14. Piccoli incontri e grandi litigi (vierzehn)

Venerdì. Vado subito al circuito con Dan e Francesco perché voglio fare vedere a Fra com’è un weekend di Formula 1 da “dietro le quinte”. Daniel e Francesco stanno facendo amicizia e questa cosa mi fa molto piacere. <Quindi tu non hai mai provato le lasagne?> chiede Francesco stupito una volta che siamo arrivati ai box. <No, non ancora. Questa splendida ragazza deve ancora farmi assaggiare un sacco di cibi italiani!> dice Dan dandomi un bacio sulla guancia. Poi uno degli ingeneri di Dan lo chiama e ci dice <Oh, mi stanno chiamando. Voi state pure qui ragazzi e divertitevi!> e scappa via dando una pacca sulla spalla a Francesco. Fra sorride felice <Ancora non ci posso credere di essere qui. Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che stai facendo per me> <Non ti preoccupare Fra! Lo faccio con piacere!> gli rispondo sorridendo in risposta. Poi mi abbraccia. All’inizio, questo gesto mi sorprende poi mi lascio andare. Francesco è veramente un bravissimo ragazzo e si merita qualcuno che lo faccia felice per davvero. Guardo le prove libere, come sempre, dal box di Dan. Dall’altra parte Nico cerca di ignorarci, ma ogni tanto lancia occhiate verso di noi. “Vediamo adesso chi vincerà…” penso. È nervoso, glielo leggo nei gesti che fa: stringe le mani in pugno e appena ha finito di parlare con il suo ingegnere mette subito il casco, quasi a mascherare le sue emozioni. Io sorrido soddisfatta. Le prime prove si concludono con Valtteri Bottas, leader del campionato, in testa, Carlos, al suo GP di casa, sesto e Nico e Daniel rispettivamente decimo e undicesimo. Le prove sono state abbastanza tranquille, a parte per Lance Stroll che è andato a muro. Finite le prove io e Francesco andiamo a mangiare cibo francese nell’hospitality della Renault. <Non ci credo. Tu tradisci con il cibo francese la mia patria?! Questa da te non me l’aspettavo Chris!> mi dice Francesco quando stiamo per mangiare. <Dai Fra, il cibo è buono!> ribatto sorridendo, ma lui fa una smorfia di disgusto che mi fa ridere. Rimaniamo lì a parlare fino alle 15:00 quando ritorniamo nei box per le prove libere 2. A Nico ormai non ci faccio più caso, tanto che appoggio il braccio sulla spalla di Francesco e gli sorrido. <Comoda?> mi chiede Fra sorridendo. Ci sediamo su delle sedie e poi gli rispondo sorridendo. <Sì, molto grazie!>. Lui ride e io lo seguo. Per la Renault le sessioni non sono così buone. Ma per ora va “bene” così, basta che non succeda in gara o in qualifica. Finite le sessioni dico a Francesco di andare senza problemi in albergo, mentre io rimango un po’ nel paddock per aspettare Dan dopo le interviste. Ok, lo ammetto: rimango anche perché voglio vedere la reazione di Nico a quello che è successo oggi. Ho una strana passione nel vedere che effetto gli fa stare a vedere me e Francesco assieme. Mentre sono davanti all’hospitality ad aspettare Daniel, vedo che il paddock sta iniziando a svuotarsi. Sento un cagnolino abbaiare e mi volto per vedere da dove viene. Poi vedo una piccola palla di pelo che corre verso di me abbaiando. È un piccolo Pomerania bianco e nero. Corre verso di me e continua ad abbaiare. Quando arriva salta intorno a me scodinzolando e abbaiando. <Ma ciao!> sorrido e lo accarezzo. È veramente un bel cane. Vuole essere preso in braccio, allora lo sollevo e lo metto davanti al mio viso per vederlo meglio. Lui mi lecca la guancia e il naso. Rido e mi allontano <Mi stai facendo il solletico!>. Lui abbaia felice. Non so se sia un maschio o una femmina, ma a rispondere alla mia domanda ci pensa il suo collarino. Guardo il ciondolo e ci leggo il nome “Zeus”. <E così ti chiami Zeus? Sai che è un bel nome?> gli dico accarezzandolo. Lui abbaia. Poi mi viene in mente: questo cane deve avere un padrone, per forza! <Dov’è il tuo padrone, eh?>. Lui abbaia e sembra cercare di dirmelo. <Non parlo il cagnese, mi spiace!> gli dico accarezzando il suo morbido pelo. <Zeus! Zeus!> sento gridare da qualcuno. <Visto: il tuo padrone ti sta cercando!