Jongdae, vedendo la porta aprirsi e qualcuno muoversi all'interno. Non riuscì a vederne il viso poiché questo, come se sapesse vi fossero delle telecamere dava loro le spalle. Nonostante quello però riusciva chiaramente a capire che non si trattasse di un uomo di mezza età, bensì di un ragazzo. Non mancò di comunicarlo agli altri, ma questi dissero che probabilmente si manteneva in forma ingannando le apparenze. Quando lo vide infilarsi nell'ufficio e chiudersi la porta alle spalle diede il via ai ragazzi. Sehun e Jongin furono i primi a calarsi, e non appena attraversarono le finestre lanciarono i fumogeni al piano inferiore, e quando Kyungsoo li informò avessero fatto effetto anche gli altri entrarono nella villa. Il secondo piano era poco protetto, dato che la maggior parte degli uomini erano rimasti al primo, e velocemente affrontarono chiunque gli si parasse davanti senza però fare vittime. Mentre Jongdae osservava i movimenti dei ragazzo Kyungsoo era attento a ciò che accadeva nell'ufficio. Era impossibile che non sentissero alcun rumore, perciò si domandò perché nessuno dei tre presenti facesse qualcosa, questo fino a quando Jiwoon finalmente si voltò lentamente, rendendosi riconoscibile davanti alle telecamere.

Fu un movimento veloce, Kyungsoo strinse il braccio di Jongdae e gli indicò lo schermo. Nello studio vi erano Yifan e Zitao, ma quello che li sorprese fu vedere l'unica persona che non si sarebbero mai aspettati.

<<Che cazzo ci fa Chanyeol lì?>>urlò Jongdae stranito, e subito capì. Di Jiwoon esisteva solo il nome, ma la persona era totalmente diversa da quello che avevano immaginato.

<<Minseok>> urlò, non pensando ad usare i nomi in codice.

<<Chen, i nomi in->>

<<È Chanyeol>> urlò, ignorando le sue proteste.

<<Cosa?>> chiese ancora Minseok, mentre la comunicazione veniva disturbata da interferenze che da cui il minore non capiva la provenienza.

Provarono a comunicare ancora, ma la trasmissione cadde velocemente, e mentre Jondgae schiacciava senza tregua i tasti del suo portatile capì che nella villa vi erano dei trasmettitori che avevano il compito di neutralizzare l'utilizzo di ricetrasmittenti non registrati.

<<Merda>> sbottò, alzandosi dal suo posto recuperando l'arma che Minseok gli aveva dato, poi prese il posto del guidatore nel furgone e si avviò velocemente verso l'ingresso della villa, urlando a Kyungsoo di prepararsi senza però smettere di tener sotto controllo la situazione. Fermò il mezzo proprio davanti alla grande porta ed entrambi si lanciarono fuori, indossando due mascherine che i ragazzi avevano lasciato nel furgone per non respirare il sedativo e si addentrarono nella villa. Percorsero il lungo corridoio ormai ricco di corpi inermi e non appena vide gli altri davanti all'ufficio Kyungsoo urlò per richiamare la loro attenzione.

<<Vi avevamo detto di restarne fuori>> ringhiò Jongin.

<<La comunicazione si è interrotta>> disse Jongdae <<Dovevamo avvisarvi>>

<<Che cosa c'è?>> chiese Minseok.

<<Lì dentro c'è->> Kyungsoo non riuscì a finire la frase che la porta dell'ufficio venne aperta da Zitao, che li osservò tranquillo.

<<Vi stavamo aspettando>> disse con un lieve sorriso, spostandosi poi per farli entrare.

I ragazzi rimasero sorpresi, guardandolo sospettosi. La situazione era terribilmente calma, ma Minseok si sentì di muoversi così dopo aver fatto sistemare Jongdae dietro di lui, venendo poi imitato da Jongin, si mosse lentamente verso l'interno.

Yifan era in piedi davanti alla scrivania, e Jiwoon era di spalle, con lo sguardo verso la finestra. L'aria intorno a loro era ricca di tensione, e ognuno di loro stringeva la propria arma senza però far movimenti bruschi.

<<È finita Jiwoon>> disse Minseok, con tono deciso, ed una piccola risata aleggiò nell'aria, straniandoli tutti.

<<Sapevo che c'era una squadra speciale sulle mie tracce, ma non avrei mai pensato foste voi>> disse riconoscendo la voce del biondo, e di colpo tutti riconobbero quella voce, così tanto singolare e profonda <<Pensavo davvero foste semplici poliziotti, avrei dovuto essere più attento>> continuò Chanyeol voltandosi verso di loro con un sorriso amaro.

