tre

Da quando era salito su quel ponte Harry non aveva mosso un muscolo, il riccio non sapeva come sbloccarsi, non poteva fare altro se non stare immobile a guardare; il suo cuore batteva a mille nel petto per l'agitazione. Desiderava solo che quello sconosciuto sparisse, non aveva voglia, lui, di essere salvato.
Non era una damigella in pericolo.

-Slégati questi pesi, andiamo, non ti servono più ora.-

Il riccio sbatteva gli occhi come se fosse un robot, avrà avuto dei sentimenti quel ragazzo?

Louis non aveva intenzione di abbassarsi e slegarglieli lui stesso, eppure lo fece, con dolcezza si inginocchiò e sciolse i nodi che tenevano legati quegli anelli di colori diversi rubati da chissà quale bilanciere.

-Questi li lasciamo andare.-

Disse mentre li sollevava con fatica, saranno stati almeno una quarantina di chili, sebbene il ponte non fosse tanto alto per colpa di un tale peso il ragazzo non avrebbe avuto alcuna possibilità di salvezza se si fosse lanciato. Lo avrebbero trascinato inesorabilmente sul fondale.

Si sporse verso il bordo per gettarli ma Harry si mosse di scatto e mise una mano sul petto dell'altro per fermarlo, Louis sobbalzò, era inaspettatamente forte.

Quel ragazzo era più alto di lui, aveva le spalle larghe e muscoli ben definiti sotto la leggera camicia che portava a dispetto del gelo, le gambe erano lunghissime, tra le più lunghe che avesse mai visto; era pieno di tatuaggi, ovunque tranne che sul volto, quello era coperto dai capelli ricci, lunghissimi che gli ricadevano sugli occhi.
Gli occhi erano verdi chiarissimo.

-Che hai ?-

Sbottò Louis sgranando gli occhi, il riccio scosse la testa e prese lo zaino nero che aveva accuratamente poggiato al muretto poco prima, aprì la zip, prese i pesi dalle mani dell'altro e ve li ripose.

-Li vuoi tenere? Ma cosa te ne fai?-

Silenzio.

- Oh insomma ma perchè devi rendere tutto più difficile, potresti spiccicare almeno una maledetta parola ?!-

Alzò di nuovo il tono della voce ed Harry arretrò, proprio in quel momento sentirono delle gocce di pioggia cadere leggere sulle loro teste.

-Cazzo ! Ci mancava anche questa !-

Sbottò Louis, poi guardò l'altro.

-Ma la capisci la mia lingua ?-

Il ragazzo annuì.

-E allora rispondi !-

Si rese conto di averlo probabilmente spaventato, cosa non raccomandabile da fare mentre si tenta di parlare con un aspirante suicida.
La pioggia aveva iniziato a scendere grigia e copiosa sulle loro teste.

-Non mi va di bagnarmi, e nemmeno tu dovresti, tornatene a casa altrimenti rischierai di prenderti un accidente okay ?-

La risposta che aspettava non arrivò, allora scese le scale di corsa dirigendosi all'auto.

-Ciao e vedi di non rifare una cagata del genere.-

Aprì la portiera e constatò che il suo cellulare era ancora sano e salvo appoggiato sul sedile del conducente, si era anche dimenticato il motivo per il quale era venuto in quel posto d'inferno.

Facendo la retro il suo sguardo incrociò ancora quello di Harry.

-Eh no eh...-

Si battè una mano sulla fronte, non poteva lasciarlo da solo, non sarebbe stato sicuro, avrebbe dovuto almeno riaccompagnarlo a casa.
Per un breve momento volle lasciare perdere e tornare finalmente al suo appartamento,  ma alla fine decise di scendere.

Louis si lasciò andare ad una risatina disperata, in una buia e piovosa sera d'inverno, in un posto isolato dove non brillava neppure una luce, accanto ad un fiume puzzolente, lui avrebbe offerto un passaggio ad un pallido ragazzino suicida.
Era l'inizio perfetto di un film horror, temeva che non sarebbe mai arrivato a casa vivo offrendogli un passaggio.

Aprì la portiera e, lasciando accesi i fari per fare almeno un po' di luce, scese e raggiunse il ragazzo, non aveva nemmeno un ombrello.

Harry era già completamente fradicio.

-Ti riaccompagno a casa, almeno sono sicuro che starai bene, okay ?-

Domandò col tono più dolce che potesse avere, il quale risultò comunque piuttosto graffiante.
Constatò che la risposta non sarebbe mai arrivata, allora afferrò con una mano lo zaino nero e con l'altra il braccio destro del riccio e si diresse verso la sua automobile.
Si stupì nel vedere che il ragazzo non mostrasse alcuna resistenza, lo fece accomodare nel sedile del passeggero e gli posò lo zaino in grembo, poi si sedette alla guida.

Si abbandonò un attimo sullo schienale, socchiuse gli occhi e sospirò, poi guardò il ragazzo seduto al suo fianco.
Aveva la pelle pallida, i capelli completamente fradici e gli occhi acquosi sbarrati, la bocca era serrata e guardava fisso un punto qualsiasi sul cruscotto nero dell'auto.
Louis tentò di scorgere almeno una lacrima sul suo volto, un segno che potesse far intendere che il riccio provasse davvero dei sentimenti, ma non vide niente, era impassibile.
Era davvero spaventato.

Si tolse l'impermeabile e glielo offrì, doveva avere freddo con quella sola camicia così leggera.

