(TW: suicidio)
Il pavimento del bagno non era mai stato così scuro.
Le mattonelle, solitamente di un azzurrino e bianco, erano nere, anzi, di un rosso cremesi.
La vasca, piena di acqua rossa, era come il Nilo durante le piaghe d'Egitto, ed il brusio delle stesse cavallette annebbiava la mente di Silent.
Un uomo dall'accenno di barba, gli occhi scuri, i capelli ricci e neri, tenuti in un piccolo codino. La camicia che vestiva, ora inzuppata di rosso, continuava ed essere macchiata dai polsi recisi del vampiro.
Com'era riuscito, un vampiro, a togliersi la vita? Sicuramente, i bracciali d'argento che portava, erano riusciti a rallentare la guarigione, e così aveva fatto il Laudano, che lo coccolava nei suoi ultimi attimi.
Il diario del nonno, nello sgabello affianco, lo sgabello usato dai bambini per lavarsi i denti, prima di andare a letto.
C'era odore di morte, di un silenzio non tranquillo, ma che continuava a cullare il vampiro nei suoi ultimi attimi.
Gli occhi semi aperti, il calo di pressione che continuava peggiorare, il cuore che non sembrava pompare ormai sangue.
Le labbra ora bianche, per la mancanza di sangue, rimanevano schiuse, e rimuginavano sui suoi ultimi attimi, prima che il "sonno" lo potesse ormai colpire.
Fine trigger warning
<<Silent? Silent?>> Iniziò a sentire l'uomo, in maniera ovattata, insieme a quelli che sembravano lo schiocchio delle dita.
Provò ad aprire gli occhi, almeno di poco, ma non ci riusciva. Dal nero delle palpebre, sentiva come una luce, puntata su esse, che rendeva rossa la sua visione.
<<Silent? Ancora con la testa tra le nuvole?>>
È lì la voce divenne vivida, e Silent aprì i occhi, quasi di scatto, come se la forza e la vita avesse ripreso a circolare e rianimare il suo corpo.
Occhi grandi e neri, giovani, che mostravano a lui non il suo bagno, ma un accampamento militare.
Guardò il ragazzino davanti a lui, dai capelli bianchi e gli occhi viola, colpiti da spasmi dato il suo albinismo.
Silent prese il tuo taccuino, e così la piccola matita consumata e temperata col coltello,
"Scusa scusa, eccomi. Che c'è Nox?"
Scrisse in tedesco, la lingua che stavano parlando nonostante l'accento francese del ragazzetto davanti a lui, che leggeva attentamente le sue parole.
<<Sei eccitato per l'arrivo del Generale? Ho sentito che prenderà i ragazzi più meritevoli e li porterà a Roma, a servire la Resistenza!>> Disse Nox con un sorriso, i denti lievemente giallognoli e separati, che gli davano, tra le altre reclute, il nomignolo di "Castoro".
Silent fece spallucce,
"Che dice il Comandante?"
<<Niente di che, solo che è l'occasione di una vita>> esclamò con sarcasmo il bianco, ridacchiandosela con le mani nelle tasche dei pantaloni.
Silent si guardò un attimo attorno, quasi disinteressato dall'eccitazione dell'amico.
Bayerischer Wald.
L'odore dei pini, le foglie secche sotto i suoi stivali rovinati, di pelle.
Si guardò le mani, rovinate dall'allenamento, ancora quelle di un bambino.
<<Ci pensi? Tredici anni e già serviamo la Resistenza con onore!>> Esclamò con un pugno al petto e l'animo giocoso di un bambino,
<<Almeno, se ci prenderanno a Roma...>> Sorrise poi Nox, la finestrella nei suoi denti che lo faceva fischiettare appena quando parlava, rendendolo ancora più buffo.
Silent riportò lo sguardo su di lui, gli occhioni color carbone che non sembravano aiutare la decifrazione delle sue emozioni.
<<Per ora, vedete di difendere l'accampamento dai vampiri, mocciosi>> disse un ragazzo dietro di loro, dall'accento italiano, facendo girare i due ragazzini.
Philip Stradivarius Holland, umano, proprio come gli altri due.
Era arrivato qualche anno prima, insieme a Nox, quando ancora erano dei bambinetti.
<<Solo perché siamo un anno più piccoli di te, non significa che siamo dei mocciosi, moccioso!>> Si difese Nox dal ragazzo, le mani posate sui fianchi che davano, invece che un'aria autoritaria, una più buffa e ridicola.
Philip, dai capelli biondi e tenuti in un codino, fece una smorfia ai due, tenendo le braccia incrociate.
