Capitolo 1

POV Giada
Ritengo sia mattina già da un bel po', in quanto la luce del sole filtrante dal vetro cerca di insinuarsi insistentemente tra le mie palpebre chiuse. Mi posiziono sull'altro fianco nell'attesa del sonno che non tarda ad arrivare. Ma ahimè, non mi è concesso dormire, in quanto odo qualcosa, o meglio qualcuno, distogliermi dai miei sogni, che per lo piú riguardano ciambelle fumanti o pizze appena sfornate, cosa molto insolita dato il fatto che peso poco più di 50 chili, sproporzionatamente distribuiti nei miei 165 centimetri di altezza... (E quando dico 'sproporzionatamente', intendo dire che la metà dei chili sono concentrati nella parte inferiore del mio corpo...)
"Giadaaaaaa, e svegliati, dobbiamo andiare..."
Svogliatamente mugugno e mi giro dall'altra parte, di nuovo, immergendo completamente il volto nel cuscino. Dolce dormire... Ma quando sento il più snervante urlo di cui la mia migliore amica é capace, mi sento davvero in dovere di aprire gli occhi e rientrare nella realtà.

Apro gli occhi, uno per volta, mentre i raggi del sole colpiscono la mia coperta blu. Noto con mio grande spiacere l'orario che segna la sveglia sul comodino alla sinistra del mio letto... Le 7:55.
Mi viene uno spontaneo: "Oh cazzo..." e mi fiondo subito giú dal letto urlando come una posseduta dal demonio. Mi catapulto giù dalle scale, tanto che per poco non cado.
"Perché non mi hai svegliato prima!" urlo alla mia migliore amica, tenendo una brioche in una mano e un pettine nell'altra, cercando di accorciare il più possibile i tempi di preparazione...
"Ma sei impazzita, é più di un'ora che urlo il tuo nome per svegliarti!!" urla lei di rimando. Sì, urlare è il nostro modo per conversare.
"Potevi entrare in camera a svegliarmi, in fondo che ti costava?"
"E come, se era chiusa a chiave?"
"Potevi bussare insistentemente alla porta"
"Dubito che saresti riuscita a svegliarti lo stesso, dato che russavi peggio di un maiale che sta per essere decapitato!"

Tra esattamente... 25 minuti inizierà la nostra prima lezione all'Università che dista per di piú un quarto d'ora di auto, sempre se ci va bene e non troviamo traffico...
"Muoviti a vestirti, vado a prendere la macchina... E basta mangiare brioche!" dice togliendomi l'ultima metà di Fiesta che mi rimane da mangiare, dopo averne mangiate 3 di fila.
Come un razzo mi fiondo in camera mia, indosso le prime cose che mi capitano, non sono una tipa che tiene alla moda, e poi oggi non ho proprio tempo per pensare...
Prendo una felpa larga grigia con i minions, un jeans blu strappato, le mie più che stimate converse nere, e raccolgo i miei capelli in una coda (cosa per cui ho impiegato più tempo di quanto ne avessi impiegato per vestirmi, dati i miei ricci indomabili).

Scendo di sotto e mi fiondo in auto, convinta che subito partiremo come razzi.
"E lo zaino?"
Oh, porca merda.
Esco dall'auto, rientro in casa, prendo la borsa contente i libri necessari e l'astuccio e rientro in auto.
"Oh santo cielo, e il portatile dove cazzo é?"
Oh, ma andiamo! Non ne azzecco una oggi!

Corro di nuovo in casa, e per sicurezza prendo: portatile, caricabatterie, caricabatterie di riserva (nel caso non funzionasse il primo), mouse, USB che non ricordavo neanche di avere, altoparlante bluetooth, portafogli, spillatrice e mezza Fiesta di stamattina (non si lascia mai niente a metà) e mi rifiondo in auto per la terza volta.

"Davvero?" chiede Maria sarcasticamente, notando il malloppo che è nella mia borsa. "Senti, a che c'eri potevi portare anche il phon..."
"Sta zitta e parti..." taglio corto.

