Dimmi che mi ami.


Traccia proposta da: @itsgallavich

Personaggio A: Camilla, 20 anni, capelli rossi e occhi verdi. Italiana.
Personaggio B: Alicia, 18 anni, capelli neri ricci e occhi castani.
Spagnola.

*Dialogue prompt.

<<Camilla! Sono in ritardo, sbrigati!>>
Chiusi la valigia cercando di mantenere il mio solito sorriso.
La partenza era imminente e io non volevo proprio lasciare questa città che per me era diventata di più di una semplice vacanza, molto di più.
Presi il coprispalle azzurrino che mi regalò Camilla e lo indossai.
Vidi Camilla oltrepassare il corridoio a grande velocità, con le chiavi della macchina in mano.
<<Camilla, fra tre quarti d'ora parte l'aereo...>>
<<Lo so, dannazione!!>>.

Sentii qualcosa battere sul muro violentemente.
Corsi nella direzione del suono e la vidi seduta per terra con la mano destra insanguinata e nascosta dall'altra mano.
<<Cam..ma cos...che ti sei fatta?!>>
Mi inginocchiai accanto a lei e le presi la mano sanguinante che stava iniziando ad assumere un colorito quasi viola.
<<Ma sei scema?! Cosa ti salta in mente?>>
D'improvviso mi sentii buttare giù, circondata da due braccia tremanti.
<<Non andare....Alicia, ti prego..>>
<<Cam, non respiro, lasciami andare..>>
Mi dimenai cercando di staccare le sue braccia dal mio collo senza successo.
Dopo qualche minuto la sentii sospirare:
<<Alicia..ascolta, io non sto scherzando, questo non è un gioco. Io..i..o provo qualcosa per te, qualcosa di molto forte e non so come gestire tutto questo.>>
Rimasi a bocca asciutta cercando di assimilare le sue parole.
Conoscevo più o meno i suoi sentimenti, ma credevo fosse qualcosa di passeggero.
<<Cam, tu sei solo infatuata, ma ti passerà, capita a tutti..>>
Vidi la sua espressione farsi scura.
<<Al..questa non è un infatuazione. So cos'è un'infatuazione e giuro che questa cosa qui...>> disse indicando me e lei, <<..non lo è! È da tre mesi che sto insieme a te ogni giorno e non ricordo di aver mai provato qualcosa di così forte per qualcuno. Giuro Al..io..io credo di amarti, non so cos'è l'amore in realtà, ma questa cosa forte che sento ogni volta che sto con te deve avere un nome!>>
L'abbracciai forte, cercando di consolarla:
<<Cam, tu lo sai..io non voglio ferirti, ti voglio un gran bene e ho passato i migliori tre mesi della mia vita con te ma io queste cose non le provo, mi dispiace..mi dispiace davvero tanto.>>
Mi sentii catapultare indietro dalle sue mani.
<<Andiamo, è tardi!>>
<<Cam, aspetta!>>
La vidi oltrepassarmi come un razzo e infilarsi nella stanza adiacente.
Si era arrabbiata? Sicuramente.
Ma cosa potevo fare?
Armeggiava con la giacca rosso fuoco come i suoi capelli e sentii il petto stringersi attorno a me.
Continuai a parlare mentre lei scendeva le scale velocemente senza neanche ascoltarmi.
Avevo conosciuto bene Camilla e sapevo che era un tipetto molto permaloso e facilmente irritabile, così cercavo sempre di non farla arrabbiare, ma non potevo fingere un interesse che da parte mia non c'era.
Presi la valigia e la seguii sulle scale.
Avevo una corporatura esile rispetto a Camilla, così ebbi qualche difficoltà a tirare giù quella valigia. Dopo vari minuti scorsi la sua figura sul pianerottolo con le braccia conserte e il piede destro che ticchettava il pavimento.
<<Io non correrò per portarti in aeroporto in tempo, sappilo!>>
<<Ma almeno aiutami..>>
<<Potevi chiederlo prima, così non avrei dovuto aspettare tutto questo tempo.>>
<<Se solo non fossi corsa giù come una pazza..>> sussurrai.
<<Che hai detto?>>
<<Nulla.>>
<<Ok, lascia fare a me.>>
Si avvicinò prendendomi la valigia dalle mani e portandola giù quasi fosse una piuma.
<<Grazie..>> le dissi alla fine.
<<Non ringraziarmi, piuttosto entra in macchina.>>
Obbeddi al suo comando ed entrai, e un odore di muschio mi inondò i sensi.
Cominciai a rilassarmi e a pensare come sarebbe stato il mio ritorno in Spagna, ai miei genitori, agli amici, ad Alvaro.
Pensai a lui e poi mi girai per guardare Camilla che armeggiava con la cintura e un senso di irrequietezza mi crebbe dentro.
Lei sapeva di Alvaro, della mia storia con lui, e sebbene le dissi che andava tutto a gonfie vele continuava ad insistere che avrei dovuto mollarlo, che non mi meritava.
Non so bene se lo diceva realmente o perché voleva solo avere una chance con me, ma sembrava soffrirne ogni volta che ne parlavo.
<<Alicia..>>
<<Si Cam..>>
<<Promettimi una cosa.>>
<<Tutto quello che vuoi! >>
<<Promettimi che arrivata in Spagna non ti dimenticherai di me, almeno questo..>>
Mi sentii crescere dentro un senso di tristezza e di impotenza che volli abbracciarla. Ma stava guidando, così le poggiai una mano rassicurante sulla gamba e le dissi:
<<Certo che no, non dimenticherò mai quello che ho passato con te, non dimenticherò per niente al mondo la mia rossa preferita!>>
La vidi accennare un sorriso che mi scaldò il cuore.
<<Senti Cam, io capisco.. Capisco che è difficile ma non voglio illuderti, ti voglio troppo bene per vederti soffrire..>>
<<Shh..è tutto apposto.>> disse appoggiandomi l'indice sulle labbra.
<<No, non lo è. Voglio chiarire questa cosa, odio vederti così!>>
<<È la vita Alicia, non sempre è possibile avere ciò che si vuole e purtroppo dobbiamo accettarlo.>> concluse lei con amarezza.
Annuii consapevole.
Mi sistemai meglio sul sedile e mi rilassai preparandomi a un lungo volo.

