uno
Ci sarà sempre un motivo per cui incontri le persone. O loro ti cambieranno la vita o tu sarai quella persona che cambierà la loro. A volte entrambe le cose. -
Harry Styles stava camminando per la periferia di Londra, erano circa le sette di sera di un Lunedì del mese di Novembre, perciò il cielo era già buio e coperto di nuvole e si sentiva odore di pioggia nell'aria.
Un brivido gli percorse la spina dorsale, si strinse nella leggera camicia blu che indossava, teneva i primi tre bottoni slacciati e il freddo si insinuava sotto la stoffa.
Non rabbrividiva solo per il gelo, lo faceva soprattutto perchè, a pochi passi da lui, vedeva il piccolo ponte di mattoni rossi che era la destinazione della sua camminata.
Aveva le labbra screpolate, vi passò sopra la lingua per bagnarle ma questa era, se possibile, ancora più secca.
Affrettò il passo.
Il ponte era piccolo, brutto e rovinato, i mattoni erano per metà stati anneriti dagli schizzi del fiume e dalla pioggia che, in città come Londra, cade costantemente, si trovava in una luogo dimenticato da tutti, circondato solo da erbacce e alberi dai tronchi nodosi; eppure era un ponticello proprio sopra al fiume Tamigi, più che del fiume vero e proprio si trattava di qualche diga secondaria creata a qualche scopo non chiaro.
Ad Harry era sempre piaciuto il Tamigi, con le sue acque fredde più tendenti al grigio che a qualunque altro colore, sembravano un concentrato di tristezza liquida e trovava che rispecchiasse perfettamente la città di Londra, o almeno, la parte di Londra che lui aveva conosciuto. Gli piaceva poggiarsi coi gomiti al muretto che lo delimitava per gran parte del suo corso -anch'esso grigio-, guardare giù e inspirare l'odore delle acque.
Il Tamigi non profumava, non era bello da vedere, non richiamava allegria, era solo lì, c'era sempre stato e ci sarebbe stato per sempre col suo corso regolare e placido alimentato dalle pioggie inglesi. Chissà quante ne aveva viste.
Quanti ragazzi speranzosi che partivano e poi tornavano e finivano a vivere per strada, a quante storie aveva assistito, a quante disfatte, quanta gente aveva gettato la spugna tra le sue acque.
Quel fiume era Londra, una città che per Harry era soltanto un ammasso di case tutte uguali, un posto dove se non nascevi nella parte giusta eri destinato a sprofondare in un pozzo ancora più grigio e più profondo, una città bella, ammirata, ma che sotto un bel vestito aveva uno scheletro che non sapeva di famiglia, allegria, affetto e carriera.
Le persone a Londra erano egoiste, per questo nessuno nella sera gelida si era posto qualche domanda nel vederlo dirigersi verso il piccolo ponte dimenticato da tutti, in una zona boscosa e malfamata della periferia.
Harry superò senza troppa fatica il cancelletto che permetteva l'accesso a una delle due piattaforme di cemento che precedevano le sponde erbose del fiume e subito gli si parò davanti la scalinata di mattoni che conduceva al centro del ponticello.
Sospirò e iniziò a salire lentamente, ad ogni gradino ripensava ad una persona che aveva conosciuto nel corso della sua vita. Prima persone che aveva amato, sua madre, sua sorella, l'unica persona che una volta aveva potuto chiamare amico, la vecchina della pasticceria e suo marito -una coppia adorabile-, si scusò mentalmente con tutti loro per averli fatti preoccupare. Poi fu il turno delle persone che non avrebbe mai voluto conoscere e queste erano di gran lunga molte di più di quelle che aveva amato.
Arrivato all'ultimo gradino sorrise e con un sospiro di sollievo posò a terra lo zaino nero che aveva portato fin lì, era molto pesante e le sue spalle avevano bruciato per l'intero viaggio ma niente gli aveva impedito di giungere a quella destinazione, consapevole che un po' di fatica lo avrebbe condotto ad una definitiva libertà.
Aveva portato on sè due paia di pesi da palestra che aveva rubato in qualche appartamento della zona dove abitava, lì molta gente faceva attività fisica, aveva anche una corda con la quale legò insieme i pesi, due da una parte e due dall'altra. Harry era piuttosto certo che non fossero uguali, probabilmente aveva legato trenta chili da una parte e cinque dall'altra, ma non gli importava.
Richiuse lo zaino con cura anche se era abbastanza sicuro che non sarebbe più tornato a prenderlo.
