Capitolo 8
POV Giada
Ammettilo Ferreri, hai appena fatto una stronzata enorme quanto la tua pila di DVD di Sylvester Stallone. Una mega-galattica cazzata stratosferica, se vogliamo parlare in ambito astronomico. Si, sei brava a scuola, ma per il resto sei una merda, lasciatelo dire.
E' calato un silenzio tombale fra di noi, il che porta molto imbarazzo. Perciò decido di prendere parola scusandomi con lei. E' il minimo che possa fare dopo il casino che ho combinato. "Senti, ti chied-"
"Non dire niente. Non dire. Niente."
Mi interrompe bruscamente scandendo le singole parole e gesticolando con la mano.
Stavolta l'ho fatta davvero grossa... E se ora mi tratta come uno straccio, beh, me lo merito.
Stiamo camminando da molto tempo per le strade di Los Angeles, in cerca di un hotel che possa ospitarci fin quando non troveremo una sistemazione, ma qui di hotel nemmeno l'ombra. Nemmeno a farlo apposta. Non mi va di chiedere ai passanti, il mio inglese non è dei migliori, e inoltre, cosa ben più grave, farei la figura dell'idiota, anche se in realtà lo sono, e pure tanto.
"Sarà meglio affrettarsi. Il cielo ha tutta l'aria di prepararsi a diluviare..."
Maria mi lancia occhiataccia, segno che é meglio stare zitti per ora. Perchè diavolo devo sempre parlare a sproposito? Perchè non riesco mai a dire la cosa giusta al momento giusto?
"Oh, ma andiamo..." d'un tratto sento Maria imprecare contro le rotelle di un bagaglio che si sono incastrate in un tombino, proprio in mezzo alla strada.
Fortuna che non ci sono auto.
Ehm... No.
Una c'è. E ha tutta l'aria di non volersi fermare... La sua velocità sarà 150 km/h a occhio e croce, e di frenare proprio non se ne parla.
Non posso permettere che le succeda qualcosa.
"Spostati" urlo in preda al panico più che mai.
"No, il bagaglio... Verrà messo sotto dall'auto." controbatte cercando di tirar fuori l'oggetto, ormai incastrato bene.
"Meglio il bagaglio che noi!" affermo isterica.
"Aspetta, l'ho quasi tolto..." mi assicura continuando a tirare il trolley.
L'auto é vicinissima. Proprio come allora.
Mi sembra di rivivere quella sera di quattro anni fa.
E' sul punto di inverstirla, ma con uno scatto fulmineo mi fiondo addosso a lei e la scaravento a terra...
"Togliti di mezzo!" urlo strattonandola via. Ma adesso al posto suo, ci sono io.
Sta per venirmi addosso. Non un respiro. Chiudo gli occhi e aspetto il momento. Forse era destino che dovevo finire così. Ma... mio Dio! Cosa...? Solo un attimo e due braccia forti e possenti mi afferrano a mi spostano dalla corsia. Credo che tutto sia accaduto in una frazione di secondo, perché non mi sono resa conto di nulla.
So solo che un calore improvviso mi é venuto incontro, e delle braccia si sono impossessate del mio corpo, che credevo ormai prossimo alla morte...
POV Maria
Ad un tratto mi scaraventa per terra, salvandomi la vita. Ma lei é ancora lí, ferma immobile, e quell'auto sta per andarle addosso. Oh mio Dio! No, ti prego non lei. Mi ha salvata! Non merita di morire...
Ma un ragazzo, probabilmente uscito da una qualche discoteca insieme a quegli altri tre ragazzi laggiù, corre velocissimo verso di lei, e si butta per terra insieme a lei, sottraendola alla morte. Come potrò ringraziarlo, non lo so.
"Tutto bene?"
Una voce, tenera e rassicurante, mi distoglie dai miei pensieri. Mi giro verso la persona che mi ha parlato. Probabilmente me l'ha chiesto perché sono ancora a terra.
"Si, credo di si..." affermo timidamente.
É un bel ragazzo, proprio un bel ragazzo. Ha i capelli castani tendenti al nero raccolti in un ciuffo a dir poco perfetto, gli occhi dello stesso colore, che mostrano uno sguardo preoccupato.
Mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi, e mi sorride... Quelle fossette... Dio com'è carino!