<<Sì, Sì, come vuoi>> disse Philip, vestito come i due con la sua divisa.
Era più alto, dai capelli di un biondo colore grano, il naso dritto, senza gobbe o punte in sù, e il viso tagliente, così come la sua lingua. Gli occhi, azzurro cielo, tenevano sempre quell'aria di sfida e fastidio, che il ragazzo proprio non riusciva a togliersi, forse colpa della sua istruzione pre-resistenza.
<<In ogni caso, vi consiglierei di prepararvi e sistemare la vostra baita come gli altri, il Generale è a minuti da qui, e con lui ci saranno anche i Finlandesi. Quindi, fateci fare una buona figura, mh?>> Disse il più grande, ricevendo un piccolo accenno da parte di Silent, e, ovviamente, una smorfia da parte di Nox.
Nonostante tutto, però, l'albino fece come il più grande gli disse di fare, prendendo la mano del corvino e trascinandolo nella baita.
Nell'accampamento, c'erano quattro baite: tre grandi, disposte in cerchio, davanti ad un falò, dove stavano dieci ragazzi a baita, e l'ultima, più piccola, ospitava il Comandante, ed era più distante dalle altre, molto più in profondità, nei boschi bavaresi.
Nox e Silent, quindi, entrarono in quella di mezzo, ordinata e pulita...a parte i loro letti, ovviamente.
Essi erano in fondo, pieni di libri, coltelli, e semplicemente in disordine.
<<I ragazzi Finlandesi dormiranno dai noi? Insomma, siamo gli unici con dei letti vuoti>> disse Nox, procurandosi un cenno di testa da Silent, che prese a sistemare, nel suo comodino, sia le sue armi, che i libri che aveva.
Ne prese uno in mano, sedendosi sul proprio letto,
"Dracula di Bram Stoker"
<<Gesù, se ti beccassero con quella robaccia non so che fine faresti>> disse Nox,
"Intendi i vampiri o gli umani?" Chiese Silent alzando un sopracciglio, ovviamente mimando con il labiale. Questo lo faceva solamente in privato, così che gli altri non potessero capirlo, o, in alcuni casi, quando semplicemente non aveva voglia di prendere il taccuino.
<<Entrambi! Dove l'hai trovato, al mercato nero? Sai che non ne vale la pena correre il rischio, specie quando ambe le parti non vogliono la diffusione di certi materiali. E poi, non è nemmeno accurato>> borbottò mentre si sedeva sul letto del ragazzo, così da vedere bene la copertina,
<<Oddio, ma è un originale? Avrà più di cinquant'anni questo libro, uno del pre-colonialismo>> commentò il ragazzo,
"No, non lo è. Dovresti metterti gli occhiali, si vede che non ci vedi una minchia" commentò, Silent, muovendo le labbra.
Nox quindi prese gli occhiali dal proprio letto, completamente distrutti e aggiustati con lo scotch,
<<Effettivamente sarebbe stato strano. I vampiri, quando sono arrivati qui, hanno bruciato libri del genere. Ci credi che si pensava il sole fosse mortale per i vampiri? Avremmo risolto questa storia cinquantanni fa...>> Se la rise appena Nox, guardando Silent sistemare il proprio libro dentro il comodino, facendo così anche per un diario in pelle.
Guardò poi le proprie mani, dove, al pollice, vi era un anello in ferro. Era abbastanza grosso, con una specie di piccolissima vite su esso, che lo faceva impigliare in tutto.
Lo prese, togliendoselo con la mano sinistra.
Dentro, vi era inciso "P.R.", in corsivo, e l'anello aveva il simbolo degli Ordi, con le due Zanne e il catenaccio che le collegava.
Stranamente, lì, Nox non sembrò dire molto, guardando Silent mettere l'anello dentro il comodino.
Il ragazzo però, sembrò incantarsi un attimo a guardare il mobile, il respiro si fece lievemente pesante, e strinse con le mani i propri pantaloni. Si alzò di scatto, prendendo coltello e arco,
<<Vai a cacciare? Io mi sa che rimango qui, ci vediamo appena all'arrivo Generale, non fare tardi>> commentò Nox, sedendosi invece nel suo letto, in silenzio, preferendo prendere il proprio coltello ed un pezzo di legno lì vicino, così da intagliarlo.
Silent quindi, uscì dalla baita, come sempre in silenzio. Maggiorparte dei ragazzi erano lì, ad allenarsi, e altri a scuoiare gli animali cacciati per cena. Il corvino teneva lo sguardo incollato sulle prede, così le mani sporche di sangue dei suoi compagni, che macchiavano le pellicce dei cinghiali ormai morti.
