Storia 69

Un fotografo decise di scoprire di più riguardo un vecchio programma per bambini che guardava da piccolo durante la guerra del Libano. Da quello che ricordava, il programma di mezz'ora consisteva in immagini e tattiche per spaventare i bambini e trattenerli dal disobbedire. Lui credeva che il programma era un tentativo dei media di tenere i bambini sotto controllo, perché la morale di ogni episodio era basata su una rigida ideologia, come "i bambini cattivi stanno svegli fino a tardi" o "i bambini cattivi rubano cibo dal frigo di notte".

Comunque, la cosa che il fotografo ricordava di più era la scena di chiusura di ogni episodio. Era la stessa ogni volta-la telecamera zoomava lentamente verso una vecchia porta d'acciaio, e come andava più vicino, si sentivano delle urla. Più la telecamera andava vicino alla porta, più le urla diventavano forti e chiare. Quando le urla non potevano peggiorare, una frase arabica con scritto "Qui è dove vanno i bambini cattivi" compariva, ciò significava la fine dell'episodio.

Ritornando nel presente, in qualche modo il fotografo riuscì a rintracciare lo studio in cui il programma veniva filmato. Anche se il posto sembrava abbandonato da molto tempo, la famigerata porta della sua infanzia era ancora lì. Poi lui scoprì che dietro a quella porta si trovava una piccola stanza coperta di tracce di sangue, feci ed ossa. Quello che lo spaventò di più, però, fu un microfono chiuso in una gabbia appeso in mezzo alla stanza.

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