🎵Guerriero~Marco Mengoni
Sbuffo per l’ennesima volta durante questo tragitto in macchina. Inutile dire che sono in ansia, perché è lo sono e anche tanto. “Ho appena compiuto 27 anni e sono ancora in ansia per incontrare i genitori del mio ragazzo. Perfetto direi!” penso nella mia testa. Mi rendo appena conto che ho compiuto gli stessi anni come il numero del mio ragazzo e questa cosa mi fa sorridere. Non sono mai stata così in ansia neanche prima di un incontro di boxe. Appoggio il gomito sulla portiera e osservo la città di nascita di Nicolas, Emmerich am Rhein. <Che hai?> mi chiede il mio ragazzo voltandosi brevemente verso di me. <Hai anche il coraggio di chiedermelo?> sbotto io voltandomi a guardarlo. Lui si sistema gli occhiali da sole non curante. “E’ ovvio perché quella in ansia sono io e non di certo lui!”. <Devi cercare di tranquillizzarti> prosegue lui ritornando a guardare la strada. <Più facile a dirsi che a farsi…> dico a bassa voce per non farmi sentire, ma lui mi sente comunque. <Che hai detto?> mi chiede infatti. <Lascia perdere> mormoro tornando a guardare fuori. <Christine…> cerca di dire, ma io lo blocco ed esclamo esasperata <Sono in ansia, ok? Sono MOLTO in ansia>. Lui non mi risponde e sorride, anzi ridacchia. <Ma che hai da ridere?> sbotto io. Lui non smette, anzi, inizia a ridere di gusto. Io lo guardo e sorrido. <Sei un cretino> gli dico dandogli un pugno non troppo forte, ma deciso sul braccio. Lui mi sorride e mi soffia un bacio. <Mi ami, lo so> prosegue ritornando a guardare la strada. <Io non ne sarei così sicuro> gli dico provocandolo. Lui mi guarda sorridendo e io gli faccio la linguaccia. Non smetterò mai di amarlo, anche se a volte può essere davvero odioso. Poco dopo ci fermiamo davanti a una villa bella e grande. Usciamo dalla macchina insieme e sento che iniziano a sudarmi le mani. Prendo un bel respiro per cercare di calmarmi, ma è inutile. Nicolas nota ancora una volta la mia tensione e mi prende per mano. <Ehi> mi dice, guardandomi negli occhi e sollevando sulla testa gli occhiali da sole <Andrà tutto bene>. Io annuisco e poi suona il campanello. Sento che sto per avere un infarto, dato che i battiti del mio cuore sono aumentati a dismisura. Sento dei passi, vedo la porta aprirsi e mostrarmi la figura di una donna sulla cinquantina. <Nicolas!> esclama con un forte accento tedesco e abbracciando il mio ragazzo. Dai tratti fisici posso facilmente intuire che questa è sua madre. Una volta sciolto l’abbraccio con il figlio, si rivolge a me con un sorriso. <Oh, tu devi essere Christine! Piacere Susanne> mi dice porgendomi la mano. Io la stringo sorridendo. “Per lo meno sembra simpatica!” <Ma venite dentro! Entrate pure!> ci dice portandoci dentro. Nicolas mi rivolge uno sguardo del tipo “Visto che avevo ragione?”. <Klaus vieni che è arrivato Nico con la sua ragazza!> esclama la donna probabilmente riferendosi al marito. Intanto ci accompagna nel salotto. È una casa classica con le pareti bianche e soffitti alti. Io e Nicolas ci sediamo sul divano in pelle marrone. Io sono ancora molto agitata. Nicolas lo sa e per questo si avvicina al mio orecchio, col suo fiato che mi colpisce dritto il viso. <Cerca di rilassarti> mi sussurra, ma questo cosa mi provoca milioni di brividi lungo la schiena. <Allora com’è andato il viaggio?