Capitolo 27

POV Giada
"Buongiorno, oggi é il grande giorno!"
Gesù, aiuto. Non si può neanche dormire ora...
Una Maria fuori di testa mi sveglia a cuscinate, mentre urla come una forsennata.
"La pianti!" mi lamento mentre intanto mi giro sull'altro fianco.
"Non voglio fare ritardo per colpa tua, di nuovo"
Ma che...
Mi giro di nuovo verso di lei, e la guardo interrogativa.
"Oggi c'è il test, cretina!" mi ricorda lei.
Ah già, me ne ero completamente scordata.
"Muoviti e mangiare e a vestirti, che dobbiamo andare" dice alzandosi dal letto e sparendo dalla camera.
Obbedisco ai suoi ordini, mentre saluto gli altri ragazzi, e insieme, una volta preparate, ci dirigiamo in quella nuova università nella quale studieremo da adesso in poi.

"É enorme!" mi lascio sfuggire con stupore.
"Già"
Noto con stupore che l'edificio é il doppio, se non il triplo, di quello di Verona.
Ci separiamo ed entriamo, dirigendoci ognuna nella propria aula dove si tengono i test di ammissione.
Prendo posto, e un insegnante consegna il test a tutti i presenti.
"Avrete 1:15 di tempo. Non sprecatelo, ed eventualmente, utilizzatelo per ricontrollare. Si consegna una volta finito il tempo"

Il timer scatta, e io, come al solito, finisco il tutto in 45 minuti.
Nelle verifiche in classe é sempre stato così. Io mi annoiavo, perché finivo sempre un'ora prima, e non sapevo che fare.
Gli insegnanti mi dicevano 'controlla'. E io controllavo tante di quelle volte, che a fine compito, ciò che avevo scritto lo sapevo a memoria.
Analogamente, anche ora, sto controllando e ricontrollando questi dannatissimi 5 fogli, e non vedo l'ora che la campanella suoni, cosí da consegnare e attendere i risultati.

POV Maria
Prendo posto in questa enorme sala, insieme ad altri ragazzi che a occhio e croce saranno una sessantina, se non di più.
Ci consegnano il test, e fra esattamente 75 minuti, dovremo finirlo e consegnarlo. Ma non sarà poco? Caspita, 5 fogli!
É sempre stato così.
A scuola, ero sempre l'ultima a finire un compito, e spesso superavo il limite di tempo. Il mio problema é, ed é sempre stato il fatto che ripeto un esercizio più volte, perché sbaglio spesso e volentieri. So che quando sbaglio, dovrei passare avanti, ma io, testarda, non mollo, e persevero finché non trovo l'errore e lo correggo.

O mio Dio. Sta per finire il tempo, e non ho ancora finito!
No no no.
Mi mancano solo tre domande.
Calma, le so, ho ancora un minuto e qualche secondo.

Suona la campana.
Ce l'ho fatta, per un pelo, ma ho finito.
"I risultati li avrete giovedì, fatevi trovare quel giorno alle 9:00. A presto" ci informa l'insegnante seduto alla cattedra posta di fronte a noi.

Tutti sgombriamo l'aula e andiamo fuori.

POV Giada
Secondo me 75 minuti sono troppi. Per l'ultima mezz'ora non ho fatto altro che fissare la lavagna, in attesa che suonasse quella maledetta campana.
Ecco Maria. Chissà come l'è andata.

"Hey"
"Oh, ciao"
"Com'è andata?"
"Bene, ma ho finito per un soffio. Pensa, é suonata subito dopo che ho finito l'ultima domanda!"
Ma come?
"Quanto tempo vi hanno dato?"
"75 minuti"
"E quanti fogli erano?"
"La bellezza di cinque fogli"

Allora come mai ha finito per un soffio?
"Anche a me hanno dato lo stesso tempo, e lo stesso numero di domande, ma ho finito in 45 minuti. Non erano domande poi così difficili!"
Lei mi guarda con occhi increduli.
"Ma stai scherzando? Il tempo era scarso! Poi lo sappiamo entrambe, io non sono te. Tu saresti capace di finire un'equazione colossale in meno di sei secondi."
"Non é questione di velocità. Il fatto é: o la sai, o non la sai. Fine"
"Tu forse le sapevi tutte subito, io ho dovuto pensare alle risposte prima di darle. Non sono come te. Io non ho un microchip inserito nel cervello che esegue calcoli complessi in una frazione di secondo"
"Non mi starai paragonando ad un Terminator..."
"Un... Cosa?"
"Lascia perdere..." dico scuotendo la testa.
Non ho idea di che film guardi alla TV questa ragazza.

