S e t t e
» Non chiedere la luna.
Accontentati delle stelle. «
Le lezioni pomeridiane di quella giornata si erano finalmente concluse, e per gli studenti era ormai giunto il momento di tornare a casa.
«Ti senti meglio tesoro?» domandò Felix con la schiena premuta contro la schiera di armadietti, accarezzando con dolcezza la guancia paffuta di Jisung.
Dall’ora di pranzo – e soprattutto dalla discussione avuta con Chan – erano rimasti tutti stranamente sospesi in una bolla di incredulità.
Raramente il loro gruppo aveva affrontato discussioni interne, e quelle poche volte si erano trovati a risolvere con un abbraccio una decina di minuti dopo.
Jisung continuò a sistemare ordinatamente gli ultimi libri nell’armadietto, accennando un piccolo sorriso che non contagiò gli occhi.
Ancora terribilmente spenti e confusi.
«Sono ancora un po' dispiaciuto per quello che è successo con Chan – mormorò chiudendo l’armadietto e posandovi contro la schiena, emulando la posizione dell’amico al suo fianco – Non volevo ferire i suoi sentimenti» disse osservando con intensità la fine del corridoio, ancora affollata di studenti che si organizzavano per i giorni successivi.
Avrebbero avuto qualche giornata libera dalle lezioni, e tutti stavano pianificando le serate di quel weekend improvvisato.
Continuò ad osservare la fine del corridoio, aspettando di veder sbucare un viso in particolare.
Voleva vedere Minho – aveva un assoluto bisogno di averlo al suo fianco – probabilmente era l’unico che in quel momento potesse farlo star bene veramente.
Felix sospirò, sapendo perfettamente come l’altro potesse sentirsi e sperando che Minho si muovesse ad uscire dalla classe.
«Ehi guardami – disse voltandosi e posandogli le mani sulle spalle, guardandolo dritto negli occhi – Tu non hai fatto niente di male ok?» domandò sperando che le sue parole potessero davvero sbloccarlo.
Scuoterlo e fargli capire che no, non era affatto colpa sua.
«Lo so, ma-».
«Niente ma – lo interruppe subito l’australiano – Chan è nervoso e sottopressione per tutta questa storia che è venuta a crearsi con Jeongin, ma ti vuole bene e so che non è veramente arrabbiato con te» continuò imperterrito, cercando di trasmettere a Jisung tutto l’affetto che provava per lui.
Jisung era davvero fantastico, non avrebbe fatto mai nulla per offendere o ferire un’altra persona, e Felix non poteva davvero accettare che il ragazzo si buttasse giù in quel modo.
Non aveva senso che si colpevolizzasse per qualcosa per cui non aveva alcuna colpa.
Accennò un sorriso luminoso, uno di quelli che ricordavano tanto il sole caldo dell’Australia in cui era nato, sperando che Jisung lo imitasse.
«Dannazione, hai un ragazzo adesso – ridacchiò posandogli entrambe le mani sulle guance morbide, portandolo a sporgere le labbra come un pesciolino – Lee Minho! Dovresti arrampicarti sul soffitto dalla felicità, non avere questo sguardo patetico da bambino triste!».
Jisung lo fissò negli occhi per qualche istante, scoppiando a ridere subito dopo.
Aveva ragione.
Minho era il suo ragazzo, o quasi, e la discussione con Chan lo aveva portato a scordare totalmente la felicità provata quella mattina.
Buttò le braccia intorno al collo dell’amico e si strinse forte a lui, sentendo le guance arrossire lentamente.
«Hai perfettamente ragione Lix! – sussurrò contro il collo dell’amico – Ho Minho e sono così felice da poter scoppiare!» confessò sentendo la pelle d’oca lungo il corpo.
Voleva evitare alla sua mente di prendere il controllo - di viaggiare a ruota libera senza il suo consenso - ma il sentimento che sentiva pensando al maggiore era la cosa più simile all'amore che avesse mai provato.
Quel sentimento lo rigenerava e lo terrorizzava allo stesso tempo.
