🎙️CAPITOLO 3: DENGEROUS WOMAN
Un profumo attira la mia attenzione, tengo ancora gli occhi chiusi, ma respiro a pieni polmoni. È dolce, rilassante, mi sembra di averlo già sentito da qualche parte.
«Ancora cinque minuti» sento mormorare alle mie spalle e tutto ad un tratto me lo ricordo, mi ricordo fin troppo bene dove l'ho sentito.
Una scarica di adrenalina fluisce nelle mie vene, il tepore del sonno scompare in un istante. Il suo braccio mi stringe con forza la vita, la presenza del suo corpo adeso alla mia schiena diventa tangibile, fin troppo tangibile. Ne percepisco il calore, il respiro, le curve. Tutte le curve.
Il tessuto dei boxer inizia a tirare e, per quanto cerchi di calmarmi, più mi concentro, più la situazione peggiora.
Provo a spostarmi lentamente di lato, a scivolare fuori dal letto senza svegliarla, ma lei non demorde. Non appena mi scosto di un centimetro torna a stringermi e questa volta le sue dita si spostano più in basso, troppo in basso. La sento sfiorarmi l'elastico dei boxer, il mio corpo reagisce di riflesso. Maledizione, se si sveglia adesso è la fine, lo so che è la fine.
Non ho altra scelta.
Le afferro il polso, le sposto la mano. Prego tutti gli dei di essere abbastanza rapido, di riuscire a fuggire prima che si svegli. Purtroppo, la fortuna non è dalla mia parte.
La sento irrigidirsi, il suo respiro smette di accarezzarmi la schiena.
Shibal.
«Cosa diavolo?» quella domanda appena sussurrata è una sentenza di morte. Non ho nemmeno il tempo di rispondere.
Rapida infatti punta i piedi alla base della mia schiena, mi calcia.
Shibal di nuovo.
Mollo la presa sul suo polso, provo ad ammortizzare la caduta, ma il lenzuolo si attorciglia attorno alle mie gambe, facendomi ruotare di lato. Finisco a terra come un sacco di riso. Sbatto la fronte contro il tatami. Impreco.
«Cosa credevi di fare? Sei impazzito? E perché sei mezzo nudo?»
Sentendola urlare come una pazza mi volto, ritrovandomela carponi sul bordo del letto. Ha i capelli scuri tutti arruffati, la faccia gonfia, le labbra serrate. Con gli occhi mi fulmina ma, non appena sposta lo sguardo sul mio petto, la sua espressione cambia in un istante.
«E quello cosa diavolo è?» spalanca le palpebre, quasi smette di respirare.
«Nulla che ti interessi» soffio «Per cui smettila di guardare».
«Sei tu quello che si è tolto la maglia e -» un brivido la scuote da capo a piedi «Cosa credevi di fare?» si piega lievemente in avanti. In quella posizione lo scollo del pigiama mi permette di notare i seni sodi, stretti all'interno di un meraviglioso reggiseno nero. I lombi mi pulsano, il tessuto dei boxer torna a stringere, e quando mi accorgo di dove mi è caduto lo sguardo è già troppo tardi.
«Sei un pervertito!» allunga il braccio, mi lancia contro il suo cuscino, non sono abbastanza rapido.
Vengo colpito in pieno, dal sopracciglio in cui ho il piercing si irradia una fitta di dolore, mi innervosisco.
«Sei impazzita?» afferro la federa bianca e, stringendo ancora la sua arma tra le dita, mi alzo.
«Impazzita, io?» in quei brevi secondi lei è già scesa dal materasso e mi accorgo solo in quel momento che è vestita unicamente con una enorme maglia oversize di Totoro, che le lascia le gambe completamente scoperte. Merda, come ha potuto andare a dormire solo con quello?
Devo dissimulare la mia eccitazione, subito.
«Con chi credi stia parlando? Con il fantasma che vive in questa stanza?»
«Hai visto un fantasma in questa stanza?» per un istante i suoi occhi si allargano, spaventati.
Rimango basito.
«Allora hai visto davvero un fantasma?» fa qualche passo in avanti, avvicinandosi.