Aveva pensato più volte a quale sarebbe stata la via più comoda per togliersi di mezzo ed era arrivato alla soluzione che annegare era il modo più adatto a lui; morire dissanguato per mano propria in una vasca da bagno gli era sembrato -sciocco da dire- poco dignitoso, assumere quantità di droghe non era sicuro -e poi era talmente avvezzo a certe sostanze che aveva timore non facessero effetto- e sparandosi avrebbe attirato troppa attenzione su sè stesso, in più non voleva che qualcuno lo trovasse.
Aveva considerato anche l'idea di provocare un incendio e buttarvicisi dentro ma probabilmente la situazione gli sarebbe sfuggita di mano provocando danni irreparabili, e Harry non voleva questo.
Alla fine si era ricordato di un piccolo ponte lontano dalla città e aveva pensato che sarebbe stata la decisione adatta a lui, sarebbe scivolato lentamente e sarebbe diventato tutt'uno col flusso continuo del fiume, sarebbe scomparso silenziosamente e, se avesse avuto fortuna, qualcuno si sarebbe accorto della sua morte solo mesi dopo.
In fin dei conti nessuno si era mai preoccupato della sua presenza.
Rimaneva un muretto di mattoni che gli arrivava poco più sopra della vita a separarlo dalle acque, con un balzo si sedette sopra e si legò i pesi ai piedi facendo attenzione a stringerli bene, sarebbero serviti a portarlo a fondo per assicurarsi che non riuscisse a risalire in un tentativo disperato di sopravvivere, ma non ce n'era nemmeno bisogno perchè Harry di sopravvivere proprio non ne aveva voglia.
Chiuse la corda con due fiocchi perfettamente tirati.
Si alzò in piedi, sul suo viso non scorreva neanche una lacrima perchè lui era convinto delle sue azioni e non aveva nessun ripensamento, non gli sarebbe mancato niente di quel posto. Dopo essersi assicurato di aver fatto tutto il possibile si era deciso a lasciare la sua vita orribile e a volare verso altri lidi.
Sorrise, già assaporava la sensazione dell'acqua gelida sul viso, in una sera ancora più gelida.
Nella sua testa, come al solito, i ricordi vorticavano in un turbine scuro e facevano a pugni tra di loro, le immagini che avrebbe voluto dimenticare passavano davanti ai suoi occhi come un film e lui non riusciva a proferire parola.
Era sempre stato così, provava un dolore -non solo psicologico ma anche fisico- immenso, ma per una volta si sentiva sollevato e felice, tanto felice che scoppiò in una fragorosa risata, lì, nel bel mezzo del nulla.
Si sarebbe svegliato in un posto migliore con la mente libera da tutto.
Aprì le braccia e sospirò, aveva atteso quel momento per almeno una decina di anni, sì, da quando aveva nove anni.
Harry guardava giù il fiume in piena che scorreva violento con le onde che si infrangevano sui massi a procurare grandi schizzi, fece un passo avanti e i suoi piedi erano ancora solo per metà sul parapetto.
Guardò in alto al cielo blu ed era pronto a saltare quando sulla riva opposta vide un angelo dagli occhi azzurri giunto per aiutarlo.
-Ma che cazzo fai, ma scendi deficiente !-
Fece cadere di nuovo le braccia parallele al corpo e guardò la persona che stava gridando, incuriosito.
Era un ragazzo coi capelli castani, sollevati in un ciuffo, portava un paio di blu jeans e una giacca nera, impermeabile, aperta sul davanti.
Scuoteva le braccia in maniera che risultava quasi ridicola e aveva la fronte aggrottata che gli dava un'aria minacciosa, se non fosse stato per la bassa statura.
Aveva gli occhi blu, si vedevano anche da lì, in alto e al buio.
Harry avrebbe anche potuto tardare un paio di minuti giusto per vedere a cosa si sarebbe spinto quel ragazzo, che da lì in alto vedeva piccolo come una bambola.
Tanto non aveva altri impegni.
///
Ed ecco come questa storia ha inizio, un capitolo scritto per caso mentre al lago mi annoiavo sotto al sole. Che ne pensate?
Spero vivamente di riuscire a portare a termine almeno questa storia e di non fare come con molte altre fanfiction che avevo cominciato e mai più finito.
Mi impegnerò ad essere regolare nelle pubblicazioni, lo giuro !
Grazie per avere letto, a mercoledì prossimo !
-vik💞
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