Capitolo 39 : A teatro

"Mi sembra un ottimo compromesso. Grazie ragazzi, so che posso contare su di voi ... però prima di essere certa di voler accetare l'invito ci penserò ancora un po' .."

Dissi io sorridendo loro che annuirono capendomi successivamente i miei amici se ne tornarono nelle loro stanze

E perciò dopo aver riflettuto ancora una volta sulla situazione, decisi di prendere coraggio e accettare definitivamente l'invito all'incontro nei camerini maschili.

Sentivo che era importante per me scoprire la verità dietro tutti quei misteri che mi avevano tormentato nei giorni precedenti.

Con il cuore che batteva forte nell'attesa e la mente piena di incertezze, mi preparai per ritornare a dormire, sapendo che dopo quella sera nulla sarebbe stato come prima.

Mi svegliai abbastanza tardi rispetto al solito e perciò non scesi neanche a fare colazione ma cominciai subito a cercare qualcosa da indossare la sera.

Dopo aver cercato per molto tempo nell'armadio trovai un vestito di raso nero  con il corpetto ricoperto di piccoli diamanti e con uno scollo a barchetta, presi poi degli stivaletti bianchi e un fermaglio argentato che si abbinava con i diamanti.

Arrivó velocemente mezzogiorno e perciò dopo aver indossato un semplice vestito azzurro e dopo aver dato una spazzolata ai capelli uscii dalla mia stanza e andai a sedermi in un tavolo appartato del bar dove ordinai alcune pietanze.

Mentre gustavo i piatti osservai attentamente il bar e lo spazio circostante  in cerca Arséne e Sherlock ma non li vidi e perciò nonostante fossi abbastanza stranita dalla loro non presenza, decisi di tornare nella mia stanza a ripassare le canzoni per non pensare alla misteriosa lettera della notte precedente e all'imminente incontro.

Dopo essere tornata nella mia stanza, mi avvicinai alla mia valigetta e, con gesti delicati, presi gli spartiti con le canzoni. Seduta sul bordo del letto, i miei lunghi capelli rossi ondulati cadevano elegantemente sulle spalle mentre sfogliavo con attenzione gli spartiti, ogni tanto mi fermavo per sistemare un ciuffo ribelle, lasciando che la musica riempisse la stanza.

Mentre ripetevo le note delle canzoni, decisi che era arrivato il momento di concedermi un bagno rilassante, prima di immergermi nell'acqua profumata, portai in bagno i vestiti che avevo preparato la mattina, posandoli con cura su una sedia vicina.

Nel frattempo, accesi l'acqua e preparai alcuni accessori per il bagno, con calma, misi in pausa la mia pratica musicale e mi diressi verso il bagno, lasciando che il calore dell'acqua calda mi avvolgesse mentre la vasca si riempiva lentamente.

Mentre mi preparavo a immergermi, i pensieri affollavano la mia mente, pensavo al misterioso mittente della lettera, ai miei amici che mi sostenevano, alla serata che mi attendeva e a come avrei cantato.

Ogni pensiero si intrecciava agli altri, creando un vortice di emozioni e incertezze mentre mi lasciavo andare all'abbraccio rilassante dell'acqua.

Dopo il rilassante bagno, uscii dall'acqua con i capelli bagnati che gocciolavano lungo le spalle, mi avvolsi subito in un asciugamano, sentendo la morbida stoffa assorbire l'umidità mentre cominciavo ad asciugare i capelli con cura.

L'aria fresca della stanza contrastava piacevolmente con il tepore del bagno appena terminato.

Prima di indossare il vestito, optai per la tuta da spia nera elasticizzata a maniche corte, preparandomi per incontro imminente. Sentii il tessuto morbido stringersi intorno al corpo, offrendomi un senso di protezione. Poi, con calma, indossai il vestito di raso nero, lasciando che il corpetto adornato di piccoli diamanti si adattasse alla mia figura. Misi poi gli stivaletti bianch mentre il fermaglio argentato fissava i miei capelli rosso fuoco con eleganza.

Ritornata nella stanza, mi concentravo sui dettagli finali per non pensare a tutto quello che era successo nei giorni precedenti, riordinai con cura alcuni oggetti che avevo lasciato in disordine, rimettendoli al loro posto abituale.

Sistemai la valigetta, chiusi le ante dell'armadio che avevo dimenticato aperte, ogni gesto era un passo verso la preparazione completa per la serata che mi attendeva.

Presi infine un cappotto bianco che indossai subito e una borsetta azzurra nella quale misi alcuni oggetti da ragazza ma anche oggetti da spia, per sicurezza misi nella tasca del vestito di raso una pistola nonostante ne avessi una anche nella tuta.

Dopo aver ricontrollato un'ultima volta di aver preso tutto il necessario uscii dalla stanza e una volta arrivata nella hall dell'albergo feci chiamare una carrozza, cercai ancora Sherlock e Arséne ma non li vidi e allora leggermente triste chiamai un dipendente dell'hotel e gli chiesi se poteva andare a chiamare Sherlock e Arséne, il ragazzo dopo aver ricevuto qualche monetina corse su per le scale.

Dopo poco tornò e mi disse cge probabilmente non c'era nessuno, io annuii ringraziandolo e uscì dall'albergo dato che era appena arrivata la mia carrozza, ci salii  sopra e dissi di portarmi nel teatro lì vicino.

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