Capitolo 36 : La voce
Entrammo tutti nella stanza e dopo che ebbi chiuso la porta a chiave per sicurezza e dopo che i miei due migliori amici si furono seduti su delle poltrone e che io mi fui seduta in fondo al letto dissi
"Bene allora siamo qui perchè ieri notte prima di addormentarmi ho pensato molto a tutto quello di cui abbiamo parlato.. e bhe ecco c'è una cosa che non vi ho detto ..."
Sherlock a cui avevo già accennato mi guardò annuendo mentre Arséne che era all'oscuro riguardo tutto mi guardò stralunato ma non disse nulla.
"Vedete..... è da un po' che credo di sentire la stessa voce di un ragazzo ma non ricordo mai se è la stessa perché passa tanto tempo tra una volta e l'atra ... comunque la cosa fondamentale che volevo dirvi ... e che credo che questa misterioso ragazzo centri con tutto quello che sta succedendo ... e per questo poi volevo chiedervi di aiutarmi a ritrovarlo o comunque ... a capire chi è perché penso che così facendo avremo molte più risposte ..."
Dissi con tono risoluto ma al contempo insicuro perché avevo paura della risposta dei miei due migliori amici.
Arsène sembrava sorpreso dalla tua rivelazione, mentre Sherlock manteneva il suo solito sguardo calmo e concentrato. Dopo un momento di silenzio, Sherlock prese la parola
"Interessante.
Potrebbe essere un elemento cruciale per risolvere il mistero che ci circonda. Dobbiamo iniziare a raccogliere quante più informazioni possibili su questo ragazzo e sulla sua presunta connessione con gli eventi recenti."
Arsène annuì lentamente, ancora visibilmente perplesso, ma pronto ad aiutare.
"Sì, credo che dovremmo cominciare chiedendo a te, mia cara amica, tutti i dettagli che ricordi su queste voci che senti.
Ogni informazione potrebbe rivelarsi preziosa nel nostro tentativo di comprendere meglio la situazione."
Io annuii, sentendomi sollevata dal fatto che i miei amici fossero disposti ad aiutarmi. "Grazie," sussurrai.
Allora cominciai a raccontare tutte le volte che avevo udito la voce misteriosa e anche se ragionammo molto non trovammo nulla di utile perciò stanchi andammo nel bar della nave a fare uno spuntino e proprio quando finimmo di mangiare un ragazzo molto giovane dai capelli dorati arrivò sul ponte e si mise a distribuire varie lettere.
Dopo un po' raggiunse il bar e diedi a tutti la lettera, io, Sherlock ed Arséne compresi, la aprimmp immediatamente e il contenuto fu molto deludente, perché il testo recitava
"Salve gentile passeggero/a,
Volevo avvisare solamente che l'arrivo al porto in Germania è previsto tra 1 ora al massimo, perciò dovete cominciare a prepare le vostre cose.
Ci scusiamo ancora per il ritardo,
La società navale."
Dopo aver letto la deludente lettera, il senso di frustrazione si diffuse tra noi.
Sherlock, solitamente impassibile, sembró leggermente contrariato dalla mancanza di indizi utili.
Arsène, invece, sembró quasi divertito dalla situazione, come se trovasse ironicamente interessante il fatto che anche questa pista si fosse rivelata un vicolo cieco.
Decidemmo di continuare la nostra ricerca, anche se con meno ottimismo di prima. Ripensando alle mie esperienze con la misteriosa voce, provai a concentrarmi sui dettagli che potrebbero aver scatenato quelle sensazioni.
Sherlock iniziò a farmi domande mirate, cercando di trovare qualche collegamento logico tra le varie situazioni in cui avevo udito la voce, ma anche in quei momenti non trovammo nulla di utile.
Sconsolati ci alzammo dalle sedie del bar e dopo che ci fummo salutati andammo ognuno nelle nostre stanze per preparare le valigie, una volta entrata nella mia stanza e aver chiuso la porta a chiave presi le tre valigie e misi dentro tutto quello che avevo tolto partendo dai vestiti alle scarpe e anche gli oggetti personali.
Finì in poco tempo e allora, mi lasciai cadere sul letto, esausta dalla giornata piena di emozioni e delusioni.
Guardando fuori dalla finestra, osservai le onde del mare che si infrangevano lungo la nave, mentre lei continuava il suo viaggio verso il porto in Germania.
Nonostante il senso di frustrazione per la mancanza di progressi nella nostra ricerca, mi sentivo grata per l'aiuto dei miei amici e speranzosa che avremmo trovato una soluzione al mistero prima che fosse troppo tardi.
Con questa speranza in mente, mi lasciai trasportare dal dolce torpore del sonno, pronta ad affrontare quello che il destino avrebbe ci avrebbe riservato.
Mi risvegliai sentendo qualcuno che bussava e che urlava
"Rachel ! ... Rachel !... Muoviti la nave sta attraccando al porto ... "
Era Arséne, io allora mi alzai e dopo essermi stroppiciata gli occhi e dopo aver sistemato l'abito e i capelli andai ad aprire ad Arséne che per tutto il tempo aveva continuato a urlare e a bussare senza mai fermarsi.
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