Capitolo 8.
Continuammo a scriverci per quasi tutta la notte, finché non mi addormentai.
C'era qualcosa in lui, qualcosa di speciale, qualcosa che non ero in grado di spiegare.
Parlammo del più e del meno e della nostra serata. Io non avevo mai avuto una conversazione così lunga via messaggio.
Può sembrare una banalità per chiunque, eppure, triste ma vero, era tutto così nuovo per me. Quante cose mi ero persa, in questa mia malinconica e penosa adolescenza.
Mi scrisse che dovevamo rivederci assolutamente, che quello era stato l'appuntamento "più strano ed emozionante" della sua vita, e che voleva risentirsi così.
Risentirsi bene.
Risentirsi a casa.
Questo mi fece riflettere tanto. Sembrava così contento, così perfetto, indistruttibile a guardarlo da fuori.
Eppure anche solo attraverso una piccola ferita, come attraverso uno spiraglio nella sua corazza, si percepiva che c'era qualcosa che non andava in Adam, qualcosa che lui stesso faceva fatica a comprendere.
Eppure sembrava così sicuro di sé, visto dall'esterno.
Almeno lui era capace di fingere.
Eppure facendo così soffriva solo di più. Cercare solo di nascondere la verità non serve.
Si annida al tuo interno, talmente tanto da diventare quasi tutt'uno con quello che cerchi di essere, con la maschera che cerchi di indossare, finché non è più distinguibile la sottile linea che c'è tra il vero te e quel tuo sosia che predomina.
La verità non ti lascia via di scampo.
-Haley, ti vuoi alzare? Farai tardi a scuola!-
-Haley! Coraggio, sono le otto passate sbrigati!-
Aprii gli occhi di colpo. La voce di mia madre. Le otto. Scuola!
Dopo la nottata passata al cellulare avevo gli occhi pesanti ed un cerchio alla testa.
Un odore dolce e pungente riempì la stanza e mi svegliò completamente.
La luce filtrava dai vetri e illuminava la mia stanza, altrimenti buia e scura, e rifletteva sullo specchio su cui erano appese alcune fotografie.
Io e Ronny, Ronny ed io.
Foto con i parenti.
Come ho già detto, non avevo molti amici, e soprattutto non avevo molto da ricordare.
Quale adolescente non ha foto da appendere in camera? Quale adolescente non ha qualche amico di cui volersi ricordare?
Perché non ero come qualsiasi altro adolescente?
Mi alzai e corsi giù dalle scale, il legno scricchiolava sotto i miei piedi, il corrimano scivolava veloce tra le dita della mia mano ancora intorpidita dal sonno.
-Haley dove sei stata ieri sera?-
Il tono interrogativo di mia madre mi infastidiva.
-Sono stata- cominciai a balbettare - in un bar con Ronnie. Ora scusa ma devo davvero scappare, è tardissimo!-
Odiavo parlare con mia madre, soprattutto quando cominciava a fare mille domande assurde. Aveva questa abilità di farmi sentire colpevole anche senza aver fatto niente.
-Dopo ne parliamo!-
Urlò lei dall'altra stanza, ma ormai la sua voce non era più un problema. Dovevo davvero darmi una mossa, altrimenti avrei perso la prima ora.
Afferrai un toast e tornai di corsa in camera.
Presi dei jeans neri strappati sul ginocchio e una polo rosa antico.
Mi guardai allo specchio.
Coraggio Haley, comincia una nuova, pessima giornata.
Mi lavai i denti, feci due trecce veloci, un velo di mascara e presi lo zaino pesantissimo che conteneva tutti i miei libri. Era nero con dei glitter sulla tasca piccola frontale.
Non era certo come quello di Ronnie, di pelle nera, firmato e super costoso, ma alla fine doveva solo contenere dei libri, giusto? A me andava benissimo così.
Scesi le scale. Dovevo solo prendere le chiavi della bici e il gioco era fatto.
Mi avvicinai al mobile dell'ingresso, ma al solito posto le chiavi non c'erano.
Panico.
-Mamma! Dove sono le chiavi della mia bici??-
La disperazione nella mia voce era evidente.
-Dove le hai messe l'ultima volta?-
Rispose lei seccata.
Come al solito non era di nessun aiuto. Possibile che dovevo fare sempre tutto da sola?
-Ma mam-
bzzz bzzz
La vibrazione del mio cellulare mi interruppe. Ci mancava solo quello!
da: Adam.
*Haleybella vuoi fare tardi a scuola?*
Come diavolo faceva a saperlo. Ogni tanto mi inquietava davvero.
In effetti solo un serial killer poteva interessarsi a me in questo modo...
Mentre riflettevo sul livello di pazzia del mio corteggiatore, un suono forte mi colpì.
Un clacson. Possibile?
Corsi alla finestra e rimasi scioccata.
Presi lo zaino e mi precipitai sul vialetto di casa.
-Adam, cosa ci fai qui? Che fai, mi segui? Guarda che chiamo... chiamo la polizia eh.-
Credo che il mio tono fosse parecchio ridicolo, perché il bel ragazzo appoggiato al cruscotto della sua Mercedes nera opaca rise di buon gusto.
Cosa c'è da ridere.
-É così che tratti chi vuole farti un favore? Salta su che ti porto a scuola dai.-
Ero tra il confuso e l'allibito. Potevo sentire chiaramente la brezza leggera che mi accarezzava le guance arrossate, un po' per il nervoso, un po' per l'imbarazzo di quella situazione paradossale.
-Ehm, no grazie.-
Pensava di essere indispensabile? Sapevo cavarmela benissimo da sola.
Mi avvicinai alla mia bici, dimenticando che non avevo ancora trovato le chiavi.
Il mio volto espresse tutta la mia delusione e il mio sconforto, cosicché Adam mi guardò e mi disse:- vuoi fare la preziosa ancora per molto? La campanella della prima ora sta per suonare, vuoi davvero fare tardi, Haleybella?-
Mi aveva incastrato. Aveva vinto lui.
Da un lato ero arrabbiata con lui, con me stessa, un po' con il mondo in generale; dall'altro, ero davvero colpita dalla sua dolcezza e dalla sua tenacia. Era davvero un ragazzo d'oro.
-Okay, hai vinto Adam. Ma non abituartici, va bene?-
Sorrise, mi aprì la portiera e entrambi salimmo in auto.
Adam sorrideva compiaciuto, mentre guidava la sua Mercedes lungo le strade del mio paesino.
Quando arrivammo a scuola, a pochi minuti dal suono della campana, parcheggiò e spense il motore.
-Eccoti qui, Haleybella. In perfetto orario, no? Direi che merito un ringraziamento speciale.- disse con un ghigno adorabile sul viso.
-Magari la prossima volta.- dissi io sorridendo, prima di stampargli un grandissimo bacio sulla guancia.
-Grazie di cuore, davvero!-
Presi lo zaino e corsi via, giusto in tempo per sedermi al solito banco dietro a Ronnie prima che la prof cominciasse la lezione.
bzzz bzzz
Da: Adam.
*sei davvero speciale, Haleybella;)*
Questo bastò a farmi superare le cinque noiosissime ore di lezione successive.
Era troppo bello per essere vero.
Era troppo bello perché succedesse a me.
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