Era talmente puro e forte - pur essendosi sviluppato in così pochi giorni - da farlo sentire debole e sull'orlo del precipizio.
La sola idea che tutto quello potesse finire, gli faceva salire la nausea.
Felix lo strinse forte a sé, sentendo il cuore che batteva a mille.
Aveva adorato Jisung dal primo istante.
Quando lui e Chan avevano iniziato a frequentarsi, il maggiore aveva ritenuto necessario presentargli il suo gruppo - la sua famiglia - ed il primo che aveva conosciuto era stato proprio Jisung - che il quel periodo era proprio il migliore amico di Chan.
Con il suo sorriso contagioso e la sua perenne voglia di scherzare, aveva conquistato Felix dal primo istante.
L'unica cosa che l'australiano aveva pensato, era stata: "Deve diventare mio amico".
E così era stato.
E adesso era diventato anche il ragazzo del suo migliore amico, e lui non poteva esserne più felice.
Tempo prima aveva quasi temuto quel momento.
Temeva che vedendo Minho così preso da un altro ragazzo si sarebbe sentito messo da parte, ma con Jisung non era così.
Erano semplicemente bellissimi insieme.
«Ti voglio tanto bene» sussurrò contro l'orecchio di Jisung, continuando a stringerlo tra le sue braccia.
«Ehi ehi ehi!» una voce familiare attirò la loro attenzione, portando entrambi a fare un passo indietro per separarsi da quell'abbraccio.
«Vedo un po' troppo contatto fisico qui - esordì Changbin camminando verso di loro, con un Minho parecchio divertito accanto - Vorrei ricordare ad entrambi che siete impegnati, quindi mantenete le distanze!» proseguì tentando di mantenere un'espressione seria e dura, ma il lieve tremore all'angolo delle labbra faceva intendere quanto stesse scherzando.
Tratteneva a stento il sorriso.
Minho al suo fianco sorrise in direzione dei due ragazzi, sentendo il cuore riempirsi di gioia.
Sapere che Jisung, il suo – quasi – ragazzo, e Felix, il suo migliore amico, andassero tanto d’accordo, lo faceva sentire leggero come una nuvola.
Attualmente erano due delle persone più importanti della sua vita.
I più piccoli risposero alle parole di Changbin con una risatina, e Felix si buttò subito addosso al suo ragazzo, posandogli un piccolo bacio sulle sue labbra.
Gli occhi di Jisung invece erano totalmente attratti dalla figura di Minho, che si stava accostando a lui con un sorriso e uno sguardo attento e preoccupato.
Anche lui stava pensando ancora a quello che era successo a pranzo.
«Ciao piccolo» mormorò ormai a pochi centimetri da lui, chinandosi sul suo viso e lasciandogli un lungo ed intenso bacio sulle labbra.
Jisung si alzò leggermente in punta di piedi, sorridendo contro la labbra del maggiore ed intrecciando le braccia intorno al suo collo, sopra le sue spalle robuste.
Sentì in sottofondo un adorabile versetto da parte di Felix, che sicuramente si era soffermato ad ammirare il loro bacio, in adorazione; Ma quel versetto venne subito zittito dall’ennesimo bacio di Changbin.
«Oh dannazione piantatela! – esordì la voce divertita di Hyunjin, sbucando al fianco dei quattro amici e posando la schiena contro gli armadietti – Odio essere circondato da voi coppiette!».
I ragazzi sorrisero separandosi lentamente, senza dire una parola.
Se la situazione tra Chan e Jeongin era delicata, quella tra Hyunjin e Seungmin lo era mille volte di più.
Felix posò il capo contro la spalla di Changbin, osservando il bellissimo viso sorridente dell’amico.
Hyunjin era un ragazzo bellissimo, sia fuori che dentro, e Felix era certo del fatto che prima o poi si sarebbe stancato di correre dietro a Seungmin, e sinceramente sperava con tutto se stesso che quel momento arrivasse in fretta.
