CAPITOLO XXI
Sede europea del Bureau, luogo sconosciuto
Peter stava aspettando da ore che il capo della divisione europea lo ricevesse, quando gli arrivò un messaggio: era di Elisabeth, la tentazione di leggerlo era forte, ma non poteva... non voleva... forse perché ne sospettava il contenuto, poi qualcuno lo chiamò e gli disse che erano pronti a riceverlo; si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e si diresse deciso verso l'ufficio nel quale lo attendevano, non appena entrò la donna che lo aspettava all'interno gli fece cenno di sedersi, Peter obbedì senza proferire parola e aspettò che il capo divisione incominciasse a parlare...
-Lei lavora con la nostra Agenzia da parecchi anni, il Bureau non si è mai lamentato del suo operato... la missione era estremamente semplice, ma lei ha fallito - disse impassibile la donna davanti a lui - "shooting star" doveva essere una passeggiata... - - sono stato compromesso da un altro agente. La missione stava andando per il meglio - disse Peter convinto, guardando dritto negli occhi il capo divisione - lo sappiamo - replicò la donna sostenendo lo sguardo dell'uomo - ma questo non conta. Il suo collega è stato ucciso. - Peter sgranò gli occhi: se lo aspettava, ma saperlo in quel modo era terribile - deve abbandonare la missione Agente P.G-07-R38 - disse la donna freddamente - cosa? No, posso rimediare... - Peter si alzò di scatto, non poteva accettarlo - si sieda! - ordinò il capo divisione - questo è un ordine e gli ordini non si discutono! - esclamò - sissignore... - disse Grant sedendosi, ma dentro di sé sapeva che avrebbe disatteso l'ordine - molto bene - disse la donna - naturalmente le assegneranno una nuova copertura, cambierà nome e città. Ora può andare. Riceverà al più presto istruzioni - Peter annuì, si alzò e se ne andò. Non lascio mai una missione a metà... mai pensò mentre usciva dall'edificio e non farò eccezioni. Soprattutto questa volta. Che si fottano! Elisabeth... sto tornando...
***
Arrivò al Dave's con qualche minuto di ritardo, si diresse alla stanza zero per lasciare lì le sue cose e poi andò dietro al bancone, al suo posto, per dare il cambio alla sua nuova collega, una certa Savannah. - Hey... - le disse lei avvicinandosi - tu devi essere Elisabeth... - - si - rispose Ellie - e tu Savannah, mi hanno avvisata che ti avrei incrociata oggi. Ti trovi bene? - si informò senza però mostrarsi troppo entusiasta: non era dell'umore adatto e non voleva sembrare invadente - si, è un bel posto... - rispose la ragazza, ma non sembrava convinta - bene - disse Elisabeth, poi pensò malignamente che non sarebbe durata una settimana al Dave's - già - disse Savannah, poi la salutò e si allontanò. Che strana ragazza... pensò Elisabeth mentre la guardava andare via e uscire dalla porta principale. Subito dopo arrivò il primo ordine, così si mise al lavoro e sperò che tenersi occupata con la preparazione dei drink la distraesse dai brutti pensieri degli ultimi tempi. Quando il turno finì Dave la venne a chiamare - per questa sera basta - le disse - torna pure a casa a riposare, ci vediamo domani - Elisabeth annuì e salutò il suo capo, era esausta e non vedeva l'ora di tornare a casa a riposarsi così prese le sue cose dalla stanza zero e uscì dal locale. Faceva caldo quella notte e questo significava che non sarebbe riuscita a chiudere occhio perfino il tempo è contro di me... pensò Ellie maledetto caldo... e sbuffò mentre si dirigeva alla fermata del bus, che arrivò poco dopo e che come sempre a quell'ora era praticamente vuoto, pochissima gente lo prendeva a quell'ora e il tutto sembrava a Elisabeth irrimediabilmente triste. Salì sul mezzo, si sedette e come sempre si mise a guardare fuori dal finestrino, poi aprì la borsa a tracolla e ne estrasse il cellulare, lo accese: nessuna chiamata. Nessun SMS. Peter... pensò ma che fine hai fatto? . Dopo qualche minuto arrivò a destinazione, camminò verso casa e d'istinto guardò dall' altro lato della strada, dove viveva Edward. Chissà se la sua giornata è stata migliore della mia... mi chiedo di cosa abbia parlato oggi ai suoi studenti... pensò, poi le parve di scorgere una figura uscire proprio dal palazzo dove viveva il ragazzo, era buio e Ellie era stanca, ma poteva giurare che quella persona assomigliasse molto a Savannah... che ci fa qui? Si domandò Elisabeth perplessa mah... forse non è nemmeno lei... boh, non voglio pensarci... si disse e entrò in casa sperando vivamente che il ventilatore elettrico funzionasse anche se, mentre saliva le scale, non poteva fare a meno di pensare a quella sagoma scura che aveva visto poco prima uscire dal palazzo di Edward...
Spazio autrice :
Ciao a tutti, volevo solo informarvi che almeno fino a settembre pubblicherò un solo capitolo a settimana e quindi vi chiedo di essere pazienti :)
Ne approfitto inoltre per consogliarvi una storia che sta scrivendo una mia amica, si chiama "per l'amore di un angelo" e l'autrice è @seven_rob ! È una storia che a mio parere merita di essere letta, l'unica cosa che posso dirvi è di non fare caso agli errori in quanto la sta traducendo dal russo (praticamente la sua lingua madre) e per lei non è facile!
Grazie dell'attenzione e buona lettura! :)
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