Capitolo 3

"Basta, ora entra lì dentro e smettila di raccontarmi la stessa storia. Ti voglio bene, spacca tutto!"

Stiles non ha nemmeno modo di rispondere, che Scott mette giù. Si avvicina al gruppetto di altri concorrenti e Erica gli sorride luminosa. 

"Che bella espressione felice che hai Stiles. Sei contento per la prima esterna?" chiede la ragazza. E Stiles nemmeno ricordava dell'esterna. Ha passato gli ultimi due giorni a pensare a Derek e al loro incontro al cinema e soprattutto alle parole di sua sorella. Davvero Derek crede sia bravo? 

"Stiles?" Erica gli sventola una mano davanti agli occhi. "Se sei così distratto, quasi spero di non essere in squadra con te." 

Stiles le sorride. "Scusa, hai ragione. E io spero di esserlo con te, perché sei bravissima!" le dice, lodandola. 

Cinque minuti dopo, le riprese sono cominciate e il giudice Mahealani sta passando davanti alla fina composta di concorrenti, per permettere loro di pescare una pallina argentata. 

"Al mio tre, apritela. Dentro troverete una pallina rossa o blu, il colore della squadra a cui siete assegnati. Uno...due...Tre!" 

Stiles la apre con frenesia. Blu. 

"Sei con me!" esclama Erica al suo fianco, abbracciandolo di slancio. Stiles ricambia, anche se un po' impacciato, poi chef Hale comincia a parlare. 

"Andremo a Central Park. Lì cucinerete per due scuole. I vostri giudici saranno bambini di dieci anni. E non pensate che possa essere semplice, perché sono i giudici peggiori. Dovrete rendere il cibo appetibile, anche perché ogni vostro piatto, dolce escluso, deve contenere verdure." 

Stiles è allo stesso tempo eccitato e terrorizzato. 

Organizzare le riprese in esterna è decisamente più complesso e solo quando è quasi mezzogiorno sono tutti alle postazioni delle squadre, pronti per cominciare. Stiles è soddisfatto della sua squadra, ci sono Erica e Kim e anche qualche altro concorrente con cui ha già scambiato qualche chiacchiera. Mentre le telecamere gli girano intorno, cominciano a decidere il menù. 

"Io direi di fare una pasta simpatica, magari a forma di cuoricino?" suggerisce Erica. 

"E se facessimo sia cuori che, che ne so, cappelli, e qualsiasi altra forma divertente ci venga in mente?" continua Kim. "Basta che siano tutte di forme simili e che non cambino i tempi di cottura. 

"Verdura!" esclama Stiles. "Dobbiamo farla colorata. Impasto agli spinaci, al radicchio, ai peperoni. Non dobbiamo esagerare con sapori e condimenti, quindi direi una semplice pasta formaggio, ma con le verdure nascoste." 

Erica gli schiocca un bacio sulla guancia. "Piccolo genietto! Sì! Cotoletta come secondo?" 

"Possiamo usare bietola essiccata nell'impanatura." 

"E come contorno delle polpettine di verdura che coppiamo con le formine?" 

impiegano quindici minuti a mettere su carta il menù e altri cinque per dividersi i ruoli nelle preparazioni. Stiles non ha alcun dubbio, farà la pasta." 

Quando sta stendendo col mattarello, è chef Mahealani ad avvicinarsi, con telecamera al seguito. 

"Direi che questa volta è perfetta" dice, alzando la sfoglia. 

"Grazie, chef" risponde Stiles, senza alzare nemmeno lo sguardo. Non vuole perdere nemmeno un attimo e il primo deve uscire tra quarantacinque minuti. In lontananza, il vociare dei bambini. 

"Come siamo messi col condimento?" grida, rivolto alla squadra. 

"Qui qualcuno si sente capitano?" è chef Hale ad essersi avvicinato e Stiles alza di scatto lo sguardo. 

"Io? Oh, no, no, io..." balbetta sconclusionato. Non era sua intenzione imporsi in qualche modo. 

"Qualcuno doveva pur prendere il comando" è Erica a rispondere per lui, cingendogli le spalle con un braccio. "Tutto pronto per il promo, boss, cominciamo a preparare il dolce e quando sei pronto cala la pasta." 

Stiles guarda ancora chef Hale, che ascolta Erica, poi lo guarda a sua volta. 

"Siete in perfetto orario" dice. "Continuate così." 

"Derek Hale che fa quasi un complimento? Dobbiamo cominciare ad aprire gli ombrelli?" lo prende in giro chef Mahealani, ma Stiles non si lascia distrarre. Abbassa di nuovo lo sguardo sul banco da lavoro e continua quello che stava facendo. 

