Guǎnggào - Annuncio (Parte 2)
"Looking back at these bittersweet memories,
You greet them with a smile."
- Wangxian
Erano seduti tutti e tre, Lan Wangji e Wei Ying l'uno accanto all'altro e Lan Xichen difronte a loro.
Sul tavolo in legno vi erano una serie di carte e buste rosse che già solo dal loro colore lasciavano comprendere di cosa volesse parlare Lan Xichen. Sorprendente però era la prontezza con la quale furono preparate. Pur cercando di trovarvi logica spiegazione, Wei Ying non riusciva invero a comprendere come Lan Xichen fosse riuscito ad organizzare tutto in così breve tempo.
Tal stupore nei suoi occhi doveva esser palese al punto da farlo notare al diretto interessato che ebbe subito la cortesia di rispondergli, chiarendo ogni suo quesito: «Ho cominciato a prepararle il giorno stesso in cui Wangji mi rivelò di volervi sposare, Maestro Wei. Ecco perché parte del lavoro è già pronto.»
Wei Ying fu sorpreso dalla risposta, tanto da sgranare gli occhi: «Davvero...»
«Sì, non avevo alcun dubbio sul fatto che avresti accettato. O quantomeno, le mie speranze hanno voluto imporsi sulla possibilità di un rifiuto.»
«Zewu-jun, sarebbe stato impossibile rifiutare vostro fratello.» Rispose Wei Ying sorridendo.
Lan Zhan tossicchiò, come volendo rimembrare la sua presenza prima che un tenero rosa potesse prender possesso delle proprie orecchie. Wei Ying gli sorrise con affetto e così Lan Xichen, il quale tornò a parlare con Wei Ying di questioni concrete in merito alle future nozze.
«Immaginavo dall'inizio che mio zio si sarebbe estraniato dalla questione.» Esordì Lan Xichen. «Pertanto ho dovuto riflettere sul da farsi per quanto riguardava l'impegno matrimoniale. Io e Wangji non abbiamo genitori o altri parenti consenzienti che possano scriverlo e approvarlo, così come voi, maestro Wei. Dunque la mia soluzione è quella di propormi, col vostro benestare, come garante di entrambi sostituendomi ai nostri genitori. Sono il parente più vicino a Wangji, nonché capo della setta, senza contare che...»
«Firmando tu per me, ne gioverà anche il mio nome sia all'interno che all'esterno della setta. Giusto?»
«Sì», sospirò Lan Xichen. «Non voglio offenderti dicendo questo, tuttavia andrebbe sicuramente a tuo favore.»
Wei Ying accenno una risata. «Offendermi? Zewu-jun, non posso che esserne onorato. Sta facendo anche più di quel che merito.»
Pronunciando quella frase allungò una mano per poter afferrare quella di Lan Zhan, il quale prontamente ricambiò la stretta.
Lan Xichen sorrise: «Ne sono sollevato.»
«Davvero, grazie, Zewu-jun.»
«Non ringraziarmi. Desidero soltanto che tu e Wangji stiate bene e fintanto che potrò aiutarvi, non mancherò di farlo.» Annuì come rafforzando le sue stesse parole. «Ma ditemi, avete già pensato a qualcosa? Gli inviti, il menù e tutto il resto.»
«No...Abbiamo deciso di sposarci ieri notte.» Rispose Lan Zhan.
«Eheh già, non ne abbiamo avuto modo onestamente.» Continuò Wei Ying con un sorriso imbarazzato e la mano libera che intrufolava le dita tra i propri capelli neri. L'altra continuava ancora a stringere quella di Lan Zhan.
«D'accordo. In ogni caso, se avrete bisogno di un aiuto sono a vostra disposizione. Ma credo che non ne avrai bisogno, vero Wangji?»
«Mhn.»
«Perfetto. Allora...» ―Prese un foglio che porse ai due promessi― «Questo è l'impegno matrimoniale che ho già firmato. Leggetelo per vedere se vi sono errori: se no dovrete solo firmarlo per renderlo ufficiale.»
