U n o
» Ci vorrebbe un telo in riva
al mare di notte,
le stelle cadenti e tu che mi baci. «
Minho chiuse lentamente gli occhi respirando il semplice e rilassante odore di mare e salsedine che aleggiava intorno a lui, mentre la brezza marina gli accarezzava e scompigliava i capelli castani che gli ricadevano disordinatamente sulla fronte.
Strinse tra le dita il fresco tessuto del telo steso sotto il suo corpo, mentre la sensazione della sabbia sottile sotto i piedi lo portava in un mondo lontano, un mondo dove aveva modo di vivere ogni giorno nottate come quella.
Aprì nuovamente gli occhi al panorama che si estendeva dinanzi ad essi, lasciandosi scappare un sospiro ed osservando lo splendido luogo che lo circondava. Da mozzare il fiato.
L'immensa spiaggia di sabbia candida era immersa nel pesante buio della notte, eccezion fatta per le stelle brillanti e per la luce dei numerosi falò circondati da giovani che conosceva da una vita.
Alcuni arrostivano marshmallows, finendo irrimediabilmente per bruciarli tra le scroscianti risate e prese in giro da parte degli amici; altri ancora si scambiavano baci e carezze – affettuose od impetuose che fossero – proprio come i due ragazzi al suo fianco.
Changbin stringeva contro il proprio petto il suo ragazzo, baciandolo con talmente tanta tenerezza da far sorridere inconsciamente Minho.
Si separarono un poco – forse per riprendere fiato – ed il maggiore osservò il modo in cui Changbin guardava rapito gli occhi di Felix.
Così tanto innamorato.
Minho era certo che in quell'istante Changbin stesse già osservando tutte le stelle di cui aveva bisogno, le stelle che riteneva più belle.
Felix si accostò nuovamente alle labbra del suo ragazzo mormorandovi contro qualcosa.
Changbin sorrise felice ed imbarazzato, tornando a baciare la bocca carnosa del suo ragazzo, e Minho immaginò che il minore gli avesse sussurrato un "ti amo".
Minho sorrise voltandosi nuovamente verso il mare sconfinato, sentendo dentro di sé una sorta di pace tormentata che provava ogni volta quando si trovava sotto un cielo stellato.
Puntualmente veniva assuefatto da una calma e tranquillità anomala, rovinata da una strana sensazione di ansia e angoscia che lo esasperava ogni volta.
Nonostante questo, era settimane che aspettava quella pioggia di stelle cadenti e - visto il gran numero di giovani che si erano riversati sulla costa per quell'evento - non doveva essere il solo.
Sentì un movimento impercettibile al suo fianco finché la testa biondissima di Felix non si posò sulla sua spalla.
«Sei felice?» gli chiese sottovoce Minho, sapendo che il suo migliore amico avrebbe sentito comunque quelle parole sussurrate.
Felix sorrise in modo dolce, e anche se il buio impediva di vederlo bene, Minho era certo del fatto che il piccolo australiano fosse arrossito.
«Si, sono incredibilmente felice» mormorò Felix voltandosi un poco verso Changbin che si era steso per guardare verso il cielo, per poi voltarsi nuovamente e stringersi forte al braccio del suo migliore amico.
Era stato proprio Minho a farli mettere insieme un anno prima.
Era l'unico amico che i ragazzi avessero in comune, e vista l'incapacità dei due di dichiararsi a vicenda, Minho aveva deciso di diventare un improbabile cupido, solo per il bene del proprio migliore amico.
Alcune voci poco lontane riportarono bruscamente Minho alla realtà, trascinandolo fuori dai suoi pensieri.
«Dai Chan porta qui la bottiglia!» ridacchiò una voce sottile, da ragazzino.
«Scordatelo Jeongin, hai solo vent'anni anni e sei sotto la mia responsabilità!».
«Oh lo so bene hyung, a te piace un sacco prenderti cura di me, non è così?» biascicò ubriaca la prima voce.
«Oh dio Chan, ti fai il maknae?».
«Sta' zitto Bammie non mi faccio nessuno, e tu! come diavolo hai fatto a bere, ti ho tenuto lontano dall'alcool per tutta la sera!» sbottò la voce di quello che doveva essere Chan.
«Smettetela di urlare, sveglierete Seungmin!» sbottò una nuova voce.
