CAPITOLO XVII


John guardò l'amico, che stava ancora fissando per terra - mi dispiace... - sussurrò alzando lo sguardo - tu sai cosa sta succedendo, vero? - domandò il ragazzo cercando di trattenere la rabbia: si sentiva tradito - no - rispose Edward guardandolo dritto negli occhi in modo serio - so solo che se c'è di mezzo lei... - disse riferendosi alla sorella - non c'è mai da aspettarsi nulla di buono... - i due stavano per scambiarsi altre battute quando Savannah li zittì - basta! - gridò - siete così patetici... e di intralcio... - non avrebbe esitato ad uccidere John se solo suo fratello non fosse stato lì - te lo dico per l'ultima volta Eddie: stanne fuori... - ribadì seria la donna e guardò entrambi duramente, soffermandosi maggiormente su Edward - non lo voglio ripetere fratellone... - disse Savannah e poi, così come era entrata uscì e se ne andò, lasciando i due amici da soli nella stanza. - Mi dici che diamine succede?! - domandò John furente - non lo so. Giuro che non lo so! - rispose Edward - non credi che se sapessi qualcosa te lo avrei già detto? - - ah si?! - sbraitò l'amico - davvero? E quella specie di psicopatica? - chiese poi riferendosi a Savannah - è veramente tua sorella o c'è altro che devo sapere...? - - null'altro. È mia sorella minore e... - cercò di spiegare Edward, ma John lo interruppe - e cosa? Ti rendi conto che questa non è una situazione normale, vero? - - lo so - rispose il ragazzo - e proprio per questo non ne rimarrò fuori... - disse e guardò dritto negli occhi l'amico che annuì - nemmeno io - disse infatti John e lo accompagnò alla porta - la troveremo - disse prima che Edward si allontanasse - la troveremo - ripeté il ragazzo e se ne tornò a casa.

***

Il paesaggio cambiava sotto i suoi occhi e la sua mente non poteva fare a meno di vagare indietro nel tempo, a cercare i ricordi della sua vita prima di quella folle e inaspettata partenza. I vecchi ricordi dell'incidente non avevano smesso di tormentarla da quando Peter li aveva fatti riaffiorare da un cassetto nascosto e oscuro della sua mente e ora non poteva fare a meno di chiedersi cosa centrasse suo padre in tutto quella storia e che cosa significava veramente "shooting star", stella cadente...

Perché usare un nome in codice del genere? Poteva voler dire tante cose, poteva significare che prima o poi sarebbe caduta e si sarebbe irrimediabilmente bruciata e quindi scomparsa in un'abbagliante scia luminosa...

Elisabeth stava ancora pensando a tutte queste cose quando Peter fermò la macchina - cosa c'è? - domandò la ragazza voltandosi verso Grant - nulla. Stai tranquilla - disse lui - ci fermiamo qualche minuto, ho bisogno di controllare una cosa - - ok... - annuì Ellie e rimase in macchina mentre lui usciva e si metteva a passeggiare avanti e indietro, cellulare alla mano, vicino al ciglio della strada. Alla fine Peter digitò qualcosa sul telefono, un numero quasi sicuramente, poi lo posò vicino all'orecchio destro e iniziò a gesticolare; Elisabeth lo guardò per tutto il tempo, non sapeva a cosa pensare... a dire la verità sperava soltanto non si trattasse di nulla di male, che non ci fossero problemi in vista. Alla fine Grant tornò in macchina - tutto a posto - disse e spinse nuovamente sull'acceleratore. Elisabeth non disse nulla, lo guardò e basta: aveva esaurito le parole e a dirla tutta era anche stanca; alla fine si appoggiò al finestrino della macchina ed esattamente come stava facendo prima che si fermassero si mise nuovamente a guardare fuori. Era ancora con gli occhi incollati fuori, a fissare il paesaggio, quando le sorse spontanea una domanda: - perché la missione si chiama "shooting star"? - chiese e quasi Peter non inchiodò, non se lo aspettava - vuoi davvero saperlo? - domandò dopo qualche secondo di esitazione, sempre guardando dritto avanti a se - si. Credo di averne il diritto - rispose Elisabeth seria e per un momento staccò lo sguardo dal paesaggio per posarlo su Peter - e va bene - disse lui - oramai non abbiamo più nulla da perdere... - e iniziò a raccontare...

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