Capitolo 9
Le tre postazioni sono pronte. Derek è alla sua, di fianco a suo zio, la sua divisa da chef e tutti gli ingredienti davanti. Di fronte a lui ma di spalle, c'è Stiles che dovrà solo eseguire le preparazioni, ascoltandoli. Non ha nessuna possibilità di girarsi indietro per vedere cosa stanno facendo lui e Peter.
"Sei pronto?" chiede Jennifer a Stiles, che annuisce sicuro. "Bene, comincerà chef Derek Hale, descriverà cosa sta facendo e tu seguirai ogni passaggio. Ad un certo punto subentrerà Peter Hale e farai lo stesso. Si alterneranno per tutta l'ora. Tutto chiaro?"
"Sì. chef!"
Derek comincia, cercando di descrivere meglio possibile cosa sta facendo. Vede Stiles, nonostante sia di spalle, eseguire velocemente, senza alzare un attimo gli occhi dal piano di lavoro e lo stesso succede quando è Peter a parlare.
"Manca mezz'ora!" esclama Danny. "Stiles, se vuoi, hai la possibilità di girarti una sola volta, verso uno solo degli chef, senza parlare, senza toccare nulla. Hai un minuto per guardare cosa ha fatto fino a quel momento e poi tornare al lavoro. Vuoi?"
Stiles si ferma e risponde. "Sì, chef, accetto."
"Il lavoro di quale chef vuoi guardare?"
"Quello di Derek Hale, chef."
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Stiles è certo di aver seguito tutto alla lettera e ora che gli manca finire solo le ultime cose e comporre il piatto, sa che è un grande vantaggio controllare se è tutto okay. Appena lo chef gli dà il via, si gira verso Derek dietro di lui e, con le mani dietro la schiena, guarda tutto quello che ha sul banco. Un banco di lavoro pulitissimo e in ordine, che gli permette di capire ancora meglio quali sono le preparazioni e come dovrebbero essere. Osserva ogni pentola, ogni piatto, fotografa mentalmente i colori e le consistenze di ogni ingrediente, poi inevitabilmente alza lo sguardo in quello dello chef. Derek ricambia, pressoché impassibile e Stiles si azzarda ad accennare un sorriso. Tutto è come l'ha fatto, non c'è assolutamente nulla di diverso, solo il disordine che invece domina la sua postazione è diverso. Soddisfatto, si volta appena il minuto scade e, senza dargli modo di fare altro, chef Peter Hale ricomincia a descrivere il procedimento.
"E lo zenzero devi ficcarlo bene dentro, serve per dare un po' di spicy alla situazione, no? In fondo, si usa per diverse preparazioni, di qualsiasi tipo. Tu lo sai, Stiles?"
Stiles, ingoia la sua risposta, sia perché non può parlare, sia perché è in imbarazzo ma soprattutto perché ha una fervida immaginazione e non può di certo pensare a pratiche sessuali lì, di fronte alle telecamere e con derek Hale nella stessa stanza. Quindi si limita a tacere, sperando lo chef non continui. E, per fortuna, non lo fa, perché Derek riprende a parlare e a descrivere i procedimenti.
Quando anche l'ultimo ingrediente è impiattato, Stiles alza le mani dal piatto, sudato e soddisfatto, convintissimo di aver anche impiattato bene il piatto.
E, infatti, quando lo porta davanti ai quattro giudici, tra il piatto dei due chef, è praticamente identico.
"Esteticamente sono uguali, è evidente" gli dice chef Blake. "Ora assaggiamo."
Stiles osserva i quattro chef che, in totale silenzio, assaggiano i tre piatti, mentre dalla balconata i suoi compagni lo osservano. Stiles sente solo la voce forte e chiara di Erika che, non sa a chi, dice "l'ha fatto identico, io mi sarei messa a piangere al secondo passaggio, perdendomi tutto il resto" e si volta a sorriderle.
A fare un passo avanti è Peter Hale, sorridendo.
"Spero che la lezione sia servita e che d'ora in poi, almeno qui dentro, tu non faccia di testa tua" Stiles annuisce e lui continua. "Fuori di qui, però, ti auguro di osare sempre, perché è inutile negare che tu abbia un talento, Stiles e devi crederci sempre, non sprecarlo e non smettere mai di sperimentare, è così che si fanno grandi cose in cucina."
"Stiles lo fissa, sentendo gli occhi farsi lucide e gli sorride.
"Torna in balconata insieme agli altri, su!" e Stiles obbedisce di corsa, ricevendo un caloroso abbraccio. Lascia andare giusto qualche lacrima, perché la tensione è stata davvero quasi insostenibile, poi vanno tutti insieme agli spogliatoi. Si prende qualche attimo in più sotto la doccia, per rilassarsi, poi, quando esce lancia inevitabilmente un occhio al parcheggio quasi deserto. Lì, in fondo nascosta quasi dall'edificio, c'è l'auto di Derek parcheggiata.
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Derek saluta i suoi colleghi, prende appuntamento con suo zio per la sera dopo a cena e si avvia verso l'auto. Lo vede solo quando è ormai lì: Stiles è appoggiato alla parete dell'edificio, il cappuccio calato sulla testa.
"Sembri un maniaco, lo sai?" lo saluta, prendendolo in giro e ridendo ancora di più quando il ragazzo arrossisce.
"Ehi, ho solo freddo."
Derek gli si avvicina. "Quindi, in quale punto della ricetta hai capito che stavo eseguendo un piatto che conoscevi già?" chiede e si bea dell'espressione stupita di Stiles. PEnsava non se ne sarebbe accorto?
"E va bene, sì, hai ragione. Più o meno dopo dieci minuti" ammette. "Ma non è una colpa conoscere i piatti del menù del tuo ristorante!"
"No, non lo è. E sei stato anche bravo, le parole di Peter erano vere."
Stiles abbassa lo sguardo, ringraziandolo e Derek vorrebbe solo baciargli quelle guance rosse, ma devono parlare di quello che è successo la sera prima.
"Anche quelle sullo zenzero erano molto vere" risponde però Stiles, ammiccando e facendo un passo avanti.
"Lo so" risponde Derek. "Cosa vuoi dirmi?" e il cervello ormai è già andato a farsi fottere.
"Nulla, sono solo molto curioso. Hai dello zenzero a casa?"
Tutto quello che riesce a fare Derek è spostarsi, aprire la portiera dell'auto e invitare Stiles ad entrare.
"Sono uno chef e quello che hai fatto era il mio piatto. Posso mica esserne sprovvisto. Sali?"
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