Cap. 14 - Chitarrista e batterista in azione.
Sogghynho si allontanò dal balcone e rientrò nella sua stanza, sistemò il letto e si tolse la maglia nera, pensando se avesse la scelta giusta. Nel mentre Charlotte ricevette il messaggio. I suoi occhi si spalancarono increduli mentre leggeva le parole.
"Aspetta, stavi scherzando? Questo vuol dire che...", scrisse, ma prima che potesse scrivere altre parole, la chat si cancellò, lasciandola con la sensazione di aver perso qualcosa di importante, una connessione misteriosa che sfuggiva dalle sue mani.
La mattina seguente, Charlotte si svegliò con la testa che le girava, ancora scossa dall'incontro con Sogghynho. Sospirò e si toccò le labbra, percependo come se le labbra di lui fossero ancora sulle sue, invisibili, eppure così dolci e morbide, «Alla fine non l'ho nemmeno visto... non vorrei fosse davvero Jeremy che si è messo il cervello a posto e mi ha giocato un brutto scherzo...».
Si diresse verso il bagno e si lavò il viso con frenesia, in seguito applicò un leggero fondotinta, un ombretto di colore scuro sugli occhi e un rossetto rosa sulle labbra. Completò il look con un paio di jeans e una maglietta semplice, aggiungendo un cardigan per il fresco della mattina.
Dopodiché preparò la cartella e prese in mano il telefono, scrivendo a Valeria di vedersi direttamente alla caffetteria dell'università. Poi, congedò i suoi genitori e uscì di casa, pronta per raggiungere l'università a piedi.
Mentre percorreva una strada fiancheggiata da negozi, Charlotte si fermò un attimo, attratta da un telegiornale trasmesso su un televisore esposto in un negozio di elettronica. La notizia parlava di due ladri trovati morti su una strada meno frequentata.
Quello che colpiva di più, però, era il fatto che non c'erano segni di delitto: i corpi presentavano un'assenza totale di sangue nelle vene.
Charlotte si fermò a fissare lo schermo, le parole del telegiornale si mescolavano ai ricordi dell'incontro con Sogghynho, creando un nodo di inquietudine nella sua mente, «Non può essere una coincidenza... non esistono i vampiri», pensò, rabbrividendosi.
Proseguendo il suo cammino, tentò di scrollarsi di dosso quell'angoscia.
Arrivata all'università, il chiacchiericcio degli studenti che si radunavano nella caffetteria la circondò. Trovò Valeria al tavolo in fondo, intenta a sorseggiare un cappuccino, «Ehi! Finalmente sei qui, Charlette!», esclamò, alzando la mano per salutarla.
«Ciao! Scusa, sono stata distratta da una notizia», rispose Charlotte, sedendosi accanto a lei.
«Quale notizia?», chiese Valeria, inclinando la testa con curiosità.
«Parlano di due ladri trovati morti, ma non ci sono segni di violenza... e sembra che non avessero sangue nel corpo», raccontò Charlotte, esitando.
«Cosa?! È inquietante. Spero non ci sia un serial killer in giro!», disse Valeria, un po' nervosa, guardandosi intorno come se potesse scorgere un pericolo nell'aria.
«Lo spero anch'io», rispose Charlotte, cercando di mantenere un tono leggero.
Mentre Charlotte e Valeria discutevano del telegiornale, in un'altra parte di Milano, Nerhino e Kikuto si aggiravano tra i negozi, curiosando tra dischi in vinile e capi d'abbigliamento eccentrici.
Kikuto indossava una felpa nera con cappuccio che gli copriva parzialmente il viso, accompagnata da occhiali da sole scuri che lo facevano sembrare ancora più misterioso. Nerhino, invece, si mostrava al sole avendo la protezione sul corpo.
«Guarda che roba, Kikuto! Questo negozio ha un sacco di dischi rari!», esclamò Nerhino, indicando un negozio di musica mentre si avvicinava. Kikuto annuì, ma il suo sguardo si spostò in un'altra direzione, «Fermati un attimo, bocconcino».
«Sì?».
«Guarda là! È un'università. Ci sono un sacco di ragazzi. Potremmo divertirci un po'...»
Nerhino seguì lo sguardo dell'amico e vide Charlotte e Valeria nel cortile del campus. Erano sedute su una panchina, immerso nella conversazione, «No meglio, vedi lì? Ci sono quelle due ragazze dell'altro ieri, la bruna e la bionda per la quale Sogh ha perso la testa...».
I due si nascosero dietro una larga corteccia di un albero, e, ascoltando la notizia dei due ladri, si scambiarono uno sguardo stupito e sospirarono insieme, «Ah, Sogh, il solito... che ha combinato ieri notte?», mormorò Nerhino, accennando a un sorriso malizioso.