> ci chiede Susanne sedendosi su un altro divano. <Bene tutto sommato> le rispondo ma non posso dire altro che un uomo si precipita nella stanza. <Eccoti finalmente!> esclama Susanne, rimproverando il marito. <Scusami cara, ma stavo sistemando delle cose in giardino> le risponde e appena vede il figlio gli si illuminano gli occhi. <Nicolas> dice e il mio ragazzo si alza per abbracciarlo. I due si abbracciano e si danno delle pacche sulle spalle. Si vede subito che hanno un rapporto speciale. Una volta sciolto l’abbraccio si rivolge a me e io mi alzo per stringergli la mano. <Klaus Dieter, piacere di conoscerti> mi dice sorridendo. <Il piacere è mio> dico ricambiando il sorriso. Quest’uomo mi sembra simpatico e dal suo aspetto sembra quasi un boscaiolo con quella camicia a quadri. Mi chiedo da chi Nicolas abbia preso la sua bellezza. Mi risiedo accanto a Nico che è tranquillo come sempre. <Allora tu sei la famosa Christine di cui ci ha parlato Nico eh?> dice Klaus sedendosi sulla poltrona come un vero padrone di casa. Io annuisco. <Ma sai che è più bella di come ci hai detto al telefono?> prosegue guardando il figlio. Io arrossisco e Nicolas anche (che però non lo ammetterebbe mai) e ci mettiamo a ridere. L’atmosfera è più leggera di quanto pensassi. Il padre di Nicolas mi osserva come se cercasse qualcosa di me. <Ma tu sei la cugina di Daniel Ricciardo?> mi chiede poi ad un certo punto. <Sì> rispondo io piano. <Immaginavo, c’è qualcosa che mi ricorda lui> mi risponde. Io sorrido timidamente. <Sì, siamo molto legati> rispondo ancora. <E’ un ragazzo veramente simpatico, l’avevo incontrato per il paddock una volta> prosegue il padre di Nico. “Se gli sta simpatico mio cugino, spero di stargli simpatica anche io” penso nella mia testa. <Allora Christine, dove vivi?> mi chiede poi Susanne. <Vivo in un appartamento a Londra, ma fino all’ultimo anno di superiori vivevo in Australia con i miei zii e mio cugino> le rispondo. <Oh che bello! E che lavoro fai a Londra?> <Mi sono laureata in lingue, ma lavoro come fattorina in una pizzeria italiana> dico con un sorriso. La donna mi sorride, ma posso notare che la mia risposta l’ha colpita in qualche modo, non so se in positivo o in negativo. <Mi sembri una ragazza molto sportiva, pratichi qualche sport?> mi chiede il marito. Sinceramente mi sembra di essere in un’intervista, ma penso che funzioni così quando devi conoscere i genitori del tuo fidanzato. <Faccio boxe> a quella risposta cala il silenzio nella stanza. Susanne guarda il marito come se volesse dirgli qualcosa con lo sguardo. Klaus la ignora e si rivolge a me con un sorriso <Non è facile trovare una ragazza che fa boxe al giorno d’oggi. Ti ammiro molto per questo>. Io arrossisco un poco e sorrido in risposta. <Grazie mille signore> rispondo io. Alla mia risposta però Susanne fulmina il marito con lo sguardo. Io faccio finta di niente. <Bene!> esclama la donna alzandosi dal divano. <Tra poco è ora di pranzo e devo preparare. Vorresti darmi una mano Christine?> mi propone. Io annuisco e mi alzo per raggiungerla, sotto lo sguardo felice di Nicolas.