I ragazzi, ancora increduli sgranarono gli occhi, non sapendo come comportarsi precisamente. Tutto avrebbero potuto aspettarsi, ma non di ritrovarsi davanti uno dei loro migliori amici. Il colpo più forte però fu Baekhyun ad incassarlo. Quasi istintivamente mosse un passo verso il ragazzo, uscendo dal gruppo.

<<Non è vero>> disse piano, mentre gli altri gli si avvicinarono per supporto. Chanyeol lo guardava un misto di colpevolezza nel cuore. Come per i ragazzi anche per lui era una sorpresa ritrovarseli tutti davanti, vede Baekhyun in quella divisa con lo stemma di una squadra speciale e gli occhi lucidi. Non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi davanti alla persona che amava in quel bivio. Erano tutti con le spalle al muro e il cuore chiuso in una morsa.

<<Non è vero>> urlò ancora il maggiore, e Jongdae, Kyungsoo e Luhan si mossero per sostenerlo mentre le lacrime rigavano il suo viso <<Perché tu, perché mi hai mentito>>

<<Non avrei mai voluto mentirti Baekhyun>> disse il ragazzo con tono basso, e la voce quasi spezzata.

Chanyeol voleva correre da lui, abbracciarlo, ripetergli ancora e ancora quanto lo amasse. Baekhyun voleva che lo stringesse fino a farlo sparire nella sua presa, mentre gli sussurrava che sarebbe andato tutto bene. Ma entrambi rimasero immobili, occhi negli occhi.

<<Jiwoon era mio zio>> cominciò a raccontare, bisognoso di dare delle spiegazioni.

<<Chanyeol>>

<<No Yifan>> disse serio il più alto <<Devono sapere, deve sapere>> continuò puntando Baekhyun.

Yifan aveva così tanta voglia di prendere a cazzotti Chanyeol, ma Zitao gli si avvicinò prendendogli il polso e scuotendo la testa. Per lui era assurdo che Chanyeol non capisse la situazione e che il suo ragazzo lo supportasse, ma decise di assecondarli entrambi con uno sbuffò.

<<Non aveva eredi>> riprese <<Quindi il suo posto è toccato a me. Lo so che per voi tutto questo può sembrare assurdo, ma dovete credermi quando dico che non ho alcuna intenzione di seguire la sua linea di comando. Non voglio far del male a nessuno, al contrario, ho intenzione di tener sotto controllo la mafia Coreana per il bene di tutti. Voglio esercitare il potere che mio zio mi ha lasciato per evitare che i capi minori si muovano allo sbaraglio seminando panico e violenza>>

In quelle parole Chanyeol disse tutto e nulla. I ragazzi rimasero in silenzio. Conoscevano bene Chanyeol, sapevano quando mentisse, e in quel momento era estremamente serio. Ciò nonostante non sapevano come comportarsi. La loro missione era fermarlo, arrestarlo e dissolvere il suo comando. Una parte di loro sapeva però, anche dopo le sue parole, che se lo avessero fatto quelli che fino a quel momento erano sotto il suo comando avrebbero iniziato una guerra per il potere.

<<Per tutto questo tempo>> disse ancora Baekhyun, liberandosi dalla presa dei ragazzi, avvicinandosi a Chanyeol alzando la pistola puntandogliela contro <<Non ho fatto altro che cercare di proteggerti da tutta questa merda. Avevo paura di rivelarti la verità sul mio lavoro, invece tu eri il più grande boss mafioso della città>> ringhiò.

<<Sì Baekhyun>> concordò Chanyeol, muovendosi fino a far puntare l'arma del ragazzo contro il suo petto, proprio contro il suo cuore. Aveva bisogno di sfogare la sua rabbia, lo sapeva, e non aveva alcuna intenzione di fermarlo <<Ma l'ho fatto anche io. Ho cercato di nascondere tutto per proteggerti. Non volevo innamorarmi di te, ma l'ho fatto. Se ora mi odi lo capisco. Ma dovrai uccidermi, perché non sarò in grado di vivere senza averti al mio fianco>> disse serio.

I ragazzi provarono a scattare al sentire la sicura dell'arma di Baekhyun scattare, ma Minseok li intercettò e li bloccò al loro posto. Minseok aveva già preso la sua decisione, era lui il capo e a lui spettava l'ultima parola, ma prima di parlare voleva vedere come quei due si sarebbero comportati in quella situazione.