Lui – così come tutti gli altri membri di quel gruppo – tifavano per la nascita di quella coppia, ma Seungmin stava tirando fin troppo la corda.
Hyunjin meritava di essere felice e amato.
«Mi spiace hyung, non volevamo farti fare in quinto in comodo» sussurrò Jisung lasciandosi stringere dalle braccia di Minho, mentre regalava uno splendido sorriso all’amico.
Hyunjin sorrise intenerito.
«Non dirlo neanche Jisungie, voi siete davvero-» Hyunjin si interruppe improvvisamente, fissando con insistenza un punto alle spalle di Changbin.
Tutti si voltarono seguendo il suo sguardo, incuriositi.
BamBam stava camminando verso di loro, con un’espressione stranita e a tratti innervosita.
Procedeva a passo spedito lungo il corridoio, con le mani strette intorno alle bretelle dello zaino e lo sguardo perso nel vuoto.
«Non promette bene» sussurrò Felix, con un filo di voce.
Hyunjin annuì in risposta.
«Non promette bene per niente!».
Minho corrugò le sopracciglia, allargando le braccia e lasciando che Jisung si accoccolasse meglio tra di esse, posando il capo contro la sua spalla.
Conosceva BamBam da poco, ma era quasi certo di averlo sempre visto con quel sorriso solare e amichevole a piegargli le labbra.
L’espressione che gli attanagliava il viso in quel momento invece, era intrisa di preoccupazione e disagio.
«Ciao ragazzi» li salutò il maggiore senza troppo entusiasmo, una volta raggiunti i suoi amici.
I ragazzi lo osservarono in silenzio, in attesa che fosse BamBam a spiegare cosa fosse successo, ma il maggiore sembrava talmente preso dai pensieri che gli affollavano la mente, da avere la testa completamente tra le nuvole.
«Hyung, è successo qualcosa?» domandò la vocetta tenera di Jisung, mentre premeva la guancia contro la felpa di Minho.
BamBam sospirò, rivolgendo un dolce sorriso – lievemente tirato – al più piccolo.
Più passavano le ore, più Jisung e Minho sembravano a loro agio con il contatto fisico.
Era così carino vederli abbracciati, o con le mani intrecciate.
«Non avete idea della situazione che è venuta a crearsi ragazzi» mormorò a bassa voce, con la chiara intenzione di non farsi sentire dagli altri studenti che camminavano lungo il corridoio principale, passando accanto a quel gruppo tanto strano e unito.
Un momento di silenzio. «Jeongin sta frequentando un ragazzo dello stesso anno mio e di Chan» mormorò chiudendo leggermente gli occhi.
I ragazzi spalancarono le bocche, totalmente senza parole.
«Ecco perché questi ultimi giorni, arrivava sembra tardi in mensa – disse facendosi spazio tra i suoi amici e posando la schiena contro la schiera di armadietti, con un’aria esausta – Si tratteneva con lui, dopo le lezioni».
Hyunjin corrugò le sopracciglia, incrociando le braccia al petto.
«Ma se è innamorato di Chan, perché si sta frequentando con un altro?» domandò facendo spallucce.
BamBam sospirò.
«Sapete com'è fatto Chan, anche lui è innamorato di Jeogin, ma la differenza d'età che li divide secondo lui è troppa - mormorò - E penso che Jeongin stia provando la tecnica del "chiodo scaccia chiodo"».
Jisung tenne lo sguardo fisso sul volto del maggiore, staccandosi leggermente dal petto caldo e comodo di Minho.
«Come l’ha presa Chan?» domandò preoccupato, guardando il corridoio – come se attendesse di veder sbucare il maggiore per aver conferma del fatto che stesse bene.
BamBam incontrò lo sguardo grande e lucido di uno dei più piccoli di quella famiglia improvvisata.
«Potete immaginarlo – disse – Ha avuto una discussione con Dongmin – il ragazzo con cui Jeongin sta uscendo – durante una lezione; era talmente arrabbiato che la docente l’ha buttato fuori dall’aula, ed è stato fortunato! Per tutto il caos che ha creato, avrebbe avuto tutte le ragioni per spedirlo dritto dal Rettore».