Nico pov’s
Sono in giardino con mio padre. Lui sta tagliando la legna alla vecchia maniera, cioè posizionando un pezzo su un tronco e tagliandolo con l’accetta, e io metto via i pezzi. Sono in sovrappensiero e quando metto via l’ennesimo pezzo di legna, guardo dalla finestra mia madre e la mia ragazza che stanno cucinando. Mi scappa un sorriso. Sapere che va tutto bene tra lei e i miei genitori mi fa stare bene. <Nicolas> la voce di mio padre mi riporta alla realtà. Mi volto verso di lui e vedo che prende un nuovo pezzo di legna, lo mette sul tronco per tagliarlo, ma non lo fa e sta con l’accetta a mezz’aria. Mi guarda e mi sorride. <Tu la ami tantissimo vero?> mi chiede non sciogliendo quel sorriso. Io annuisco sicuro. <L’avevo intuito> mi risponde per poi tagliare in due quel tronchetto con un colpo secco. Io lo guardo confuso e prendo i due pezzi e li metto insieme agli altri. <Papà, lei è diversa. Non è come le altre. Io la amo e darei tutto per lei. I-Io non so come dirlo, ma quando sono con lei è diverso. Mi sento libero, posso essere tranquillamente me stesso senza che lei mi giudichi> dico senza pensare. Mio padre mi sorride tirato. <Ho visto che è diversa Nicolas. E non la cambierai. Mi sembra una brava ragazza, però…> prosegue titubante. <Però cosa?> gli chiedo io cercando di capire dove vuole andare a parare. <Però… non voglio che tu ti faccia distrarre troppo ecco> <COSA?!> dico alzando la voce. <Nicolas non fraintendermi però…> cerca di dire. <Pensi che non sia abbastanza capace da distinguere la vita privata dalla mia carriera? Non sono un adolescente alle prese con i kart, papà! Sono in Formula 1, cazzo!> esclamo io allargando le braccia. <Però non hai ancora raggiunto nessun podio!> dice alzando di più la voce. A quelle parole mi ammutolisco. <Senti Nicolas, io non voglio dare la colpa a quella ragazza della tua sfortuna, però voglio che tu mi prometta che non ti farai distrarre troppo> mi dice guardandomi dritto negli occhi. <Certo> gli rispondo alzando gli occhi al cielo. Finisco di aiutarlo per poi entrare di nuovo in casa. Trovo Christine di spalle ai fornelli. Lei è una bellissima ragazza, ma non è solo questo. Lei è coraggiosa, dolce e… ed è la cosa più bella che mi sia capitata. Non voglio perderla. Mi avvicino a lei e l’abbraccio da dietro posando le mani sui suoi fianchi. Lei sorride, ma continua a girare la salsa al pomodoro. <Ciao> mormoro lasciando dei piccoli baci sul suo collo. <Hallo> mi risponde in tedesco. Mi fa impazzire quando parla in tedesco. <Come sta andando?> le chiedo cullandola tra le mie braccia. <Bene credo> mi risponde non sciogliendo il suo meraviglioso sorriso. <E tu?> mi chiede poi lasciando il mestolo nella pentola e voltandosi verso di me. <Tutto a posto> le rispondo sorridendo. Non mi va di dirle della “discussione” con mio padre per non farla preoccupare. Mi immergo nei suoi occhi marroni, dei quali mi innamoro sempre di più. Lei non dice nulla e appoggia una mano sulla mia guancia e l’accarezza piano. <Nicolas…> mormora con voce dolce e il desiderio di baciarla si fa sempre più forte. Mi avvicino di più al suo viso e poso le mie labbra sulle sue, dando vita a un bacio dolce. La sua mano si sposta dalla mia guancia ai miei capelli. Di solito non mi faccio toccare i capelli da nessuno e non mi piace quando lo fanno, ma se si tratta di lei… Dio, mi fa perdere la testa. Continuiamo a baciarci fino a quando dei passi nella nostra direzione non ci costringono a separarci in tutta fretta. <Oh scusate non volevo interrompervi!>. La voce di mia madre mi giunge alle orecchie. <Non si preoccupi. Nicolas mi stava… ehm… aiutando> risponde Christine. Mia madre annuisce sorridendo e controlla la salsa nella pentola. <Direi che è pronta. Andate pure di là a sedervi, porto io i piatti> esclama poi mia mamma e io e Christine andiamo in sala da pranzo. <Aiutando eh?> le sussurro all’orecchio mentre ci sediamo uno a fianco all’altra. Lei mi guarda male e io ridacchio. Per provocarla ancora di più, metto una mano sul suo ginocchio. Osservo la sua reazione, ma non ce n’è. Io ho voglia di divertirmi, perciò, la mia mano risale lungo la sua gamba per poi arrivare alla sua coscia. La vedo deglutire, ma ancora non c’è alcuna reazione da parte sua. Quando sto per risalire ancora di più, lei mi blocca il polso. <Finiscila> mi dice spostando la mia mano. Mi diverte provocarla e mi piace ancora di più quando di arrabbia. Io ridacchio mentre mia madre porta i piatti in tavola. Il pranzo prosegue per il migliore dei modi, chiacchierando e anche con qualche risata, e inizio a pensare che non c’è nulla che potrebbe guastare questa bella atmosfera.