Un'ora e mezza dopo, Stiles è seduto ai piedi del bancone, l'ultimo piatto già in tavola e una stanchezza atroce. I suoi compagni di squadra contenti intorno, in attesa di scoprire il verdetto. 

Vengono condotti poco dopo alla fontana centrale del parco, in fila, divisi per squadre. Stiles ha il grembiule sporco, è distrutto, ma è soddisfatto. 

Chef Blake, ringraziando le due scuole, comincia a contare i voti. Un testa a testa quasi fino all'ultimo, ma quando i voti sono quasi finiti, una delle due squadre prende il sopravvento. 

"Vince la squadra blu!" esclama la chef, complimentandosi. 

Stiles, non sa come, si ritrova sollevato dai ragazzi della sua squadra, che lo lanciano in aria, inneggiando il suo nome. Non sa cosa sia successo, perché stiano festeggiando lui, ma quasi piange di felicità. 

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Derek guarda i festeggiamenti della squadra vincitrice e non può fare a meno di sentire una punta d'orgoglio vedendo Stiles ricompensato dei suoi sforzi. Ha preso il controllo in modo naturale, ha guidato i suoi compagni senza imporsi e ha portato tutti alla vittoria. 

"Sono stati molto bravi" gli dice Jennifer affiancandolo. "Soprattutto Stiles, no?" 

Derek annuisce, continuando a guardarli. Quando i festeggiamenti finiscono, concludono le riprese e raggiunge il suo camerino. Si mette comodo, togliendosi l'abito e cambiandosi con un jeans e una maglietta, poi esce per tornare a casa. 

"Chef Hale!" si sente chiamare quando è appena uscito dal parco. Alla sua sinistra, Stiles gli sta andando in contro. 

"Sì?" chiede, stranito. Lo stava aspettando? 

"Volevo solo chiederle se con la pasta di oggi ho recuperato lo sbaglio della volta scorsa." 

Derek si stupisce di quella domanda, ma Stiles sembra essere naturalmente curioso. 

"Hai vinto" risponde. 

"Sì, la mia squadra ha vinto" puntualizza il ragazzo e a Derek viene da sorride, pensava di poterla scampare. 

"Il piatto che ha preso più voti è stata la pasta. Oltre ad aver divertito i bambini, era buona" risponde sincero. 

"Oh" risponde stupito il ragazzo. "Ne sono felice!" 

"Ma non montarti la testa" lo riprende Derek "C'è ancora tanta strada da fare." 

Stiles sorride, quasi saltellando. 

"Lo so! E io non vedo l'ora di percorrerla! Come sta sua sorella, Chef?" chiede. 

"Sta bene, sto tornando a casa da lei" risponde Derek e nemmeno sa perché gli stia raccontando i fatti suoi. 

"Oh, vivete insieme? Bello! Io sono figlio unico, al massimo ho dormito con Scott qualche volta. Mi sarebbe piaciuto avere compagnia da piccolo, ma va bene anche così. Me la saluta?" 

Derek si sente quasi travolto da quelle chiacchiere. "Certo" risponde. "Ora devo andare." 

"Va da quella parte?" chiede il ragazzo, indicando la loro destra. "La posso fare compagnia fino alla metro?" 

Derek dovrebbe dire di no, lo sa, ma si ritrova ad annuire, avviandosi con Stiles al suo fianco. Il ragazzo sembra quasi agitato, ma non parla, anzi. Quando sono quasi alle scale della metro, Derek si sente afferrare un braccio e si volta. Stiles è accovacciato sul marciapiede con le mani alla caviglia. 

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"Cazzo! Cazzo! Cazzo!" esclama dolorante, vedendo lo chef abbassarsi al suo fianco. 

"Che succede?" 

"Una storta" spiega. "Niente di che" dice, alzandosi, ma si abbassa subito dopo, un dolore lancinante. "Porca puttana spero non sia rotta, porca zozza!" 

"Stiles, calmati, appoggiati a me, andiamo in ospedale." 

E Stile ssi agita ancora di più. "No" esclama. "Nessun ospedale. Può anche marcirmi il piede, ma gli ospedali no, oddio, no, la prego!" 

Ormai è in panico e si accorge di essere stato sollevato, solo quando lo chef comincia a camminare tenendolo in braccio. 

"No, chef, no, posso camminare!" dice, divincolandosi. 

"Sta' fermo" tuona l'uomo. "Ho l'auto lì" indica una Camaro nera. "Ti porto da me, controlliamo che sia tutto okay e nel caso andiamo in un ambulatorio per una radiografia. Zitto." 

Stiles tace all'istante, fermandosi e lasciandosi trasportare. Solo una parte del suo cervello realizza di essere in braccio a Derek Hale, contro il suo petto. 

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