C i n q u e
» Le cose sono unite da legami invisibili:
non si può cogliere un fiore
senza turbare una stella. «
«Posso avere un altro bacio, prima che tu te ne vada?»
«Non hai paura che tua madre ci osservi dalla finestra?»
«Non me ne frega un cazzo»
Minho sorrise chiudendo gli occhi e posando una mano contro le piastrelle lisce della doccia, lasciando che l’acqua bollente scorresse lungo il suo corpo intorpidito dal precedente freddo.
Dannazione.
Aveva baciato Jisung. Due volte.
Abbassò il volto verso il piatto in ceramica, permettendo alla pressione dell’acqua di fargli un leggero massaggio lungo le spalle stanche.
Non riusciva a smettere di pensare a come quella giornata – iniziata nel peggiore dei modi – si era inaspettatamente conclusa col botto. Letteralmente.
Minho non riusciva – pur volendo – a togliere dalla propria mente ogni istante di quei momenti passati col più piccolo; continuavano a scorrergli secondo dopo secondo davanti agli occhi, facendogli battere forte il cuore.
Il modo in cui gli occhi brillanti di Jisung si erano spalancati, quando Minho aveva premuto le labbra sulle sue, il modo in cui le loro bocche morbide si erano adattate l'una all'altra cercandosi e lambendosi con delicatezza, quasi con paura.
Aveva tenuto appositamente gli occhi aperti per godersi ogni istante, ogni secondo di quel bacio.
Aveva ammirato le sue guance paffute arrossire per l’imbarazzo e la lusinga di quel gesto, facendo decollare il cuore di Minho fino alle stelle, per poi vedere gli occhi del più piccolo – lucidi e sorpresi – chiudersi lentamente, man mano che si abbandonava al bacio.
Prima di all’ora Minho non aveva mai visto nulla di più bello.
L’immagine di Jisung – con il volto sollevato verso il cielo, mentre le goccioline di pioggia bagnavano lentamente il suo viso – continuava a martellargli la testa, lasciandolo senza fiato.
Aveva baciato quello splendido ragazzino.
In quel momento iniziava a comprendere ciò che aveva provato Felix quando Changbin l’aveva baciato per la prima volta.
Erano finiti davanti a casa dell’australiano - dopo una serata alla sala giochi - litigando furiosamente sotto un cielo stellato di fine estate, incapaci di trattenere l’amore e la gelosia che stava rodendo i cuori di entrambi.
Felix aveva smesso di frequentare Chan da qualche giorno - ma non aveva avuto modo di dirlo a Changbin - e quest’ultimo, arreso all’idea di non veder ricambiato il proprio amore, aveva iniziato a sentirsi con un ragazzo che ci provava con lui da mesi.
Si sentiva uno schifo ad usare la tecnica del “chiodo scaccia chiodo”, ma l’amore per Felix lo stava dilaniando.
Felix continuava a piangere ed urlare, senza che Changbin riuscisse a capirne la ragione.
Era lui quello innamorato, era lui quello che doveva guardare l’uomo che amava tra le braccia di un altro - tra le braccia di Bang Chan – quindi non riusciva a spiegarsi quell’esagerata reazione del più piccolo.
Poi come un fulmine a ciel sereno ricordò le assurde parole che Minho gli aveva detto qualche giorno prima.
«Penso che smetterò di uscire con te e Felix» aveva mormorato Changbin osservando il cielo notturno.
«Cosa? – aveva chiesto Minho sollevando lo sguardo sorpreso su di lui – Perché?».
«Non ce la faccio hyung, quello che provo per lui sta diventando sempre più forte e difficile da gestire, non ce la faccio più a contenerlo».
Minho aveva scosso la testa contrario. «Nessuno ha detto che devi contenere quello che senti Changbinnie, anzi, devi lasciare che quello che senti per lui esca da te e lo investa, gli faccia capire che lo ami – aveva detto con un sorriso, posando una mano sulla spalla del minore – Bacialo Changbin».