«Io?» lei si blocca, il suo sguardo torna ferino.
«Mi hai presa in giro?»
«Cosa?»
«Non esiste nessun fantasma! Mi hai terrorizzata per nulla!» scatta, proprio come un gatto, e io faccio un balzo all'indietro, perché ne sono sicuro: se riesce a mettermi le mani addosso sono morto.
«Davvero credevi ci fosse un fantasma nella stanza?» scrivo il suo attacco ma, nello stesso momento, Hana entra nella stanza.
«Cosa state combi-» la travolgo.
«Noona!» terrorizzato dall'idea di averle fatto male mi chino su di lei «Stai bene?».
La sento imprecare sottovoce, mentre si preme le dita sul naso.
«Hana-Noona, stai bene?» non risponde, si tiene il naso con gli occhi chiusi.
Vado ancora più in panico.
«Nini!» mi volto tremante e la dottoressa mi guarda sbarrando gli occhi «Aiutala per favore! Le ho rotta il naso, ne sono sicuro. Le ho rotto il naso!».
«Non mi hai rotto niente» la promessa sposa del mio Hyung si scosta, gesticola con la mano che ha ancora libera «Invece mi volete dire per quale motivo state urlando di prima mattina?» il suo sguardo di fuoco passa da me alla sua amica «Rispondete».
Io mi immobilizzo, sempre più spaventato, la sua amica, invece, fa un passo in avanti.
«Mentre stavo dormendo il tuo adorato fratellino adottivo ha cercato di abusare di me» una scarica mi attraversa da capo a piedi.
«Ma sei impazzita?!» furente mi volto.
«Sei mezzo nudo» si avvicina.
«Ho avuto caldo questa notte»
«Si, certo, come no» mi fissa da capo a piedi, spocchiosa «Ed è sempre colpa del caldo se mi hai afferrato il polso mentre dormivo e hai cercato di farmi toccare il tuo - »
«Ti ho afferrato il polso perché stavi per infilarmi la mano nelle mutande!» la vedo trattenere il fiato, attonita.
«Stai mentendo!» fa un altro passo, ormai siamo praticamente uno davanti all'altra.
«Il fantasma era una menzogna» sostengo senza difficoltà il suo sguardo «Questa è la verità: mi sono svegliato ed eri attaccata alla mia schiena come un koala. Quando ho provato a scostarmi hai ben pensato di convincermi a rimanere per altri cinque minuti, provando a infilare la mano nei miei bo-»
«Impossibile!» le sue gote si incendiano in un istante, è carina in questo momento «Stai mentendo! Per quale motivo avrei dovuto abbracciarti?».
«Non lo so, Uisa» mi passo la mano fra i capelli, lei deglutisce «Forse perché sotto sotto mi desideri? Come tutte?».
Sbarra gli occhi, si immobilizza e io sorrido. Ce l'ho in pugno, finalmente ce l'ho in pugno. Nessuno riesce a resistere al mio fascino, nemmeno lei. Tutte le Noona cedono alla fine.
I suoi occhi si allargano, la sua bocca forma un perfetto ovale.
«Oddio stai sanguinando!» rapida allunga entrambe le mani, mi fa sedere sul bordo del letto.
«Cosa?» non era di certo questa la risposta che mi aspettavo.
«Merda» si morde il labbro.
«No, guarda che non sono io quello che sta male, è Hana-Noona che -»
«Hana» mi interrompe.
Sentendosi chiamare la nostra amica si avvicina, massaggiandosi ancora il naso.
Torno a parlare.
«Controlla lei per favore, gli sono andato addosso colpendola con il gomito e -»
«Taci Jungkook-ah» il tono con cui pronuncia quel comando mi incendia e, quando si curva in avanti avvicinando il viso al mio, il suo profumo dolce mi riempie le narici. Il cuore inizia a battermi all'impazzata nel petto.
«Hana» mormora e quasi potessero parlarsi telepaticamente l'amica scatta.
«Corro subito a prendere il disinfettante, dei cerotti e l'antibiotico» rapida esce dalla stanza.
«L'antibiotico non serve!» urla la dottoressa, prima di affondare la mano tra i miei capelli e tirarli indietro «Fammi vedere».
