Cap. 6 - Svegliati sul più bello.

Sogghynho si schiaffeggiò la fronte, «E te pareva, un'altra tipa da letto e soldi. Beh... è andata male, ma chissene, me lo aspettavo».

Kikuto lo guardò con un sorrisetto divertito, scrollando le spalle, «Non te la prendere troppo. L'ho vista all'università, alcuni vampiri mi hanno parlato di lei, pare che sia sempre stata così. Troppo esigente, tutti i vampiri che ci hanno provato con lei non hanno concluso nulla. In fondo, credo che la sua uscita di scena abbia reso la serata... un po' più leggera, non trovi?».

Sogghynho, con un sorriso che celava il disappunto, si sistemò meglio sulla sedia, «E va bene, è chiaro che Monika non era quella giusta per stasera. Ma chi se ne importa, siamo ancora noi tre. Il vero divertimento può cominciare adesso».

Nerhino, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sollevò lo sguardo e annuì, «In effetti, senza di lei l'atmosfera è molto più rilassata. Niente tensioni inutili, solo noi e l'ispirazione. E parlando di ispirazione, ho pensato a qualcosa per 'No Superstars'».

Kikuto si appoggiò allo schienale della sedia, interessato, «Oh? Racconta, bocconcino».

«Beh», iniziò Nerhino, accennando un sorriso, «Pensavo di utilizzare un tema che parla del rifiuto dell'idea di perfezione. Sai, il fatto che nessuno di noi è una superstar perfetta, ma possiamo comunque fare musica che spacca. La gente non vuole idealizzare qualcuno che sembra irraggiungibile. Vogliono qualcuno a cui potersi relazionare».

Kikuto annuì, l'entusiasmo crebbe nei suoi occhi, «Sì, mi piace. Il concetto di essere anti-idol. Un gruppo che fa musica per chiunque, senza pretendere di essere infallibile. Dobbiamo costruire il nostro messaggio intorno a questo. Nessuna superstar, solo verità».

Sogghynho, ormai tornato di buon umore, batté le mani sul tavolo, «Mi piace questa idea, ragazzi! Nessuna maschera, nessun ego da rockstar perfetta. Siamo solo noi, con le nostre imperfezioni, ma con una passione autentica. È questo che farà la differenza».

Nerhino si rilassò, «Esatto. Dobbiamo smettere di cercare l'approvazione di tutti e concentrarci su chi siamo davvero. 'No Superstars' non sarà solo un nome, sarà la nostra identità».

Kikuto sorrise, «Penso che abbiamo qualcosa di speciale qui. Se riusciamo a trasmettere questo messaggio con la nostra musica, potremmo connetterci con molta più gente. E la cosa migliore è che non dobbiamo fingere di essere qualcosa che non siamo. C'è l'ho, perché non proviamo nel mio studio dopo che usciamo da qui? Non voglio perdere l'idea!».

«Ottima idea! Sarà una notte produttiva!», esclamò Sogghynho, entusiasta.

I tre si alzarono in fretta, lasciando il locale. L'aria fredda della notte di Transilvania li accolse fuori dal Canino Ardente, ma nessuno dei tre sembrava preoccuparsene. La loro mente era già concentrata su ciò che avrebbero creato quella notte.

Il tragitto verso lo studio di Kikuto fu breve. Arrivati, si affrettarono all'interno.

«Si comincia!», esultò Sogghynho.

«Sì, partiamo, io suono e voi unitevi a me», disse Nerhino, prendendo la chitarra e dando le prime impennate suonando qualche accordo.

«Allora», Kikuto si avvicinò alla batteria e prese il foglietto dove scrisse le parole che aveva annotato il giorno precedente e le lesse ad alta voce  «"Not seeking fame, no superstar claims, blood in our veins but souls awake", eravamo partiti da questo, avanti!».

Kikuto si sedette e cominciò a suonare la batteria, «Tocca a te, Darkmoor, tira giù qualche testo che ispiri un buon ritornello!».

Sogghynho, sentendo l'energia crescere, si schiarì la gola e iniziò a cantare, la sua voce vellutata, ma potente riempì lo spazio, «"We're just shadows in the night, fighting for the light, no pretensions, no demands, we'll rise with our bare hands..."».