«E poi hyung, ti piacerebbe non è vero? – domandò sempre la quarta voce, un po' più seria e tranquilla – Non appena ti sei distratto per un istante al locale, il piccolino si è messo a flirtare con il barman che è stato ben lieto di offrirgli tutto il bar».
Per un istante regnò un silenzio tombale.
«Ci hai provato con un altro!» tuonò la voce di Chan.
«Scusami hyung» piagnucolò la vocetta ubriaca del più piccolo.
«Oh, vi prego ditemi che Jisung sta arrivando, non posso reggere da solo con voi».
«Sta' zitto Bammie!».
Minho si voltò insieme a Felix e Changbin seguendo il suono di quei divertenti scambi di battute, notando nel falò a pochi passi da loro un gruppo di ragazzi che frequentavano la loro stessa Università, ragazzi che conoscevano benissimo.
«Idioti» sbottò duramente Changbin osservandoli di sbieco, per poi voltarsi e portare gli occhi sull'acqua scura attraversata dal riflesso argenteo della luna.
Felix si accigliò, per poi irrigidirsi lentamente e Minho chiuse gli occhi.
Sapeva già cosa sarebbe successo.
«Potresti smetterla di insultare quegli "idioti"? – domandò l'australiano – Ti ricordo che io sono amico di Chan da tantissimo tempo ed esco spesso con quel gruppo!» disse voltandosi totalmente verso il proprio ragazzo.
Minho fece scivolare lentamente gli occhi sul divertente gruppo, ed in particolare sul ragazzo che avrebbe inconsapevolmente scatenato un brutto litigio tra la sua coppia di amici.
Bang Chan.
Un ragazzo alto e biondo, con un sorriso sincero e brillante, e con una personalità solare come il sole caldo dell'Australia.
Christopher o Chan – come preferiva farsi chiamare in Corea – non aveva niente da invidiare alle classiche bellezze australiane da copertina.
L'unica cosa che distingueva il ragazzo dagli australiani con cui era cresciuto erano gli occhi sottili e a mandorla, che ne tradivano le vere origini.
Changbin rise amaramente, riportando Minho alla discussione tra i due.
«Oh fidati, lo ricordo bene che tu e Bang Chan siete amici – sbottò Changbin con una punta di gelosia nella voce, fissando negli occhi il suo ragazzo – Così come non dimentico che siete stati molto di più».
Felix rimase in silenzio – totalmente spiazzato dalle parole del ragazzo.
«Siamo usciti insieme solo per un breve periodo – urlò furioso per quell'inutile scenata di gelosia – E se ho smesso di uscire con lui è stato proprio perché avevo capito di essere innamorato di te brutto idiota geloso che non sei altro!» sbottò alzandosi in piedi e guardando il proprio ragazzo con i pugni serrati.
Minho si alzò a sua volta, stringendo le mani sulle spalle del suo migliore amico.
Aveva attirato troppo l'attenzione con quelle urla, soprattutto l'attenzione dei ragazzi che circondavano il falò accanto a loro.
«Felix?» chiese Chan strabuzzando gli occhi tentando di riconoscere quelle tre figure immerse nel buio. La voce era senza ombra di dubbio quella del suo giovane connazionale, ne era certo.
Changbin si alzò di scatto, prendendo il proprio zainetto e voltandosi.
Felix gli si buttò addosso, prendendogli una mano tra le sue con fare disperato mentre Chan si avvicinava lentamente osservando la scena.
«Amore, dove stai andando?» gli domandò Felix, premendosi contro la sua schiena e abbracciandolo stretto, con disperazione.
Pregandolo di non andarsene.
Per Felix quella serata era particolarmente importante.
«Sto andando a bermi qualcosa, parla con il tuo amico» disse allontanandosi lentamente verso il bar che si affacciava sulla spiaggia, con la testa china e le mani infilate nelle tasche della felpa larga.
Felix si voltò con gli occhi lucidi, incontrando gli sguardi preoccupati di Minho e Chan, uno accanto all'altro.
«Mi dispiace tesoro – mormorò il più grande tra loro – Se vi avessi notati prima, io e gli altri ci saremo messi in un altro punto della spiaggia» disse Chan a disagio, guardando verso Changbin che ormai era in prossimità del bar.
«Non è colpa tua hyung – disse Minho sorridendo al più grande – È Changbin che deve capire che tra te e Felix non c'è più nulla».