Christine pov’s
Dopo pranzo, Nicolas è uscito per andare al supermercato e comprare delle cose per i suoi genitori. Io sono rimasta a casa, anche perché il cielo fuori è molto nuvoloso e minaccia pioggia. Sono in salotto e mi aggiro per la stanza osservando le foto di Nicolas quando era sui go-kart o di quando era piccolo. I suoi genitori devono essere veramente orgogliosi di quello che è riuscito a raggiungere, a prescindere da quel cattivo record in Formula 1.
Ad un certo punto sento delle voci e riconosco quelle dei suoi genitori. Cammino verso i rumori e mi fermo davanti a una porta socchiusa dove ci sono Susanne e Klaus Dieter. Sento che stanno parlando di qualcosa e poi sento il mio nome. Cerco allora di ascoltare la loro conversazione. <Non puoi giudicarla se la conosci a malapena> esclama Klaus. <La conosco abbastanza per capire che tipo di persona è!> ribatte Susanne. <E com’è sentiamo?> dice Klaus. <Soldi! Lei vuole i soldi! Per quale motivo secondo te sta con Nicolas, eh?>. Alle parole di Susanne sento la rabbia montare dentro di me. “Pensa seriamente che io stia col figlio per i soldi o la fama?!”. <Ma cosa dici?! Non mi pare proprio il tipo!> ribatte il marito. Sorrido alle sue parole. “Meno male che c’è qualcuno che mi difende”. <Klaus, sai quanto bene voglio a Nicolas e vogliamo entrambi il suo bene, ma non puoi dire che lei è la ragazza giusta per lui!> <Ne abbiamo parlato e lui è convinto di questa cosa. Lui…> cerca di dire, ma viene bloccato dalla moglie <Non capirebbe perché è innamorato! Ha occhi solo per lei! E comunque non è quella giusta per lui, punto!> <Sentiamo le tue motivazioni!> <Non è alla sua altezza! Come può pensare di stare con una fattorina di pizze che per giunta fa anche boxe?! È un maschiaccio! Dovrebbe stare con una ragazza che non sia un gradino sotto di lui, che abbia un lavoro con un bel guadagno, tipo…> <Tipo chi, eh?> sbotta il marito. <Tipo Egle! Lei sì che era una ragazza per bene!> esclama lei. <Lei era bella, all’altezza di Nicolas, aveva un bel lavoro e stavano bene assieme! Questa ragazza invece non ha femminilità, non ha…>. Non ascolto più le sue parole. Mi allontano da quella porta in lacrime. Sento che la realtà mi viene sbattuta in faccia, un’altra volta. Io non sono per lui. Io sono solo una fattorina di pizze. Io… io non sono nessuno. Mi copro la bocca con una mano per trattenere i singhiozzi in modo che non mi sentano. Corro verso la porta d’ingresso prendendo al volo la mia felpa e le chiavi della Renault di Nico. Devo andare via da questa casa. Salgo sulla macchina di Nico in tutta fretta. Accendo il motore e parto senza una meta. Le lacrime mi appannano gli occhi, ma riesco ancora a guidare. Io sono una cretina. Io sono stata una stupida anche solo a pensare che io e Nico saremmo potuti stare insieme senza problemi. Continuo a commiserarmi fino a quando non vedo davanti a me un cartello che dice che lì, a pochi metri, c’è una palestra e anche dello spazio per fare boxe. Approfitto subito di questa cosa e parcheggio vicino alla struttura. Mi ricordo che nel bagagliaio avevo lasciato il borsone con tutto quello che mi serve per fare boxe. Lo prendo ed entro nella palestra. Sembro