Vedo anche altri due ragazzi correre verso Giada, ancora a terra, con il suo salvatore sopra di lei... Ho capito che l'hai salvata, ma ora ne approfitti!
Anche noi corriamo verso di loro, per assicurarci che siano ancora tutti d'un pezzo.
POV Giada
Un angelo mi ha strappato dalla morte. Ne sono sicura, questo non può che essere il volto di un angelo.
La mia faccia vicina alla sua, il suo corpo sul mio. Mi ha appena salvata!
"Va tutto bene?" chiede preoccupato, sussurrando sulle mie labbra data la vicinanza dei nostri volti.
Io mi limito ad annuire con la testa. Il cervello è andato a farsi friggere insieme agli ormoni che stanno surriscaldandosi fino a sciogliersi del tutto.
Mi sorride. Dio, il suo sorriso.
Ad un tratto sento altre persone venire verso di noi. Lui si alza e aiuta me ad alzarmi, ponendo fine a quell'atmosfera magica che si era creata.
Tre ragazzi, molto diversi, ma molto carini, tra cui... uno... con Maria?
Maria corre verso di me come una furia e comincia ad urlare:"Stai bene? Ti sei rotta qualcosa? Tutto a posto? Oh Dio. Scusami tanto, ti prometto che non lo faccio piú..."
Dio, sembra una bambina che ha appena subito un rimprovero dai genitori...
Il ragazzo che é con lei la ferma:"Calma, lasciamola respirare!"
Un ragazzo scuro, dai lineamenti latini, mi chiede preoccupato:"É tutto a posto?"
"Si grazie, sono ancora viva..." rispondo passandomi le mani sulla maglia per rimuovere la polvere, e sorrido cordialmente.
Un ragazzo alto e biondo mi sorride gentilmente e mi parla:"Ci hai fatto prendere un bello spavento... La prossima volta evitate di far incastrare il bagaglio nel tombino"
Oh mio Dio, il bagaglio...
"Mio Dio, il bagaglio! Scusa Maria!" le dico fissando i vestiti sparsi per la strada.
Maria assume un'espressione seria, e mi guarda, aggrottando le sopracciglia.
"Cioè, stavi letteralmente per essere schiacciata e tu pensi al bagaglio?" mi rimprovera sollevando un sopracciglio.
"Si, sarei potuta morire se non fosse stato per lui." affermo sorridendo e ponendo il mio sguardo sul ragazzone alla mia destra. Dio se è alto!
Lui mi sorride. Io cedo all'istinto e lo abbraccio... (Dovrei imparare a frenare l'istinto qualche volta...) Anche se non è proprio l'istinto che dovrei frenare in questo momento.
"Grazie mille. Ti devo la vita..." affermo con la faccia ancora sul suo petto caldo.
"Ma di nulla ... " mi assicura.
E ricambia l'abbraccio, stringendomi tra le sue braccia. Le stesse braccia che mi hanno salvato la vita...
Sciogliamo l'abbraccio, purtroppo, e solo ora mi ricordo che non abbiamo ancora dato il via alle presentazioni.
"Ah, io mi chiamo Giada." comincio per prima a presentarmi ai quattro ragazzi.
"Io sono James, e questi sono i miei amici: Kendall..."
Dice indicando il biondo alto che mi porge la mano.
"Carlos..."
Indica il moretto basso, che mi porge anche lui la mano.
"E Logan."
Ah, ecco, quello c'ha provato con Maria. Anche lui mi stringe la mano in gesto amichevole.
"E tu, bella, come ti chiami?" ovviamente Logan si rivolge a Maria.
Noto che lei arrossisce al complimento di... Logan... mi sembra si chiami cosí.. e poi risponde:"Io sono la sua migliore amica..."
Segue una pausa, e penso che Logan si aspetti che Maria gli riveli il suo nome, in quanto la prende in giro, scherzosamente, dicendo:"Beh, dobbiamo chiamarti 'migliore amica' oppure un nome ce l'hai?"
Maria... Mi dispiace dirtelo ma stai facendo la figura dell'idiota...
"Ah... beh ecco... Maria..." e termina il tutto con un sorriso da ebete stampato sul volto, il che mi porta a spiaccicarmi una mano sulla fronte e a trascinarmela per tutto il volto. Sto seriamente provando vergogna per lei. Davvero.
