31 ottobre
» Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» prompt: credere
» rating: verde
» parole: 447
Assisi, Italia
La luce pomeridiana filtrava distorta, cupa, eppure dolcissima, attraverso i vetri a mosaico della cattedrale.
Anche in quel giorno infrasettimanale la chiesa era gremita. Una moltitudine di turisti, italiani ed extracomunitari, assistevano all’interpretazione di Don Pedro delle parole del Cristo. Il giovane diacono era una ventata d’aria fresca tra quelle vecchie e maestose mura, messe a dura prova dal tempo e dal sisma del ’97. Ma la gloriosa struttura della basilica era stata ricostruita; nulla aveva potuto anche solo scalfire la fede dei pellegrini, né la sacralità del luogo in sé: la tomba del Santo protettore d’Europa.
Don Pedro, il custode di tutto quello, aprì le braccia. Il patagio verde smeraldo della sua toga attrasse e legò a sé la totale attenzione dei presenti.
«Fratelli e sorelle, bentrovati. Dico “bentrovati” perché questa è casa nostra. E anche oggi, dopo la consueta lettura del brano, ci facciamo una chiacchierata. Ebbene, avete presente l’Apocalisse? Sì, quella che decine di film o libri vi hanno presentato in ogni modo: pandemie, carestie, meteore e altre diavolerie. Dimenticatevi simili scemenze. Perché? L’Apocalisse di Gesù Cristo non verrà in nessuno di questi modi. L’Apocalisse non arriverà un bel giorno in qualche contea americana, signori, o in qualche altro studio cinematografico, no. L’Apocalisse arriverà per ognuno di noi, ma singolarmente. A uno a uno. Non vivremo insieme quel momento. Lo vivremo alla fine della nostra vita. Al momento della morte, da soli con Dio. Un giorno arriverà la mia Apocalisse, ovvero la mia morte, fratelli e sorelle. Se sono pronto è solo grazie alla fede. No, no, per carità, non è il solito discorso bigotto. È così difficile avere fede, lo so bene. Io ho faticato. Ho vagato tra banchi di nebbia e perdizione, prima di tutta questa luce, tanta da farti sentire nudo e pieno di vergogna. È difficile credere. Io ero il primo di quell’orbita così distante da Dio, un vuoto a perdere nelle favelas brasiliane. Un giorno, un uomo mi ha puntato una pistola alla tempia e ha premuto il grilletto. Non avrei dovuto essere qui, ma eccomi. Io… ho trovato il senso in Cristo. Senso alla sofferenza e ai mali, e la verità è che noi, nel nostro limitato intelletto, non potremo mai comprendere i disegni più intricati e apparentemente maligni del mondo. La fede è l’unica certezza che ci costruiamo, a cui possiamo aggrapparci. Dico questo, agli atei: se non volete credere nel Cristo, naturalmente siete liberi di non farlo, ma almeno abbiate una vostra fede. Credete in qualcosa di bello e di buono, credete nei miracoli. Trovate il miracolo negli occhi dei vostri figli. Fate sì che quell’energia vi accompagni fino all’Apocalisse. E non sarà doloroso…»
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