l'Italia in classe


Metà Settembre in una non ben precisata località del nord del Veneto.
Primo giorno di scuola dopo le vacanze estive.
Prof:" buongiorno ragazzi e ben ritrovati. Quest'anno abbiamo un nuovo studente con noi, Efram Alba. Ciao Efram raccontaci qualcosa di te e da dove vieni."
Efram:" buongiorno a tutti. Vengo da Torre Annunziata in provincia di Napoli."
"Ah andiamo bene, un altro terrun". Una voce, dal fondo dell'aula, interrompe la presentazione.
"Salvotto, fai silenzio" risponde urlando la prof.
"Sei il solito prepotente ed arrogante. Vai avanti per piacere Alba"
"Dunque dicevo. Torre Annunziata, figlia della gloriosa e ricca Oplontis dell'impero Romano e mamma della mitica Associazione Calcio Savoia 1908, la prima squadra di calcio fondata in Campania".
Prof:" ah però interessante. Non pensavo che Alba fosse un cognome meridionale, pensavo, che ne so, tipo, fosse un cognome del Piemonte."
Efram:" effettivamente a Torre non siamo in tantissimi di Alba,  è un cognome come gli Esposito a Napoli, solo più latinizzato. Alba in latino vuol dire chiaro, in poche parole prof. è un cognome usato per i figli....."
"Di mignotta". Di nuovo la stessa voce dal fondo dell'aula interrompe Efram, riuscendo a raccogliere anche alcune fragorose risate.
" Adesso BASTA!!! Stai esagerando! Un'altro respiro e ti butto fuori dall'aula ancora prima di iniziare le lezioni." Sbotta innervosita la Prof. Poi si rivolge nuovamente verso Efram.
"Ho capito Efram, erano trovatelli, chiamiamoli così, è il cognome dei trovatelli di una volta, non pensare minimamente a quell, a quell, non saprei neanche come chiamarlo, quell'essere lì, imparerai a conoscere le sua ignoranza. Ma dicci l'ultima cosa, come mai vi siete trasferiti?"
"beh, mio padre è infermiere e dopo qualche tempo ha deciso di provare a fare un concorso al nord e lo ha vinto. Lui dice sempre che ci sono due Italie...."
"Ha ragione tuo padre, anzi no, c'è solo un' Italia, l'altra è Africa". La stessa voce, di nuovo.
"VAI FUORI IMMEDIATAMENTE!!! Brutta capra ignorante, vai fuori immediatamente, e se vuoi prova a farmi denunciare dai tuoi genitori perchè ti ho chiamato capra. Anzi adesso te lo ribadisco meglio. FUORI CAPRA". Urla incazzatissima la prof.
Salvotto, borbottando qualcosa, esce dall'aula. "Tanto prima o poi ci ritornerai anche tu in Africa, troia." pensa mentre chiude la porta della classe.
"Finisci Efram".
Evidentemente imbarazzato Efram continua la sua faticosa presentazione.
"Dicevo, lui dice che ci sono due Italie, ma spera che prima o poi ci sia l'Italia dovunque. Mi spiega sempre che al sud siamo un bel pò strani. Scendiamo in piazza, ci organizziamo, mettiamo striscioni per la città se un presidente di un squadra di calcio non compra il campione promesso, ma tolleriamo e accettiamo in silenzio le richieste di soldi per avere la possibilità di vincere un concorso pubblico o per aprire un'attività e tenerla aperta.Non denunciamo per paura, per convenienza, dice. Teniamoceli buoni, un domani ci possono servire e poi se ci lasciano in pace che fastidio danno.
Mi ripete sempre questa frase: da noi devi essere potente o devi fare paura,perchè se sei semplicemente onesto nessuno ti rispetterà o ti difenderà mai."
" Un pochino esagerato" risponde la prof. "ma ho compreso il ragionamento e l'amarezza di tuo padre."
Al termine della giornata di scuola, Salvotto si avvicina ad Efram mentre esce dalla classe, lo prende per una spalla lo volta verso di lui e gli dice :" sei un terrone di merda, puzzi come un cane bagnato, ed anche se diventerai un amichetto di quella troia della prof, ti farò assaggiare l'inferno, te ne devi tornare a casa tua in Africa, ve ne dovete tornare tutti a casa vostra, merde."