>. Tengo in braccio Zeus e cerco di capire da dove viene quella voce. Poi vedo correre verso di me Nico e capisco. <Zeus!> dice quando arriva davanti a me. Forse si accorge solo ora che ci sono anche io. <Lo hai trovato tu?> mi chiede riprendendo fiato per la corsa che aveva fatto. <A dir la verità è venuto lui da me> <In che senso?> mi chiede stupito. <Stavo aspettando Daniel, ho sentito abbaiare e mi è venuto incontro. Vero Zeus?> dico e guardo sorridendo il cane. Lui mi risponde abbaiando. <Ok. Ehm, posso?> mi chiede allungando le braccia. <Oh sì certo!> gli rispondo dandogli il cane. Questa è una delle poche volte che ci ritroviamo assieme senza fare del sarcasmo. <Ci vediamo domani> mi dice e io lo guardo strana. Lui capisce e riprende subito <Intendevo ai box, immagino sarai a vedere le qualifiche dal box di Dan> <Sì, ovvio. Ci vediamo> gli dico con un cenno mentre si allontana. Mi metto le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans e lo guardo allontanarsi, pensando alla semplicità con la quale abbiamo parlato adesso. Non ha fatto neanche accenno a quello che è successo oggi. “Forse non è così un’utopia provare qualcosa per lui…” <Christine!> urla mio cugino facendomi spaventare. <DANIEL!> dico ad alta voce e lui continua a ridere. Io gli do un leggero pugno sul braccio. <Dai andiamo in albergo> mi dice poi circondandomi le spalle con un braccio. Una volta arrivati in albergo vado nella mia stanza e decido di chiamare Jessica. Dopo un paio di squilli mi risponde “Wela Chris!” “Ciao Jess! Come va a Londra?” “Come al solito, ti sto sostituendo!” Quando io sono in giro per seguire i Gran Premi con mio cugino, Jess mi sostituisce e ogni tanto ammette che il mio lavoro la diverte. “Grazie Jess, sei un tesoro!” “Aww, lo so! E comunque come mai hai chiamato?” A Jessica non sfugge nulla! “Ti ho chiamata perché… ehm… volevo dirti una cosa…” “Ti prego dimmi che vi siete messi assieme, ti scongiuro!” “No, ma va, sei matta?! No, volevo dirti che… ci ha ancora provato con me” dico tutto d’un fiato. “Oddio, davvero?! Allora gli piaci veramente tanto!” “A questo proposito, stavo pensando che magari potrei presentarti qualche pilota a Monaco, che ne sai magari scocca la scintilla!” “Brava hai ragione! Mi piacerebbe tanto conoscere quello spagnolo, quello che è con la McLaren…” “Carlos?” “Sì, lui! È un figo della madonna! Non è mica il tuo migliore amico?” “Sì”. Non avevo mai pensato alla possibilità di fare incontrare Carlos e Jessica, ma adesso che ci penso, non mi sembra così male! “Bene! Oh Chris, ti devo lasciare che mi stanno chiamando al lavoro, ci sentiamo quando torni!” “Sì certo! Ciao!” “Goodbyeee!”. Conclusa la chiamata vado a dormire stanchissima. Sabato. Dopo la colazione vado direttamente al paddock e all’hospitality Renault. Le terza sessione di prove libere inizia a 12:00 quindi decido di non mangiare nulla. Entro nel box di Dan e mi siedo a fianco a Francesco e gli sorrido. <Allora pronto per le qualifiche di oggi pomeriggio?> gli dico. <Sono sempre pronto!> mi risponde e gli sorrido e mi soffermo a guardare la monoposto di Daniel che tra poco scenderà in pista. È così semplice stare con Francesco. Con Nico invece è un continuo battibeccare. Ma quello che è successo ieri, quando gli ho restituito Zeus, è una cosa che mi ha stupito molto. Siamo stati 5 minuti insieme senza battibeccare. Il mio cuore batte più velocemente al pensiero. Poi scuoto la testa per cercare di distrarmi. Il tempo qui in Spagna al momento non è tanto bello: è nuvoloso, ma si sta bene tutto sommato. Durante la sessione vedo la Ferrari di Seb girarsi, ma senza danni. Bottas invece rimane impantanato nella ghiaia. Poi verso la fine della sessione George va contro il muro e viene esposta di nuovo la bandiera rossa. Il miglior tempo lo fa Hamilton, mentre Nico è dodicesimo e mio cugino è diciassettesimo. Mentre aspetto che inizino le qualifiche scopro che domenica, dopo la gara, ci sarà una festa in discoteca con tutti i piloti. E mi arriva anche un messaggio da parte di Max.