Erano state quelle parole a dare a Changbin tutto il coraggio di cui aveva bisogno, sotto quel cielo stellato di fine estate.
Aveva stretto con forza il tessuto della maglietta leggera di Felix – mentre il più piccolo continuava a piangere e ad urlargli contro – e spingendolo contro di sé finalmente l’aveva baciato.
Aveva sentito il minore zittirsi improvvisamente, tremando per l’emozione e ricambiando attivamente quel bacio dolce e furioso, quel bacio che entrambi avevano aspettato per troppo tempo.
L’australiano si era trovato a stringersi forte al maggiore, sentendo il cuore che scoppiava dentro il petto.
Changbin, il suo Changbin, finalmente lo stava baciando.
E proprio in quell’istante, quando le sue ginocchia tremolanti sembravano sul punto di cedere a causa dell’emozione, Changbin l’aveva sorretto con tutta la sua forza, continuando a trasmettergli tramite quel bacio i sentimenti che provava per lui.
Investendolo con tutto l’amore che sentiva, come Minho gli aveva suggerito.
«Ti amo» aveva poi mormorato Changbin contro quelle labbra morbide e tremanti.
Inutile specificare che dopo quel piccolo e idilliaco momento, Felix era corso a casa del suo migliore amico per raccontargli tutto, nonostante l’ora tarda.
Minho era rimasto ore sul divano stringendo Felix al petto, mentre il minore piangeva – con il corpicino tremolante – scosso dalla forte emozione per quel bacio che aveva desiderato per mesi.
Minho uscì dalla doccia con un sorriso per tutti quei ricordi, stringendosi nel morbido accappatoio caldo, ed apprezzando la magnifica sensazione di morbidezza e calore che lo circondava.
Passò una mano lungo lo specchio appannato dal vapore di cui il bagno era saturo, ed osservò curiosamente il suo riflesso.
Quello nel riflesso era lo stesso viso che incontrava da sempre, eppure per un istante notò qualcosa di diverso.
Il sorriso che gli piegava le belle labbra e gli occhi stranamente più scuri e brillanti erano senz’altro una piacevole novità.
Sorrise lievemente al ragazzo che lo osservava attraverso lo specchio, per poi uscire dal bagno ed entrare nella propria camera.
Lo schermo acceso del suo telefono - posato sul letto – attirò subito la sua attenzione.
Sto arrivando.
19:02 ✓✓
Questo diceva il breve messaggio mandato dal suo migliore amico, e Minho riuscì quasi a percepire l’entusiasmo dell’altro nascosto tra quelle poche parole.
Un brivido gli attraversò la schiena.
Di lì a poco Felix sarebbe entrato in casa sua – riempiendo il piccolo soggiorno con il suo invadente entusiasmo – e Minho avrebbe dovuto raccontargli tutto.
Tutto su ciò che era successo, sulla gita in spiaggia e sui due baci che lui e Jisung si erano scambiati.
Si liberò dell’accappatoio, buttandolo in un angolo della sua stanza, per poi accostarsi al proprio armadio completamente nudo.
Aprì le ante con l’intenzione di cercare qualcosa di carino ma comodo per la sua serata con Felix, ma un piccolo dettaglio gli fece battere forte il cuore.
Si morse il labbro osservando lo spazio vuoto dentro il proprio armadio, dove quel pomeriggio era conservata la sua felpa preferita.
Sorrise pensando che in quel momento il suo amato indumento era con il ragazzo che ormai affollava i suoi pensieri, e Minho si trovò quasi ad invidiare quel pezzetto di tessuto.
Si vestì velocemente, felice e spaventato all’idea di vedere il proprio migliore amico e dovergli raccontare tutto; tutto quello che era successo durante le ore precedenti.
Stentava ancora a crederci lui stesso, forse raccontarlo lo avrebbe aiutato a capire che sì, aveva seriamente baciato Jisung.