Nella sua espressione era palpabile la preoccupazione per l’amico, che in quell’istante si era riflessa anche nei visi degli altri.
Persino Changbin sembrava perso nei suoi pensieri.
«In aggiunta – mormorò BamBam – Dongmin ha invitato Jeongin ad una serata che si terrà stanotte in un pub poco fuori città; Chan ha deciso che andrà per tenere d’occhio il maknae ed io dovrò andare con lui, solo per essere certo che non faccia qualche cazzata» disse con fare sconsolato.
Minho non lo invidiava per niente.
Chan voleva andare per tenere d'occhio Jeongin, non sapendo che a sua volta BamBam doveva tener d'occhio lui.
Ma in fondo essere lo "hyung" di qualcuno significava anche quello.
Non era solo un onorifico, era una promessa di aiuto e protezione.
«Potremmo venire pure io e Felix con te» propose Changbin improvvisamente, attirando tutta l’attenzione su di sé.
Cinque paia di occhi sbigottiti si puntarono su di lui, e le sue guance si colorarono subito di rosso.
«Sono certo hyung, che riusciresti a gestire la situazione anche da solo, ma penso che un po' di aiuto possa essere utile» biascicò grattandosi il retro del collo, in evidente imbarazzo.
Felix lo guardò con tutto l’amore che era possibile esprimere tramite uno sguardo, mentre BamBam lo premiò con un'affettuosa pacca sulla spalla.
«Ti ringrazio Changbin, se non è un problema accetto volentieri la tua proposta – disse accennando il primo vero sorriso di quel pomeriggio – Apprezzo il tuo pensiero, ma non credo di riuscire a gestire Chan da solo, non in questa situazione».
Ed aveva ragione.
Conosceva Chan da abbastanza tempo per sapere come quella serata si sarebbe conclusa.
Felix sorrise felicemente, intrecciando la mano con quella di Changbin.
«Tranquillo hyung, io e Binnie verremo insieme a voi!».
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La brezza marina scompigliava leggermente i loro capelli, accarezzando con dolcezza e reverenza i loro visi sorridenti.
Minho chiuse gli occhi abbandonandosi a quella sensazione di totale pace.
Essere a pochi passi dall’acqua cristallina, immersa nel buio della notte, con Jisung tra le braccia, non aveva prezzo.
Dopo aver salutato i loro amici nel pomeriggio – riportando il minore a casa sua – gli era balzata in mente l’idea di portar Jisung nuovamente al mare.
In fondo, era lì che quel “noi” era iniziato.
In quel momento i loro amici erano in discoteca, tentando probabilemente di contenere chissà quale situazione creatasi tra Chan e Jeongin, mentre loro erano abbracciati a pochi passi dalla riva del mare.
Erano passati pochi giorni dalla pioggia di stelle cadenti - dal primo momento in cui Minho aveva avuto l’opportunità di posare gli occhi su quel viso paffuto ed etereo - eppure sembrava passata un’eternità.
Quei giorni, conditi di felicità ed eccitazione, si erano allungati a dismisura sembrando delle settimane.
Sentì il più piccolo stringersi più forte al suo petto, strusciando il naso contro il collo caldo del maggiore.
Minho rabbrividì.
Improvvisamente, un dubbio che l’aveva assillato ed accompagnato per tutto il giorno, decise di riemergere prepotentemente proprio in quell’istante.
«Jisung, posso chiederti una cosa?» mormorò al silenzio, lasciando che il vento che soffiava leggero portasse via le sue parole.
Jisung si mosse appena tra le sue braccia, posando una delle sue delicate mani al centro del petto di Minho.
Il suo respiro – che sbatteva in piccoli sbuffi contro il collo del maggiore – era lento e rilassato, e dopo qualche secondo di silenzio Minho temette che il più piccolo si fosse addormentato.
«Certo, chiedimi pure ciò che vuoi» sussurrò poco dopo Jisung, con voce rilassata e sonnolenta.