Da Maxie❤🦁: Ehi Chris se vuoi ti posso accompagnare a fare shopping per la festa che si terrà domenica. Ti va bene se passo davanti ai box Renault verso le 18:00?

A Maxie❤🦁: Certo! Grazie Max, sei un tesoro! ❤🥰

Da Maxie❤🦁: Tutto per la mia Chris! ❤

Anche se Dan ha cambiato squadra io e Max, come Max con Dan, siamo rimasti in buoni rapporti e questa cosa mi solleva molto, perché mi sarebbe dispiaciuto perdere un amico come Max. Le qualifiche iniziano alle 15:00. Io e Francesco siamo molto attenti all’attività in pista. Sussurro un “buona fortuna” a mio cugino anche se è già in macchina e non può sentirmi. Nel Q1 vedo inquadrata la macchina di Nico e non capisco per quale motivo. Poi vedo che ha l’ala anteriore danneggiata e forse anche la sospensione anteriore sinistra. Fanno rivedere il replay dell’incidente e si vede Nico fare un bloccaggio e anche sulla ghiaia e poi contro le barriere. <Che coglione> sussurro divertita, ma Francesco mi sente e mi guarda <Non lo sopporti proprio eh?> <Lo odio a morte!> gli dico sorridendo e facendo una smorfia e lui ride, facendo ridere anche a me. E giusto giusto George si è girato proprio mentre quella testa di cazzo stava rientrando ai box. Meno male che non si sono toccati, se no, gliene dicevo quattro a Nico! Quando rientra ai box sorrido soddisfatta: “Gli sta bene, dopo tutto quello che mi ha fatto passare!”. Ok, seriamente, non lo penso davvero, anche perché mi dispiace un po’, ma mi sforzo di pensarlo perché non mi deve entrare in testa. Alla fine del Q1, Nico è riuscito a rientrare in pista e ottiene il quindicesimo tempo, ma successivamente altri piloti lo sorpassano e Daniel risulta come pilota a rischio e io istintivamente prendo la mano di Francesco. Lui capisce e me la stringe forte. <Ce la puoi fare Daniel, ce la puoi fare!> sussurro tesa come una corda di violino. Alla fine, mio cugino rimane quindicesimo e io posso tirare un sospiro di sollievo. Mi passo una mano sulla fronte e sospiro <Uff, e questa è andata!> <Rimangono ancora 2 sessioni!> mi dice Fra divertito. <Già!> gli rispondo sorridendo. Nico ottiene il sedicesimo tempo e rimane escluso dal Q2. Nico rientra ai box, esce dalla macchina, parla velocemente con il suo ingegnere e se ne va nel suo stanzino incazzato nero. Posso solo immaginare quanto sia incavolato con se stesso. “Mi fa quasi pena…” Scuoto la testa. Devo smetterla con questi pensieri! A fine Q2 vedo il tempo di Dan scendere velocemente e come al solito mi vengono dei mezzi infarti. Vedo Dan che sta per concludere il giro e il mio cuore batte forte. Ce la può fare, ce la deve fare! Poi appena teglia la linea del traguardo Daniel ottiene l’ottavo tempo. Dentro di me esulto, ma ancora non posso farlo del tutto perché rimangono alcuni piloti che devono completare il loro giro. Alla fine, Dan si salva per un pelo, perché Charles fa il quarto tempo e Daniel scende al decimo ed entra nel Q3. <Sì!> esulto e abbraccio Francesco al mio fianco. <Sei sempre così esaltata?> mi chiede divertito sciogliendo l’abbraccio. <Anche peggio! Vedrai in gara domani!> gli dico e cerco di mantenere la “calma” per il Q3. Fuori dal Q3 ci sono Alex, Carlos e Lando. Mi dispiace per Carlos al suo Gran Premio di casa, ma ora mi devo concentrare sul Q3. Nella prima parte di Q3 Bottas è, per ora, in pole. Poi alla fine del Q3, Daniel taglia il traguardo in decima posizione. La pole viene presa da Valtteri Bottas, al secondo posto Lewis Hamilton, al terzo Seb e poi rispettivamente al quarto e quinto posto Max e Charles. Appena Daniel rientra ai box ed esce dalla macchina corro ad abbracciarlo. Lui ride di gusto e ricambia il mio abbraccio. <E’ solo un decimo posto Chris!> mi dice divertito mentre si allontana mi guarda negli occhi. <Che noioso che sei! Sempre a svalutarti!>. Lui ride ancora di più e mi abbraccia forte. Dopo esco dai box e aspetto Max davanti all’hospitality Renault con Dan, visto che voleva salutare il suo ex compagno di squadra. Poi sento un verso strano e capisco che è Max. Ho sempre chiesto a Daniel che cosa significasse quel “KI KI A” ma non me lo ha mai voluto dire e mi dice sempre che è un segreto tra loro due. Max si avvicina e da’ una pacca sulla spalla a mio cugino. <Allora come va?