Cap. 1 - Quel pomeriggio, al campus.

Il sole stava calando dietro le alte montagne della Transilvania, avvolgendo il campus dell'Università dei Mostri in una leggera penombra. L'edificio principale, un'antica costruzione di pietra nera con torri affilate e finestre gotiche, si ergeva imponente al centro del vasto giardino, circondato da alberi nodosi e inquietanti che gettavano lunghe ombre spettrali. 

L'atmosfera era calma, quasi surreale, mentre l'aria fresca portava con sé i profumi di foglie umide e terra bagnata, mescolati a una sottile brezza che sembrava sussurrare antichi segreti.

Sogghynho Darkmoor e Nerhino Yutama erano seduti su una panchina di legno invecchiato, coperta da un sottile strato di muschio. Intorno a loro, il giardino era un intreccio di piante carnivore e fiori notturni che emettevano deboli luminescenze, quasi come se osservassero i due giovani. Darkmoor, con la sua figura slanciata e il volto pallido, risaltava sotto la luce morente.

I suoi capelli, di un verde brillante, sembravano quasi fiammeggiare sotto gli ultimi raggi del sole, mentre i suoi occhi dello stesso colore scintillavano freddi e penetranti, come se fossero in sintonia con l'oscurità che avanzava.

La sua espressione era distaccata, coi pensieri lontani, persi in un mondo di enigmi e segreti, e mentre masticava lentamente un pezzo di pane nero, il suo volto impassibile sembrava scolpito nella pietra, come se fosse un antico lord gotico venuto da un'altra epoca.

Accanto a lui, Nerhino Yutama, con una chitarra acustica appoggiata sulle ginocchia.

Aveva i capelli rossi, vibranti come fiamme vive, ricadevano disordinati sul viso pallido mentre le sue mani esili danzavano sui tasti della chitarra, producendo un riff che sembrava sfidare le leggi del tempo e della realtà, un suono forte e misterioso, che trasformò quel momento in un'ode alla bellezza oscura che permeava l'Università dei Mostri.

«Ehi Sogh, ascolta questo riff!», esclamò a fine melodia, cercando di attirare l'attenzione dell'amico con un tono entusiasta.

Sogghynho alzò lo sguardo dal suo snack, dandogli solo un'occhiata distratta, «Hmm? Sì, sì, lo sento...», rispose con indifferenza, mentre continuava a masticare lentamente.

«Sogh, non mi sembra molto che tu mi stia ascoltando», rimproverò Nerhino.

Sogghynho alzò lo sguardo sbuffando e incrociando gli occhi rossi brillanti di Nerhino, «Scusa, Nerhi. Sono solo... immerso nei miei pensieri. Pensavo alla lezione di stamattina sul ponderare le scelte del buon sangue da bere. Cosa stavi dicendo?».

Nerhino sospirò profondamente, sbattendo leggermente le corde della chitarra come per sfogare la sua irritazione, «Ho pensato a questo riff per giorni. Credo che potrebbe funzionare bene con una nostra composizione futura. Non eri d'accordo sul farmi da vocalist e bassista? Me lo avevi promesso! Ma se non ascolti, come il tuo solito, come possiamo fare musica da paura?».

Sogghynho gli si avvicinò e posò una mano sulla sua spalla, «Si, scusa. Promessa è debito, e io sono un vampiro di parola», ammiccò, «Dai, fammi ascoltare di nuovo».

Nerhino annuì e ricominciò a suonare il riff, e questa volta Sogghynho si concentrò completamente sulla musica. Le note della chitarra si intrecciavano con la brezza pomeridiana, creando un'atmosfera che sembrava avvolgere entrambi in un abbraccio sonoro.

«È davvero notevole», disse Sogghynho dopo aver ascoltato, «Posso immaginare come questo possa diventare il cuore di una buona composizione... Aspetta, suona ancora...».

Nerhino annuì e riprese a suonare il riff, ma ogni tanto Sogghynho lo seguiva canticchiando, «"I am not a superstar, I am just like you are, human, but just something scary, and I have a heart"».

Nerhino interruppe la sua esecuzione e sorrise, «Non è male! Non mi piace solo il testo, non mi piace per niente. C'è qualcosa di... sì, qualcosa di inquietante in quel "heart"», commentò, mascherando la soddisfazione con un tono critico.