Dopo un tempo che sembrò indefinito arrivvammo alle porte dell'aeroporto. Scesi seguita da Camilla alle mie spalle che mi aiutò con la valigia.
<<Cam, so che sembra una cosa avventata, ma volevo proportela lo stesso.>> dissi mentre insieme cercavamo un posto in cui sederci ad aspettare.
<<Spara.>>
<<Vieni con me. Vieni in Spagna, passa tutto il tempo che vuoi, ci divertiremo, staremo insieme e...>>
<<Non posso Al. M..mi fa davvero piacere ma non posso lasciare la nonna da sola e in più non posso spendere tutti i miei soldi per farmi una vacanza.>>
<<Su quello non devi preoccuparti, pagherò io, consideralo un regalo di compleanno anticipato!>>
<<Non posso..davvero.>>
La sua risposta titubante mi lasciò un barlume di speranza. Vedevo nei suoi occhi la voglia di dire si e non capivo perché rifiutasse.
Dopo vari minuti passati al bar a bere un caffè e a ricordare alcuni aneddoti del passato sentii annunciare il mio volo.
Era solo questione di minuti e ci saremmo dovute lasciare lì, tutte e due in preda alle lacrime e alla voglia di fermare il tempo che scorreva.
La guardai dritta negli occhi per un istante, mentre lei faceva lo stesso.
<<Sei proprio sicura Cam?>>
<<Si Al..ne sono sicura.>>
La fissai ancora, e dopo un momento di cedimento l'abbracciai forte.
Lei mi stringeva assaporando quel momento come se fosse l'ultimo.
<<Ti voglio bene Cam..più di chiunque altro, ricordalo.>>
<<Dimmelo Alicia.. Dimmelo ti prego>>
La sentii singhiozzare e capii subito cosa intendeva.
<<Al, non rendermi le cose difficili ti prego.>>
<<Dimmelo e verrò con te..>>
<<Ma Alicia, non ha senso..>>
<<Dimmelo cazzo! Dimmi che mi ami!>>
Cominciò quasi a urlare, tanto che mi spaventai, non l'avevo mai vista così.
<<Cam, calmati..>>
Mi inginocchiai tenendola con il braccio mentre la sentivo singhiozzare e tremare.
Presi la mia bottiglietta d'acqua per farla bere ma si rifiutò.
<<Cosa devo fare con te, piccola monella?>> dissi dandole un delicato bacio in fronte.
La sentii un po' calmarsi, così continuai ad abbracciarla e a sussurrarle parole rassicuranti.
<<Dimentica.>> mi disse girandosi dall'altra parte.
Capii subito e annuii:
<<Già rimosso.>>
L'abbracciai un ultima volta concludendo il nostro rito e le sussurai un ultima frase.
<<Ti voglio bene Cam, sei la cosa più importante che mi sia capitata finora.>>
Mi sentii pizzicare il braccio.
<<Ammetti che ti mancherò più della cucina italiana.>> la sentii dire in mezzo a un sorriso.
<<Persino più del caffè.>> risposi con un altro sorriso.

Mi voltai mantenendo la silenziosa promessa che ci eravamo fatte.
Ciao Cam, a presto.

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