Capitolo 26 : L'incontro

L'uomo se né andò in modo molto silenzioso lasciandomi in quel vicolo da sola a ragionare sulle sue parole.
"

Non so perché ..... ma credo di potermi fidare di quell'uomo ...... sono quasi sicura di averlo già ho incontrato..... il suo fisico non mi è nuovo e  ...... la voce forse l'ho sentita ma non me ne sono molto convinta ..... il messaggio che mi ha riportato diceva di stare attenta in chi riponevo la mia fiducia .... ma cosa vuol dire .....  ora però devo pensare solamente a tornare in albergo per preparare di corsa le valigie e per prendere prima la carrozza e poi la nave che mi porterà in Germania..."
Mi rincaminai perciò verso l'albergo e siccome avevo una buona memoria riuscii a trovare facilmente la strada, quando mi ritrovai di fronte all'albergo notai come le luci delle quattro lanterne poste ai lati delle porte dell'entrata davano un'area sontuosa all'albergo e dopo averle ammirate decisi di entrare consapevole di trovare con molta probabilità Arséne e Sherlock nella stanza.
Salii velocemente le scale e quando mi ritrovai di fronte alla mia camera feci un profondo respiro e successivamente bussai per farmi aprire, la porta si aprì dopo pochi secondi e Sherlock, ovvero colui che mi aveva aperto, mi guardò esterrefatto e dopo qualche minuto, durante il quale era rimasto pietrificato, si spostò e mi fece segno di entrare.
Io entrai e dopo che il mio amico londinese ebbe chiuso la porta disse osservandomi attentamente come per capire cosa avessi fatto mentre ero via
"Irene ...... sei è tornata... scusa me e Arséne per prima ma volevamo capire perché avessi quelle cose ....... comunque ora lui non c'è ... è andato a ordinare un po' di cibo con il quale fare uno spuntino ......"
Annuii e siccome ero ancora arrabbiata non gli risposi e dopo aver trovato nella stanza la mia valigia cominciai a riempirla con tutti i miei effetti personali che trovai sparsi in giro per la stanza, dopo neanche 20 minuti la valigia era pronta ma mancavano ancora tutte le mie cose da spia e la mia tuta perciò mi girai verso Sherlock e lo trovai seduto su una poltrona che osservava un quadro con aria pensierosa.
Lo osservai per poco tempo e poi tossii per richiamare la sua attenzione e dopo che la ebbi ottenuta gli dissi guardandolo negli occhi con l'espressione più fredda e distaccata possibile
"Signor Holmes vorrei sapere dove sono i miei effetti personali che voi e il signor Lupin avete preso senza il mio consenso "
Lui mi guardò tristemente e poi disse

"Irene ..... aspetta ancora un po' .... adesso arriva Arséne e così ....... possiamo parlare e chiarirci ......"
I

o scossi leggermente il capo e ripetei la mia richiesta ma lui mi rispose dicendo

"Irene ascolta ...... mi dispiace se ti abbiamo ferita... ma io e Arséne non ti vediamo da quattro anni ...... e quindi adesso che ti abbiamo ritrovata ........ non vorremmo che ti accadesse qualcosa di brutto ...... "

Io lo osservai accuratamente per capire se stesse mentendo ma nei suoi occhi lessi solamente la verità delle sue parole e perciò felice e spensierata mi gettai tra le sue braccia e lo abbracciai fortissimo.

Anche Sherlock ricambiò l'abbraccio dopo qualche secondo, restiammo seduti abbracciati sulla poltrona e nel mentre Sherlock mi accarezzó i capelli,restammo in quella posizione per qualche minuto fino a che non sentimmo dei passi farsi sempre più vicino alla porta; allora ci staccammo velocemente e ci avvicinammo alla porta per capire chi fosse.

Dopo qualche secondo la porta si aprì e rivelò un Arséne con in mano una bottiglia di champagne e un vassoio con alcuni pasticcini misti, lui entrò e andò verso il tavolino con lo sguardo rivolto verso il vassoio probabilmente per evitare di farlo cadere e perciò non si accorse subito della mia presenza.

Appoggiò il vassoio e lo champagne e dopo di che si sgranghì la schiena e disse sollevando lo sguardo per cercare la figura di Sherlock nella stanza

"Sherlock ...... non vi crederai mai..... ho seguita la pista nel bar ma di Irene nessuna traccia .... tu la hai ............ "

In quel momento mi vide e io lo salutai muovendo la mano ridacchiando per la sua espressione sbigottita, Arsénesi bloccò immediatamente e mi osservò a lungo come per capire se fossi realmente davanti a lui.

"Bhe Sherlock ...... vedo che la hai trovata prima di me" disse il mio amico francese guardando divertito il mio amico londinese.

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