1 · Folla silenziosa e sguardi fastidiosi.
Era una fredda mattina di fine settembre quando la sua sveglia suonò, ricordandole che da quel giorno sarebbe ricominciata la scuola, le derisioni e le sofferenze.
La ragazza dai capelli color rame si alzò di malavoglia, abbandonando il calore del suo letto e si avviò verso il bagno. Osservò il suo corpo allo specchio, era magro, la sua pelle era come la porcellana e metteva in risalto i lividi violacei ancora evidenti, seppur passati mesi dall'accaduto. Rabbrividii al ricordo che ormai da settimane la torturava.
Camminava a passo svelto tra le vie strette del piccolo paese, odiava essere in ritardo ma quel giorno era fin troppo in anticipo. Sentì una goccia di pioggia caderle tra i capelli, imprecò tirando su il cappuccio della sua felpa nera oversize. Teneva lo sguardo basso per paura dello sguardo della gente, spesso veniva criticata per la sigaretta che era solita a stringere tra le labbra rosse come il sangue, ma lei se ne fotteva, aveva bisogno di quel fumo, che chiunque sapeva che non era tabacco.
Alzò di scatto lo sguardo per capire chi le avesse urtato la spalla, i suoi occhi azzurri tendenti al grigio si scontrarono con quelli scurissimi del ragazzo che poco prima l'aveva colpita. Ritirò subito il suo sguardo, odiava fissare la gente e la gente odiava fissare troppo lei. Spostò lo sguardo sulle sue mani, lo smalto nero si stava sgretolando. Riprese a camminare verso la scuola, dopotutto odiava essere in ritardo.
Varcò il cancello di quella scuola tanto odiata, il suo benvenuto furono occhiatacce e bisbigli alle orecchie, attraversò il cortile a testa bassa, al suo passaggio tutti si zittirono, ammirando la muta e ricordando la sua storia. Li mandò tutti a 'fanculo mentalmente mentre apriva la porta d'entrata dell'edifico. Al suo interno le cose non cambiarono più di molto, l'atrio si zittì. A lei piaceva il silenzio, ma non in quella circostanza.
Attraversò il corridoio, dirigendosi verso gli armadietti.
'Merda.' Sussurrò lei, quando qualcuno la spinse facendole cadere i libri
'Oh, scusami, te li raccolgo!' si scusò un ragazzo dai capelli neri. 'Tieni' concluse, porgendole il libro di storia e il quaderno di diritto. Appena il ragazzo alzò lo sguardo, lei sussultò. Lui sorrise appena e aprì la bocca per presentarsi, ma la ragazza corse via, facendo finta di cercare la classe per la prima ora di lezione.
'Ehy, aspetta!' urlò il ragazzo dietro di lei, afferrandole il polso. A questo gesto lei si irrigidì, ricordando quella notte, da dove tutto ebbe inizio.
'Amico, che fai? Non star a perder tempo con muta, andiamo' la voce di un altro ragazzo si aggiunse alla "conversazione".
Il ragazzo dai capelli scuri si allontanò con il suo gruppo di amici, lasciando la ragazza dagli occhi color ghiaccio da sola in mezzo al corridoio.
D'un tratto lei si girò, incontrando i suoi occhi con i quelli del ragazzo del vicolo stretto. Di nuovo.
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