Scese velocemente le scale canticchiando allegramente, e solo una volta posato il piede nell’ultimo gradino sentì il campanello suonare manifestando l’arrivo del proprio migliore amico.
Corse ad aprire, ed una volta che la porta fu totalmente spalancata poté immergersi negli occhi brillanti e dolci del suo Felix.
L’australiano gli buttò le braccia al collo - lasciando cadere a terra il borsone da viaggio e lo zaino - mentre Minho gli circondava i fianchi con forza per poi sollevarlo giocosamente da terra.
«Mettimi giù» trillò la voce felice del minore, ridacchiando non appena Minho lo mise nuovamente con i piedi a terra.
Il maggiore sorrise dolcemente, raccogliendo da terra il grosso borsone che conteneva i vestiti e il necessario per la notte e per la mattina successiva, per poi passare all’amico lo zainetto.
«Sappi che ho la borsa piena zeppa di film e videogiochi» esclamò entusiasta il piccolo australiano, camminando deciso in quell’ambiente famigliare e posando lo zainetto ai piedi del morbido divano.
Minho chiuse la porta e lo seguì in silenzio, ma con uno splendido sorriso a piegargli le labbra.
Era così rilassante avere Felix tra i piedi, sentire la sua voce baritonale che rimbombava per le pareti della sua piccola casa.
«Sei stranamente silenzioso» mormorò Felix voltandosi verso l’amico e camminando di spalle verso la cucina.
«Sono solo pensieroso» rispose gentilmente Minho, affiancando l’amico ed entrando nella piccola ma ordinata cucina, che usava incredibilmente spesso.
Amava cucinare.
Felix sorrise sedendosi di slancio su uno degli alti sgabelli che circondavano l’isola, osservando attentamente il migliore amico che lentamente faceva il giro di essa.
«Pensieroso eh? – sussurrò mentre Minho apriva un cassetto per tirare fuori i menù dei loro ristoranti preferiti – Stai pensando al passaggio in moto che hai dato a Jisung?» domandò facendo inarcare il sopracciglio sottile di Minho.
Il cuore iniziò a battergli forte.
«Chissà, può darsi» mormorò in modo enigmatico, sorridendo all'espressione curiosa del proprio migliore amico.
Sapeva che non sarebbe riuscito a resistere.
«Quindi? – domandò entusiasta l’australiano, muovendosi in modo eccitato sopra lo sgabello – Sono tutta la sera che aspetto, e se ho resistito per tutto questo tempo era solo perché sapevo che una volta giunto qua ti avrei fatto svuotare il sacco!» disse allungandosi sopra l’isola per raggiungere i menù di ristoranti con consegna a domicilio che prediligevano.
Minho sospirò sedendosi anch’egli su uno sgabello – al fianco del proprio migliore amico – ed osservando le sue dita sottili che sfogliavano lentamente gli elenchi di cibi gustosi e saporiti.
«Non l’ho portato a casa» disse dopo aver preso una boccata d’ossigeno e un overdose di coraggio.
Felix si bloccò dallo sfogliare il menù del ristorante giapponese dietro l'angolo, e si voltò verso l’amico con sguardo confuso.
«Sono piuttosto sicuro che tu non l’abbia fatto andare a casa a piedi – mormorò corrugando le sopracciglia biondissime – Anche perché se così fosse, Chan e BamBam sarebbero già venuti ad ucciderti» disse mentre i suoi occhi si perdevano in chissà quali ragionamenti.
«Quindi dimmi Minho, e sii sincero – aggiunse dimenticandosi del menù – L’hai rapito e legato in camera tua?» chiese con sguardo maledettamente serio, facendo scoppiare il migliore amico in una risata piena di divertimento.
«Non sono mai stato innamorato Lix, è tutto nuovo per me, ma questo non mi trasforma automaticamente in un maniaco» sorrise posando un gomito sull’isola della cucina, tenendosi poi la testa con una mano.