-Tieni, copriti.-

A Harry non stava poi tanto grande quanto stava a Louis, si strinse nella stoffa già bagnata e appoggiò la testa al finestrino.

-Dove ti devo portare ?-

Nessuna risposta.

-Dove abiti ?-

Ripetè, ottenendo sempre lo stesso silenzio.

-Hai una casa ?-

Domandò esasperato, riteneva che fosse abbastanza ovvio che tutti avessero un posto dove andare, invece rimase stupito dalla risposta dell'altro che scosse con vigore il capo.

Louis strabuzzò gli occhi.

-Cosa significa che non hai una casa ?-

Harry iniziò a giocherellare con le dita.

-Ah già, dimenticavo che tu non parli...-

Sospirò.

-Non hai dei familiari ? Nessuno ?-

Harry finalmente annuì.

-Grazie al cielo, e dove sono ?-

Il riccio afferrò una cartina che era posizionata di fianco al sedile e, aprendola, indicò con un dito una città in Francia.

-E che cazzo ci fanno lì ?-

Non ottenne risposta.

-Quindi sono irraggiungibili... sei sicuro che non ci sia altro posto dove tu possa stare ? Amici ? -

Scosse la testa mentre Louis sospirò rassegnato, si vedeva costretto ad ospitarlo e l'indomani avrebbe chiamato la polizia.

-Allora ti ospiterò a casa mia per stanotte e domani chiamerò la polizia, anzi, entro domani probabilmente qualcuno si sarà accorto della tua mancanza e verrà a cercarti.-

Il ragazzo negò di nuovo.

-E come mai ?-

Harry prese una penna dalla tasca frontale del suo zaino scuro e scrisse sulla cartina della regione, in stampatello a grandi lettere, qualcosa, poi lo passò a Louis.

-"Nessuno mi verrà a cercare perchè nessuno sa che esisto" ma sei serio ragazzino ? Perfavore non fare l'adolescente depresso e sii serio, è importante che tu torni a casa tua.-

Sbottò.

-Dico sul serio, nessuno sa che esisto, non ho famiglia e non ho amici.-

Rispose improvvisamente Harry con voce profonda e piatta, poi si girò a guardare l'altro negli occhi.

-Okay, ci credo...-

Louis lesse tanta serietà in quello sguardo e non potè fare altro che credervi.

-E non chiamare la polizia, te ne prego.-

- Va bene...-

Dopo queste parole la paura per chi gli sedeva a fianco aumentò esponenzialmente e così anche la voglia di chiamare la polizia, ma in fondo un suicida non poteva rivelarsi un criminale troppo pericoloso, no ?

Furono le ultime parole che Louis otrenne dal passeggero, tentò di fargli altre domande per tutta la durata del viaggio ma non ricevetta più alcuna risposta.

Harry, in cuor suo, era turbato ma non sapeva cos'altro fare, lui aveva pianificato che la sua vita sarebbe finita in quel giorno, non aveva programmato nient'altro per il resto della sua esistenza., in quell'istante si sarebbe dovuto trovare in un posto migliore, tra gli angeli, o tra i demoni, invece si trovava in auto con uno sconosciuto diretto chissà dove.

Non aveva mentito e non aveva fatto il tragico, lui non aveva una famiglia, lui non aveva amici nè un posto dove stare, lui era sempre stato un fantasma che vagava per le vie di Londra, la sua nascita non risultava nemmeno all'anagrafe, non aveva mai fatto ingresso in un ospedale, si era ritirato da scuola anni prima, non aveva lavoro ed il suo cognome era quello solo perchè glielo aveva detto qualcuno, non perchè avesse mai avuto un padre, ma non era un criminale.
Lui era solo un ragazzino che non esisteva, per questo l'idea di essere portato in un posto sconosciuto era per lui l'opzione migliore al momento.

Mentre guidava per una strada secondaria illuminata da flebili luci gialle di lampioni, Louis prese il suo cellulare e compose un numero, poi mise il vivavoce.

-Dimmi.-

Rispose una voce assonnata all'altro lato.

-Niall prepara da mangiare per una persona in più.-

L'irlandese si lasciò andare ad un urlo di vittoria.

-Abbiamo un'ospite eh Tommo ?-

Harry credette che "Tommo"fosse il nome del ragazzo alla guida, e lo trovò  buffo. Si strinse nel cappotto, sentiva un freddo infernale.

-Sì, ma non del tipo che pensi tu, è qualcosa di involontario.-

Il biondo rise dall'altra parte della cornetta e si sentì un'altra voce gridare per sovrastarlo.

-Ti ricordo che hai una ragazza signorino !-

Louis sbuffò.

-Non è quello che pensi Liam per l'amor di Dio, voi preparate da mangiare ed io vi spiegherò tutto una volta arrivato, ciao.-

Disse e chiuse la chiamata, senza aspettare risposta, poi accese la radio e cambiò un paio di stazioni fino ad arrivare a quella che gli piaceva di più, alzò il volume ed iniziò ad ondeggiare la testa a ritmo di musica, finchè il riccio non allungò furtivamente la mano e cambiò canzone, per poi tornare silenzioso appoggiato al finestrino.

- Insolente...-

Mormorò tra i denti Louis, senza voler essere nemmeno troppo ironico.

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I primi capitoli sono molto brevi ma andando avanti si allungheranno e diverranno più avvincenti, e presto conoscerete meglio i protagonisti del racconto.

Spero questo nuovo capitolo vi sia piaciuto,
-vik💞

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