Di riflesso alzo il mento, distendo il collo, dischiudo la bocca. Un gemito sommesso si libera dalla mia gola. Ci fissiamo. Non so se solo per un secondo, o per decine. Non lo so. Perché l'immagine del suo corpo che si tende, davanti ai miei occhi, sembra un film al rallentatore. Un meraviglioso eccitante film al rallentatore.
Per un istante immagino come sarebbe averla seduta sulle mie cosce, mentre mi guarda in quel modo, mentre la stringo per la vita, mentre affondo tra le sue gambe. Mentre ansimiamo l'uno nella bocca dell'altra.
«Noona» mormoro roco, lei trattiene il respiro.
Nei suoi occhi passa un bagliore oscuro, riflesso probabilmente del mio, e proprio quando decido di allungare la mano, proprio quando decido di assecondare quella folle fantasia che mi sta incendiando le vene, Hana rientra nella stanza.
«Ho portato tutto! Anche i punti stri-» la bolla che ha ricoperto me e la dottoressa scoppia.
Io fingo di avere un potente colpo di tosse, mi scosto di lato, cerco di dissimulare la tensione. Lei invece non è così furba. Salta in aria, quasi fosse stata appena colpita da una scossa elettrica, e il suo volto torna bordeaux.
«Sei sempre esagerata Hana» rapida si gira, ruba il disinfettante e il cotone dalle mani dell'amica, torna davanti a me. Poi mi sfiora appena il mento, mi rialza la testa e, nonostante inizi a medicarmi il sopracciglio, fa estrema attenzione a non incrociare il mio sguardo.
È nervosa. Maledettamente nervosa. Me ne accorgo dal modo in cui respira, da come ha stretto le labbra.
Sorrido, mi divertirò un sacco a tediarla.
«Sai che potrei denunciarti, vero?» la sua mano si ferma, continuo «Quello che mi hai fatto, penso proprio possa rientrare nella dicitura "aggressione"».
«Cosa?»
Finalmente torna a guardarmi e, sebbene nei suoi occhi non vi sia più l'ombra eccitante di qualche secondo prima, i capelli sulla nuca mi si rizzano lo stesso. E non solo i capelli.
Shibal, non va bene, non va per niente bene.
Decido di confinare ogni malsana fantasia che ho avuto quella mattina in un angolino remoto della mente e torno a parlare.
«Certamente» sorrido malizioso «Mi hai aggredito, calciandomi, e provocandomi una lesione al volto. Potrei denunciarti, farti perdere il lavoro, persino la Visa» lei sbianca.
Hana-Noona mi fulmina, apre la bocca, ma prima che inizi a sgridarmi riprendo a parlare.
«Ma sono generoso, per cui ti offro un accordo,Uisa»
«Cosa vuoi?» i suoi occhi scuri mi scrutano, attenti.
«Ammetti che volevi approfittare di me, ammettilo e non farò nulla»
«Spero tu stia scherzando!» con rabbia chiude il tappo del disinfettante, le sue guance tornano a colorarsi. Quanto vorrei sapere se diventano di quella sfumatura anche quando viene.
No.
No. Avevo detto di non pensarci.
«Sono serio» indosso la miglior maschera di cui dispongo «Ammettilo, che dopo aver finto di essere la mia ragazza, non sei riuscita a pensare ad altro se non a come sarebbe stato potermi avere veramente».
Mi passo la punta della lingua sui piercing. Le sue mani tremano quasi impercettibilmente.
La nostra amica ci fissa, stranamente non interviene.
«Io? Volere te?»
«Non è forse così?» alzo il piercing verso l'alto, una fitta si irradia fino alla tempia, resisto al dolore.
I suoi occhi scuri mi fulminano.
«Nemmeno fra un milione di anni vorrei avere uno come te!» con forza preme il cotone che tiene ancora nella mano sinistra contro il mio piercing. Mi lamento e con uno scatto mi alzo in piedi.
Lei non arretra nemmeno di un centimetro.
«Tutte vorrebbero uno come me»
Mi guarda furente.