Mette a moto l'auto e ci rechiamo, sfiorando i 100 km/h all'edificio nel centro di Verona, città nella quale ci trasferìmmo circa un mese fa per studiare.

Eh già, un giorno vorrei diventare cosmologa, da sempre mi ha appassionato l'universo, e tutti i misteri che avvolge nel suo infinito... Maria Grazia invece, (nome completo della mia migliore amica) ha sempre inseguito il sogno di diventare psicologa. Quando eravamo adolescenti, e io facevo qualcosa di, come dire, 'fuori di testa', lei mi ripeteva con fare serio:"Giada, quando diventerò psicologa, rivolgiti a me..." e finivamo il tutto con una sonora risata. Siamo sempre state diverse, lei adora il dolce, io il salato; io amo tutto ciò che riguarda l'azione, a cominciare dai film, amo il rock, mentre lei preferisce film gialli, musica pop; io sono un tantino impulsiva e dal carattere nervoso, come una tempesta a base di lampi e fulmini, e inoltre sono sempre il 'maschiaccio' della situazione. Tra noi due, lei é sempre stata quella più calma e con più autocontrollo, e spesso mi ha impedito di fare cose di cui poi mi sarei pentita... Come quando al 3° liceo, stavo per mandare all'ospedale a forza di pugni un mio compagno di classe, poiché aveva osato fare 'apprezzamenti spinti' sulla mia verginitá. Non ci vidi più e gli piombai addosso consapevole che quello che avevo davanti a me era un ragazzo alto 20 centimetri più di me. Per fortuna si trovò lei a tirarmi via, prima di sferrargli il pugno che gli avrebbe danneggiato seriamente il setto nasale, ormai grondante di sangue, altrimenti il riformatorio poteva darmi il benvenuto. Me la cavai con una settimana di sospensione. Anche nell'aspetto fisico siamo diverse, lei é mora tendente al rame, capelli ondulati, io sono di un biondo scuro, riccia; lei é formosa, io sono magra, con appena una terza (scarsissima per lo più).

Una frenata improvvisa mi riscuote dai miei ricordi e mi fa capire che siamo arrivate a destinazione. Scendiamo in fretta e furia e ci rechiamo all'entrata di questo maestoso edificio rimodernato. Guardando l'orologio, scopro con mio grande stupore di essere in anticipo di 5 minuti.

"Accidenti, siamo in anticipo..." esclamo ancora incredula.
"Di certo non grazie a te..." risponde lei facendo una smorfia, com'è solita fare nei miei brevi momenti di felicità.
"Sempre gentile e cordiale come al solito. Allora, cosmologia, dove sarà mai..."
Chiedo tra me e me dove possa essere il mio indirizzo.
"Ehm ehm" Maria si schiarisce la gola per attirare la mia attenzione "Ce l'hai davanti scritto quanto la tua testa"
L'edificio é colmo di ragazzi di ogni tipo, e di ogni età. Dagli sguardi sperduti e dal disorientamento di alcuni, deduco che anche per loro, questa sia la prima volta che mettono piede qui dentro. Saluto la mia migliore amica ed entro in quella che, per i prossimi cinque anni sarà il mio tormento, ma la mia salvezza per garantirmi un posto in questa società.

#Spazio autrice
Salve a tutti, questo é il primo libro che pubblico, sui miei idoli. Vi avverto che i BTR faranno la loro comparsa per la prima volta nell'ottavo capitolo. Devo prima far succedere un po' di cose per complicare la situazione attuale apparentemente serena... Non mancheranno lati comici, per far sorridere, e lati romantici, per fare battere il cuore. Spero che abbiate la pazienza e il piacere di seguire questa storia, magari anche con qualche stellina, spero anche di far spuntare qualche sorriso sui vostri volti, tanto per distaccarvi anche solo per un attimo dalla monotonia della realtà. Baci!

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