Storia 123
Avevo sempre sognato di diventare un poliziotto, ma non potevo per un motivo: sono parzialmente cieco. Pensai che se non potevo aiutare le persone proteggendole dai criminali, potevo farlo in un altro modo. Lavorando al Centro operativo telecomunicazioni.
Ho capito subito che non era un lavoro per codardi. Le chiamate più dure erano quelle che finivano improvvisamente. Restavi seduto lì per il resto della notte o a volte per settimane chiedendoti cosa fosse successo. In piccole città è facile ricavare informazioni e gli operatori riescono sempre a capire se sono riusciti a salvare qualcuno oppure no. Però io vivo in una città con più di 200.000 abitanti e ci sono così tante chiamate che non c'è mai abbastanza tempo per chiedere cosa sia successo.
I lunedì, i venerdì e le domeniche erano i giorni più impegnativi, quando venivano fatte le chiamate più terrificanti ed inusuali. Questa è una di quelle.
Per motivi di riservatezza tutti i nomi sono stati cambiati.
"113, qual'è la sua emergenza?"
Silenzio.
Pensai fosse uno scherzo di cattivo gusto, ma rimasi ad ascoltare. Poteva essere una persona che voleva chiedere aiuto ma in quel momento non poteva parlare.
"Ciao..." Sussurrò infine la voce di una bambina.
"Ciao tesoro, qual è il problema?"
"La mami e il papi non si svegliano."
"Ok, adesso sto inviando qualcuno a casa tua. Ci vorranno circa 6 minuti. Come ti chiami?"
"Miriam. Stanno arrivando? Ho paura."
"Che bel nome che hai. Tranquilla, qualcuno sta arrivando adesso. Puoi dirmi cosa è successo? Perché la mami e il papi non si svegliano?"
"N-Non lo so, Droopy è venuto a visitarmi e ha detto che voleva parlare con la mami."
"Chi è Droopy?"
"L'ho incontrato al parco, è un clown."
"Adesso dov'è Droopy?"
"Sta giocando a nascondino con me, ma mi fa paura."
"Adesso dove sei tesoro? Ti stai nascondendo da Droopy?"
"Sì, ma l'ho visto con un coltello. Ho paura." La sentivo a malapena. Chiamai di nuovo la polizia. Sarebbero arrivati in due minuti.
"Miriam, tesoro, sono quasi arrivati." Lei stava respirando affannosamente.
"Lui è qui." Sussurrò al telefono. Potevo sentire dei passi in sottofondo.
"Ok, resta dove sei e non fare alcun rumore. Andrà tutto bene, piccola."
"Eccoti qui." La voce di un uomo echeggiò attraverso il telefono, seguita da un urlo. Poi silenzio.
Non scoprii mai cosa era successo a Miriam o se l'uomo era stato catturato.
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