Fece un lungo respiro, inoltrandosi invece nella foresta, distraendo la mente e tenendo l'arco pronto all'uso, in ogni secondo.
Sapeva che non sarebbe stato scelto dal Generale, dopotutto un muto a parte non confessare non era utile a molto.
Ed in un certo senso, a lui non importava molto di stare in Baviera o a Roma, e da Roma in qualsiasi altro posto dove sarebbe stato mandatonin seguito.
Non era di suo interesse, specie in quel momento.
Era stanco, si sentiva senza energie, e le mani gli tremavano appena.
Sapeva bene cosa questo volesse dire, ed egli sapeva anche cosa dovesse fare.
Era un umano, si, almeno così si definiva lui, ma, in alcune situazioni, la fame sembrava prenderlo alla sprovvista.
Era più forte degli altri ragazzi, nonostante fosse gracile, ma non spiccava così tanto, forse per la sua pigrizia.
Prese il suo taccuino, sfogliandolo sono ad una delle ultime pagine, dove vi era una tabella con i giorni della settimana. In essi alcune caselle erano colorate di graffite, e altre vuote, bianche. Silent si morse appena il labbro, vedendo come l'intera settimana dell'inizio di Settembre fosse vuota. Segnò quindi il venerdì, colorandolo e riponendo il taccuino a terra, dolcemente, così da non fare rumore.
Fece un altro respiro profondo, cercando di calmarsi, e alzò di poco la testa, trovandosi davanti un leprotto, separato dal ragazzo da un cespuglio di more.
Le foglie verdi coprivano la sagoma dell'umano, e per un attimo, il corvino ebbe davanti un quadro, un attimo d'istante.
Era tutto immobile, il momento perfetto ormai giunto.
Silent si morse il labbro, quasi a farlo sanguinare. Sentiva quasi il battito del cuore dell'animale, che, paralizzato, non sembrava intenzionato a muoversi. E quindi, prendendo una freccia e preparando di nuovo l'arco, mirò al piccolo animale.
Schioccò la freccia, ma in una frazione di secondo, la lepre era già scappata, Ancor prima di essere presa.
La lepre però scappò, e si la terra sembrò vibrare: erano arrivati.
Si alzò, prendendosi il polso così da tenere ferma la mano.
Sentiva bene, e il rumore dei cavalli in lontananza erano ben udibili.
Strinse quindi i denti, andando verso il centro dell'accampamento, dove il Generale era.
Il Generale, Marcus Fontana.
Dai capelli nerii, brizzolati e ricci, il baffo dai ciuffi bianchi, la corporatura allenata. Era di bell'aspetto, curato, non come i ragazzi davanti a lui, pieni di polvere e sudore.
Fece un bel sorriso a tutti, scendendo dal proprio cavallo nero.
<<Comandante Keller, felice di incontrarla di nuovo>> disse lui con un sorriso, salutando con una stretta di mano il comandante.
Egli invece era un uomo dai capelli bruni, sulla trentina, con un accenno di barba ed una cicatrice sul collo.
<<Il piacere è mio, Generale>> disse lui il tedesco, stringendo la mano dell'uomo.
Nel mentre, da un cavallo bianco, scese una ragazza dalle folte trecce bianche, anch'ella albina, anche se parziale, non come Nox.
Il signor Fontana sorrise, facendo avvicinare la ragazza, posandole una mano sulla schiena, incoraggiandola a fare un passo avanti.
<<Ella è mia figlia Speranza, prossima in comando, mi accompagna durante questa spedizione per Insegnarle il lavoro>> disse lui, mentre la ragazza, dallo sguardo serio, porgeva la mano all'uomo. Aveva quindici anni, così come i ragazzi scandinavi dietro il Generale, che avevano iniziato a scendere da cavallo.
Tra di loro spiccava in altezza un ragazzone di quindici anni, dai capelli biondi ed il bel sorriso bianco. Era un armadio, in confronto alle reclute tedesche, ed infatti, oltre il Generale e l'unica ragazza del luogo, attrasse l'attenzione di Nox, che ora si era messo affianco al corvino, con un sorrisetto e le mani in tasca.
<<L'hai visto? Allora è vero che gli scandinavi sono alti>> disse lui con il solito sorrisone, beccandosi una piccola occhiata da Silent.
Le sue pupille erano dilatate, tremavano, così come le sue dita, arrossate dalla leggera e fredda brezza che annunciava l'arrivo dell'autunno.
