Manifestazione

Ci misi meno di una giornata a decifrare quel codice. «Tieni» dissi ridandogli il foglio. Ora, sotto la frase, v'era scritto nella mia calligrafia sbilenca:

DODICI AGOSTO DUEMILAVENTITRE

«Così presto? Hai del potenziale, ragazzina. Mi aspettavo per lo meno qualche giorno.»
«Se posso saperlo, perché hai scelto una data così lontana per iniziare ad agire sul serio?»
«Beh, agirò "sul serio" come tu dici solo in quell'occasione, ma inizierò a manifestarmi oggi stesso. Farò capire alla gente che tutte quelle scritte di sangue fuori dalle case non erano bravate di qualche ragazzino stupido, ma il segno dell'apocalisse.
Già. Quella che tu hai scritto è la Data dell'Apocalisse, e altro non posso dirti.
Ci vediamo!»
Furono le ultime parole che disse prima di togliersi il cilindro in segno di saluto e scomparire.
Non lo vidi per circa un mese. Niente notizie di lui, niente lettere, niente di niente. L'unica cosa che mi convinceva che era ancora vivo era l'intera città che parlava della continua presenza di un «triangolo maligno». Era cominciato con una donna anziana di nome Claudia Pagani, mentre stava con suo nipote Lucas. Claudia all'inizio venne data per pazza, ma pian piano sempre più persone sostenevano la stessa sua ipotesi: il diavolo era tornato sotto una nuova forma. E così è, pensai.
A scuola giravano le voci. Frederick, un mio compagno di scuola, mi chiese un giorno: «Ma tu sai del demone che sta girando in città?»
«Sì» gli risposi.
«Si è già manifestato?»
Avrei voluto rispondere di sì, ma una mano calda mi tappò la bocca. La mano di Bill Cipher.
Dall'alto sentii una voce identica alla mia che disse: «No». Mi accorsi che anche se non l'avevo detto io, le mie labbra si erano mosse a formare quella parola. Com'era possibile? Centinaia di domande mi frullavano in testa, e se ne aggiungevano di nuove ogni istante, da quando avevo incontrato Bill.
«Ah. Io sì, invece.»
«Davvero?»
«È stato traumatizzante. Mi ha detto che nessuno di noi è più al sicuro e poi ha farfugliato qualcosa sulla fine del mondo, non ho capito bene quello che stava dicendo. Poi mi ha chiesto di fare un patto con lui, che mi avrebbe dato tutto quello che volevo, ma io ovviamente ho rifiutato.»
«Heric» chiesi, «Tu hai già incontrato Bill?»
«Eh?» domandò di rimando Heric dal suo banco. Anche lui aveva visto Gravity Falls, quindi decisi di consultarmi prima di tutto con lui.
«Hai già incontrato Bill?»
«No» lui rispose, «E spero che non lo incontrerò mai. Tu?»
«Ci spero anch'io...» affermai. Ma era più un «anch'io spero che tu non lo incontri» che un «anch'io spero di non incontrarlo.»
Si accontentò di questa risposta, e tornò a mangiare la sua pizza.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top