Chan sorrise grato posando una mano sulla spalla del ragazzo e voltandosi verso il suo gruppo di amici.
«Vorrei proporvi di unirvi a noi per questa pioggia di stelle, ma non penso sia una buona idea» ridacchiò Chan a disagio, grattandosi la nuca con fare imbarazzato.
«Infatti è una pessima idea» concordò Felix, voltandosi verso il bar in cerca della figura del suo ragazzo.
Changbin non era un ragazzo geloso, per tutta la durata della loro relazione non aveva mai avuto alcun tipo di problema con le persone che Felix frequentava, ma per lui Chan era il nemico da abbattere.
Aveva confidato più volte di temere che Chan si interessasse nuovamente a Felix, perché - secondo la sua stupida testa gelosa e paranoica - Felix sarebbe corso nuovamente tra le braccia dell'altro australiano.
«Secondo me invece è un ottima idea» disse Minho sovrappensiero, osservando l'interessante gruppetto del falò.
«In questo modo Changbin mi farà fuori» ridacchiò il maggiore, mentre Felix osservava sbigottito il proprio migliore amico.
«Pensateci! Changbin sa solo che uscite insieme, da soli o in gruppo, ma effettivamente non è con voi e non sa come vi approcciate l'uno all'altro – rispose semplicemente – Stando con voi potrebbe vedere che Chan non ci prova con te e che vi comportate come una semplice coppia di amici» disse guardando Felix che annuì lentamente.
Aveva senso.
«Vale la pena provare, tanto ormai è già furioso con me – disse Felix facendo spallucce – Minho, sposta le nostre cose per favore, io vado a chiamare Changbin» disse Felix correndo felice verso il bar, desideroso di andare dal proprio ragazzo.
Chan aiutò Minho a prendere le borse e i teli.
«Spero tu abbia ragione Minho, non mi piace l'idea di rovinare ulteriormente la loro relazione, stanno così bene insieme» mormorò incamminandosi con l'altro.
Minho sorrise, Chan sapeva farsi voler bene.
«Tranquillo hyung, andrà tutto bene» rispose semplicemente ormai in prossimità del falò dove si erano riuniti gli amici di Chan e Felix.
«Hyung!» urlò la vocetta ubriaca di quello che Minho riconobbe come Yang Jeongin, il più giovane del gruppo.
Un ragazzino con un visetto tenero e due grandi occhioni di cioccolato da cucciolo.
Davvero adorabile!
Si buttò tra le braccia di Chan, facendo cadere a terra la borsa di Felix e sporgendosi per baciare le labbra del maggiore.
Chan si allontanò imbarazzato, impedendo al più piccolo di posare la bocca sulla sua, e BamBam per fortuna arrivò in suo soccorso.
«Basta piccoletto, niente più alcool per te!» ridacchiò il ragazzo stringendolo in un morbido abbraccio dove il più giovane si accoccolò soddisfatto, continuando però a guardare verso l'australiano.
«Tu devi essere Minho, il migliore amico di Felix – aggiunse poi il ragazzo accostandosi al nuovo arrivato – Piacere io sono BamBam e lui è il nostro piccolo terremoto Jeongin» disse il thailandese con un grande sorriso, facendo un piccolo inchino verso il ragazzo.
Chan sorrise. «Loro invece sono Hyunjin e Seungmin» disse indicando la coppietta seduta sulla sabbia.
Seungmin sembrava un bambino tanto quanto Jeongin, addormentato tranquillamente tra le braccia di Hyunjin, che Minho ipotizzò fosse il suo ragazzo visto il modo in cui lo guardava e stringeva.
«E poi c'è Jisung, ma è in ritardo».
Minho annuì sovrappensiero, prendendo posto in uno dei grossi tronchi sistemati intorno al falò.
Era certo di conoscere Jisung, di averlo visto qualche volta in ateneo con il resto del gruppo, ma in quel preciso istante non riusciva ad accostare un volto a quel nome.
Osservò come incantato l'ampia e animata fiamma davanti a loro, che si muoveva scoppiettando e tremolando sotto quello splendido cielo stellato.
«Ti ho visto altre volte, frequenti la nostra Università?» chiese una voce al suo fianco, attirando la sua attenzione.
Il ragazzo che aveva capito chiamarsi Hyunjin lo osservava con un sorriso sincero e genuino, accarezzando con delicatezza i capelli di Seungmin.