Insieme, ci incamminiamo verso l'uscita, dove montiano in macchina e andiamo a casa.

Tornando a casa felici e sorridenti, spensierate come non mai, d'un tratto davanti a noi si presenta una visione a dir poco esilarante...
Un Carlos che cerca disperatamente di mettersi in salvo da un James in mutande infuriato e rosso fino alle punte delle orecchie, che lo insegue brandendo un cucchiaio di legno.
Maria mi guarda maliziosa, e io non posso fare a meno di arrossire e fissare quel corpo così perfettamente... perfetto.
"Ti giuro che non l'ho fatto apposta!"
Carlos si difende e si scusa con l'amico.
"Davvero? E mi dici ora cosa dovrei indossare?"
"Non é colpa mia se l'acqua calda restringe gli indumenti..."

"Cosa sta succedendo?"
Chiedo incuriosita nascondendo a stento il sorriso che si ostina a comparirmi in volto.
James si gira verso di me, rosso in viso, e risponde alla mia domanda.
"Succede, che il cretino qui presente, ha messo a lavare tutti i miei vestiti primaverili, e li ha fatti diventare abiti per bambini!" sbraita mostrandomi una maglietta decisamente troppo piccola per lui.
"Non è colpa mia se Logan oggi non c'è. Di solito si occupa lui di questo"
Maria interviene, perché quando si nomina il suo Logan, lei é sempre sull'attenti.
"A proposito, dov'è Logan?"
"É uscito a studiare, dovrebbe rientrare tra poco." dichiara James dimenticandosi per un tratto dell'amico che gli ha fatto fuori mezzo guardaroba.
"Perfetto, vado a prenderlo io" dice Maria mentre intanto si incammina verso la porta.
"Maria, mi raccomando... Non voglio diventare zia..."
Lei alza il dito medio, e sparisce.

D'un tratto, James spezza il silenzio venutosi a creare.
"Adesso tu mi ricompri tutto il guardaroba..."
"Che cosa? Ma se solo una tua camicia costa più di tutti i miei vestiti messi assieme?"
"Non mi interessa, hai fatto la cazzata, e adesso la paghi. Non ho nulla da mettermi dannazione, lo vuoi capire. Quindi, tu lavori, guadagni, e mi ricompri tutti i vestiti."
"James"
Lo richiamo. Capisco che Carlos é un idiota, ma non l'ha fatto mica apposta.
"Allora metà e metà"
Quindi, gli do una gomitata sul fianco.
"D'accordo, li ricompro io. Ma tu, permettiti a toccare di nuovo la lavatrice, e puoi dire addio al tuo amato caschetto"
Carlos lancia un urlo di terrore.
"No, ti prego, Jordie non c'entra niente..."

Incredibile. Ha dato un nome al suo caschetto da hockey.
C'è qualcosa di normale che fanno questi ragazzi?

Mi siedo sul divano, seguita da James.
"Com'è andato l'esame?" chiede d'un tratto.
"A me bene. Ci daranno i risultati dopodomani."
"Bene, se vuoi ti accompagno io."
"No, non preoccuparti, andrò con Maria."
Forse non si é ancora reso conto che é in mutande, seduto sul divano con me. Una cosa ASSOLUTAMENTE normale...
"Ehm... James"
"Si?"
"Potresti metterti qualcosa addosso. Perfavore?" aggiungo.
Lui sgrana gli occhi, e guarda prima me, poi lui.
"GESÚ!"
Urla e si alza, correndo nella sua stanza, e ritorna poco dopo, vestito a dir poco... mio Dio...

"Brazil... Na na na na na na na na..."
Appena lo vedo con quella camicia floreale e quei pantaloncini color canarino, non posso fare a meno di cantare per sfotterlo.
"Ti sembra divertente?' chiede indicandosi.
"Molto!" dico tra le lacrime delle risate.
"Allora ti diverte vedermi soffrire."
"Sembra proprio di si... Sei troppo buffo!"
"Ti odio..."
"Grazie mille..." e continuo a ridere, vedendolo conciato in quel modo.

POV Maria
Prendo l'auto, vado verso l'Università in cui studia Logan e aspetto che esca.
Ecco i ragazzi uscire, e tra loro anche Logan.
Aspetta. É... con una ragazza? É CON UNA RAGAZZA? Adesso mi sente... Preparati a morire, brutto idiota.

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