Capitolo 33 : Gelosi ?

Durante la cena, continuammo a scambiare idee e ipotesi, cercando di trovare un collegamento tra i vari elementi che avevamo scoperto.

Sherlock, con la sua mente analitica, formulava ipotesi basate su prove concrete, mentre Arséne, con il suo intuito e la sua astuzia, offriva prospettive più creative e fantasiose.

Ad un certo punto, smettemmo di parlare di tutto quello che era successo, e pensammo a gustare i piatti.

Dopo qualche minuto, Sherlock e Arséne si scambiarono uno sguardo ricco di intesa al che  mi domandai che cosa avessero da nascondere.

Io allora con sguardo interrogativo glielo chiesi ma loro scrollarono le spalle come volevano dire che non dovevo preoccuparmi di nulla.

Rimanemmo a lungo in silenzio e arrivò il momento di ordinare il dolce.

Io ordinai un pezzo di torta mille foglie, Sherlock una cioccolata amara e Arséne dei profiteroles.

Il cameriere arrivò velocemente con i piatti e sempre velocemente se ne andò, dicendo solamente poche parole.

Ma che per furono importanti perché ero sicura di avere già sentito la voce del ragazzo ma non capivo dove e di chi fosse. Ero persa ancora nei miei pensieri e nei miei ragionamenti quando  Sherlock disse con un tono solenne al che io e Arséne ridacchiammo

"Irene ... ascolta è da un po' di tempo che io e Arséne volevamo parlarti di una cosa ... Arséne smettila dobbiamo parlare seriamente ..."

Arséne smise all'istante di ridere e assunse un espressione serio che non era affatto da lui al che io mi domandai di cosa volessero mai parlare.

"Irene ... vedi io e Sherlock ... vogliamo farti delle domande ... puoi sempre non rispondere ... non vogliamo litigare solo ... capire va bene ?"

Io, con un misto di curiosità e apprensione, guardai Sherlock e Arséne, dicendo

"Certo, chiedete pure, sono tutta orecchi."

"Andremo dritto al sodo ... George ... che ruolo ricopre nella tua vita" chiese Sherlock senza giri di parole, osservando ogni mio più piccolo movimento.

Non sapevo cosa rispondere e non solo perché la domanda riguardava la mia vita privata ma anche perché non sapevo neanche io che ruolo avesse George nella mia vita, e perciò pensai

"Pretendente? Quasi sicuro

Fidanzato? Non credo proprio

Quasi fidanzato o comunque ragazzo che mi piace? Può darsi

Figlio di papà? A volte
F

iglio di un amico di mia mamma che vuole il matrimonio? Si sicuro."


Sherlock e Arséne mi fissavano attentamente , aspettando ansiosamente la mia risposta riguardo al ruolo di George nella mia vita.

Avvertii della tensione nell'aria, e perciò mi sentii un po' imbarazzata ma decisi di affrontare la domanda con onestà anche perché ero abbastanza sicura che se avessi mentito Sherlock lo avrebbe capito quasi subito.

"Non so ancora che ruolo abbia nella mia vita, sinceramente ..  vedete mia mamma me lo ha presentato circa tre settimane fa dicendomi che lui era l'uomo perfetto da farmi sposare.

Perché dovete sapere che mia madre è da alcuni mesi, che dice che devo sposarmi ma io non ce ho voglia e poi tra tutte le persone che mi ha presentato non c'era nessuno che mi andasse a genio.

E tre settimane fa mia mamma mi ha appunto presentato George, e all'inizio lo consideravo solamente un figlio di papà e un giovane riccone che sperpera soldi in cose futili e che pensa di conquistare le donne solo con i soldi.

Poi però ho scoperto che anche lui andava in Europa e allora abbiamo cominciato a passare del tempo assieme, e anche se all'inizio lo vedevo come una sorta di Don Giovanni accecato anche dai soldi,  sono passata poi a vederlo come un amico e forse qualcosa in più.

Però sinceramente, non so che ruolo copre nella mia vita perché con tutto quello che è successo sono molto confusa."

Finito il mio monologo restai in silenzio a osservare il pezzo di torta che era rimasto intatto, sentivo lo sguardo penetrante dei miei migliori amici su di me e non volevo sollevare lo sguardo perché avevo paura di essere nuovamente giudicata da loro.

Ci fu un silenzio molto prolungato poi però Sherlock disse

"Irene ... ti ringrazio per esserti aperta con noi ..."

Allora io alzai il viso e gli sorrisi grata per il fatto di non avermi giudicata, però non potei non domandarmi il perché della domanda, e allora l'unica risposta che mi diedi fu quella che entrambi i miei amici erano gelosi di George proprio come lo erano stati con il giardiniere giovane biondo della casa a Londra dove avevo vissuto con mio padre Leopoldo.

"Già ... sei hai bisogno di qualcosa ti aiuteremo ... vero Sherlock ?" disse Arséne

Il mio amico londinese annuì e si fece pensieroso mentre Arséne osservò le donne degli altri tavoli da buon Don Giovanni qual'era.

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