Efram ritorna a casa molto preoccupato, ma ai suoi non racconta nulla di quanto successo durante quel primo giorno di scuola.
L'anno scolastico passa tra continue umiliazioni, sfottò, scherzi pesanti e di cattivo gusto, gavettoni di acqua fredda in pieno inverno, con la temperatura sotto lo zero, all'uscita della scuola. Efram sopporta in silenzio e non racconta nulla a casa.Arriva ad odiare Salvotto e la sua combriccola così tanto da pensare di ucciderli se avesse potuto e se ne avesse il coraggio,ma si augura ogni giorno di vederli morti, per un incidente o chissà per quale altra disgrazia.
Dopo qualche tempo, però, nota che le "attenzioni" verso di lui vanno piano piano scemando, non è che la cosa gli dispiaccia, ma si chiede il perchè.
Un giorno Salvotto lo avvicina, senza fare aggessivo e gli rivolge la parola chiamandolo per nome, gli mostra un ragazzo di colore, che tra l'altro conosceva.
"Vedi quello! Quello è una merda più di te, puzza più di te."
Efram lo interrompe :" ma io ci ho parlato, non mi sembra facesse un così cattivo odore."
"Male." Risponde Salvotto." Non gli devi più parlare non sono come noi, sono diversi.Ci rubano il lavoro, le nostre ragazze, violentano le nostre mamme, rubano, spacciano, peggio di voi terroni. E poi la cosa peggiore sono musulmani, terroristi"
"Ma no" cerca di spigare Efram. "Lui no, viene dal centro dell'Africa, dove la religione più diffusa è quella cristiana"
Viene interroto bruscamente." Ascoltami bene terrone, questi sono il male e tu adesso sei italiano come noi, e noi qui vogliamo solo italiani. PRIMA GLI ITALIANI". Si allontana, saluta Efram, cosa mai fatta e si dirige con rabbia verso il ragazzo di colore.
Dopo qualche tempo un ragazzo di colore viene inserito nella classe di Efram e Salvotto.
Le attenzioni particolari che prima erano rivolte ad Efram, adesso sono rivolte solo al nuovo studente di colore. Ad Efram all'inizio dispiace, ma poi inizia ad apprezzare la sua pace e il fatto che adesso gli altri lo considerano uno di loro. Dopo un pò, anche lui inizia ad unirsi agli altri contro "il negro".
Un giorno porta a scuola una banana e la offre al ragazzo di colore dicendo :" ti ho portato la merenda, il tuo cibo preferito, SCIMMIA". Riceve gli apprezzamenti dei compagni e Salvotto gli si avvicina e gli stringe la mano :" bravo, finalmente hai capito che questi qua in Italia non devono più entrare, devono rimanere a casa loro in Africa." grida convinto.
La prof, prima di cacciarlo fuori dalla classe, gli sia avvicina delusa, lo guarda negli occhi, leggermente bagnati dalle lacrime e nell'orecchio gli sussurra queste parole :" mi hai deluso Efram, tu con la tua cultura, l' amore per la tua terra, l'amore per la storia che può insegnare dagli errori,tu, ti sei unito a questo marciume. Ha ragione tuo padre, quando diceva che al meridionale devi fare paura o essere potente, sante parole. Tu con le tue parole potevi combattere questa ignoranza e questa prepotenza, ma per paura, per quieto vivere ti sei unito all'immondizia. ESCI IMMEDIATAMENTE DA QUESTA CLASSE".
Esce in silenzio, ma con la vergogna nell'animo.
Al termine della giornata Salvotto lo avvicina e lo stringe verso di se e in un orecchio gli dice:" bravo Efram oggi mi sei piaciuto tantissimo, sei stato eccezionale. Ma ricordati che rimani sempre un terrone. Appena abbiamo finito con questi negri di merda, ricominceremo con voi, perchè si, PRIMA GLI ITALIANI, ma non dimenticare mai, che alcuni Italiani vengono prima degli altri. Adesso vai a casa, ci vediamo domani."
Il terrore prende piano piano forma negli occhi di Efram, la delusione ed il disprezzo per se stesso lentamente gli riempiono l'anima.L'unica cosa che riuscirebbe a fare adesso e urlare, urlare forte e la prima cosa che gli viene da gridare e FATELI ENTRARE, FATELI ENTRARE TUTTI!!! Ancora una volta, la paura vince.

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