un automa. Faccio azioni senza provare alcuna emozione. Trovo subito la sala dove c’è il ring e indosso il mio completo da boxe (quello che Daniel, Max e Charles mi hanno regalato per il mio compleanno) nello spogliatoio. Non c’è nessuno e questa cosa è di grande aiuto per me. Ho bisogno di sfogarmi. Decido di non indossare i guanti ma solo le bende. Vado al sacco. È successo tutto così in fretta che fatico ancora a metabolizzare il tutto. “Sono un fallimento. Sono solo un’orfana che consegna pizze e che fa boxe…” Scuoto la testa per non pensare. Tiro un primo pugno molto forte. Ma sento però anche un forte dolore alle nocche, questo perché non ho messo i guantoni che mi proteggevano. Però me ne frego e inizio a colpire forte, sempre più forte, con il dolore che cresce e fa sempre più male.
Nico pov’s
<Sono tornato!> grido mentre entro in casa. Non sento nessuna risposta. <Papà?> chiamo ancora ma nulla. Sto iniziando a preoccuparmi fino a quando non sbuca da non so dove mia madre e mi corre incontro abbracciandomi. <Nicolas!> esclama mezza felice. <Mamma cosa è successo?> le chiedo preoccupato. Lei non mi risponde e sorride un poco. Poi quasi d’istinto chiedo <Dov’è Christine?> <Nicolas… ascolta> inizia a dire e io la guardo cercando di ascoltare. <Io e tuo padre ne abbiamo parlato e penso che lei non sia quella giusta per te. Lei non ha un lavoro stabile e poi mi sembra un maschiaccio. Non ha i genitori, come mi avevi detto, quindi…> dice e io mi congelo. Mi allontano dal suo abbraccio. Come si permette a dire delle cose del genere?! Lei è quella giusta per me, senza se e senza ma! Io la amo così com’è e non la voglio cambiare. <Dov’è lei ora?> chiedo io nervoso cercandola con lo sguardo per la stanza. <Abbiamo sentito la porta sbattere mentre io e Klaus stavamo parlando e…> non sento più altro perché sono già corso fuori. Ho compreso immediatamente infatti che Christine ha sentito la conversazione tra i miei genitori. Devo immediatamente trovarla. Provo a chiamarla più volte al cellulare ma squilla a vuoto. Io sono molto preoccupato perché ho paura di quello che potrebbe fare. Vago per la mia città natale cercando di pensare dove potrebbe essere andata. Lei non conosce questa città e quindi ha bisogno di un posto di riferimento. Un posto per sfogarsi… In quell’istante mi si accende la lampadina e mi avvio velocemente verso la palestra dove eravamo passati di fianco all’andata. Mi allaccio di più il mio cappotto perché sta iniziando ad alzarsi il vento. Vedo la mia macchina nel parcheggio e questa cosa mi fa sorridere. Entro di corsa nella palestra e mi dirigo verso lo spazio dove si può fare boxe. E finalmente la trovo, mentre prende a pugni quel povero sacco che non vorrei essere io. Dà un ultimo pugno fortissimo tanto che il sacco cigola e sembra quasi che stia per cadere. Cerca di regolarizzare il respiro mentre uno strato di sudore si forma sul suo corpo. <Christine> mormoro e le si volta di scatto verso di me strabuzzando gli occhi. <Nicolas> dice, ma la sua voce è poco più di un sussurro, un po’ per la stanchezza, un po’ per la sorpresa di vedermi. Corro verso di lei e l’accolgo nelle mie braccia. <Mi hai fatto spaventare Chris, pensavo di non trovarti più> mormoro piano. Lei non dice nulla, posso solo sentire il suo cuore che batte fortissimo. Poi mi allontano un secondo da lei e le prendo le mani, ma lei le ritrae, allontanandosi di più con una smorfia di dolore. <Cosa hai fatto?