Cap. 7 - Arrivati a Milano.
Sogghynho, ancora intontito, si guardò attorno e notò l'espressione imbarazzata sui volti di Kikuto e Nerhino, «Ehm, tutto a posto? Siete diventati rossi come pomodori».
Kikuto, con un sorriso nervoso, si grattò la nuca, «Sì, certo! Solo un... un momento di... creatività, no? La musica, le emozioni, tutto qui», rispose, cercando di mantenere un tono spensierato.
«Esattamente», aggiunse Nerhino, cercando di ricomporsi.
Sogghynho, ora un po' più sveglio, si mise a ridere, ma cercò di non esagerare per non rendere la situazione ancora più scomoda, «Beh, chi avrebbe mai pensato che la nostra notte di creazione musicale si sarebbe trasformata in un... un momento così profondo?».
Kikuto si affrettò a cambiare argomento, «Già, già! Parliamo di musica. Dobbiamo concentrarci su come registrare 'No Superstars'. Abbiamo bisogno di una buona produzione per far emergere il nostro messaggio. Che ne dite di lasciare questa università di merda e cominciare a pensare a una carriera che dà molto più profitto? Tour mondiali, via da qui!?».
«Ci servirebbero più tracce, almeno una decina per un primo album...», osservò Sogghynho.
Kikuto, colpito dall'idea, si illuminò, «Esattamente! Dobbiamo muoverci e smettere di sprecare tempo. Siamo più di studenti, siamo artisti, e meritiamo di farci sentire!».
Nerhino annuì con entusiasmo, «Dobbiamo parlare con i nostri genitori. Se otteniamo il supporto dei miei, dei Darkmoor, e dei Cimulo, possiamo raccogliere risorse e far decollare il nostro progetto. È ora di lasciare questa università e vivere la musica!».
Kikuto rise, «Non sarà facile chiedere ai miei, ma penso di riuscirci».
Sogghynho, sentendo crescere l'eccitazione, si alzò in piedi, «Allora facciamolo! Dobbiamo riunire tutti e raccontare la nostra idea. Insieme, possiamo fare qualcosa di grande!».
Una volta che presero la loro decisione, con rinnovato slancio, i tre amici si misero in contatto con i membri delle loro famiglie. Organizzarono un primo incontro a casa di Sogghynho, dove l'atmosfera era formale, ma comunque accogliente, perfetta per discutere delle loro ambizioni, essendo i genitori di Sogghynho musicisti a loro volta.
Quando si riunirono, Sogghynho presentò il progetto con passione, «Vogliamo lasciare l'università e dedicare tutto noi stessi alla musica. Abbiamo in mente di registrare un album e partire per un tour mondiale!».
I Darkmoor ascoltarono attentamente, scambiandosi occhiate tra loro. Dopo un momento di silenzio, il padre di Sogghynho sorrise, «Sei cresciuto in questo ambiente, e conosci il sacrificio che richiede la musica. Siamo orgogliosi di te, ma ricordati di non dimenticare l'importanza dell'istruzione. Se sei convinto di questa scelta, ti sosteniamo», disse il padre.
«Oh, il mio piccolo vocalist, proprio come suo padre!», esclamò la madre, con lacrime invisibili di gioia negli occhi, stringendo Sogghynho in un abbraccio caloroso.
Sogghynho sospirò di sollievo, apprezzando l'affetto, ma ancora con il pensiero rivolto alla discussione con Kikuto. Si voltò verso Nerhino, che stava parlando animatamente con i suoi genitori, gli Yutama, e il suo padrino, Dracula, «Dobbiamo farci sentire! Io e i ragazzi vogliamo creare qualcosa di unico, qualcosa che rompa gli schemi!», spiegava gesticolando con passione.
All'inizio, sia Dracula che i genitori di Nerhino furono visibilmente scettici. Il vecchio conte, abituato alle tradizioni secolari della sua stirpe e alle aspettative che gravavano su un giovane vampiro come Nerhino, fissava il figlio con un'espressione enigmatica.
«Una rock band, dici?», mormorò Dracula, intrecciando le dita in un gesto di riflessione, «La musica è sempre stata un'arte nobile, io ti ho insegnato il violino e tu mi hai sempre ignorato mettendo le dita sulla chitarra...».
Anche i genitori di Nerhino, due vecchi vampiri che avevano visto e vissuto epoche di trasformazioni, erano inizialmente contrari, «La musica ha sempre avuto un ruolo nella nostra esistenza, ma seguire un percorso così moderno...», disse la madre, con uno sguardo incerto. Suo marito annuì, aggiungendo, «Hai la responsabilità della nostra stirpe sulle spalle, Nerhino. E una rock band non fa parte del nostro retaggio».