«Io non sono tutte»
Mi mordo i piccoli anelli al labbro, come riesce a farmi perdere le staffe lei non ci riesce nessuno.
«Aspetta» il suo sguardo muta in un istante. Adesso sembra di nuovo una gatta, una gatta che ha appena posato gli occhi sulla sua preda.
«Non è che forse sei tu, a volere una come me?» un brivido mi risale la schiena, il cuore accelera impazzito.
«Io? Volere te?» sbraito.
Lei ghigna.
«Non ero io ad avere una palese erezione nonostante mi ritrovassi col sedere contro il pavimento»
Non appena sento quelle parole una scarica di adrenalina mi incendia le vene e, per un istante, mi viene voglia di prenderla, di spingerla contro il muro e di farle confessare a modo mio quanto mi desidera. Perché lo so che mi desidera. Lo ha scritto negli occhi che mi desidera.
«Non c'è niente di male ad ammettere di aver preso una cotta per la propria dottoressa. Non saresti il primo paziente che si dichiara» alza il mento, si tende verso l'alto.
«Io non ho una cotta per te!» mi agito, le sue labbra sono vicine, troppo vicine.
«Sono un uomo, mi ero appena svegliato. Quello che hai visto era solo fisiologia. Sei una dottoressa, dovresti saperlo!» mi curvo su di lei.
«So che mi stavi guardando le tette»
Hana tossicchia alle mie spalle, le orecchie mi vanno a fuoco.
«Non è colpa mia!» cerco di difendermi «Sei tu che hai usato quella maglia dalla scollatura enorme come pigiama e poi, si può sapere come hai pensato fosse un buona idea infilarti sotto le coperte così?».
«Adesso la colpa sarebbe mia?»
«La colpa è sempre tua»
«Ma senti chi parla» sbuffa, si porta le mani sui fianchi e il tessuto si solleva di diversi centimetri. Non riesco a non guardarle le cosce. Sono toniche, lisce. Perfette.
La sento ispirare sonoramente.
«Vedi che sei un pervertito?!» con forza mi picchietta al centro del petto.
Una scarica di dolore si irradia in tutto il mio sterno. Rimango basito mentre sollevo la mano tatuata per massaggiarmi proprio dove mi ha colpito. Come può essere così piccola ma così potente?
«Pervertito!» ripete, prima di fissarmi furente e voltarsi «Hana ti avviso: se osa anche solo sfiorarmi un'altra volta io lo denuncio. E non mi interessa niente se è il famoso Jeon Jungkook dei BTS! Lo denuncio lo stesso!».
Inviperita si dirige verso la porta.
«Sono io che dovrei denunciare te! Sei tu quella che per prima non ha rispettato le distanze che avevamo pattuito» con un rapido gesto mi tolgo dalla fronte il cotone che ancora mi copre il piercing, ma lei non mi degna più di alcuna attenzione. Con la mano saluta Yoongi, poi sparisce dalla mia vista.
«Cosa mi sono perso? Perché si dovrebbero denunciare?» come se nulla fosse lo Hyung entra nella stanza, stringendo tra le dita una tazza fumante e grattandosi la pancia.
Appena Hana lo vede si blocca, respira anche lei a pieni polmoni, cambia subito espressione.
«Ti avevo chiesto di aspettare» fissa il mio amico come un'aquila, lui arriccia le labbra.
«Non arrivavi più e io avevo bisogno di caffè»
«Oddio ma ci sono i cinnamon roll!» la voce della dottoressa riecheggia nel soggiorno, rapida si riaffaccia nella stanza «Eonnie posso mangiare un cinnamon roll? Hanno un profumo delizioso e io ho una fame da lupi» si alza in punta di piedi, sbatte le ciglia, arriccia le labbra in un'espressione fin troppo tenera.
Lo stomaco mi si contrae, il cuore accelera. Di nuovo.
«Sono andata a prenderli apposta per te, mangiali pure» Hana addolcisce lo sguardo non appena incrocia quello di lei.
«Davvero? Li hai presi apposta per me?» la mia carnefice allarga gli occhi, le sue labbra formano un piccolo ovale. Perché tutto ad un tratto sembra così carina?