Felix si lasciò andare in un sorriso dolce, osservando il viso luminoso e sorridente del proprio migliore amico.
«Allora spiegami la tua frase per piacere – mormorò sfilandosi con uno strattone il telefono dalla tasca della felpa – È da quando sono uscito di casa che Changbin mi messaggia per sapere cosa è successo tra te e Jisung» sbottò esasperato digitando tempestivamente sul tastierino dello smartphone.
«Aspetta amore! Non mi ha ancora raccontato niente!» disse a voce alta, mentre digitava quelle parole al proprio ragazzo.
Minho sorrise. Amava i suoi amici.
«Diciamo che potrei averlo portato a casa più tardi, dopo averlo invitato a fare una passeggiata sulla spiaggia, ad esempio» mormorò sentendo il proprio cuore battere a mille contro la cassa toracica.
Felix sollevò lentamente lo sguardo su di lui, dimenticandosi completamente del proprio ragazzo che continuava imperterrito a chiedergli informazioni.
L’australiano mollò con un tonfo il proprio cellulare sul marmo dell’isola, voltandosi totalmente verso Minho.
«Ti prego, continua» sussurrò portandosi una mano alla bocca per l’emozione.
Minho rise internamente.
Non gli aveva ancora raccontato nulla del loro pomeriggio insieme, e la reazione era già epica così.
«No – sussurrò con crudeltà, osservando gli occhi di Felix che andavano man mano spalancandosi – Prima scegli dal menù e ordiniamo, sto morendo di fame!» sussurrò stiracchiandosi e abbandonando lo sgabello.
«No, non puoi! – urlò l’australiano contrariato, balzando in piedi e portandosi le mani ai fianchi – Ora devi finire di raccontarmi cos’è successo!».
Minho scosse la testa.
«Prima ordiniamo e prima continuiamo la conversazione – precisò senza scomporsi – Più perdi tempo a discutere, più tardi scoprirai cos’è successo» disse facendogli un occhiolino.
Felix parve capire che il maggiore non avrebbe ceduto, ragion per cui saltò nuovamente sullo sgabello, studiando attentamente il menù e finendo per selezionare le stesse cose che prendevano ogni dannata volta.
Mentre Felix era al telefono – ordinando la loro cena – Minho iniziò a sistemare alcune cose sul tavolino del soggiorno, dove senz’altro avrebbero cenato, e si trovò a chiarire i propri pensieri.
Era giunto il momento di affrontare anche quel traguardo, raccontare al proprio migliore amico di quanto Jisung fosse incredibile, e di quanto fossero morbide e buone le sue labbra.
Scosse la testa scacciando quei pensieri, sentendo un brivido di piacere attraversargli la schiena.
Forse non era il caso di fornire troppi dettagli alla testa – di per sé già eccessivamente fantasiosa – del proprio migliore amico.
Sentì la voce dell’australiano salutare educatamente la persona dall’altra parte del telefono, chiudendo la chiamata e correndo con passetti veloci verso il soggiorno.
Dedicò a Minho un sorrisetto furbo e adorabile, lanciandosi sul divano morbido e dimenandosi per trovare una posizione comoda.
«Sono pronto» annunciò incrociando le gambe e stringendosi un cuscino al petto, aspettando che Minho iniziasse il racconto.
Il maggiore si sedette accanto a lui – nel posto libero in cui Felix aveva fatto tamburellare impazientemente la mano delicata - iniziando a raccontargli tutto ciò che era successo quel pomeriggio.
Iniziò a raccontargli del viaggio in moto, e del modo in cui Jisung si era stretto a lui godendosi quella nuova esperienza; gli raccontò di come si era sentito emozionato quando Jisung era entrato nella sua camera, osservandola ed apprezzandola con un sorriso dolce; si soffermò a raccontargli dei momenti sulla spiaggia e di quel piccolo cucciolo che si era innamorato di Minho.
«Interessante – mormorò Felix con la testa posata sulla testiera morbida del divano – Siete stati scambiati per una coppia, da un’altra coppia» ridacchiò ignorando la continua vibrazione del proprio cellulare.