Fu Lan Zhan a prendere il foglio mentre Wei Ying si sporse di lato per poterlo leggere anche lui.
Impegno di Matrimonio
Riconoscendo
Gusu:Lan Zhan; Nome di cortesia: Lan Wangji.
e
Yunmeng: Wei Ying; Nome di cortesia: Wei Wuxian.
Come
Partners legali, del Clan Lan di Gusu – Data legittimata di seguito indicata.
In testimonianza di un membro della famiglia,
In testimonianza del vincolo,
Per legare i loro nomi sotto l'accordo di entrambe le famiglie
E giurare con un voto eterno di stare al fianco dell'altro,
indipendentemente dalla vita, dalla malattia o dalla morte.
Notaio di matrimonio: Lan Huan; Nome di cortesia: Lan Xichen.
Partner legali:
Wei Wuxian sentì d'improvviso un calore dietro gli occhi, prossimi a far uscire una lacrima di commozione. Lan Zhan stesso parve avere un momento di esitazione nel leggere l'impegno matrimoniale.
«Io...so che ha detto di non farlo ma...non so davvero come ringraziarvi.»
Lan Xichen scosse la testa.
«Credo che dovremmo abbandonare anche tutta questa cortesia, maestro Wei. Presto saremo fratelli e, come ho detto a Wangji, la nostra famiglia ha già assistito a diverse angosce. Voglio essere testimone di qualcosa di bello e felice. Come fratello e come capo della setta.»
Quelle parole non aiutarono di certo la commozione di Wei Ying, cui sguardò tornò nuovamente a posarsi sul documento ufficiale, soffermandosi sul suo nome e quello di Lan Zhan, scritti insieme per la prima volta. L'emozione provata non conosceva parole: era gioia, per certo, sollievo, fiducia, speranza, amore. Pensandoci bene erano le medesime sensazioni che Lan Zhan gli faceva provare ogni giorno, seppur amplificate da quella nuova certezza, forse il vero istante in cui cominciò il cammino che lo avrebbe reso realmente consapevole del futuro. Un futuro prospero, un futuro finalmente sereno e felice.
Lan Zhan presto afferrò il pennello e scrisse il suo nome; dopo l'istante di riflessione, Wei Ying fece lo stesso.
Le loro calligrafie erano così diverse: una ordinata, l'altra più confusa. Proprio come loro. Diversi, sì, così diversi da esser stati distanti per lungo tempo prima di comprendere di essere i due pezzi di un medesimo cuore destinato a risplendere al meglio solo se insieme.
Lan Zhan e Wei Ying si scambiarono uno sguardo, in parte incredulo, in parte emozionato. Le loro mani si strinsero più forte di prima.
«Molto bene», concluse Lan Xichen, «Direi che possiamo anche preparare gli inviti a questo punto.»
«Mhn.» Annuì Lan Zhan.
«A tal proposito...» Intervenne Wei Ying. «Pensavo che, anziché spedirli, io e Lan Zhan potevamo darli di persona agli invitati. Se per voi due non è un problema.»
«Nessun problema.» Rispose Lan Wangji, una risposta tanto immediata da far fiorire sulle labbra del fratello maggiore una lieve risata.
«E chi sono io per contestare una vostra preferenza? È il vostro matrimonio, dovete fare ogni cosa come meglio credete.»
«Mh.»
«Molto bene». Concluse Lan Xichen, «È ora di congedarvi, dopotutto dovrete essere stanchi.»
Usciti da Han shi, Lan Wangji prese una direzione diversa da quella che si aspettava Wei Ying.
«Dove stiamo andando?» Chiese curioso tanto quanto confuso.
«Seguimi.»
Lan Zhan non spiegò nulla fino a quando non giunsero a destinazione: Wei Ying non ricordava il percorso preso (non era cosciente quando fu portato lì per la prima volta!) ma ben ricordava la meta.
Le sorprese parevano quindi voler continuare a susseguirsi, come se non fosse già stordito dalla serie di eventi vissuti dalla notte prima.
«Lan Zhan...»
«Sì. È Long Dan Xiao Zhu.»
