Dopo cena andai a fare una passeggiata per il paese. Lui stava accanto a me e mi raccontava delle esperienze più assurde, in particolare di una successa circa dieci anni fa. Diceva di essere stato a Gravity Falls, una zona sperduta nell'Oregon, e di esser quasi riuscito a dominare il mondo, ma di poi essere stato sconfitto da due tizi. Non so che cosa sia di preciso, ma sicuramente questo si è fumato qualcosa, pensai. Ma sembrava sobrio, molto più sobrio della maggior parte della gente in strada con noi, che si azzuffava e beveva e continuava ad azzuffarsi. Un uomo svenì e quasi non inciampai nel suo corpo. Una donna, presumibilmente sua moglie, lo prese e corse in casa.
Bill rideva sguaiatamente a ognuno di questi episodi ogni volta che si verificava.
«Ma scusa, perché ridi sempre ogni volta che qualcuno si fa male?» chiesi un pochetto scocciata.
«Ma dai, è divertente vedere quanto voi umani possiate arrivare ad essere stupidi! Non ridi anche tu se vedi qualcuno cadere?»
«Beh, sì, ma non sempre...»
Mi diede una gomitata.
«Okay, okay, lo ammetto. Anch'io rido sempre.»
Tornai a casa verso le ventitrè di sera. «Bene, ora che sto per andare a dormire, mi lascerai stare?»
Fece spallucce.«Non credo proprio. Ora di me non ti liberi più. Almeno, non finché confermi la questione del patto.»
«Sentimi, Bill, ti ho già detto che non capisco che intenzioni tu abbia, ma nemmeno me la sento di rifiutare. Devo ancora conoscerti meglio, tutto qua.»
«Appunto!» esclamò Bill innervosito. «Se vuoi conoscermi meglio, devi stare con me sempre, okay? Le mie intenzioni sono di prendere un umano abbastanza intelligente, utile e devoto a me per farmi aiutare a dominare questo inutile pianeta!»
Lo fissai senza sapere cosa dire. «Sono utile abbastanza secondo te?»
«Beh,» mi squadrò. «A giudicare dal carattere e le abilità, direi proprio di sì.»