11· Ryan.
Niall si svegliò di colpo. Allungò il braccio verso la sua destra, cercando il corpo di Ryan, ma le sue dita toccarono solo il lenzuolo freddo. Gemette frustrato, mettendosi a sedere sul letto. Il sole timido di Parigi illuminava fin troppo la stanza, costringendo il biondo a stropicciarsi gli occhi per qualche secondo prima di abituarsi completamente alla luce del sole. Si stiracchiò prima di sospirare e buttarsi ancora nel letto.
"Ryan!" urlò "Dove sei?" chiese aspettando una risposta, ma nulla. In casa regnava un silenzio tombale. Preoccupato, si alzò dal letto e andò in corridoio. "Ryan?" chiamò ancora, ma nessuna risposta. Scese velocemente le scale, per avviarsi verso il salotto. "Se questo è uno scherzo, non è affatto divertente!" urlò quando vide l'ennesima stanza vuota. "Ryaaan!" canticchiò infastidito entrando in cucina. Aprì di scatto la porta della dispensa, lanciandoci un'occhiata veloce, nel caso lei fosse stata lì dentro. "Ma che cazzo?" chiese confuso, quando scorse un post-it attaccato alla porticina del forno microonde.
'Mai prendere ciò che non ti appartiene.' Vi era scritto sopra.
"Cazzo, no!" gridò quando collegò tutti gli avvenimenti.
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"La colazione." disse Luke entrando nella stanza, poggiando il vassoio sul letto, ai piedi della ragazza. Lei calciò il piatto, facendo rovesciare a terra le pietanze. Alzò di scatto lo sguardo, incrociando gli occhi azzurri di Luke.
"Riportami da Niall." parlò a denti stretti. Il ragazzo davanti a lei rise leggermente, scuotendo la testa. "Ma non ci penso neanche."
"Perché? Perché tutto questo? Che ti abbiamo fatto? Che ti ha fatto Niall?" urlò agitata, cominciando a piangere.
"Niall deve imparare a non prendere le cose che non gli appartengono."
"Io non sono mai stata tua." sputò
"Non ho mai detto questo." parlò prima di alzarsi dal letto e uscire dalla stanza, beccandosi qualche sguardo confuso da parte della mora.
"Ti ricordi di lui?" chiese rientrando nella camera con un altro ragazzo. Ryan schiuse le labbra, era stupita ma più che altro spaventata.
"No, ti prego." sussurrò.
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