«Siamo vampiri, sì? Ma abbiamo un cuore. Entra nel vivo del testo! Hm... "I am not a superstar, I am not as human as you are. You try pull me apart, I want your blood but I have a heart!"», canticchiò di nuovo seguendo la melodia suonata dalla chitarra.

Nerhino schiaffeggiò leggermente la testa verde dell'amico, «Proprio come per dire "ciao mondo, siamo vampiri tanto assetati del vostro sangue, venite a donare"! Ma ti pare?».

Sogghynho ridacchiò, scrollando le spalle, «Nel 2023 ti preoccupi di dire al mondo di essere un autentico vampiro?», stuzzicò con ironia.

Nerhino lo schiaffeggiò di nuovo, «Direi di sì! Pregiudizi a parte!».

Sogghynho fermò la risata e sorrise, «Va bene, va bene, smetto di scherzare. Vogliamo davvero che il testo sia un manifesto dei nostri veri io? Vogliamo far nascere qualcosa di mostruoso?».

Nerhino rifletté un momento, grattandosi la testa, «Hm... Sì, ma forse è meglio mantenere un po' di ambiguità e mistero. Il messaggio è chiaro: siamo mostri, ma abbiamo una nostra umanità, giusto?».

Sogghynho annuì, «Esattamente. È questo il punto. Voglio dire, chi di noi non ha un lato più complesso, nascosto dietro le apparenze? Umano o vampiro che sia? Se vuoi che la canzone la ascolti tutto il mondo allora è quello il nostro messaggio cardine».

Nerhino si distese meglio sulla panchina, guardando il cielo che si stava lentamente oscurando, «Allora che ne pensi di questa versione? "I am not a superstar, just a monster in disguise. Not human, but I've got my own way to rise. You can try to tear me apart, but know this for sure, I might be thirsty for blood, but my heart is pure"».

Sogghynho ascoltò attentamente, annuendo con approvazione, «Mi piace, molto. Ha un bel ritmo e trasmette esattamente sia la forza che la vulnerabilità dei vampiri. Dobbiamo solo affinare un po' la melodia e potremmo avere qualcosa di veramente potente!».

Nerhino sorrise, «Sì! Rock n'Roll! Adoro! Allora quando torniamo a casa pensiamo già a una prima registrazione? Poi potremmo anche passare la nottata insieme...», stuzzicò con malizia.

«Lo sai che mi piacciono le ragazze, finiscila di provarci! Siamo migliori amici da otto anni e a me va bene così, grazie», disse Sogghynho, ridendo.

Nerhino allora alzò le mani in segno di resa, «D'accordo, niente scherzi! Ma davvero, penso che siamo sulla strada giusta con questa canzone. Potrebbe essere semplicemente sublime!»

Sogghynho annuì, «Penso proprio di sì, Vediamo se riusciamo a fare qualcosa di veramente grandioso. Lo sento, questo pezzo potrebbe davvero fare la storia del rock dei mostri! Però ci serve qualcosa in più...».

«Cosa intendi?», chiese Nerhino.

«Un batterista», rispose, indicando in lontananza un ragazzo seduto sotto un albero con delle cuffie alle orecchie che agitava due bacchette mimando di suonare una batteria invisibile.

Nerhino spostò lo sguardo verso la direzione indicata da Sogghynho e spalancò gli occhi, «Ma è un gran manzo, Sogh... pensi suoni la batteria?».

«Da come agita quelle bacchette direi proprio di sì...», rispose Sogghynho.

«Andiamo a parlargli», propose Nerhino.

Sogghynho annuì e insieme i due amici si alzarono e iniziarono a camminare verso il ragazzo seduto tra i boschi, con le cuffie sulle orecchie, immerso nella musica che agitava le bacchette.

I suoi capelli neri scendevano lunghi fino alla nuca e un ciuffo disordinato sulla fronte oscurava il suo volto, ma i suoi occhi blu e le labbra truccate di blu chiaro catturarono molto di più l'attenzione di Nerhino.

«Ma è un fico...», mormorò Nerhino, incredulo.

Sogghynho si schiaffeggiò la fronte, ridacchiò, «Oh no, ci risiamo. Ma perché sono amico tuo?».

«Lo voglio conoscere, adesso! E lo voglio anche nella band, nel letto, dappertutto...», mormorò ancora Nerhino, con un tono che rivelava una curiosità che rasentava l'ossessione.

«Per ora chiediamo prima come si chiama e se è effettivamente un batterista, per favore? Non fare il cretino», rimproverò Sogghynho.

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