> le chiedo preoccupato e stupito dal suo gesto. Mi avvicino di nuovo a lei e le riprendo le mani. Sciolgo le bende e sussulto appena le vedo. Le sue nocche sono tutte contuse, piene di lividi e ferite. <O mio Dio> sussurro e lei mi guarda con gli occhi lucidi. La guardo negli occhi e una lacrima scivola lungo la sua guancia. <Mi dispiace…> mormora ma le lacrime continuano a solcare il suo volto. <Per cosa Chris?> le chiedo prendendole il volto tra le mani. <Per tutto. Io sono solo un peso per te. Non sono la ragazza giusta per te Nicolas. I-Io sono un casino. Non p-puoi stare con me. Non ti meriti una come me, ti meriti di meglio. Io…> cerca di dire altro ma io la blocco abbracciandola. Io sono stato uno stupido perché non l’ho protetta. Mi ero ripromesso che l’avrei protetta ma non l’ho fatto. E lei sta soffrendo e non merita di soffrire. Lei inizia a piangere e i singhiozzi scuotono il suo corpo. <Basta piangere, Chris, ti prego. Sto male anch’io> le dico mentre mi si forma un groppo in gola. Le accarezzo i capelli cercando di farla calmare. Dopo qualche minuto, riesco nel mio intento e la guardo di nuovo negli occhi. <Ti prometto una cosa Christine: io ti proteggerò da qualunque cosa. Io starò al tuo fianco e impedirò che qualcuno possa rovinare la nostra relazione. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata e non permetterò più a nessuno di farti piangere> dico queste parole con serietà.
Ti difenderò da incubi e tristezze. Ti riparerò da inganni e maldicenze e ti abbraccerò per darti forza sempre. Ti darò certezze contro le paure, per vedere il mondo oltre quelle alture. Non temere nulla io sarò al tuo fianco, con il mantello asciugherò il tuo pianto…
Le si illuminano gli occhi e sorride di nuovo. Quasi non ci crede alle mie parole. Avvicina il suo viso al mio e mi bacia con trasporto. Ci chiudiamo nella nostra bolla dove esistiamo solo noi due.
E amore mio grande amore che mi credi: vinceremo contro tutti e resteremo in piedi e resterò al tuo fianco fino a che vorrai. Ti difenderò da tutto, non temere mai…
Quando ci stacchiamo sorridiamo entrambi e appoggiamo la fronte uno contro l’altro. <Ti amo Christine Ricciardo> dico guardandola negli occhi. <Ti amo anch’io Nicolas Hulkenberg> mi risponde con un sorriso e baciandomi di nuovo.
Spazio autrice:
Salve bella gente! Inutile dire che ad un certo punto stavo quasi per piangere però ce l'ho fatta! Vi è piaciuto il capitolo? Nelle prossime due settimane sarà difficile che aggiornerò perché sono veramente impegnata con la scuola. E poi il prossimo capitolo sarà veramente complicato da scrivere e voglio davvero farlo al meglio. Immagino avrete già capito di che si tratta quindi mi raccomando preparate i fazzoletti. E nulla che dire spero che continuerete a seguire le vicende di Chris e Nico con piacere!❤🥰
Con questo vi saluto e alla prossima!
Martina
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