Capitolo 37 : In Germania
"Scusami se ho urlato così forte, ma non potevo permettere che non fossi pronta per lo sbarco!"
Disse Arsène, visibilmente agitato all'idea di incominciare a indagare sulla terraferma.
"Nessun problema,"
Risposi, ancora un po' intontita dal sonno. "Grazie per avermi avvertito."
Dopo aver sistemato le ultime cose nella mia stanza, presi le tre valigie e mi preparai ad uscire, una volta uscita Arséne prese
"Sono così curioso di vedere cosa ci riserva questa città," disse Arsène, guardandomi con occhi brillanti di entusiasmo.
"Anche io," ammettei, sorridendo.
"Speriamo di trovare qualche indizio anche qui."
Sherlock, che ci raggiunse poco dopo, sembrava già immerso nei suoi pensieri, probabilmente elucubrando su possibili collegamenti tra gli eventi recenti.
"Pronti a partire?"
Chiese, con il suo solito tono serio.
"Assolutamente,"
Risposi, pronta ad affrontare la prossima tappa del nostro viaggio.
Insieme con le valige in mano, ci dirigemmo sul ponte della nave, dove aspettammo che la nave attraccasse al porto.
Dopo circa 10 minuti, la nave attraccó finalmente al porto e noi fummo i primo a scendere.
Una volta scesi, Arsenè cercò una carrozza, mentre io osservai incantata il porto. Sherlock era ancora perso nei suoi pensieri, perciò dopo un po' decisi di chiedergli
"Tutto bene Sherlock?"
Sherlock sembró risveglarsi da uno stato di trance, e dopo avermi guardato a lungo disse
"Sì, sì, solo che non capisco il senso logico di tutto quello che è successo ... è molto strano il fatto che io non lo trovi ..."
Io sorrissi a questa sua affermazione, e non dissi nulla, aspettando il ritorno di Arsenè con la carrozza.
Dopo un breve attimo di attesa, Arsène tornò con una carrozza trainata da due possenti cavalli.
"La carrozza è pronta, possiamo partire," annunciò con un sorriso soddisfatto.
Ci sistemammo all'interno, io ancora affascinata dalla vista del porto che si allontanava, mentre Sherlock sembrava ancora concentrato sui suoi pensieri.
"Dove ci dirigiamo?" chiese Arsène, mentre la carrozza iniziava a muoversi.
"Dobbiamo trovare un alloggio e poi cominciare a esplorare la città," risposi, guardando fuori dalla finestra con interesse.
Mentre la carrozza sfrecciava verso Berlino, osservavo con interesse la vita frenetica della città che si svolgeva intorno a noi.
Le strade erano affollate, il clangore dei carri e il brusio delle persone riempivano l'aria. Arsène, con il suo carattere vivace e galante, si rivolse al conducente con entusiasmo "Dobbiamo trovare un alloggio vicino al teatro più presto possibile, mio caro amico!"
La sua gioia contagiosa mi strappò un sorriso, mentre Sherlock, seduto accanto a me, osservava silenziosamente la scena con la sua espressione pensierosa.
In poco tempo arriviamo di fronte ad un hotel di lusso, che si trovava praticamente di fronte al teatro in cui avrei cantato.
Quindi scendemmo tutti dalla carrozza, e mentre il conducente aiutò Sherlock e Arséne a togliere i bagagli io osservai ammirata l'ingresso dell'albergo.
Dopo che i miei migliori amici e il conducente ebbero portato tutte le valigie dentro all'albergo e dopo che io ebbi pagato il conducente, io, Sherlock ed Arséne andammo nella hall dell'albergo, dove ci accolte calorosamente un uomo sui 30 anni, che ci disse
"Buongiorno, miei cari signori, cosa posso fare per voi?" ci salutò con un sorriso cordiale.
Poi, rivolgendosi a me con riconoscimento, continuò
"Ma lei è la famosa cantante che si esibirà domani sera nel teatro qui di fronte! È un vero piacere conoscerla. A dire il vero, non ho mai avuto il piacere di sentirla cantare, ma i miei amici e parenti ne parlano meravigliosamente. Non vedo l'ora di ascoltarla esibirsi ... ho persino acquistato tre biglietti per far venire anche mia moglie e mio figlio. Oh, mi scuso, non mi sono presentato. Sono il signor Victor Plort. E voi siete i signori...?".
Chiese il signore rivolto ai miei amici.
Il signor Plort sembrava sincero e entusiasta, e il suo caldo benvenuto ci mise subito a nostro agio.
Era evidente che la mia presenza nel teatro stesse suscitando grande attesa tra gli abitanti della città.
Sorrisi al suo entusiasmo e risposi con gentilezza
"Sono Rachel Meshley come già sa, e questi sono i miei amici, Sherlock Holmese Arsène Lupin. È un piacere conoscerla, signor Plort. Grazie per la calorosa accoglienza."
Dopo le presentazioni, il signor Plort ci accompagnò al banco della reception per completare il check-in.
Mentre compilavamo i moduli, Sherlock scrutava attentamente l'ambiente circostante, come se cercasse qualcosa di specifico.
Una volta terminato il check-in, il signor Plort ci indicò il nostro alloggio e ci augurò un piacevole soggiorno.
Mentre salivamo verso le nostre camere, Arsène esprimeva la sua eccitazione per l'avventura che ci attendeva, mentre Sherlock sembró ancora assorto nei suoi pensieri.
Appena entrai nella mia stanza, mi sentii sopraffatta dalla stanchezza accumulata durante il viaggio, decisi perciò di riposarmi un po' prima di cenare.
Nel frattempo, Sherlock si isolò nella sua stanza, probabilmente per analizzare le informazioni raccolte fino a quel momento.
Dopo un breve riposo, decisi di scendere in hall per incontrare i miei amici e pianificare le mosse successive.
Trovai Arsène seduto al bar, intento a conversare con alcuni ospiti dell'hotel, mentre Sherlock era seduto in un angolo, immerso nella lettura di un giornale locale.
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