Cap. 10 - Mattina molto movimentata.

Il sole era già alto nel cielo quando Nerhino e Kikuto si svegliarono nel loro letto matrimoniale, le lenzuola erano ancora stropicciate dalla notte di piacere e follia trascorsa insieme e i corpi nudi si sfioravano appena.

Kikuto si stiracchiò, «Ah, che nottata! Che buona bevuta di sangue e che comodo questo letto! Molto meglio delle bare!».

Nerhino sorrise pigramente, girandosi verso Kikuto e dandole un leggero bacio sulle labbra, «Sì, è stata una notte memorabile, non si batte... ma ti devo dare ragione sul letto. Molto meglio delle vecchie bare», disse. Le sue dita accarezzarono distrattamente la pelle di Kikuto mentre gli occhi si posavano sul soffitto, godendosi la tranquillità del momento.

Dopo qualche istante di quiete, però, Nerhino si accigliò, «Hai notato l'assenza di Sogghynho? Non è rientrato stanotte...».

Kikuto si raddrizzò leggermente nel letto, guardando intorno alla stanza come se potesse apparire da un momento all'altro, «Già, ora che lo dici... di solito fa più rumore quando rientra tardi, con la bocca insanguinata... ma non l'ho visto tornare»

Il silenzio calò improvvisamente tra loro, poi Kikuto riprese a parlare, «Non vorrei fosse tornato da quella ragazza...».

Nerhino lo guardò, sospirando, «Sogghynho è sempre stato impulsivo, ma spero non sia andato troppo oltre. Non conosce bene quella ragazza, non dovrebbe, è sempre una fan estranea a noi. Perciò non so come potrebbe reagire se lui la facesse spaventare... sono trentott'anni che sono suo amico, lo conosco».

«Ah, è stato nulla di ché, e mi sono divertito poco», si udì la voce del vocalist in lontananza mentre entrava nella camera.

«Immaginavamo fossi da quella ragazza bionda che abbiamo visto discutere con quella coi capelli blu...», osservò Kikuto.

Sogghynho alzò le spalle, «Un hater coi fiocchi, altro che fan. Le ho solo ordinato di comprare il biglietto del concerto, giusto per vederla saltare a ritmo della nostra musica. Guarda un po'? Le ho fatto trovare anche il biglietto dei posti avanti! Che genio che sono!».

Nerhino girò gli occhi al cielo, «Col tuo potere ovviamente, l'ordine supremo...».

«Certo, considerala come una bella punizione, quando si renderà conto di non fare altro che ascoltare la mia voce all'infinito. Poi vabbè, l'ho fatta spaventare un po' e le ho mandato un messaggio come tocco finale...».

Nerhino lo fissò con uno sguardo sbilenco, «E lo sapevo! Così ti comporti con le umane? Vero che siamo vampiri, vero che dobbiamo divertirci ogni tanto, ma un poco di tatto?».

«Amico, quella ragazza ha passato tutta la notte, o quasi, a spiare i nostri profili social, soprattutto il mio... Non mi sembra tanto di 'non' piacerle...», rispose il vocalist, sedendosi sulla poltrona.

«Come a me sembra tanto che lei non 'non ti piace', eh?», provocò Kikuto, alzandosi dal letto nella sua nudità mentre Nerhino lo fissava con la bava alla bocca.

Sogghynho alzò un sopracciglio, con un sorrisetto malizioso, «Ah, Kikuto, ti diverti a prenderti gioco di me, eh? Ma ti dico, non è che quella ragazza mi piace, semplicemente mi diverte giocare un po' con lei. Sai com'è, la noia della vita immortale».

Kikuto, senza preoccuparsi troppo di coprirsi, si avvicinò alla finestra, lasciando che la luce del sole lo accarezzasse senza però fargli alcun danno, «Giocare, eh? Solo che a volte i tuoi 'giochi' portano più guai di quanto ne valga la pena. Le umane sono fragili, non puoi scherzarci troppo. E se un giorno quella ragazza decidesse di raccontare tutto a qualcuno?».

Sogghynho fece spallucce, «Non succederà. La terrò sotto controllo. E poi, chi le crederebbe? "Un vampiro mi ha obbligato a comprare un biglietto del concerto della sua band usando il suo potere mentale"... suona più come un delirio da fan ossessionata, no?», disse, ridendo con fare arrogante, giocando con il ciuffo dei suoi capelli verdi.