«Sicuramente qualcosa di non buono, avrà fatto la cena a modo suo... E comunque, non credo sia giusto spiare le ragazze umane. Vuoi la punizione, bocconcino?», sussurrò nell'orecchio dell'altro, alzando un sopracciglio con un'espressione di sfida.
Nerhino si divertì all'idea, le sue labbra si curvarono in un sorriso malizioso, «Punizione? Per cosa? Stiamo solo osservando. Non c'è nulla di male in questo, giusto?».
«Giusto, giusto, fammi fissare ancora quella bellezza coi capelli blu come i miei occhi...», ironizzò Kikuto, fingendo il gesto di voler uscire dal nascondiglio, ma Nerhino lo bloccò di nuovo.
«Beh, non vorrei che Sogghynho scoprisse che stiamo spiando. Potrebbe arrabbiarsi... e sai quanto è sensibile riguardo alla bionda», sussurrò, facendo gemere il batterista.
«Sensibile? È un eufemismo. Sogghynho è completamente preso, e a me non piace il fatto che potrebbe cacciarci se lo scopre», disse Nerhino, mantenendo la voce bassa mentre spostava lo sguardo verso Charlotte, che continuava a parlare con Valeria, ignara della loro presenza.
Kikuto sbuffò, «Dai, bocconcino, è solo un gioco. Siamo innocui di giorno, divertiamoci!».
Nerhino si morse il labbro, indeciso, «Va bene, ma solo per un attimo. Non possiamo fare niente di rischioso. E non diciamo a Sogghynho che eravamo qui, chiaro?».
Kikuto rise e baciò Nerhino con passione, «Certo».
I due si avvicinarono ulteriormente, appoggiandosi all'albero per ascoltare meglio la conversazione di Charlotte e Valeria. Le ragazze stavano discutendo animatamente di cosa avrebbero fatto nel fine settimana.
«Dobbiamo organizzare una festa stasera così ti togli di testa il vocalist misterioso. E magari possiamo invitare anche Jeremy. Potrebbe essere divertente!», suggerì Valeria con un sorriso malizioso, strizzando l'occhio a Charlotte.
«Jeremy? Perché mai dovrei volerlo lì? Non ho nemmeno voglia di vederlo! Se è stato lui a farmi lo scherzo ieri notte, ancora peggio! No!», rispose Charlotte, cercando di mantenere un tono serio mentre un leggero rossore le affiorava sulle guance.
Kikuto, che stava ascoltando tutto con attenzione, non riuscì a trattenere una risata sguaiata, «Ah, Jeremy?! Chi sarebbe, l'avversario di Sogh per il cuore di Charlotte? Il melodramma umano di tutti i tempi!», esclamò, ma Nerhino si girò rapidamente verso di lui, coprendogli la bocca con la mano ornata da unghie nere naturali.
«Sssh! Sei pazzo? Non vogliamo che ci scoprano!», sussurrò.
Kikuto cercò di soffocare la risata, «Scusami! Ma i drammi umani mi fanno ridere, accidenti!».
Charlotte, ignara della presenza di Nerhino e Kikuto, continuava a discutere con Valeria, cercando di mantenere la calma, «Senti, non capisco perché tu sia così entusiasta di invitare Jeremy. La sua presenza potrebbe rovinare tutto. Sogghynho è... diverso, se era davvero lui ieri notte. Non so come spiegarlo, ma è come se ci fosse qualcosa di più tra noi. Non voglio che Jeremy si intrometta», disse, stringendo le labbra.
«Capisco, potremmo invitare tutti i nostri amici e semplicemente ignorarlo. Alla fine, è solo un ragazzo, no?», ribatté Valeria, cercando di alleggerire la situazione.
Intanto, Kikuto stava trattenendo le risate con tutte le sue forze, «Già, è solo un ragazzo! Ma che ne sai dei drammi? Potrebbe essere una vera soap opera!», bisbigliò, ridacchiando in modo inappropriato.
«Sssh!», lo rimproverò nuovamente Nerhino, lanciandogli un'occhiata seria mentre cercava di non farsi notare. La loro posizione nascosta era precaria e non voleva rischiare di attirare l'attenzione su di loro.
«Mi sono stancato di stare nascosto, perché non fingiamo di essere loro compagni e ci autoinvitiamo alla festa?», proposte Kikuto, calmando le risate.
«Sei davvero impazzito? E se qualcuno ci riconosce?», rispose Nerhino, ansioso.
Kikuto sorrise, un lampo di malizia raggiunse nei suoi occhi, «Ascolta, bocconcino, ho il potere di camuffamento. Posso sembrare chiunque io voglia! Potrei diventare un normale studente universitario e fare la stessa cosa a te, e nessuno ci riconoscerà. Immagina quanto ci divertiremo!».
Nerhino lo guardò scettico, «Va bene, ma se ci scoprono ti uccido».
Kikuto rise, «Sono già morto, bocconcino».
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