«Ma io amo la musica rock, lo sapete, e ho anche talento...», lamentò Nerhino.
Il conte sospirò, lasciando che un lieve sorriso gli si dipingesse sul volto, «Hm, la musica è un linguaggio universale, classica o rock che sia, questo è vero...» mormorò, «Allora, se credi davvero in te stesso e nei tuoi amici, allora non sarò io a fermarti e nemmeno i tuoi genitori».
Anche i genitori di Nerhino, vinti dalla passione del figlio e dalla visione di un futuro che poteva spezzare le catene del passato, annuirono in segno di approvazione.
Ora, restava solo chiedere ai genitori di Kikuto. Amanda e Fabius Cimulo, notoriamente critici nei confronti delle ambizioni artistiche del figlio. Kikuto, ansioso, iniziò a spiegare, «Voglio vivere per la musica! Questo è ciò che desidero fare, e ho i miei amici al mio fianco! Dai, so che sfonderò, ormai non sono più adolescente!».
Amanda si guardò intorno, e sospirò, «Kikuto, sappiamo quanto ami la musica, ma hai anche bisogno di un piano. Non vogliamo che tu ti senta deluso in futuro. E soprattutto, attenzione agli umani là fuori, sono imprevedibili».
Fabius, più cauto, aggiunse, «Giusto, e noi siamo qui per supportarti. Se questo è davvero ciò che vuoi, vai e rendi fiero prima te stesso, poi noi, è la tua strada!».
Con le approvazioni finalmente ottenute, i tre amici si abbracciarono entusiasti, «È il momento di farlo!», esclamò Sogghynho, e così, con il supporto delle loro famiglie, decisero di lasciare l'università e di iniziare a lavorare sul loro primo album.
Dopo settimane di intense sessioni di scrittura e registrazione, le idee cominciarono a prendere forma. Con l'aiuto dei Darkmoor, dei Yutama e dei Cimulo, riuscirono a produrre un lavoro di grande qualità che rifletteva le loro esperienze e passioni.
Infine, con l'album pronto e i primi concerti in programma, partì il tour mondiale. Ogni tappa era adrenalina ed emozione, e i tre amici si sentivano finalmente realizzati nel loro sogno. La musica non era solo una passione; era la loro vita, e ora il mondo li stava ascoltando.
Andarono da New York a Tokyo, da Parigi a Sydney, e col passare dei giorni la loro musica varcò i confini e li aveva uniti con persone di culture diverse. Ogni esibizione era un gran successo, e i tre si sentivano sempre più forti e motivati: la chimica tra di loro sul palco era palpabile.
I fan, o le fan, inoltre, rispondevano con fervore, le loro canzoni diventavano inni di speranza e libertà per molti, e questo riempiva i cuori dei tre amici di una gioia indescrivibile. Era come se il mondo intero fosse in sintonia con il loro messaggio.
Finalmente, dopo mesi di concerti, arrivò il giorno che avevano sognato di più: l'ultima tappa del tour era Milano, in Italia. Quando arrivarono, furono accolti da una frenesia che li travolse.
I vicoli della città erano animati da persone che si affrettavano tra negozi di moda, caffè affollati e gallerie d'arte. La bellezza di Milano, con la sua architettura storica e le luci scintillanti, era uno spettacolo che toglieva il fiato.
I tre alloggiarono in una villa di lusso, un magnifico palazzo affacciato su un giardino all'italiana, con eleganti colonne e un patio dove gli artisti del passato avrebbero potuto trovare ispirazione. Gli interni erano arredati con gusto, con soffitti affrescati e mobili in stile barocco. Era il posto perfetto per prepararsi all'ultima esibizione del tour.
Mentre si sistemavano nelle loro stanze, i tre amici si resero conto che, nonostante il lusso e il comfort che li circondava, dovevano mantenere un certo riserbo. La loro natura non umana richiedeva precauzioni speciali.
Indossarono occhiali da sole per nascondere gli occhi sensibili alla luce e si coprirono con protezioni scientifiche fornite dagli scienziati di Dracula, che li avrebbero difesi dai raggi solari. Sogghynho aveva anche una crema protettiva appositamente formulata, un dono di Dracula stesso, che avrebbe ridotto l'irritazione della pelle.
Dopo essersi sistemati, decisero di esplorare un po' la città prima di immergersi nelle preparazioni per il concerto. Con i loro occhiali da sole che riflettevano le luci del sole pomeridiano, si avventurarono tra le strade di Milano.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top