"Bene, ciao Maria." inizia Carlos il messicano.
La saluta e a turno tutti e tre, le porgono la mano in cenno di saluto... Ma... C'è quel Logan, che la mano gliel'ha baciata.
Oh oh oh, Maria, preparati ad una serata piena di prese in giro.
"Già, ma vorrei sapere che ci fanno due ragazze italiane in mezzo alla strada a quest'ora di notte, con dei bagagli..." chiede d'un tratto James.
Maria mi lancia un'occhiataccia e risponde al ragazzo dal fisico scolpito.
"Beh, siamo atterrate da qualche ora qui a Los Angeles, ma si da il caso che la biondina qui presente abbia dimenticato di prenotare un cavolo di hotel, perché era troppo impegnata a guardare quel film di pugili... come si chiama... Rock...e quindi stavamo vagando per la città cercandone uno. Ma qui di hotel nemmeno l'ombra..."
"Rock?" chiede James dubbioso.
"Si, non lo sapevi? Esiste Rock, esiste Pop, esiste anche Jazz..."rispondo sarcastica, ed entrambi scoppiamo in una sonora risata, che la infastidisce.
"Fatto sta che ora non abbiamo un posto in cui dormire... E per quanto abbiamo vagato, non abbiamo trovato nessun albergo..." sbotta Maria infastidita.
"Ma certo, questa é la zona dei locali notturni. Per vedere un Bed&Breakfast bisogna camminare per qualche chilometro..." ci spiega Kendall il biondo.
"Bene, allora andiamo..."affermo carica prendendo una valigia in mano e iniziando ad incamminarmi.
James mi ferma con un braccio:"Aspetta, dove credi di andare?"
"Ma all'albergo..." rispondo come se fosse una risposta ovvia.
"A quest'ora? Con questo tempo? Ma sei impazzita?"
"E dove dovremmo dormire?" chiede allora Maria.
"Ah, questo é facile..."afferma Carlos alzando l'indice sorridente, e afferrando due bagagli per poi incamminarsi verso una direzione ignota
"Ma che..."farfuglio, in quanto non ci sto capendo un corno.
Non mi fa finire la frase che il moretto si gira e con un'incredibile carica che solo i bambini possiedono dice:"Forza, andiamo" facendo cenno con la mano di seguirlo.
"Ma che sta facendo?" chiedo indicandolo.
"Voi stanotte non andate da nessuna parte ma dormirete da noi, finché non troverete una casa tutta vostra..." spiega james parandosi di fronte a me.
"Ma..."cerco di dire, ma James mi blocca sul tempo:"Niente ma, voi venite e basta..."
"Grazie, sinceramente grazie..." afferma Maria.
"Ma non ci pensare..."ci pensa subito il moretto a rassicurarla.
L'idea che passeremo la notte in casa di quattro ragazzi, mi fa imbarazzare un po'. Sarà che uno di loro è una specie di fotomodello, bello da morire, e mette a dura prova il mio autocontrollo...
James prende l'altro bagaglio, e tutti insieme raggiungiamo Carlos al parcheggio. Carichiamo l'ultimo bagaglio in auto, ed entriamo in auto, dove i due galantuomini ci aprono le portiere.
O meglio. cerchiamo di entrare in auto, in quanto siamo in sei.
Il biondo e il moretto si mettono davanti, mentre gli altri due si mettono dietro con me e Maria.
Non sappiamo come metterci, dato che siamo in troppi, e di certo le dimensioni dell'auto non ci aiutano.
Siamo costretti a rimanere appiccicati gli uni agli altri... E, ironia della sorte, il caso vuole che vicino a me, appiccicato come una calamita, si trovi... Chi?
Avete indovinato. Proprio lui. James. Mentirei se dicessi che sto male, con il suo corpo perfetto quasi addosso al mio.
"Siamo arrivati."
I miei pensieri proibiti vengono interrotti dalla voce di Kendall.
Scendiamo dall'auto, e ci incamminiamo presso la dimora dei quattro ragazzi.
OK, Giada. Ci siamo. Vedi di non fare cazzate... E capiamoci quando dico 'cazzate'... (Come se fosse facile...)
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