Quando Jin Ling lo ferì, Lan Zhan lo aveva portato proprio in quel luogo. Inizialmente non aveva alcuna idea di che posto fosse, fino a quando Lan Xichen non ne raccontò la storia con la premessa che da Lan Zhan non l'avrebbe altrimenti sentita. Da allora per Wei Ying quel luogo assunse un'aura sacrale e dolorosa. Se fosse dipeso da lui, non vi sarebbe più tornato.
Ignaro di questi pensieri, Lan Zhan si avvicinò alla porta ma Wei Ying rimase in silenzio a contemplarla.
Adesso che conosceva quanto accaduto in tempi passati, non poteva non figurarsi là davanti il corpicino del piccolo Lan Zhan che attendeva di rivedere la madre. Con gli occhi della mente poteva vedere quel serio e dolce bambino rimanere lì immobile, noncurante delle ore che trascorrevano, ignaro della terribile perdita che avrebbe per sempre cambiato la sua vita. Nessuna donna avrebbe aperto la porta a cui stava avvicinandosi adesso il meraviglioso uomo che l'infante era diventato, non vi sarebbero state carezze e simpatiche prese in giro. Il sol pensiero tornava a fargli sentire una profonda tristezza, un dolore al petto che accompagnava ulteriori, tristi pensieri.
Un tempo il piccolo Lan Zhan non conosceva il significato della perdita: così giovane fu costretto ad apprenderla dopo vani tentativi di attesa dinnanzi una porta sempre chiusa. Come se non bastasse, dopo molti anni quella stessa anima già segnata da una morte aveva perduto un amore che fino all'ultimo lo aveva scacciato via. Deglutì cercando di tirar su un lacrima pronta a rigargli il viso.
«Wei Ying.» Lo chiamò Lan Zhan, stringendogli un braccio. «Cosa succede?»
«Stavo pensando che sei una delle persone più forti e gentili che io conosca. E che non voglio farti soffrire mai più.»
Gli rivolse un piccolo sorriso, baciando le sue labbra con profonda tenerezza.
«Ora entriamo. L'ultima volta non ho potuto vedere molto di questo luogo.»
Anche se confuso, Lan Zhan decise di non porre altre domande, accompagnando Wei Ying all'interno di quella che un tempo fu la casa di sua madre. All'interno ogni cosa era ordinata, senza neanche della polvere. Nonostante non vi abitasse più nessuno vi era chi si occupava di mantenere sempre pulito l'ambiente, quasi in memoria della donna che un tempo si trovava rinchiusa tra le sue mura.
Wei Ying si guardò intorno con far curioso.
«Credi...» Mormorò poi, sovrappensiero. «Credi che tua madre approverebbe la mia presenza qui?»
Lan Zhan fu sorpreso dalla domanda.
«Come lo hai saputo?»
«È stato tuo fratello a raccontarmelo. La storia dei tuoi genitori, tua madre, tu...così piccolo eppure già così testardo.»
«Mh. Capisco.»
«Ti dispiace?»
Lan Zhan fece un cenno di negazione con il capo.
«Ti ho portato qui proprio per presentarti a lei.» Rivelò.
Wei Ying accennò una risata. «Secondo te potrei piacerle?»
«Le piaci.»
Sul volto di Wei Ying si formò un intenerito sorriso, mentre avvolgeva le braccia intorno al collo della seconda giada di Gusu. Gli lasciò un bacio sulla punta del naso, incrociando poi i suoi occhi chiari.
«Ne sei davvero sicuro?»
«Mh.»
«Allora non posso che esserne felice.»
«Mh.»
«Ora andremo nella sala della preghiera? Vorrei parlare sia con lei che con tuo padre. Prometto di non fare brutte figure.»
«Non potresti.»
Dette quelle parole Lan Zhan portò Wei Ying laddove aveva chiesto di andare.