Changbin non si arrendeva, e delle volte sapeva essere più curioso del proprio ragazzo.
Una vera pettegola!
«Continua» lo incitò, posando una mano sopra quella del migliore amico: sentiva che man mano il racconto si stesse facendo sempre più intenso per Minho.
Lo capiva dal modo in cui i suoi occhi si illuminavano ogni volta che pronunciava il nome di Jisung, ogni volta che sorrideva abbassando lo sguardo e perdendosi nei ricordi di quella giornata.
Minho sorrise, sapendo che quello era il suo migliore amico, suo fratello, e non doveva temere nulla con lui.
Nessuna critica e nessun giudizio.
«Ad un certo punto ha iniziato a piovere intensamente, così abbiamo deciso di scappare via, prima di prenderci un raffreddore – continuò abbassando lo sguardo ed immergendosi ancora di più in quei momenti – Però stava piovendo troppo per metterci in viaggio, così ci siamo riparati sotto una tettoia in attesa che la pioggia man mano diminuisse» disse sentendo il proprio cuore battere forte.
Tutte quelle emozioni stavano avendo la meglio su di lui, e sentì quasi il bisogno di piangere, di lasciar sciogliere tutta quella felicità mai provata in piccole lacrime.
Felix gattonò più vicino a lui, premendosi forte contro il suo corpo caldo per infondergli tutto l’amore e il coraggio di cui aveva bisogno.
«L’ho baciato Lix – sussurrò con le labbra contro i suoi capelli biondissimi – L’ho baciato».
Felix sollevò la testa con gli occhi luccicanti e spalancati, carichi dell’emozione più pura che potesse esistere.
Il cuore di entrambi iniziò a battere forte e rimasero in silenzio per un lungo instante, guardandosi negli occhi e condividendo pensieri ed emozioni senza neanche bisogno di parlare.
«Tesoro» sussurrò semplicemente il piccolo australiano, portando una mano sul viso del migliore amico, lasciandosi scappare un sorriso tremulo e felice.
«È stato incredibile Lix – sussurrò abbassando il viso emozionato, gli occhi limpidi – Desideravo baciarlo come mai con nessun altro mi è capitato, e quando ha risposto al bacio pensavo di star sognando».
Felix ridacchiò in modo malizioso. «Pensavi veramente che si sarebbe scostato dopo un tuo bacio? – domandò sollevando le sopracciglia con fare allusivo – Dopo questo mi stupisco seriamente che non sia stato lui a rapirti e legarti nella sua camera».
Minho si lasciò scappare una risata felice e liberatoria.
Si sentiva così maledettamente bene.
«Non mi ha rapito effettivamente, ma come l’ho portato a casa mi ha chiesto un altro bacio» mormorò facendo un piccolo occhiolino al proprio migliore amico.
Finalmente la tensione che gli aveva attanagliato lo stomaco fino a quel momento iniziava a liberarlo dalla sua morsa, lasciandolo con la testa leggera come l’aria.
Felix scoppiò a ridere, portandosi le mani pallide contro lo stomaco.
«Jisung è veramente molto timido – disse passandosi un dito sotto l’occhio, come se stesse raccogliendo una lacrima immaginaria – Per essere arrivato a chiederti un secondo bacio, deve aver apprezzato in modo particolare il primo».
Lo sguardo di Felix tornò ad essere malizioso, e Minho scostò lo sguardo sul tappeto, divertito e imbarazzato.
Il telefono di Felix suonò per l’arrivo dell’ennesimo messaggio, interrompendo le parole dei due ragazzi.
«Oh dannazione Changbin!» sbottò l’australiano, cercando il proprio telefono tra i cuscini che sommergevano il divano.
Minho sorrise non appena l’amico riuscì ad acciuffare l’aggeggio vibrante, osservando il suo sorriso che man mano si allargava a dismisura.