<<Io ti odio Chanyeol>> urlò Baekhyun, con la gola che bruciava per lo sforzo <<Ti odio, ti odio perché nonostante tutto ancora ti amo, ti odio perché non posso obbedire agli ordini che hi ricevuto, ti odio perché sono disposto a tutto per te>> e dopo aver concluso lasciò cadere l'arma lanciandosi fra le sue braccia.

Chanyeol sorrise a quelle parole e lo strinse a sé il più forte possibile, non credeva che l'avrebbe perdonato, ma sperava che avrebbe capito in qualche modo. Era felice di avere il ragazzo al suo fianco, ma non era ancora finita. Non voleva solo lui, voleva i suoi amici, tutti nessuno escluso. Staccò leggermente Baekhyun dal suo petto e alzò lo sguardo verso Minseok che lo guardava serio e in silenzio, aspettando il suo verdetto.

<<Sei pur sempre un mafioso Chanyeol, quel posto, quel potere ti rende tale>> disse atono.

<<Lo so>> rispose.

<<Nessuno può assicurarmi che, nonostante le tue parole, tu un giorno non decida di prendere la stessa strada di tuo zio>> continuò, nonostante la mano di Jongdae stretta nella sua e lo sguardo preoccupato del ragazzo al suo fianco.

<<Lo so>>

<<Potresti causare dei problemi, e lo sai che non sono un tipo clemente in questi casi>> disse, mentre la stretta del suo ragazzo diventava sempre più forte, trasmissione di tensione e paura.

<<Lo so Minseok>> disse ancora Chanyeol, stringendo un Baekhyun tremante in modo tranquillo fra le sue braccia.

Minseok spostò lo sguardo a tutti i presenti. Luhan al fianco di Sehun, che gli stringeva le spalle. Kyungsoo aggrappato alla vita di Jongin, che cercava di rilassando con leggere carezze sulla schiena. Zitao che lo fissava attentamente mentre si attaccava ancora di più a Yifan. Baekhyun, pronto a scattare in protezione del suo ragazzo e quest'ultimo che aspettava in silenzio.

<<Ho ricevuto degli ordini>> cominciò, sentendo l'aria intorno a lui farsi più pesante <<Ma ora sono ordini a cui non posso ubbidire. I ragazzi mi odierebbero, Baekhyun mi odierebbe, Jongdae mi odierebbe, io mi odierei se lo facessi>> sospirò in un piccolo sorriso.

Tutti si guardarono fra loro, sollevati, sorridenti, ma Minseok riprese a parlare.

<<Però voglio qualcosa in cambio>> disse.

<<Continua>> lo invitò Chanyeol.

<<Tu e i tuoi uomini sarete le nostre spie. Ci aiuterete nel nostro lavoro, e mi informerai riguardo ogni minimo dettaglio che riguarderà i tuoi affari. Se veramente voi essere un telo protettivo della città ti aiuteremo, se al contrario comincerai a perder il controllo sotto tutto quel potere ti prenderò a pugni fino a quando non ritroverai in senno>>

<<Certamente>> sorrise Chanyeol, tendendogli una mano in segno di accordo, che l'altro strinse tranquillamente.

<<Grazie Minseok>> scattò Baekhyun, abbracciandolo, e così fecero anche gli altri, ripetendogli quanto fossero fieri di avere un capo come lui, stretti in un abbraccio collettivo. 

Zitao si lanciò al centro della stanza, presentandosi in modo amichevole agli altri, con cui aveva intenzione di far amicizia, trascinandosi dietro Yifan che ancora indossava un cipiglio sul viso.

<<Problemi, saranno solo problemi>> sbuffò in modo teatrale.

<<Oh, tu non hai nemmeno idea quanti>> gli disse Minseok tranquillo in un sorriso <<Ma ti ci abituerai>> 

Allooraaaaaa, piccole considerazioni. 

Il capitolo è uscito lungo, ero indecisa se dividerlo, ma poi ho deciso di mantenerlo così. 

I ringraziamenti (Con cui sono sono brava). 

Voglio ringraziare chiunque sia arrivato fino alla fine, e spero che la storia seppur breve vi sia piaciuta. Non ringrazio per le stelline, ma più che altro per i commenti, dove mi avete fatto capire cosa pensavate della storia, perché per me è quello che conta maggiormente. Più di tutti voglio ringraziare piccolaRobyper i suoi commenti chilometrici e gli scleri in privato per avermi fatta ridere ad ogni capitolo, continuando a spronarmi anche quando mi sentivo incerta sui capitoli. 

Detto questo, grazie ancora a tutti \(^.^)/

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