Wei Ying non aveva un bel ricordo della Sala degli Antenati della setta Lan, poiché fu lì che in giovinezza ricevette diverse frustate fino a non poter camminare. La sala possedeva un'aura austera e non soltanto! Lì aveva la sensazione che l'aria acquisisse peso d'improvviso mentre diversi occhi si nascondevano nell'ombra, giudici di ogni movimento o sussurro. Eppure non poteva fare a meno di figurarsi le loro antiche ombre in ginocchio al centro della Sala, mentre venivano puniti in quel modo così doloroso e a parer suo invero eccessivo. Nonostante ciò, contro ogni aspettativa, non poté non sorridere quando un fulmineo pensiero gli attraversò la mente, come se il suo inconscio stesse davvero cominciando ad allontanare ogni tristezza passata per lasciar spazio alle gioie del presente.
«Che c'è?» Sussurrò Lan Zhan, al quale non sfuggì il suo cambio d'espressione.
«Niente, stavo pensando che vista sotto un'altra ottica...è come se io e te avessimo davvero fatto tutti e tre gli inginocchiamenti rituali!»
Gli occhi di Lan Zhan si sgranarono appena scuotendo poi il capo. Lo ignorò continuando a camminare.
Wei Ying gli corse subito dietro.
«Ehi!»
«Non alzare la voce nella Sala degli Antenati.»
«Tu rispondimi!» Borbottò Wei Ying a bassa voce. Per un istante ebbe l'impressione che Lan Zhan avesse sorriso.
«Se ti piace credere questo, ci credo anche io.»
Pronunciate quelle parole, Lan Zhan infine si inginocchiò. Wei Ying non poté dunque rispondere, limitandosi a sospirare e ad inginocchiarsi anch'egli, osservando il profilo dell'uomo al suo fianco.
Era solito a perdersi nell'immagine di Lan Zhan ma adesso, oltre ad ammirarne la bellezza, non riusciva a non porsi diverse domande. Si chiese, per esempio, se Lan Zhan somigliasse più a sua madre o a suo padre. Oppure come giocavano lui e la madre in quei brevi momenti che venivano loro concessi. Oh! Quasi poteva vederlo, il piccolo Lan Wangji, starsene tranquillo sulle gambe della donna gonfiando le guance tondette quando s'indispettiva. Poteva anche vederlo isolarsi per anni, così come aveva il fatto padre, vivendo il suo terribile lutto mentre il mondo esterno emanava le sue sentenze.
Lo avevano davvero associato a suo padre, dal quale aveva ereditato l'incontrastabile testardaggine? Avevano tutti capito la ragion per cui il suo cuore lo aveva portato a rimanere al suo fianco fino all'ultimo? Chissà quante calunnie devono essere state pronunciate nei suoi riguardi, chissà quanti avessero osato dire che forse la Seconda giada di Gusu non era poi così pura e incontaminata come sembrava.
Il sol pensiero era capace di far sprofondare nuovamente il suo cuore. Oramai, riflettendo su se stesso, non esisteva alcuna voce che potesse turbarlo; tuttavia avrebbe potuto esplodere di rabbia nel sentir anche una sola parola malevola nei riguardi di Lan Zhan, poiché altresì cosciente che quest'ultimo non avrebbe mai confermato o smentito nulla, preferendo sempre mostrarsi nei fatti piuttosto che attraverso le parole; e, sebbene Wei Ying amasse anche questo di lui, non poteva non riflettere sull'idea che in un mondo in cui le apparenze prevalgono sulle azioni, il nobile cuore del suo Lan Zhan poteva sempre essere esposto a malignità che non meritavano. Era un pensiero che lo addolorava, eppure era la realtà dei fatti: bastava una parola affinché un gesto, anche se puro, venisse macchiato di immeritevole infamia. Lo aveva provato su di sé, ne aveva avuto prova molte volte.
Per tal ragione si promise, o forse sarebbe il caso di dire che giurò solennemente a se stesso, che avrebbe sempre difeso la reputazione di Lan Zhan e mai avrebbe osato agire sconsideratamente rischiando di macchiare l'immagine del suo promesso. D'ora in avanti non avrebbe fatto altro se non che renderlo felice e orgoglioso di lui.