> chiede l’olandese. <Bene dai, non mi posso lamentare!> risponde Dan sorridendo e guardandomi. <Allora Maxie ti affido mia cugina, trattamela bene!> dice Dan facendomi sorridere. <Sempre il solito iperprotettivo! Vieni Chris andiamo!> dice Max sorridendo e alzando gli occhi al cielo. Saluto Daniel e andiamo fuori dal paddock dove ci aspetta l’Aston Martin di Max. <All’ora Max, dovresti darmi qualche consiglio per il vestito che dovrò mettere domenica> <Certo Chris: vedrai li farai cadere tutti ai tuoi piedi!> mi dice sorridendo e mettendosi la cintura di sicurezza. Io rido e partiamo, in direzione centro commerciale. Quando siamo arrivati Max e io ci dirigiamo prima in un bar a fare merenda e poi mi accompagna a fare shopping. Non sono una ragazza che esce con duecento borse dai negozi, compro solo quello che mi serve e basta. Ci dirigiamo in un negozio semplice, non di alta marca, ma nemmeno troppo bassa. Entriamo e inizio a dare un’occhiata ai vestiti, seguendo i consigli di Max. Poi ne scelgo uno e vado al camerino, mentre Max mi aspetta fuori. Quando mi sono cambiata ed esco, Max mi guarda a bocca aperta. È un abito argento aderente brillante che lascia la schiena abbastanza scoperta con solo dei lacci sottili. Non è tanto corto e nemmeno troppo scollato. <Tu hai intenzione di farli morire tutti?> mi dice Max sorridendo. <Com’è? Mi sta bene?> gli chiedo ridendo a facendo un giro su me stessa. <Com’è?! Christine è perfetto, forse anche troppo! Tuo cugino mi ucciderà!>. Io rido e decido di acquistarlo. Ci abbinerò i tacchi che mi sono portata da casa. Pago alla cassa e mi faccio riaccompagnare in hotel da Max. Quando siamo nell’hall dell’hotel Max mi sorride. <E’ stato bello passare un pomeriggio con te. Sai, ci manchi ai box, anzi ci mancate tu e Dan> mi dice, ma posso percepire un velo di tristezza nella sua voce. Io appoggio la borsa a terra e lo abbraccio. <Anche tu ci manchi Max, anche tu> gli dico cercando di rassicurarlo. Lui mi sorride e mi lascia un bacio sulla guancia. <Ci vediamo dopo giù a mangiare!> gli dico avviandomi verso la mia camera. Vado in camera e guardo il vestito che ho appena comprato. È proprio bello, mi piace. Ma quando inizio a pensare alla festa mi viene in mente solo una persona: Nico. Mi immagino il suo sguardo, mi immagino come sarà vestito lui a quella festa e mi immagino quando si avvicinerà a me. Scuoto la testa e in quel momento è come se riaprissi gli occhi. I palmi delle mie mani che iniziano a sudarmi e lascio cadere il vestito a terra. Mi siedo sul letto e mi porto la testa tra le mani. Ho passato una vita intera a non dipendere da nessuno, a concentrarmi su di me e le persone che mi stanno più care, e per la prima volta un uomo, un dannato tedesco biondo, arriva nella mia vita e tenta di distruggere tutto quello che sto creando: la mia indipendenza. Daniel sa quanto è stato difficile per me abituarmi al fatto che non avessi più dei genitori dall’età di tre anni. Daniel mi ha aiutata, è stato il fratello maggiore che non ho mai avuto. Ho iniziato a fare boxe per combattere le mie insicurezze, per dimostrare a tutti che io sono più forte della normale ragazza. Io sono di più. E per la prima volta in vita mia, mi ritrovo davanti al fatto che io ho una debolezza, che c’è qualcuno capace di scoprire i miei punti deboli e di esporli facilmente. E quel qualcuno è Nico. Mi alzo, metto via il vestito e scendo per cenare. “Lo devo ignorare, lo devo odiare, lo devo…” ma proprio quando mi sto ripetendo mentalmente tutto quello che devo fare, lo vedo da lontano, seduto al tavolo con gli altri piloti a ridere. Com’è possibile? Com’è possibile che io in questo momento continuo a sentire un’attrazione verso di lui, nonostante la confusione che ho in testa? “Io lo devo odiare, lui deve sparire dalla mia vita” mi dico nella mia testa quando mi siedo al tavolo con gli altri. Al tavolo dove c’è anche lui. Saluto tutti tranne lui: lo ignoro completamente. Ma il destino vuole che l’unico posto libero sia proprio accanto a Nico. Mi siedo e non lo saluto. In un batter d’occhio il suo umore