Sollevò gli occhi maliziosi per il maggiore. «Non è Changbin, ma Jisung» disse voltando lo schermo verso Minho.
Il suo cuore prese a battere fortissimo, rimbalzando contro la cassa toracica, mentre i suoi occhi scuri si concentravano su quelle poche righe.
Ehilà bro, scusami tanto per il disturbo, so che stasera tu e Minho dovevate vedervi ma volevo chiederti una cosa…
Dannazione, è incredibilmente imbarazzante a dire il vero.
Potresti darmi il numero di Minho-hyung?
Vorrei chiedergli una cosa…
19:51 ✓✓
Minho sorrise riuscendo quasi a sentire la voce del più piccolo pronunciare quelle parole.
Proprio davanti ai suoi occhi spuntò un nuovo messaggio, sempre da parte del minore.
Ti prego non dire nulla a Minho.
19:52 ✓✓
Felix voltò il telefono nuovamente verso di sé per leggere l’ultimo messaggio, per poi sorridere.
«Cavolo Minho, è proprio cotto!» ridacchiò passandosi le mani tra i capelli chiari, condividendo velocemente il numero del suo migliore amico a Jisung.
Minho aveva in viso un piccolo sorriso felice, quasi estatico, ancora incredulo che tutto quello stesse succedendo veramente a lui.
La sola idea che Jisung potesse stare come lui, provando quelle stesse fortissime emozioni, lo faceva sentire un po' meno solo.
«Mi piace da morire Lix» disse lasciando che il migliore amico gli posasse il viso contro la spalla, accavallando le gambe sopra le sue.
Una risatina dolce sfuggì dalle sue labbra.
«Sono certo che anche lui provi le stesse cose per te, e non vedo l’ora di vedervi domattina a scuola – sussurrò facendo sussultare lo stomaco di Minho – Sarete così dolci ed impacciati!» squittì intenerito, mentre il suo telefono iniziava a squillare.
Lo prese di slancio, osservando lo schermo.
«Oh, è BamBam» disse lanciando un lungo ed eloquente sguardo verso il proprio migliore amico.
Un solo messaggio racchiuso in quello sguardo: lui sa tutto!
«BamBam-hyung?» rispose l’australiano sorridendo alla voce del più grande del loro gruppo, per poi sogghignare.
«Si hyung, è qui accanto a me…» continuò intrecciandosi dispettosamente una ciocca scura dei capelli di Minho tra le dita.
Il maggiore sospirò.
Il giorno successivo BamBam lo avrebbe ucciso probabilmente.
«Tieni – disse l’australiano passandogli il telefono – Vuole parlare con te» sorrise facendogli un piccolo occhiolino.
Minho prese con delicatezza il telefono, quasi come se temesse che potesse esplodere stringendolo con un poco più di decisione.
«Pronto?» mormorò con voce flebile, quasi temendo le parole che BamBam avrebbe pronunciato di lì a poco.
Sapeva bene quando quei ragazzi fossero importanti per Jisung, quando ogni membro fosse parte integrante di una “famiglia” tutta loro.
Tutto con Jisung sarebbe andato a rotoli se anche solo uno del loro gruppo non avesse accettato Minho.
«Minho ma che piacere – disse la voce armoniosa e sempre amichevole del maggiore, dall’altra parte del telefono – Ho finito di parlare poco fa con Jisung» spiegò molto tranquillamente, come se stessero parlando del tempo.
«E?» chiese Minho sentendosi stupido per la sua poca capacità di dialogo in quel momento.
Felix si schiaffò una mano sulla fronte.
Il suo migliore amico era un idiota.
«E spero vivamente che le tue intenzioni con Jisung siano serie, perché in caso contrario ti spezzerò le dita una ad una. Di entrambe le mani» disse con voce sempre dolce e pacata.
Minho sorrise. Probabilmente BamBam era l’unico essere umano al mondo capace di minacciarti con voce amichevole, riuscendo comunque a farti correre un brivido di paura lungo la schiena.