«QingHeng-Jun, Madame Lan, sono onorato di far la vostra conoscenza. Non ho potuto incontrarvi in vita, tuttavia spero comunque di poter ottenere la vostra approvazione.», disse con rispetto e solennità, pur mantenendo un tono di voce basso. «Avete dato alla luce un uomo meraviglioso ma sono certo che ne siate consapevoli. Sono molto fortunato ad averlo al mio fianco, penso che egli sia davvero la più grande fortuna di tutta la mia disgraziata vita.» Un piccolo, malinconico sorriso gli curvò le labbra quando tornò a parlare. «Giuro solennemente che lo renderò felice, poiché non desidero altro. Mi è stata data una seconda possibilità e non ho alcuna intenzione di sprecarla.»
Si voltò poi verso Lan Zhan, cui volto era un misto di tenerezza e meraviglia. Gli porse la mano, invitandolo a stringergliela di rimando, affinché potesse pronunciare le sue ultime parole.
«QingHeng-Jun, Madame Lan: ho dimenticato molto del mio passato ed altrettante cose non le ho mai notate nonostante fossero proprio dinnanzi ai miei occhi. D'ora in avanti, però, ricorderò ogni cosa di Lan Zhan: ogni gesto o parola sarà incisa nella mia mente e soprattutto nel mio cuore.»
«Mh.» Annuì Lan Zhan.
Wei lo guardò con amorevole serietà.
«Ti amo davvero con tutto il mio essere, Lan Zhan, Lan Wangji, Hanguang-Jun.»
«Mh.»
«E a te dedico il mio corpo, la mia anima ed il mio cuore. In cambio del tuo, di corpo, della tua anima e del tuo cuore.»
«Mh!»
«Vuoi, dunque, trascorrere il resto della tua vita con me, nella gioia e nel dolore?»
«Mh.»
«E acconsenti di accettarmi come tuo partner per tutta la vita, come tuo marito, con i tuoi genitori come testimoni?»
«Lo voglio, Wei Ying.»
Radiosa era l'espressione di Wei Ying quando si avvicinò per lasciar un bacio leggero come il tocco di una farfalla sulle labbra di Lan Zhan. Tornò poi a rivolgersi agli altari allargando il proprio sorriso.
«Vi prego ancora di affidarmelo con tutte le vostre benedizioni. Prometto che mi prenderò cura di lui e lo renderò felice tanto quanto lui rende felice me. Anzi, di più!»
Intanto Lan Zhan si inchinò ancora una volta, le mani congiunte dinnanzi a lui. Non una parola emerse dalla bocca, eppure lo sguardo sembrava voler silentemente dire: Non abbiate timore, starò bene.
Quando uscirono dalla sala, si soffermarono a guardare le stelle che splendevano nel ciel limpido, le mani tra loro intrecciate. Wei Ying espirò profondamente, scaricando in tal modo l'ammasso di pensieri che occupavano la mente. Pensieri felici che rendevano sinceramente sereno il suo sguardo e leggera la voce.
«Sono felice che tu mi abbia presentato a loro.» Disse. Dopotutto Lan Zhan non aveva mai parlato del suo passato e non poteva di certo biasimarlo per questo.
«Mh.»
«Però...posso dirti una cosa?»
«Dimmi.»
«Anche se le voci affermano il contrario, mi piace pensare che i tuoi genitori si amassero.»
Lan Zhan sgranò gli occhi dalla sorpresa.
Dicevano che QinHeng-Jun avesse costretto Madam Lan a seguirlo, per poi ritirarsi in isolamento poiché logorato dalla colpa e il disonore. Fu la sua punizione per aver confinato la donna che amava, privandola della libertà e rendendola infelice. Niente di tutto ciò era mai stato confermato davvero, dopotutto la setta Lan preferiva oscurare anziché parlare apertamente dei propri scandali. Il bianco non poteva e non doveva esser contaminato.