Kikuto si allontanò dalla finestra, «Vado a fare la doccia, devo rimuovere la protezione solare vecchia e applicare un nuovo strato. Sarei grato se un certo chitarrista mi facesse compagnia...».

Nerhino sorrise in modo malizioso, seguendo Kikuto con lo sguardo mentre si avviava verso il bagno, «Non ti libererai di me così facilmente, bellezza. Spero tu abbia lasciato abbastanza acqua calda...».

Sogghynho lo guardò con confusione, «Ma perché vi lavate? Noi vampiri non ne abbiamo bisogno, il nostro mostruoso odore è sempre quello, e non sudiamo, non piangiamo...».

«Possiamo per il piacere della doccia umana di lusso e delle schifezze che faremo all'interno?», lamentò Kikuto.

Sogghynho, «Va bene! Beati voi che siete coppia, andate pure! Io intanto vado in cucina e vedo cosa c'è da mangiare nella credenza, roba che mangiano gli umani a colazione e che non so se vorrei assaggiare».

Nerhino e Kikuto si scambiarono uno sguardo confuso e scomparvero nel bagno, lasciando Sogghynho a parlare da solo, «Beh, diamo un'occhiata. Cosa ci troverò di interessante lì? Forse biscotti... no, cioccolato... o magari solo cereali».

Arrivato in cucina, aprì una delle credenze e osservò perplesso il contenuto: barattoli di marmellata, pacchi di biscotti, caffè istantaneo e cereali al gusto miele. Sogghynho prese una scatola di cereali e la girò tra le mani, leggendo distrattamente le informazioni nutrizionali sul retro, «Ecco cosa mangiano gli umani la mattina... mah, ci provo».

Prese una ciotola e versò una quantità abbondante di cereali, aggiungendo un po' di latte che trovò nel frigorifero. Si sedette al tavolo, fissando la ciotola con aria disgustata, «Dovrei davvero mangiare questa roba? Hm, non è sangue fresco, ma vediamo...».

Prese un cucchiaio e assaggiò un boccone. La sua faccia si contorse immediatamente, ma il ragazzo coi capelli verdi, testardo, continuò a mangiare per un paio di cucchiaiate prima di gettare la ciotola nel lavandino, «Bleah! Gli umani sono davvero strani!».

Poco dopo, sentì il rumore dell'acqua nella doccia cessare e i suoni di Kikuto e Nerhino che ridevano sommessamente, «Ah, seriamente... quei due si sono presi in una settimana e io? Centotrent'anni e una cinquantina di ragazze senza nessun risultato gradevole, ne ho solo guadagnato la parte intima stanca a entrare nei tunnel sbagliati. Ma sono io il problema?».

Sogghynho rimase per un attimo a fissare la ciotola vuota nel lavandino, mentre i suoi pensieri si affollavano, «Centotrent'anni di notti, di cacce, di volti umani che cambiano e si dissolvono... E io sono qui, a mangiare cereali, mentre quei due si chiudono in bagno per fare... chissà cosa. Io?! Il figlio del Conte Feveri Darkmoor, famoso vocalist dei Green Canynes e sua moglie Yelena? Io?».

Si alzò e cominciò a girare per la cucina, poi iniziò a canticchiare il ritornello di una delle canzoni del repertorio della sua band, con tono ironico, «"I got my eyes on you, girl, you make me rise and fall mentally like a roller coaster, yet you don't even know..."».

La sua voce, di solito potente e magnetica sul palco, ora sembrava quasi vuota nella cucina silenziosa. Smise di cantare, fissando di nuovo il lavandino.

«Centotrent'anni e non ho ancora capito cosa voglio davvero, oltre la musica. Mi annoio, faccio danni, gioco con le menti umane... ma alla fine? Che senso ha? Canto quasi solo per disperazione da cretino single a morte...», rise, borbottando, poi lanciò un'occhiata verso la porta del bagno da cui provenivano ancora le risate soffocate di Nerhino e Kikuto.

«Guardali lì, loro almeno hanno trovato un legame. E io? Giro come un'ombra, incatenato a questa non vita che non sembra portarmi da nessuna parte. Forse è questo il destino dei vampiri... o forse è solo il mio destino».

Sogghynho scosse la testa, scacciando quei pensieri, «O forse dovrei solo pensare alla mia passione nonché anche lavoro, la musica, o forse farei del male se la spiassi? Quella hater...».

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