Il corpo di Minho irradiava calore e pace, che aggiunti al suo profumo buonissimo e familiare, lo stavano trascinando in un limbo di piacere.
Aveva scoperto che sonnecchiare con il naso affondato nell’incavo del collo del maggiore, con le sue braccia e circondarlo e il suo odore che gli arrivava fin dentro il cervello, era la sua nuova cosa preferita.
Minho sospirò sorridendo appena.
«Questo pomeriggio, in mensa, Chan hyung ha detto una cosa che non ha fatto altro che attirare la mia attenzione – sussurrò sentendo il corpo di Jisung irrigidirsi contro il suo – Ha detto: “Mi dispiace ma pensavo che, con il rapporto che c’era tra noi prima – sarei stato il primo con cui ne avresti parlato» ripeté citando parola per parola ciò che il maggiore aveva biascicato qualche ora prima.
Quelle parole l’avevano tormentato al punto da non uscire più dalla sua testa, continuando a ripetersi all’infinito.
Minho si voltò verso il minore, in modo che entrambi fossero abbandonati su un fianco, l’uno di fronte all’altro.
Osservò un piccolo sorriso tingersi sulle belle labbra di Jisung, e gli accarezzò con tenerezza la schiena flessuosa.
Jisung ridacchiò appena. «Se ci hai pensato, sappi che io e Chan non abbiamo mai avuto una relazione, o dell’interesse l’uno verso l’altro – mormorò sollevando gli occhi grandi e luminosi verso il maggiore – Il bacio che ci siamo scambiati nel parcheggio della spiaggia, è stato il mio primo bacio Minho» sussurrò abbassando il viso, mentre le guance si tingevano del caldo colore dell’imbarazzo.
Il cuore di Minho saltò un battito, e poi un altro ancora, mentre quelle parole prendevano man mano forma nella sua testa.
Lui era stato il primo bacio di Jisung.
Lui era stato il primo ragazzo ad avere l’onore di sfiorare ed assaggiare quelle labbra perennemente sorridenti.
«Jisung io-» per un secondo mille pensieri parvero scacciar via quella momentanea gioia, e Jisung capì tutto prima ancora che Minho potesse aprir bocca.
«No Minho, non pensarlo neanche – sussurrò posando una mano sul viso del maggiore – Non ho mai avuto una precisa idea di come sarebbe stato il mio primo bacio, non ho mai immaginato come sarebbe stato, ma se anche l’avessi fatto posso assicurarti che tu avresti comunque superato tutte le mie aspettative» biascicò arrossendo vistosamente.
Minho sorrise sentendo quelle parole.
Per lui quel bacio era stato assolutamente da capogiro, e sapere che in piccola parte anche Jisung avesse provato quella sensazione totalizzante, lo faceva sentire un po’ più fiducioso.
«Comunque, io e Chan fino a non troppo tempo fa eravamo migliori amici, avevamo lo stesso rapporto che avete tu e Felix al momento».
Minho rimase assolutamente senza parole.
Tutto si sarebbe potuto immaginare, fuorché quello.
Jisung abbozzò un piccolo sorriso, notando il completo sbigottimento sul viso del suo quasi ragazzo.
«Non saprei neanche dirti cosa ci abbia separato; è successo semplicemente da un giorno all'altro – continuò voltandosi di schiena per osservare le stelle - Jeongin è entrato nel nostro gruppo, attirando tutta l'attenzione di Chan su di sé, e di colpo quelle che erano le nostre serate “anime e videogiochi” hanno iniziato ad essere annullate, le nostre uscite da soli sono letteralmente evaporate, sostituite solo dalle uscite di gruppo».
Minho riuscì a leggere negli occhi del più piccolo tutta la disperazione per quell’amicizia che era andata man mano morendo.
Lui non avrebbe saputo davvero cosa fare se quel destino fosse capitato anche a lui e Felix.
Non era niente senza il suo migliore amico accanto.