«So che non sono la giusta persona per poter parlare dei tuoi genitori» - e di per sé, esser stato portato dinnanzi ai loro altari era una profonda dimostrazione di fiducia da parte di Lan Zhan, poiché aveva riportato a galla memorie che avrebbero dovuto giacere sul fondale dei ricordi- «E ti ringrazio per avermi mostrato qualcosa del tuo passato.»
«Mh.»
«Quante cattiverie sono state pronunciate sulla mia persona?»
«Troppe.» Una ruga fece capolino tra le sopracciglia aggrottate di Lan Zhan.
«Tu non ci hai mai creduto.»
«Non era la verità.»
«Ma l'hai ricercata. La ricerchi sempre: non credi alle parole volanti, vuoi sempre i fatti davanti prima di elaborare una tua opinione.»
«...Mh.»
«Ecco...io temo che possa esser accaduto loro quanto è successo a me. Tua madre era una donna forte, nevvero?»
«Mh.»
«Come avrebbe potuto, una donna tanto forte, lasciarsi rinchiudere così? Ha battuto il maestro di tuo padre, è difficile credere che sia stata sconfitta dal discepolo. Oltretutto, nel peggiore dei casi, una donna simile non avrebbe mai dato alla luce ben due bambini. Uno, forse, per costrizione, ma...due? Sai Lan Zhan, ho sentito di donne tenaci che anziché partorire per il proprio aguzzino ed esser private della libertà, preferivano di gran lunga un degno suicidio.»
Lan Zhan parve riflettersi su in silenzio.
«In sostanza, credo che le avversità per loro fossero state ben altre. Se le circostanze fossero state diverse, se il mondo fosse stato più aperto all'amore che alle regole... sarebbe stato diverso. Magari tuo padre si è davvero sentito in colpa per non esser riuscito a dare una vita felice all'amata, o forse furono costretti a stare lontani. Mh, forse sto vaneggiando, perdonami. Non dovevo spingermi tanto oltre con le mie fantasie.»
Lan Zhan scosse il capo.
«Grazie, Wei Ying.»
«Eh?»
«Mh. Nessuno aveva mai dato un'ipotesi diversa. Se la pensiamo così...il ricordo è più lieto.» Lan Zhan strinse ancor di più la sua mano. Messa su quel piano la situazione dei suoi genitori non era poi così differente dalla loro, al contrario. Probabilmente la loro unione sarebbe stata ancor più funesta e malvista.
«Una cosa del genere non si ripeterà mai più.» Sentenziò infine Lan Zhan.
Dopotutto, ufficializzare la loro unione e rendere Wei Ying membro effettivo della setta significava dar valore legale all'amore che li univa. Lan Zhan avrebbe lottato sempre per loro, pur di non ripetere la storia, pur di non vedere altra sofferenza. A Wei Ying sarebbe andato bene anche senza tutto quello, purché restassero insieme. Eppure a Lan Zhan non bastava, poiché voleva dargli qualsiasi cosa potesse: un nome, una famiglia rispettabile, qualsiasi cosa che potesse farlo sentire al suo posto e non lo scarto di un passato da dimenticare.
E ci era riuscito, grazie alla sua emblematica testardaggine che mai come allora poteva altresì definirsi dolce e animata dalla più pura delle forze. Ora Lan Zhan poteva riposare sereno, certo che al mattino avrebbe trovato al suo fianco la persona amata per tutto ciò che rimaneva della sua vita. Ora loro due non avrebbero più potuto chiedere altro dalla vita.
Wei Ying annuì.
«Lo so, Lan Zhan.» Pronunciò sorridendo alla luna. «So che saremo felici.»
Angolo dell'autrice.
Eccoci finalmente con questo terzo capitolo! Non ho molto da dire questa volta, se non che il solito augurio di avere il tempo necessario per poter scrivere gli altri capitoli quanto prima.
Capitoli, sì: poiché anche se pensavo di chiuderlo in tre capitoli all'inizio, allo stato attuale è così chiara la mia abbondanza di idee (e parole) che sicuramente non riuscirei (e nemmeno vorrei!) a concludere con il prossimo capitolo.
Pertanto alla prossima miei cari lettori. Spero che questo piccolo progetto sia di vostro gradimento.
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