Capitolo 34 : Domande
Il movimento oscillante della nave sotto i nostri piedi aggiungeva un'atmosfera di incertezza al nostro stato d'animo già incerto.
Mentre lasciavamo il ristorante, il profumo salmastro del mare ci avvolse, e le luci della nave si riflettevano sull'acqua scura del mare aperto.
Sherlock sembrava assorto nei suoi pensieri, il suo sguardo fisso sull'orizzonte infinito, mentre Arséne, con il suo solito sorriso smagliante, osservava le persone, soprattutto donne e ragazze che si aggiravano sul ponte con un interesse che andava al di là della semplice cortesia.
La brezza marina ci carezzava il viso mentre camminavamo lungo il ponte della nave, e il suono del mare che si infrangeva contro lo scafo accompagnava i nostri passi.
Mentre osservavamo le stelle brillare nel cielo notturno, il mistero dell'oceano sembrava avvolgerci, amplificando le nostre emozioni contrastanti.
"Penso che sia arrivato il momento che ognuno di noi vadi nelle sue stanze... " disse Sherlock con tono solenne da cui però traspariva una nota di stanchezza.
"Sono d'accordo con te" disse Arséne sbadigliando e comprendosi la bocca con una mano.
Sinceramente io non ero stanca ma annuii come se fossi d'accordo perché così facendo avrei potuto andare nella mia camera senza lasciare preoccupati Sherlock e Arséne e per fare così molti ragionamenti e per cantare in tutta tranquillità.
Ci salutammo e ognuno andò verso la sua stanza, la mia camera era situata sul lato della nave, con una finestra che si affacciava sull'oscuro vasto mare.
Entrando, lasciai che la brezza marina penetrasse nella stanza, portando con sé il profumo dell'oceano e il suono delicato delle onde che si infrangevano contro lo scafo.
Chiusi la porta e mi sedetti sul letto, lasciando che i pensieri vagassero mentre osservavo il cielo stellato attraverso la finestra.
Accesi una lampada da comodino e mi misi vestiti più comodi, indossai perciò un abito di seta lilla poi andai in bagno, pettinai la mia chioma rossa e dopo di che tornai nella stanza dove c'era il letto e il mini salottino.
La luce della bajour dava un effetto di calma e quiete alla stanza e proprio per questo sorrisi involontariamente, presi i testi delle canzoni e i fascicoli con le informazioni riguardanti la rivoluzione in Boemia quindi mi sedetti sul letto.
Non sapevo da cosa cominciare però alla fine scelsi di ripassare le canzoni perché cantare sicuramente mi avrebbe reso più felice e spensierata e avrebbe allontanato dai miei pensieri anche se per poco tutto quello di brutto e misterioso che era successo in quei giorni.
Funzionò e fu proprio per questo che non smise di cantare fino a che non mi si fecero pesanti le palpebre allora ritirai sia il fascicolo della rivoluzione in Boemia che non aveva neanche aperto e i testi delle canzoni e dopo essermi a letto ed aver spento la luce e pensai
"Chissà se George c'entra veramente qualcosa con tutta questa faccenda? ... All'inizio non lo avrei mai detto ma adesso dopo il messaggio, la lettera e tutto il resto non mi sorprenderebbe anche perché il messaggio era chiaro ... non posso fidarmi ciecamente di nessuno ... a parte dei miei migliori amici ... di loro so di potermi fidare... chissà invece di chi era la voce del cameriere ... l'ho già sentita ma non ricordo dove ... con tutto quello che è successo mi sono dimenticata di cose fondamentali ... domani chiederò a Sherlock e ad Arséne se loro si ricordano di chi sia quella voce ... devo fare luce su questo mistero ... mamma ... ti troverò è una promessa … scusami se abbiamo litigato quasi sempre ... "
Il sonno era sparito e perciò dopo aver riflettuto sui miei pensieri, decisi di prendere in mano il fascicolo riguardante la rivoluzione in Boemia.
Mentre lo sfogliavo, cercavo di concentrarmi sulle informazioni, ma la mente continuava a vagare tra le immagini della giornata trascorsa e le incertezze che ancora mi assalivano.
Sentii il bisogno di capire meglio ogni dettaglio, di mettere insieme i pezzi del puzzle per trovare una soluzione al mistero che ci circondava.
Decisi di concentrarmi sulle note scritte sul fascicolo, leggendo attentamente ogni parola e cercando di estrarre informazioni utili.
La brezza marina che filtrava dalla finestra aggiungeva un'atmosfera rilassante, ma il peso delle mie preoccupazioni rendeva difficile trovare la calma interiore.
Non capii molto di più rispetto a quello che avevo capito nei giorni precedenti perciò mi rassegnai, misi via il fascicolo e tornai nel letto.
Ragionai ancora un po' ma poi mi addormentai con la mente turbata dai pensieri, mentre la nave continuava il suo lento dondolio.
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