Minho sorrise annuendo. Hyunjin era senz'altro una di quelle bellezze che ti lasciano senza fiato talmente sono chiare e spudorate.
«Anche il tuo ragazzo frequenta nel nostro ateneo? – chiese osservando il piccolo ragazzo tra le sue braccia – Non credo di averlo mai visto» mormorò.
Hyunjin arrossì furiosamente abbassando lo sguardo, mentre il resto della compagnia – intenta ad ascoltare quello scambio di parole – scoppiò a ridere.
Minho si immobilizzò, non capendo cosa avesse detto di tanto esilarante.
«Seungmin non è il mio ragazzo» mormorò imbarazzato il minore, facendo scivolare gli occhi sul viso dolce del ragazzino tra le sue braccia.
Quegli occhi erano talmente carichi di tenerezza e sentimento che Minho si sentì in dovere di distogliere lo sguardo.
Chan gli sorrise incoraggiante.
«Si comportano come due fidanzatini e Hyunjin sarebbe più che felice di ufficializzare la cosa, ma la verità è che il piccolino lì – disse facendo cenno a Seungmin – Si sta facendo desiderare un po' troppo» concluse il maggiore facendo sorridere anche Hyunjin che, se possibile, guardò il minore con sguardo ancor più innamorato.
«Eccoci qui» esclamò la voce roca e felice di Felix, con accanto un adombrato Changbin.
L'attenzione si spostò sulla coppia appena arrivata e Minho riuscì a vedere quanto Changbin si stesse sforzando di risultare simpatico a tutti.
In fondo quelli erano amici del suo ragazzo e per quanto odiasse Chan, ci teneva a fare una buona impressione su tutti.
Felix stese un telo accanto al tronco su cui era seduto Minho e lasciò che Changbin si sedesse sulla parte esterna, in modo da essere il più lontano possibile da tutti senza però offendere nessuno.
Quella era la seconda pioggia di stelle cadenti che i due avevano la possibilità di vedere insieme, e Felix voleva che quella fosse speciale.
La prima l'avevano vista sempre insieme a Minho ma in veste di semplici amici.
Felix aveva passato la notte cullato dal profumo piacevole di Changbin, con il cuore a mille e il desiderio disarmante di allungare la mano sulla sabbia e raggiungere quella del maggiore, per poter intrecciare le dita con le sue.
Ovviamente niente di quello era successo, Felix era totalmente bloccato dal terrore di essere rifiutato da quello che ormai aveva capito essere l'uomo di cui era perdutamente innamorato.
Si ricordava ancora la notte passata tra il desiderio, le paranoie e i sensi di colpa verso Chan, con cui in quel periodo si stava ancora frequentando, pur avendo realizzato da un po' di essere innamorato di un altro.
«Sei ancora arrabbiato?» chiese l'australiano posando la fronte sulla spalla del suo ragazzo e mordendosi delicatamente il labbro.
Changbin era maledettamente bello, e ogni volta che lo guardava si sentiva morire di felicità per la fortuna che aveva nell'averlo accanto.
Il ragazzo sorrise.
«Lix, è impossibile rimare arrabbiati con te, davvero impossibile» rise voltandosi ed osservando il suo ragazzo.
Il suo Felix era così dannatamente bello.
Posò la bocca su quelle labbra sottili e pallide, chiudendo gli occhi.
Bastava baciare Felix, ed il mondo iniziava nuovamente a girare nel verso giusto.
Chan e Minho si scambiarono un piccolo sguardo complice e si sorrisero.
A Jeongin quello scambio di sguardi non sfuggì.
Si divincolò con un brutale strattone dalle braccia calde di BamBam e si buttò addosso a Chan, seduto accanto a loro.
«Che diavolo stai facendo?» domandò il thailandese osservando la divertente scenetta.
Chan era totalmente in balia del minore che tentava inutilmente di sedersi sulle sue ginocchia, cercando disperatamente di "nascondere" il suo hyung, ed osservando con sguardo truce Minho.
Un singhiozzo gli scappò dalle labbra.
«Smettila di guardarlo cazzo!» urlò tentando si alzarsi, forse per andarsene, ma cadendo nuovamente addosso al maggiore.
«Ok Jeongin basta – disse Chan con tono dolce ma deciso, rigirandosi teneramente il più piccolo tra le braccia – Vieni qui» mormorò stringendoselo addosso.
