9 ottobre
» Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» prompt: giglio
» rating: verde
» parole: 235
Pamplona, Paesi Baschi
C’era una volta la Principessa Corrotta.
Appellata così dal suo stesso popolo, solo perché ella filava una relazione a tre.
Due uomini sì diversi da generar contrasto: l’uno era il Dio del mare, l’altro un mero soldato basco.
Cos’ella amasse in loro fu un gran mistero, nel mentre, a corte, la chiamavano “poco di buono”.
Fedeltà, castità, purezza e obbedienza. Pudica e pulita come un giglio, il suo solo compito sarebbe stato quello d’avere un figlio. Questo le inculcavano ogni dì, finché ella non perse la pazienza e trasgredì.
Avrebbe voluto possederli entrambi, ma loro, i due uomini baldi, erano già arrivati alle armi.
‘Sì gelosi e bellicosi da darsi addosso, mentre lei, la Principessa Corrotta, non intendeva rinunziare al doppio osso.
I pretendenti s’accapigliavano furiosamente per il controllo di lei, sicché la Principessa Corrotta non impose la fine della lotta.
La sua emancipazione era di millenni avanti, ma ohibò, a quei tempi, i diritti della donna erano draghi volanti. Non fu da stupirsi se ambo gli uomini ch’ella aveva amato si rivelarono fedelissimi al patriarcato.
Le rammentarono i suoi doveri di donna, di madre e poi di nonna, di fiore casto e candido come un giglio – e non dimentichiamoci la questione del figlio.
La Principessa diede loro ragione, disse ch’era stata testarda come un mulo, rinunziò ai suoi intenti, ma dopo aver preso due gigli e averli loro ficcati nel culo.
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