«Tutto ha iniziato a naufragare con l'arrivo di Jeongin, ma a parer mio è stata solo una coincidenza – proseguì voltando il capo verso Minho e tendendo le labbra in un sorriso dolce e nostalgico - Non sono affatto arrabbiato con lui, sono più che altro arrabbiato con me stesso per non aver lottato; Ho assistito semplicemente a come la nostra migliore amicizia diventava un'amicizia come tante altre senza far nulla per evitarlo» sussurrò e Minho poté vedere un principio di lacrime coprire i suoi occhi.
Gli circondò subito il viso con entrambe le mani, godendo del calore della sua pelle contro i palmi, ed osservò quegli occhi che l’avevano fatto innamorare.
«Non è colpa tua, non tormentarti – sussurrò, con l’unico desiderio di vederlo sorridere nuovamente - Un’amicizia dev’essere preservata da entrambe le parti, non basta l’impegno di uno solo per salvarla».
Jisung si voltò nuovamente a guardarlo, immergendo gli occhi scuri e intensi nei suoi.
Si sentì nuovamente pervadere da quello stesso sentimento che aveva avvertito quel pomeriggio, mentre chiacchierava con Felix.
Amore.
«È così semplice stare con te, come se tu ci fossi sempre stato al mio fianco, e questa cosa mi fa paura – confessò in un mormorio – Quello che provo mi fa paura, eppure non mi sono mai sentito meglio in vita mia, non mi sono mai sentito più vivo» confidò.
Portò una delle piccole e delicate mani ad accarezzare il viso perfetto di Minho, seguendo dolcemente il profilo della mascella.
Il maggiore sorrise a quel contatto.
«Ti capisco, anche a me un po' spaventa, ma questo non cambia il fatto che mi piaci da morire – mormorò il maggiore con un filo di voce, sentendo il proprio cuore battere forte – E mi piacerebbe aver la possibilità di essere il tuo ragazzo o, se per te stiamo andando troppo velocemente, avere la possibilità di frequentarti seriamente» sussurrò sollevando una mano per spostare una ciocca del minore, che gli ricadeva sul viso.
Jisung sorrise, incapace di contenere la felicità che in quel momento lo stava pervadendo.
Minho voleva stare con lui!
Il sorriso che dedicò a Minho in quell’istante fu uno dei più luminosi mai visti prima di all’ora, capace di illuminare il buio di quella notte.
«Anche io vorrei essere il tuo ragazzo – mormorò – Ma penso che frequentarsi prima di renderlo ufficiale, possa essere una buona idea» ridacchiò abbassando il capo, chiaramente imbarazzato.
Minho chiuse gli occhi per contenere tutta la gioia che provava.
Si sentiva saturo, pieno e sazio di quella sensazione di completezza che solo il minore riusciva a fargli provare.
La consapevolezza che Jisung provasse per lui le stesse sensazioni – lo stesso sentimento – lo faceva sentire meno solo.
Aprì gli occhi a quella nuova realtà, dove i suoi sentimenti venivano totalmente ricambiati – e si chinò verso la bocca invitante del minore.
Si bloccò a pochi millimetri da essa, lasciando che il respiro caldo e profumato di Jisung si infrangesse contro il suo viso, e assaporando la splendida sensazione che di lì a poco avrebbe provato.
I baci di Jisung erano simili ad una droga, e lui - dopo solo pochi assaggi - se ne sentiva già totalmente assuefatto.
Ti amo, avrebbe voluto urlargli impetuosamente - o sussurrargli dolcemente tra un bacio e l'altro - ma sapeva che era presto; sentiva che quello non fosse ancora il momento giusto.
Così si limitò ad incontrare la sua bocca in un bacio rovente ma dolce, carico di quel sentimento che entrambi provavano, ma che nessuno dei due aveva ancora il coraggio di esprimere a parole.
«Sono così felice di aver perso la testa per te sotto una pioggia di stelle cadenti».
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The End
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Se ti fa piacere, lascia un cuoricino e un commento, in modo che la storia possa crescere e raggiungere altri STAYs che potrebbero apprezzarla.
Grazie. xx
TheyIdiot
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