cambia completamente: se prima scherzava e giocava con tutti, ora mette il muso e non parla con nessuno. “Sarà nervoso per la qualifica…” penso nella mia testa, ma mi costringo ad ignorarlo. Io cerco di parlare con Charles, Carlos e Max che sono seduti al tavolo con noi, ma è difficile. Diventa ancora più difficile quando, involontariamente, Nico sfiora con la mano la mia coscia. Un brivido mi percorre la schiena e mi volto un attimo per guardarlo. I nostri occhi si incrociano per un istante e un secondo brivido più forte scorre lungo la mia colonna vertebrale. Subito dopo ritorno con lo sguardo sul mio piatto. Il fatto che lui faccia ancora questo effetto su di me, non fa altro che innervosirmi sempre di più. Finito di mangiare tutti i ragazzi vanno nella hall per chiacchierare e io li seguo. Nico è appoggiato con la schiena al muro e guarda in basso. Io gli passo a fianco per salire in stanza e andarmene, ma lui se ne accorge. <Non si saluta?> mi chiede. Ha la voce fredda, gelida. La tensione tra noi si potrebbe tagliare con un coltello. <Saluto chi mi pare, ok?> gli rispondo guardandolo e sfidandolo a fare lo stesso. Lui alza lo sguardo e mi guarda. Non riesco a decifrare il suo sguardo. È impassibile. <Hai intenzione di rompermi le scatole anche domani?> mi risponde freddo. <A dir la verità sei tu quello che hai iniziato e non io. Vedi di non rompere a ME le scatole e questa è l’ultima volta che te lo dico> gli rispondo con altrettanta freddezza. Siamo uno davanti all’altro, pronti a sbranarci. Lui stringe le mani in pugno cercando di trattenersi. <Pensi di essere in grado di minacciare uno come me?> <Lo sto già facendo> gli rispondo sicura. Lui stringe ancora di più i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Si avvicina a me. <Tu pensi di essere forte? Tu vuoi far credere al mondo di essere quella ragazza forte che fa boxe e che combatte tutto e tutti, ma tu non sei così. Tu sei debole. Tu sei un castello di carte, al quale basta una folata di vento per cadere> dice freddo. Le sue parole sono pregne di rabbia. Le sue parole hanno il potere di colpire dove fa più male. Ma io gli dimostrerò che sono più forte di così. Lo guardo dritto negli occhi e gli rispondo <E tu? Tu pensi di essere forte? Ti credi migliore di me, ma infondo sei l’unico pilota che ha corso più Gran Premi senza mai arrivare al podio>. Lui sta zitto e non mi risponde. L’ho colpito nel suo punto debole. Questa gli fa male. Io accenno un sorriso e senza neanche attendere una sua risposta inizio ad andarmene. <Non ci sarà sempre qualcuno che ti proteggerà. Questa settimana ti senti sicura perché c’è il tuo Francesco, ma poi non lo sarai più> mi dice facendomi congelare sul posto. Mi volto verso di lui e cammino incontro. <Non ti azzardare a tirare in ballo Francesco, è una questione tra me e te> gli sibilo puntandogli il dito contro. Non ho paura di lui. <Non lo vedi come sei? Passi immediatamente dalla parte della difesa. Tu sei debole, e il problema è che non lo vuoi ammettere neanche a te stessa> mi dice e queste parole fanno più male di quelle di prima. Lui ha capito dove colpire. Sento una fitta al cuore, ma non mi fermerò, non stavolta. Ricaccio indietro a forza le lacrime. Non mi mostrerò debole davanti a lui. <Tu invece sei solo geloso. E sai perché? Perché lui ha me, anche solo come amica, mentre tu no. E questa cosa ti distrugge più di quanto tu voglia ammettere> gli rispondo fredda. Lui non mi risponde e abbassa lo sguardo. È arrabbiato e nervoso. Quando incrocia di nuovo i miei occhi posso leggerci tutta la rabbia e l’odio che sta provando verso di me in questo momento. Si avvicina minaccioso. <Ascoltami bene…> inizia, ma io lo blocco subito. <No, ascoltami tu! Voglio che tu sparisca, ok? Non ti voglio più sentire né vedere, solo quando passo dai box di Daniel o altri incontri obbligatori. Ti ignorerò perché voglio che tu esca dalla mia vita, ok?> gli dico guardandolo dritto negli occhi perché voglio che capisca bene quello che gli ho detto. Lo guardo un’ultima volta per poi salire le scale per la mia stanza. Anche se penso di aver fatto la scelta giusta, dentro di me ho un casino immane.

