Capitolo 12

POV Giada
L'equivoco ha scombussolato non poco l'umore di James: c'è rimasto malissimo. È saltato dalla sedia, incavolato nero, ed è andato sul balcone, probabilmente per calmarsi un po'. Non so se dovrei andare a parlargli... Magari potrei calmarlo un po', facendogli capire che non é poi così grave.

Mi alzo, e lo raggiungo sul balcone.

Lo vedo, con le braccia stese sulla ringhiera, lo sguardo perso verso il caos mattiniero della città (che poi non è tanto mattiniero, calcolando che sono le 11:00) e un'evidente espressione tesa. Mi avvicino verso di lui, e mi piazzo alla sua destra.
"Senti, non c'è bisogno di prendersela cosí tanto, alla fine non é successo niente di grave" cerco di spiegare cautamente, per evitare che si agiti ulteriormente.
"Come sarebbe a dire? Tu non te la sei presa?" chiede esterrefatto voltandosi a guardarmi.
"No... Non più di tanto."
"Quindi, adesso non provi imbarazzo a stare insieme a me, davanti agli altri?"
La sua, più che una domanda, mi sembra un'affermazione.
Lo guardo, con lo sguardo tipico di una che dice 'ma ti sei bevuto il cervello?'
"Forse non hai capito che non sono quella ragazza snob con la puzza sotto il naso." mi lascio sfuggire con espressione contrariata.
"Se é per questo, non sembri nemmeno tanto ragazza..."

POV James
Non sembri nemmeno tanto ragazza? Maslow, me da dove l'hai tirata fuori questa? Certo che sei davvero una persona in gamba, a dire ad una ragazza che sembra un maschio.
Eccola che mi manda a fanculo. Prepararsi... 3,2,... Aspetta...

Inaspettatamente, si mette a ridere, con una risata cosi fragorosa che contagia anche me. Speriamo l'abbia presa bene.
"Si, hai ragione. Sembro un maschio, me lo dicono tutti. Ma che ci posso fare, le ragazze sono così noiose. Sono capaci di parlare solo di trucchi, smalti, manicure, cerette... Non le sopporto..." confessa annoiata, il che mi fa tirare un lungo sospiro di sollievo. Sono scampato alla morte.

Meno male.
"I maschi sono molto più interessanti... eh?" le domando poggiandomi sulla ringhiera.
"Senza dubbio. Anzi, facciamo una cosa. Da adesso in poi, io sarò il tuo fidatissimo amico" suggerisce con un sorrisone stampato sul volto, girandosi verso di me.
Ho capito bene? Ha detto amico?
"Amico?" chiedo un po' scettico.
"Si, amico. Potrai parlare con me di tutto quello di cui parleresti ad un ragazzo. Sono abituata al vostro linguaggio... Perciò, non avere paura di esprimerti liberamente con me..."
Devo dire che la faccenda dell'amico non é niente male.
"Quindi, posso parlarti anche di ragazze sexy?" la stuzzico con sguardo malizioso.
Giada mi guarda contrariata, e io scoppio a ridere.
"Preferirei che mi parlassi di ragazzi, se non ti dispiace"
"OK, su questo non siamo d'accordo"

Stiamo ancora un po' a guardare quest'inferno che si chiama Los Angeles immersi nei nostri pensieri, anche se penso davvero che Satana sia più ordinato di quanto non lo sia questa città, finché non le faccio una proposta.
"Allora, amico mio..." inizio cingendole il braccio sulla spalla.
"Che ne dici se verso le sei, andassimo a fare quattro tiri al biliardo?"
"Volentieri" risponde sorridente.

POV Maria
Ho sentito bene? Ha detto biliardo?
"Scusa Logan, ma, ha appena detto di volerla portare al biliardo?"
"Si, mi pare di aver sentito bene"
"Ragazzi, non é corretto origliare le conversazioni altrui" ci fa notare Carlos l'innocente.         "Si, Logan ha il vizio di non farsi gli affari suoi" afferma Kendall guardando male il ragazzo moro accanto a me.
"Il biliardo non é un posto per ragazze, é pieno di ubriaconi e di brave ragazze pronte a soddisfare le tue esigenze in cambio di un drink." spiega Logan piuttosto esterrefatto dalla proposta.
Cooosa? E lui vuole portarla in quel postaccio? No, non la passa liscia stavolta.
Mi alzo di scatto, e vado in camera.

Poco dopo, arriva Giada, che si siede sul letto, e indossa le cuffie, immergendosi in quella musica che io tanto detesto: solo stridere di chitarre impazzite e urla di cantanti strafatti di chissà quale sostanza... Ma lei ha il coraggio di dire 'le trovo rilassanti'. Rilassanti? Ma rilassanti un corno! Al minimo ti fanno venire un infarto solo a sentire la prima strofa di canzone!

"Giada, togli le cuffie, dovrei dirti una cosa"
Lei non mi sente, a causa del volume elevato. Come se la canzone non fosse già abbastanza alta.
Le tolgo una cuffia, e la obbligo a fermare la canzone.
"Dobbiamo parlare" inizio sospirando.
"Di cosa?" chiede fermando la musica.
"Innanzitutto ti chiedo scusa per la figuraccia di prima"

"Oh, non preoccuparti, non è successo niente. "

"Bene. Però, volevo dirti un'altra cosa. Prima ho sentito che tu e James andrete al biliardo "
"Ma dove é finita la privacy?" chiede visibilmente imbarazzata e seccata.
"Ma quale privacy e privacy... Mica ti ha fatto una dichiarazione d'amore..."
Giada taglia corto:"Andiamo al punto"
"Beh, ecco... Logan mi ha parlato di quel posto. É pieno di gente ubriaca e di puttane, e non credo che sia il posto giusto per una come te. Insomma, sei appena arrivata e non conosci nessuno..." inizio a predicare, ma lei mi interrompe con un gesto della mano.
"Scusa, ho lasciato papà in Italia, e qui ci sei tu? Ti prego, non farmi da padre, che ne ho fin sulle scatole di imposizioni e regole da rispettare. Ho diciannove anni, sono indipendente e ho una testa mia per pensare, non ho bisogno di qualcun'altro che pensa al posto mio"

Detto questo, si alza dal letto ed esce dalla camera prima che potessi ribattere qualcosa. Forse sono un po' troppo protettiva nei suoi confronti, ma é la mia migliore amica, le voglio bene e mi sento responsabile in qualche modo.

Quanto prima parlo con James. Se le succede soltanto qualcosa, giuro che non la passa liscia.

POV Giada
Devo proprio dire che da Maria, la paternale non me l'aspettavo. Si, siamo sempre state amiche, e ci siamo prese cura l'una dell'altra, soprattutto da quando ci siamo trasferite insieme per studiare, ma una reazione così esagerata non l'ha mai avuta nessuna di noi due.  Neanche quando stava con Davide, non le avevo mai detto di stargli alla larga (e di motivi per farlo me avrei avuti). Ho deciso di farmi sempre gli affari miei, anche se sto notando che qui l'unica a farseli sono io: chi origlia dalla stanza e pensa chissà cosa, chi attenta i dialoghi tra me e James, chi mi vieta di uscire... Ma dove siamo arrivati? Sono in un carcere? No. La vita è mia, e decido io. Io stasera mi preparo ed esco con James. Anche se mi portasse in una bisca, io verrei, proprio per dimostrare che non obbedisco a nessuno, e non sto alle regole di nessuno. Se lo mettano bene in testa tutti quanti: io decido per me.

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