La sua attenzione venne però catturata da Fontana, che prese a parlare ai ragazzi, ormai tutti riuniti e che, con muto rispetto, non fiatavano. Tutti a parte Nox, ovviamente, che continuava a bisbigliare commenti al corvino.
<<Sapete bene il perché della mia presenza, quindi non mi dilungherò troppo>> disse l'uomo, con i finlandesi da una parte e dall'altra, ovviamente, la figlia ed il Comandante.
La ragazza infatti, prese un piccolo diario da una grande tracolla di pelle, passandolo al padre,
<<I ragazzi scelti quest'anno, in anticipo, sono: Philip Holland, Joël "Nox" Petit, Harmand Dubois, Adler Fischer....>> Prese ad annunciare l'uomo.
Nox, appena sentì la notizia, sorrise, prendendo il braccio di Silent e scuotendolo, saltellando per l'eccitazione,
<<Hai sentito Silent? Hai sentito? Mi hanno scelto! Hai sentito? Hai sentito?>> Prese a ripetere come un matto,
<<E...Silent?>> Chiese quasi, Fontana, come a capire se esso fosse un soprannome o un nome vero a proprio.
E allora, ovviamente Nox sembrò ancora più animato dalla notizia che l'amico era stato preso, continuando quel suo teatrino.
Silent invece, sembrava molto più contenuto di lui, e non diede cenno di apprezzamento alla notizia.
<<Ovviamente alla fine dell'anno i più grandi ci raggiungeranno a Roma, ma per ora, chi inizierà la specializzazione, sono questi>> specificò infine l'umano,
<<Detto questo>> aggiunse, sistemandosi il cappotto,
<<Domani si partirà all'alba, fatevi trovare alle cinque del mattino davanti alle capanne. Prenderemo dei cavalli e partiremo. Non ritardate.>> Concluse con un sorriso smagliante, lasciando che la folla di ragazzi si dissipasse.
Nox prese ancora il braccio di Silent, così da andare da i ragazzi Finlandesi.
<<Uh- parlate il tedesco?>> Chiese lui ad uno, ricevendo degli sguardi,
<<L'inglese però lo capiamo>> rispose però il più alto, con il suo sorrisone.
Nox infatti prese a saltellare,
<<Oh, bene! Bene! Io mi chiamo Nox e lui è Silent. Siete stati scelti anche voi quindi? Come vi sembra il Generale? E la figlia? Non sapevo ne avesse una!>> Prese a parlare a macchinetta, lasciando tutti abbastanza intontiti dal suo parlare, a parte il più grande,
<<Simo Hanya, piacere. Il Generale? È terrificante. La figlia? Pure>> prese a ridacchiare,
<<Serio? Ma sembra un uomo così tranquillo!>> Continuò Nox, senza rendersi conto che il Comandante fosse dietro di loro.
Infatti, Keller, mise una mano sulla spalla di Silent, che sembrò tremare appena al suo tocco.
<<Congratulazioni ragazzi, vedo che state già facendo amicizia. Nox, vedi di portare i nostri ospiti alla capanna. Silent, potresti raggiungermi alla mia?>> Chiese il signore, ricevendo un accenno da Nox, che prese a portare allegramente il gruppo agli alloggi.
Silent invece, non rispose, camminando con il signore verso i suoi alloggi.
Ormai aveva fatto sera, ed il tramonto era vicino.
<<Sono stato io, a fare la selezione. Spero tu sia felice del risultato. Ti sei distinto>> prese a conversare Keller, camminando con Silent, che nemmeno lo guardava in viso.
La fame era terribile, così come l'ansia che lo mangiava da dentro.
Distinto? Cazzate, sapeva bene perché fosse riuscito a passare lui. Gli era stato...promesso, possiamo dire.
Arrivati davanti all'alloggio del Comandante, egli aprì la porta, lasciando che Silent entrasse.
Entrò poi lui, chiudendo la porta dietro di sé.
Silent, che gli dava le spalle, sentì un piccolo "click" di una serratura, e chiuse gli occhi, torturandosi le mani.
<<Che c'è, nervoso?>> Chiese l'uomo sbuffando una risatina, accarezzando appena la schiena del corvino, prima di mettersi davanti a lui.
Gli prese il mento con due dita,
<<È merito tuo se andrai a Roma, Silent>> sussurrò l'altro, leccandosi le labbra e sorridendo appena, accarezzando poi con un pollice la guancia del ragazzino, che tremò ancora.
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