Nico Pov’s
La vedo andare via, incapace di fermarla. E io che volevo dirle un sacco di cose, ma ho finito solo per peggiorare la situazione. Mi faccio schifo da solo. Odio tutto: odio me, odio lei e odio Francesco. <Cosa è successo?> mi chiede Francesco quando vede Christine andare via. <Nulla> sibilo a denti stretti. Ci manca solo che si intromette pure lui. <Beh se non è successo nulla, perché Christine se n’è andata?> mi chiede con un sorriso. “Ti cavo un occhio se non la smetti di sorridere!” “NICO CALMATI!”. Prendo un bel respiro e stringo le mani in pugno. <Sarebbe meglio che ti facessi gli affari tuoi> gli dico guardandolo. Lui mi guarda stupito e alza le mani in segno di difesa. <Ok, ero solo preoccupato per Christine!>. In quel momento mi ritornano le sue parole:

Tu sei solo geloso. E sai perché? Perché lui ha me, anche solo come amica, mentre tu no. E questa cosa ti distrugge più di quanto tu voglia ammettere.

La rabbia scorre nelle mie vene. Voglio prendere a pugni qualcosa. Voglio allontanarmi da tutto e tutti. Vedo che vengono nella nostra direzione altri piloti e per evitarli me ne vado verso la mia stanza. Li sento in lontananza. <Cosa è successo?> chiede Daniel. <Non lo so. Penso che Nico e Christine abbiano litigato> risponde Francesco. <Dov’è lei adesso?> chiede preoccupato Charles. <E’ andata in camera sua. Penso sia molto nervosa ed arrabbiata> risponde di nuovo Francesco. <Ci vado a parlare io con lei> dice Daniel e si avvia per le scale. <Forse sarebbe meglio di no Daniel, lasciala un attimo a riflettere. Penso che abbia bisogno di sbollentarsi un po’, perché se no è peggio> gli dice Francesco. Apro con la tessera magnetica la porta della mia stanza e la richiudo alle mie spalle. Mi appoggio al muro accanto al letto e mi siedo per terra. Mi porto le ginocchia al petto e mi metto la testa tra le mani. <Sono un idiota…> sussurro a me stesso. Sono triste e arrabbiato. Non mi sono mai sentito così. Sono anche deluso, e come se non bastasse ci si mette anche la mia pessima qualifica. Mentre continuo ad autocommiserarmi, sento delle zampette toccarmi il braccio, così sollevo la testa. Zeus mi guarda con degli occhi tristi e teneri. <Vieni qui> lo prendo in braccio e lo metto sulla mia pancia. Lui continua a guardarmi con quegli occhi, cercando di capire cosa mi passa per la testa. <Ho fatto un casino> gli dico e lui abbaia alzando la zampa, come a dire “Vedrai che si sistemerà tutto”. <Lo spero> dico in un sussurro appoggiando la testa al muro e chiudendo gli occhi.
 

Spazio autrice:
E voilà! Ritengo che questo sia uno dei mie capitoli più riusciti al momento. So che probabilmente mi starete odiando per averli fatti litigare così, ma arriveranno anche i bei momenti! Con ciò vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo!🥰😍❤
Martina

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