«Continua, ci piace!», incalzò Kikuto, continuando a seguire il ritmo con la batteria.

Sogghynho sorrise, «Sono ispirato, bro. Merito della putta... volevo dire Monika...».

«Avanti ci manca poco, Sogh, finisci questo ritornello in bellezza!», suggerì Nerhino.

«Va bene», Sogghynho riprese a cantare, «"In a world that's built on fame, we're the ones who feel no shame. Join the dance, feel the beat, together we'll stand on our own feet"».

Le parole fluivano come un torrente, ricche di passione e autenticità. Nerhino seguì il ritmo con la chitarra, accordando le note in perfetta sintonia con la sua voce.

Kikuto si unì al canto, battendo le bacchette contro il tamburo ed enfatizzando il messaggio di libertà e genuinità. La musica vibrava con energia, e i tre si sentivano sempre più coinvolti, come se stessero dando vita a qualcosa di veramente speciale.

Sogghynho continuò, «"Let the world see who we are, not afraid to shine, not afraid to scar. In the chaos, we'll find our way, with our voices, we'll seize the day"».

La stanza si riempì di entusiasmo e di vibrazioni positive, mentre i tre amici si lasciavano trasportare dalla musica. Il messaggio che stavano creando, l'idea di essere veri senza la necessità di indossare maschere, risuonava profondamente in loro.

Nerhino si fermò per un attimo, guardando i suoi compagni con un sorriso, «Ragazzi, credo che abbiamo trovato qualcosa di straordinario qui. Questa canzone parla di noi e di quello che rappresentiamo. Mi piace, mi piace, mi piace!!».

L'energia nella stanza cresceva mentre Sogghynho, Kikuto e Nerhino continuavano a lavorare al loro pezzo. Le ore passarono in un lampo, immersi nel ritmo della musica e nelle loro idee creative. Ogni volta che Sogghynho intonava una nuova linea, Nerhino e Kikuto si scambiavano sguardi entusiasti, come se stessero creando qualcosa di magico.

Finalmente, dopo ore di intensa collaborazione, la canzone cominciò a prendere forma verso l'alba. Sogghynho chiuse il suo quaderno e sorrise, «Ecco qua, ragazzi! Abbiamo il nostro primo pezzo. 'No Superstars' è ufficialmente in vita! Ora non ci resta che registrarlo e pubblicarlo!».

«È fantastico! Non ci posso credere che siamo riusciti a farlo in una notte!», esultò Kikuto.

Nerhino, con un sorriso soddisfatto, annuì, «Siamo davvero in sintonia. E questo è solo l'inizio!»

«Già...», Sogghynho si accasciò su una sedia, con le palpebre pesanti, «Ragazzi, non so voi, ma io sono esausto», ammise, chiudendo gli occhi per un attimo. La musica e l'adrenalina l'avevano portato fino a quel punto, ma ora si sentiva completamente svuotato.

«Prenditi un momento, allora, manca ancora un'ora e mezza prima delle lezioni», disse Kikuto.

Sogghynho si lasciò andare al sonno, nel mentre Nerhino e Kikuto si trovarono a chiacchierare piano, parlando delle loro aspirazioni e gusti musicali.

Con il passare dei minuti, i loro sguardi iniziarono a catturarsi, i sorrisi divennero più carichi di significato. Senza pensarci troppo, Nerhino si avvicinò a Kikuto, e le loro labbra si sfiorarono delicatamente all'inizio, poi con sempre maggiore intensità.

I loro baci divennero sensuali, come se stessero esplorando un nuovo mondo insieme, lontano dalle incertezze e dalle pressioni esterne, ma proprio mentre la passione raggiungeva il suo culmine, il suono della sveglia di Sogghynho interruppe l'incanto.

Sogghynho si destò di soprassalto, «Che diavolo...?», esclamò.

«La tua stupida sveglia ci ha ricordato delle lezioni insulse che dobbiamo seguire all'università per diventare tutti burattini di Dracula...», disse Kikuto, senza pensarci troppo.

Nerhino si schiarì la voce, «Anche se lo meriterebbe ricorda che è il mio padrino, idiota!».

Kikuto tirò una gomitata a Nerhino, «Smettila, cretino».

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