«Sono serio con lui hyung, su quello puoi star certo – disse trovando finalmente un poco di coraggio, sussurrando quelle parole – Mi piace da morire…».
Gli sembrò quasi di vedere il maggiore sorridere dall’altro lato della cornetta.
«Mi sei piaciuto dal primo momento Minho e non avrei immaginato nessun altro accanto a Jisung che non fossi tu – confessò facendo battere il cuore di Minho – Amalo e trattalo come merita, che è un cucciolo e desidera solo essere viziato» sussurrò e Minho poté sentire tutto l’affetto che quel ragazzo nutriva per i membri di quel gruppo.
BamBam gli chiedeva di amarlo, viziarlo e proteggerlo, non sapendo che era proprio ciò che Minho voleva fare.
Se solo Jisung glielo avesse concesso, avrebbe iniziato esattamente dal giorno successivo.
«Un’ultima cosa – disse improvvisamente BamBam interrompendo i pensieri di Minho, senza neanche aspettare una risposta – Domattina passa a prendere Jisung per portarlo a lezione, ormai sei il suo ragazzo e spetta a te!» disse, e Minho si sentì arrossire sentendosi definire da BamBam “il ragazzo” di Jisung.
«Ecco hyung, il problema è che Felix deve rimanere a dormire da me… dovrei accompagnare lui a scuola» sussurrò sentendo il proprio cuore spezzarsi.
L’idea di passare a prendere Jisung gli piaceva fin troppo.
Felix scosse la testa. «Non dire scemenze hyung, dirò a Changbin di passare qui a prendermi - disse con un sorriso, sporgendosi in modo che l’altro lo sentisse - Non temere BamBam-hyung, domattina passerà Minho a prendere Jisung» urlò facendo ridacchiare il maggiore dall’altra parte del telefono.
Qualche istante dopo, dati i saluti e la buonanotte, Minho staccò la chiamata lasciandosi dare il numero di Jisung per avvisarlo.
«Ti direi di aspettare un suo messaggio, dato che mi ha chiesto il tuo numero – disse l’australiano cercando in rubrica il numero dell’amico – Ma conoscendo Jisung, in questo momento avrà la tua chat aperta cercando un po' di coraggio per scriverti, coraggio che non troverà» ridacchiò sporgendo il cellulare a Minho.
«Allora è meglio che gli tolga quel problema» disse il maggiore salvandosi il numero ed iniziando a scrivere un messaggio per il minore.
Ciao Jisung, sono Minho.
Spero non ti dispiaccia se ho chiesto il tuo numero a Felix, avevo voglia di sentirti…
20:13 ✓✓
L’australiano al suo fianco – che ovviamente stava leggendo man mano ciò che Minho scriveva – si lasciò scappare un sospiro per quelle parole.
Domattina passo a prenderti in moto per andare a scuola insieme.
20:13 ✓✓
La risposta non tardo ad arrivare.
Hyung tranquillo.
Sono felice, anche io avevo tanta voglia di sentirti…
Comunque mi piacerebbe molto venire a scuola con te, ma prima devo avvisare BamBam-hyung, solitamente passa lui a prendermi tutte le mattine.
20:14 ✓✓
Felix ridacchiò. «Ho l’impressione che ormai non sarà più BamBam a prenderlo e portarlo da scuola a casa».
Tranquillo, ho già parlato con BamBam.
Ci vediamo domattina?
20:14 ✓✓
Si, certo.
Buonanotte Minho.
20:15 ✓✓
Buonanotte piccolo.
20:15 ✓✓
«Ohh, l’hai chiamato piccolo!»
«Oh dannazione Felix, piantala» ridacchiò il maggiore.
Il campanello interruppe le risate dei due ragazzi, annunciando l’arrivo della loro tanto attesa cena.
«Sushi!» urlò allegramente Felix correndo verso l’ingresso.
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Grazie. xx
TheyIdiot
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