Il minore si strinse forte al più grande come un piccolo koala, affondando le dita nel tessuto morbido della felpa di Chan e nascondendo il viso contro il suo collo.
Tremò ancora per qualche minuto, singhiozzando e piagnucolando parole incomprensibili, per poi addormentarsi cullato dal profumo del suo hyung.
I più grandi rimasero in silenzio per qualche minuto, per poi scoppiare a ridere.
«I maknae ci hanno abbandonato?» domandò una voce dolce come il miele alle spalle di Minho.
«Jisung! - esclamò felicemente BamBam alzando le braccia al cielo – Finalmente, io e Minho eravamo davvero stanchi di stare da soli con delle coppiette» rise beccandosi sguardi truci dalle "coppiette".
Jisung aggrottò le sopracciglia «Minh-» parve bloccarsi improvvisamente non appena mise a fuoco tre figure – o meglio due – che solitamente non facevano parte del suo gruppo.
Minho e Changbin.
Il nuovo arrivato arrossì furiosamente non appena incrociò lo sguardo di Minho.
«Perdonatemi, non vi avevo davvero visto» biascicò ridendo imbarazzato e gonfiando le guance già abbondantemente gonfie.
Sembra un piccolo scoiattolo, si trovò a pensare Minho tentando di alzarsi; voleva presentarsi in modo adeguato così come aveva fatto con gli altri.
«Non preoccuparti, non fa nulla – sorrise Minho facendo un piccolo cenno con il capo – Sono Minho» si presentò.
Jisung sorrise e il maggiore sentì un capogiro.
Il minore aveva un sorriso maledettamente luminoso.
«Oh, io sono-» fece un inchino verso di lui e proprio quando stava per pronunciare il suo nome, Jeongin parve ridestarsi dal proprio sonno.
«JISUNG!» urlò il più piccolo, facendo rimbombare la sua vocetta stanca ma vivace per tutta la spiaggia.
Jisung sobbalzò per quel suono forte e inaspettato, incespicando nella sabbia e piombando addosso ad un distratto Minho.
Tutti scoppiarono a ridere non appena i due finirono – l'uno addosso all'altro – sulla sabbia.
Jisung sorrise imbarazzato e Minho riuscì a cogliere il rossore che andava man mano a macchiare le adorabili guance paffute del più piccolo.
«Ti sei fatto male?» chiese Minho con voce a mala pena sussurrata.
Intorno a lui era sparito tutto – i falò, le compagnie chiassose, il loro gruppo – in quel momento per lui esistevano solo i grandi occhi brillanti di Jisung, la sabbia sotto la schiena ed il rumore delle onde in sottofondo, a cullare quel momento idilliaco.
Avrebbe tanto voluto la sua macchina fotografica in quel momento, per immortalare il più piccolo, perché Minho ne era certo: in quel momento Jisung era senz'altro la cosa più bella che avesse mai visto.
«No» biascicò Jisung, anche lui completamente rapito dal cielo stellato che vedeva riflesso negli occhi di Minho.
Minho sorrise, sentendo il forte impulso di avvicinarsi a quella bocca da bambino e posarvi sopra un bacio umido; probabilmente Jisung avrebbe chiuso gli occhi e avrebbe ricambiato in modo emozionato, ma finché quella rimaneva solo una fantasia il maggiore non poteva sapere quale sarebbe stata veramente la reazione del più piccolo.
L'attenzione di Minho venne catturata da un piccolo e quasi impercettibile movimento sopra la testa del più piccolo.
Un piccolo fascio di luce sopra il cielo scuro, un microscopico movimento che catturò l'attenzione di tutti i ragazzi sulla spiaggia che si lasciarono scappare risolini e urla entusiaste per la prima stella cadente di quella notte.
«Cos'hai visto?» gli chiese Jisung, ancora steso sopra di lui.
Minho sorrise felice del fatto che il resto del gruppo li stesse bellamente ignorando, evitando battutine che potessero rovinare quel momento.
«Una stella» rispose Minho guardando gli occhi del minore, che subito si voltò per vedere il cielo a cui fino a poco prima dava le spalle.
Minho sorrise osservando il profilo dai lineamenti eterei del più piccolo, con un misto di meraviglia e divertimento.
Osservò Jisung guardare le stelle per tutta la notte, sapendo bene che il minore non poteva sapere che la stella che Minho stava guardando era proprio lui.
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TheyIdiot.
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