Faccio un passo in avanti, ma quando lei vede la gamba muoversi, ogni briciolo di dolcezza sparisce.
«Non osare venire a mangiare i miei cinnamon rolls» soffia.
«Perché mai dovrei voler mangiare i tuoi cinnamon rolls?»
«Non lo so, ma dai pervertiti come te mi aspetto di tutto» fulminandomi con lo sguardo sparisce ancora una volta in soggiorno, seguita dalla sua amica.
Sbuffo, passandomi per l'ennesima volta la mano tra i capelli.
«Yut-mugguh» borbotto, mordendomi i piercing.
«Beh, direi che questa giornata non poteva iniziare in un modo migliore» Yoongi si avvicina, beve un sorso di caffè «Cosa ti sei fatto al sopracciglio?».
«È stata Anya. Mi ha scaraventato giù dal letto perché credeva la stessi molestando»
«Anya? Davvero?» mi guarda sorpreso «Stiamo parlando della stessa Anya? Quella che pesa quaranta chili bagnata?».
«Non farti fregare dalla sua statura. È un demone travestito quella da donna» ostile guardo la soglia della stanza.
«Aspetta un secondo, perché credeva che la stessi molestando? Cosa le hai fatto?»
«Io niente. È lei che stava per infilarmi la mano nelle mutande!» torno a guardarlo.
«Cosa?»
«Te lo giuro! Mi sono svegliato con lei appiccicata alla schiena e con la sua mano che scendeva verso i miei boxer» un brivido mi attraversa, mentre ripenso alla sensazione delle sue piccole dita che mi sfiorano «Pure tu ti saresti eccitato se ti fossi svegliato in quel modo, te lo assicuro».
«Non posso di certo negarlo. Le volte in cui Hana mi sveglia facendomi u-»
«No Hyung, no. Non voglio saperlo» lo fermo immediatamente «Non voglio immaginare altro su Hana-Noona. Mi è bastata questa notte».
«Questa notte?»
«Le pareti sono praticamente di carta Hyung e voi...voi non siete stati per nulla silenziosi» sorrido «Ma una cosa l'ho capita, lei potrebbe piacere anche a me» lo punzecchio.
«Non ci provare piccoletto! Hana-ah è mia, trovatene una per te» sorseggia un alto po' di caffè.
«E dove la trovo?» in quello stesso momento nel soggiorno risuona la voce della mia dottoressa.
Yoongi mi fissa, alzando il sopracciglio.
«No! Assolutamente No!» esclamo.
«Perché no?»
«Perché l'hai vista? Non fa per me, non è assolutamente il mio tipo e poi ne sono sicuro, a letto deve fare schifo!»
Lui ghigna, mi dedica uno sguardo sfuggente, si allontana.
«Hey Hyung, cosa era quello sguardo?» gli domando «Cosa era?».
Se ne va in silenzio.
«Hyung!»
«Andiamo a fare colazione. Ci aspetta una giornata intensa» pronunciando quelle parole esce dalla stanza, lasciandomi da solo al centro della camera da letto.
Mi passo nuovamente le mani tra i capelli, sbuffando.
Lo sguardo mi cade sul letto sfatto e la immagino: nuda, ansante sotto di me, mentre confessa che mi ha sempre voluto, che mi ha sempre desiderato.
Il tessuto dei boxer torna nuovamente a tirare e quando la sento ridere assieme a Yoongi una strana sensazione si insinua nel mio petto.
Scuoto la testa, fisso il mio riflesso nello specchio nell'angolo.
«No Jungkook, assolutamente no!»
🎙️Spazio autrice🎙️
Eccomi tornata con il capitolo del Lunedì di Shotgun Kiss dedicato al POV di Jungkook!
Il giovane uomo ha avuto un risveglio decisamente inaspettato e con un inizio di questo tipo la giornata non potrà che proseguire in meglio, no?
Ma ora ditemi, cosa ne pensate di lui e Anya? Si ameranno? Si odieranno? Si uccideranno a vicenda?
Sbizzarritevi con le ipotesi!
Augurandovi una bellissima settimana vi do appuntamento alla prossima settimana...chissà quale sarà il prossimo POV.
A.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top